Viaggio in Madagascar estate 2014

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 Carissimi
quando abbiamo comprato i biglietti sembrava tanto lontano e invece…eccoci pronti per partire.

Porteremo il vostro saluto e il vostro affetto a tutti quelli che avremo modo di incontrare che ricambieranno con tanti sorrisi e riconoscenza.

Abbiamo pensato che sarebbe bello incontrarci al ritorno, prima che Padre Colombi riparta per l’Albania.

Ci vediamo domenica 10 agosto alle 19.30, alla mia casa nel bosco, a Casazza, in Via Prati Cambia, vi preparo qualcosa da mangiare e ci raccontiamo l’esperienza del viaggio.
Prima del 10 agosto fatemi cortesemente sapere chi ci sarà.
Grazie
Un caro saluto e un abbraccio a tutti.
Elide

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Ihosy

Ihosy è un comune urbano (firaisana) del Madagascar centro-meridionale (Provincia di Fianarantsoa), che sorge sulle rive dell’omonimo fiume. A sud di Ihosy si estende l’altopiano dell’Orombe. È capoluogo della regione di Ihorombe e del distretto di Ihosy e dista 616 km dalla capitale Antananarivo.File:Ihosy.JPG

Ha una popolazione di 18.205 abitanti (stima 2005 ), e dal 1967 è sede vescovile.

La città è stata fondata nel 1848 dai Merina anche se attualmente è diventato il principale centro dei Bara.

La strada statale RN 13 è una pista sterrata che collega Ihosy a Tolagnaro.

La città è sede di un aeroporto dal quale partono collegamenti con le città di Fianarantsoa e Toliara.

Da Ihosy si possono raggiungere il Parco nazionale dell’Isalo e il Parco nazionale di Andringitra.

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Antsirana

Antsiranana (nota fino al 1975 come Diego Suarez e talvolta chiamata “La Perla del Nord”) è la più grande città del nord del Madagascar, e capitale della provincia omonima. Il suo porto è il terzo più importante del paese (il nome Antsiranana significa proprio “porto”). È situata all’estremità settentrionale dell’isola, in una baia naturale (la seconda più grande del mondo) chiamata Baia di Antsiranana.

L’esploratore portoghese Diego Suárez approdò nella Baia di Antsiranana nel 1543. Nel 1506 vi giunse un altro portoghese, Hernan Suarez, che vi fondò un insediamento, battezzandolo col nome dell’esploratore che lo aveva preceduto.

Riguarda la zona di Antsiranana anche l’ipotetica nazione di Libertalia, una comunità utopicoanarchica che sarebbe stata fondata alla fine del XVII secolo da un prete italiano di nome Angelo Caraccioli e da un pirata francese di nome Misson fondarono ad Antsiranana la comunità di Libertalia. Libertalia avrebbe anticipato di un secolo e mezzo gli stati europei nell’abolizione della schiavitù, per essere poi distrutta dalle popolazioni malgasce limitrofe. Gli studiosi moderni tendono a mettere in dubbio l’esistenza di questa insolita repubblica, citata in Una storia generale dei più noti pirati di Charles Johnson.

Negli anni 1880, i francesi iniziarono a fare pressioni per ottenere il controllo della Baia, allo scopo di costruirvi una stazione di rifornimento di carbone per le navi a vapore. Il 17 settembre del 1885 la regina Ranavalona III concesse ai francesi di prendere la baia e il territorio circostante come protettorato (lo stesso trattato concesse ai francesi anche il controllo di Nosy Be e l’isola di St. Marie). Questa cessione fu di fatto il primo passo verso l’annessione dell’intero Madagascar da parte della Francia.

Nel 1942, quando gli inglesi invasero il Madagascar per prevenire l’occupazione giapponese (in seguito alla caduta della Francia), Antsiranana fu uno dei principali punti d’accesso utilizzati dalle forze britanniche.

A causa della sua posizione e della sua importanza come punto d’ingresso in Madagascar dall’Oceano Indiano, Antsiranana ha una popolazione di origine etnica e culturale estremamente varia. La città conta circa 80.000 abitanti, divisi fra Sakalava, Antakarana, francesi, arabi, cinesi e comoriani. L’architettura della città è coloniale; spiccano in particolare il vecchio mercato coperto e l’Hotel de la Marine. Antsiranana è sede di una Università.

L’economia della città ruota in gran parte attorno all’attività di export che avviene attraverso il porto. Di qui merci come caffè, mais, arachidi, bestiame o sale, provenienti dall’entroterra, vengono imbarcate verso varie destinazioni (la Spagna è una delle principali).

Antsiranana ospita anche molti turisti che fanno tappa in città per visitare i parchi naturali circostanti. La presenza di turisti ha dato un nuovo rilievo a un’altra attività tradizionale di Antsiranana, ovvero la produzione di articoli di artigianato fatti con corna di zebù o con i carapaci di tartaruga.

La città è servita da un aeroporto (Aeroporto di Antsiranana-Arrachart codice IATA: DIE), con voli giornalieri verso la capitale Antananarivo e Nosy Be.

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Ambositra

File:Ambositra.JPGAmbositra

Ambositra (pronunciato Ambustra) è un comune urbano (firaisana) del Madagascar, capoluogo della regione di Amoron’i Mania, nella provincia di Fianarantsoa.

Il nome letteralmente significa “là dove ci sono molti castrati”: secondo alcune fonti, esso ricorderebbe una castrazione in massa dei Betsileo da parte dei conquistatori Merina (di cui sopravvivono le fondamenta di una cittadella); secondo altri, si riferirebbe alla pratica della castrazione dei buoi.

Ambositra, è una graziosa città immersa tra verdeggianti colline. Si trova infatti nella zona degli altopiani centrali del Madagascar, a 20 km da Antsirabe, ad una altitudine di 1345 m s.l.m.. La Route nationale 7 la collega a Antsirabe a nord, e a Fianarantsoa a sud.

 

Le risaie che si estendono nei dintorni della città

Ambositra è un importante centro di lavorazione del legno; vi si realizzano, tra l’altro, i più rinomati tavolieri in palissandro per il fanorona, il gioco nazionale malgascio. Inoltre, si distilla il toaka gasy, un liquore locale a base di riso e canna da zucchero.

L’urbanistica della città si sviluppa attorno a una strada ad anello.

Girando tra i viottoli di questa città caratterizzata dalla tipica architettura zafimaniry, potrete vedere centinaia di negozietti che espongono sopratutto oggetti in legno prezioso, sculture, intarsi, bastoni e anche dei vestiti ( sopratutto sciarpe) fatti con una seta selvatica raccolta nella foresta che fa da contorno alla città.

A una quarantina di kilometri all’Est di Ambositra si trova Antoetra, un tipico villaggio del popolo Zafimaniry che ha la peculiarità di essere costruito quasi esclusivamente con del legno scolpito con dei motivi tipicamente locali.

Interessanti sono anche i fienili e i depositi di riso riccamenti decorati che si posano su delle travi in legno come se fossero delle piccole palafitte.

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Antananarivo

Antananarivo (precedentemente nota come Tananarive, oggi chiamata in genere Tana) è la capitale, nonché la più grande città del Madagascar. È anche capoluogo della provincia di Antananarivo e della regione di Analamanga.

File:Lake Anosy, Central Antananarivo, Capital of Madagascar, Photo by Sascha Grabow.jpg

La città è adagiata sul fianco di una lunga e stretta cresta rocciosa che si estende a nord e a sud per circa 4 km. Antananarivo è posta a circa 1275 m sopra il livello del mare e domina su una pianura molto fertile.
È situata a 145 km dalla costa orientale e 215 km a ovest-sud-ovest di
Toamasina, il principale porto dell’isola. La città è attraversata dai fiumi Ikopa e Betsiboka ed ospita il palazzo che fu la residenza della regina Ranavalona II.

Fu fondata intorno al 1625 dal re Andrianjaka e nel XIX divenne prima capitale del Regno Merina (in seguito Regno del Madagascar) e poi della colonia francese. A differenza della maggior parte delle capitali Africane, Antananarivo era già una grande città, prima dell’epoca coloniale.

Antananarivo significa ”la Città dei Mille”, e prende il nome dal numero di soldati assegnati a guardia del re Andrianjaka. Per molti anni è stata la principale città dei capi di Hova. Nel 1793 è stata dichiarata capitale del Regno Merina. Con le conquiste del re Radama, Antananarivo divenne la capitale di quasi tutto il Madagascar.

Antananarivo nel 1905.

Fino al 1869 tutti gli edifici della città erano costruiti prevalentemente con legno o giunchi, ma anche allora in città erano presenti vari palazzi di notevoli dimensioni. La costruzione più grande era alta 37 metri. Queste costruzioni coronavano la sommità della parte centrale del crinale roccioso, e il più grande palazzo, con il suo tetto alto e le sue torri, è visibile da ogni punto della città.
Dopo l’introduzione della pietra e dei mattoni, l’intera città è stata ricostruita e ora contiene numerose strutture in stile europeo, compresi i palazzi reali, le case appartenenti all’ex Primo Ministro, la residenza francese, la cattedrale anglicana e quella cattolica romana, e diverse chiese di pietra.

Antananarivo è stata conquistata dai francesi nel 1895 ed incorporata nel loro protettorato di Madagascar. A seguito della conquista francese la città, che contava una popolazione di circa 100.000 abitanti, si è ampliata arrivando a toccare le 175.000 unità dal 1950. Antananarivo ha subito grandi trasformazioni urbanistiche. Sono state realizzate strade in tutta la città.

Nonostante i problemi della sua geografia, la città moderna è cresciuta notevolmente dopo gli anni ’30.
L’installazione dei ministeri e la costruzione dell ‘Hotel Hilton a Anosy, e successivamente il grande stadio Mahamasina , risalente agli anni 70, hanno rafforzato la base dei quartieri della capitale. Il commercio continua  a predominare a Tsaralalana, Analakely e Antanimena, mentre il quartiere Antaninarenina, con i suoi negozi, banche, alberghi, il suo governo e la sua grande animazione è un po ‘come il centro della città reale.
Ma qualcosa di straordinario è che la città  ha conservato in alcuni quartieri il suo fascino storico, con le sue costruzioni in mattoni tradizionali, i suoi vicoli ombrosi, strade acciottolate sulle alture delle colline e sui suoi molti angoli, che si riflettono più una città di provincia che una metropoli moderna.

Dopo l’indipendenza nel 1960 il ritmo di crescita è aumentato rapidamente. La popolazione della città ha raggiunto 1,4 milioni.

La città è custodita da due fortezze costruite rispettivamente una sulle colline ad est e una a sud-ovest. Oltre alle già citate cattedrali, ospita circa cinquanta chiese, così come una moschea musulmana. Antananarivo è sede del campus dell’Università del Madagascar e del Collège rural d’Ambatobe.

Antananarivo, già organizzatrice della terza edizione dei Jeux de la Francophonie, è stata scelta come sede del XIII Sommet dell’Organizzazione Internazionale della Francofonia, nel 2010.

È il più importante nodo di comunicazione della nazione a livello stradale, ferroviario e aeroportuale.

È collegata al resto del paese da alcune delle più importanti strade nazionali quali la RN 1, che la collega a Analavory a ovest, la RN 2, che la collega a Toamasina a est, la RN 3, che arriva sino al Lago Alaotra a nord-est, la RN 4, che la collega a Mahajanga a nord-ovest e la RN 7, lunga 980 km, che la collega a Toliara a sud-ovest.

È il capolinea della linea ferroviaria Tananarive-Côte Est (TCE) e della Tananarive-Antsirabe (TA).

L’aeroporto di Antananarivo-Ivato è il maggiore aeroporto dell’isola, e funge da hub per la compagnia di bandiera Air Madagascar.

La vecchia città, che ha stradine fiancheggiate da belle case tradizionali arroccate sulle colline, le cui origini risalgono intorno al XVII secolo, domina la vasta pianura del Betsimitatatra e del Laniera coperte in gran parte dai campi di riso il cui sviluppo e  sistemi di irrigazione sono stati creati da Andrianampoinimerina che governo’ l’ Imerina dal 1787 al 1810.

La sua caratteristica è che il terreno caotico, dove ogni collina è un vero rompicapo per gli autisti e gli urbanisti. Ma la vera sorpresa arriva per contro quando uno si inerpica sulle scalinate e i percorsi che si insinuano tra piccole case decorate con piccoli giardini. Dei gradini sui quali sono installati tutti i tipi di commerci e di mendicanti intenti a fare l elemosina. E sorpresa, proprio vicino al centro una risaia ! Forse non ci resterà ancora per molto, in quanto si trova ad affrontare l’inesorabile sviluppo urbano. Eppure questi piccoli quadrati di colore verde brillante portano con sé ancora il gusto di un piccolo paese e sottolineano che il riso è una tradizione antica in Madagascar.

La Città Alta

Anatirova o Palazzo della Regina. L’incendio di novembre 6, 1995 distrusse quasi tutto il palazzo costruito sul sito del Rova di Antananarivo. Di questo patrimonio culturale, restano solo poche mura annerite dal fuoco. Il palazzo è attualmente in fase di riabilitazione. Possiamo tradurre Rova (pronunciato Rouve ‘) come accampamento fortificato o fortezza, che era un tempo circondato da una recinzione fatta di pali di legno. E ‘stata anche la residenza di un principe o di un re. Situato in cima a una collina o una roccia, la sua posizione ha garantito una posizione di difesa  e di osservazione ideali e  ha permesso di ritirarsi in caso di attacco. Fino alla fine della monarchia, le tombe dei governanti sono state costruite all’interno del Rova.

Guardiola del custode di Rova

La porta di accesso alla Rova è sormontata dallo stemma di “Voromahery” (l’aquila, che è un uccello potente), simbolo del potere reale.

La casa di Jean Laborde

Situato nel quartiere Andohalo, che oggi ospita gli studi di Radio Alliance française e delle mostre culturali. Al suo ritorno dall’esilio, nel 1861, Jean Laborde, che è stato nominato Console di Francia, ha costruito questa casa, completata nel 1862. La concessione di Jean Laborde si affaccia sul quartiere Mahamasina che era allora un terreno per parate militari. Costruita interamente in legno e circondata da una veranda, Jean Laborde amava intrattenere qui i suoi amici.Ha anche costruito nel 1870 un’altra casa vicina, chiamata “Maromiditra” (con un sacco di visitatori), a causa dei suoi innumerevoli ospiti.

Il tempio Ambohipotsy

Costruito nel 1863, questo tempio è stato eretto nel luogo in cui i cristiani malgasci sono stati torturati durante il regno di Ranavalona 1. Questo è opera dell’architetto Poole inglese William, che è stato il primo progettista. L’inaugurazione ha avuto luogo il 17 Novembre 1868 in presenza della regina Ranavalona II e del primo ministro.

Il tempio Ampahamarinana

A ovest del Rova. Si affaccia su Mahamasina

Cattedrale Andohalo

A metà strada per raggiungere il Rova

Cattedrale di Saint Laurent

A Ambohimanoro,sulla strada per andare al Rova

La tomba del Primo Ministro

Si trova nel distretto di Isotry, costruita nel 1835 da Jean Laborde è di ispirazione indù. Si tratta di un monumento al potere del premier che ha governato il paese nel tardo Ottocento (1835-1852 Rainiharo a Rainilaiarivony 1864-1895).

Il palazzo Ambohitsorohitra

In pieno distretto amministrativo vicino Antaninarenina. E’ l’ex residenza del governatore. Ora occupata dalla Presidenza della repubblica.

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Antsirabe

 File:Antsirabe - rue principale01.JPG
La città d Antsirabe, il cui nome deriva dalla contrazione malgascia di Any sira be, cioè dove c è molto sale ( a causa della presenza di molti sali nelle sue acque termali) è la terza città più grande del Madagascar con una popolazione di oltre 175.000 persone (stima del 2005).

È il capoluogo della regione di Vakinankaratra, nella provincia di Antananarivo.

Si trova sugli altopiani centrali, a un’altitudine di 1.500 m.

Questa città riflette maggiormnente il gusto architettonico e urbanistico europeo.

Nata intorno a un monastero norvegese costruito alla fine del XIX secolo, Antsirabe deve la sua espansione nel periodo coloniale e post coloniale alla presenza di acque termali e al suo clima molto mite e veramente differente da quello che ci si potrebbe aspettare su un isola tropicale come il Madagascar.
Non per altro è conosciuta nell’ oceano indiano come la vichy malgascia, in onore alla grande stazione termale francese.

Numerose sono le terme già nel pieno centro di Antsirabe: Ranomafana, dove sorge un centro di cura termale molto conosciuto localmente, Ranovisy, dove è possibile trovare una fontana con dell’ acqua frizzante e delle belle piscine, Antsirakely…….

L’ altra nota che rende famosa Antsirabe  hanno sede alcune delle più importanti aziende malgasce, fra cui Tiko (alimentari), Kobama (cereali), Star Brasseries che produce la birra THB per tutto il madagascar, Cotona (tessile) , a tutte le industrie tessili che lavorano il cotone sopratutto per l’esportazione, e l’ industria dell’ex-presidente che lavora nel settore dei  latticini e degli olii alimentari. 

Ma la nota più caratteristica è certamente l’onnipresenza nelle strade di Antsirabe dei pousse-pousse, che più che in ogni altra città del Madagascar riempiono le strade e le piazze. I pousse-pousse sono  un mezzo di trasporto urbano a trazione umana, introdotto nell’isola all’inizio del XX secolo dai cinesi, che lo usavano per il trasporto di materiale nella costruzione di ferrovie.

La città è collegata alla capitale Antananarivo dalla Ferrovia Tananarive-Antsirabe (TA), su cui viaggiano solo treni merci.

La Route nationale 7 la collega ad Antanarivo (a nord) e Fianarantsoa e Toliara (a sud).

È sede di un aeroporto civile (codice IATA: ATJ).

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Morondava

  

File:Strada di Morondava.jpg
 Morondava è un comune urbano (firaisana) situato sulla costa occidentale del Madagascar, presso la foce del fiume omonimo.

 La città è sempre stata in guerra con il mare ed ha perso 2 km della ricca pianura agricola (Mahamasy e Betsipangnato) in un luogo chiamato “La password Bethania”, nello spazio di un secolo e mezzo.

È il capoluogo della regione di Menabe, nella provincia di Toliara. La popolazione è principalmente di origine Sakalava, ma nel tempo la città ha accolto numerosi immigrati di origine indiana, yemenita, somala e delle Comore.

Morondava fu un importante centro dell’antico Regno di Menabe ed è tuttora il maggior centro della etnia Sakalava. 

Il canale del Mozambico resta il regno del traffico a vela. Dal Nord e dal Sud le golette sono efficienti mezzi di trasporto nelle vaste aree costiere isolate e inaccessibili via terra. Noce di cocco, rafia, legno, miele selvatico, lastre di cera, secchi prodotti ittici sono tutti raccolti localmente e lasciano per le grandi città occidentali, in attesa di essere trasformati, venduti o esportati.
In cambio, i villaggi della costa sono riforniti con altri beni (sale, zucchero, cherosene, olio, sapone, tessuti, ecc.)che saranno venduti al dettaglio nel “Dokan” (nome del negozio di origine araba ) alle persone del “bush”.

L’influenza arabo-islamica, che si sviluppa per secoli lungo le coste dell’Africa e delle Comore, è presente lungo tutta la costa. Così, alcuni operatori economici hanno antenati venuti dallo Yemen, Somalia e l’arcipelago delle Comore. Anche se integrati nei villaggi Sakalava, hanno conservato una parte del loro stile di vita e la loro religione, l’Islam.

L’economia della città è basata principalmente sulla pesca, in particolare di gamberetti. Nei dintorni della città si coltivano riso, mais, manioca, e cotone, e si allevano zebù. Recentemente Morondova sta iniziando a essere inclusa in alcuni itinerari turistici, soprattutto grazie al particolare panorama della savana circostante.

 

 

La città è sede di un aeroporto civile , di un porto fluviale e di un porto marittimo.

La RN 8 la collega a Belo Sur Tsiribihina.

Morondava si trova in una zona di savana nota soprattutto per i grandi baobab, appartenenti alla specie endemica Adansonia grandidieri (renala in malgascio), che raggiungono i 15 metri di altezza e sono quasi del tutto sprovvisti di fogliame. La Rue des Baobabs (Avenue of Baobabs), lunga 19 km, costellata da queste piante, è tra i luoghi più fotografati del Madagascar. Spettacolare panorama di baobab (Adansonia grandidieri), localmente chiamato “Reniala” all’inizio della strada verso Belo Tsirihibina. (Periodo di fioritura tra febbraio e marzo – fiori gialli)

Molte delle abitazioni di Morondava sono costruite con il legno dei baobab.

Da Morondava si possono facilmente raggiungere il Parco nazionale di Kirindy-Mitea (Kirindy Forest), circa 60 km a sud, e la Riserva naturale integrale Tsingy di Bemaraha (Tsingy di Bemaraha), situata 150 km a nord. 

Tombe Reali Mahabo (42 Km)
Mahabo significa “alto”. Questo nome deriva dalle tombe dei re Sakalava Menabe. Nota vicino Mahabo, l’esistenza di maestosi baobab.

Luoghi di sepoltura Sakalava Vezo
La visita di questi luoghi di sepoltura è soggetta ad autorizzazione preventiva da parte del governo locale. E ‘assolutamente necessario essere accompagnati da una guida per l’ulteriore difficoltà di accesso, molti tabù ( “Fady”) proteggono questi siti.

Tombe Mangily
Disponibile solo nella stagione secca a causa della zona paludosa.
Tombe di Ambato sul mare e Kiváló
Accesso possibile solo in barca. Kiváló è il villaggio dell famoso scultore Rasidany.

Tombe Lovobe
(A sud di Morondava) accessibili solo in canoa.

Tombe Maneva

 

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Fianarantsoa

File:Fianarantsoa città bassa.JPG

Fianarantsoa (pronunciato Fianarantsua), detta anche Fianar, è un comune urbano (firaisana) del Madagascar centrale. È il capoluogo della provincia omonima, e della regione di Haute Matsiatra. Il nome, in lingua malgascia, significa “là dove si apprende il bene”. Oggi è nota, tra l’altro, come capitale della produzione vinicola malgascia.

La fondazione di Fianarantsoa, del 1830, viene attribuita alla regina dei Merina Ranavalona. Nelle intenzioni di Ranavalona, Fianarantsoa sarebbe stata una “seconda capitale” (dopo Antananarivo) e un avamposto militare a protezione della parte meridionale degli altopiani centrali. In effetti, l’urbanistica della città è evidentemente ispirata a quella di Antananarivo.

Con l’arrivo dei missionari europei, Fianarantsoa divenne un importante centro di diffusione della regione cattolica, contrapposto ad Antananarivo, principalmente controllata da chiese protestanti.

Gran parte della struttura moderna della città si è sviluppata negli anni venti, ancora ricalcando la struttura di Antananarivo.
  
La città può essere suddivisa in tre zone.
Nella la città alta, che è anche la parte più antica, nel quartiere omonimo, si trova la cattedrale di Ambozontanycostruita nel 1871. Il quartiere di Anatirova  è il centro storico della città, precedentemente occupato dal Rova chiamato Ivœnava (dove i morti sono nascosti). Da qui si gode del panorama sulla città e sul Lago di Anosy.

Tra la città alta e la città nuova nel quartiere di “Ambatolahikisoa”, si trova una città media sede di uffici e banche  dove si può vedere un menhir che significava ai tempi che la carne di maiale non poteva oltrepassare questo limite.
 
La città bassa è polo commerciale e del

la zona della stazione che si estende lungo la linea ferroviaria verso il nord. La città è infatti capolinea della linea Fianarantsoa-Côte Est (FCE)..

La città è sede di un aeroporto civile La Route nationale 7 la collega con Ambositra a nord e Ambalavao a sud.

La sede della Tiko a Fianarantsoa saccheggiata nel marzo 2009

Nel marzo 2009 nel corso delle manifestazioni di piazza contro il governo di Marc Ravalomanana numerosi edifici di proprietà del presidente (tra cui il complesso della Tiko) furono saccheggiati e dati alle fiamme dai manifestanti: il mandato di Ravalomanana si è concluso il 17 marzo 2009 con la sua rinuncia alla presidenza, avvenuta al termine di un lungo conflitto con i vertici militari che è stato descritto dalla stampa internazionale come un vero e proprio golpe.Ma l’insediamento di Andry Rajoelina, rimasto alla guida della cosiddetta “Autorità di transizione” fino alleelezioni deldicembre 2013, non ha portato alla pace, poiché gli scontri nel paese tra le opposte fazioni sono continuati ancora a lungo.

 

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Tulear

File:City Centre Toliara 2007.jpg

Tulear è una città situata sulla costa sudoccidentale del Madagascar, capoluogo della provincia di Toliara e della regione di Atsimo-Andrefana. Ha una popolazione di 113.014 persone. Il porto commerciale della città è un importante snodo per l’import/export di beni come sisal, sapone, cotone, riso e arachidi.

Tulear è una città bianca e luminosa, dove la pioggia è rara e il sole splende ogni giorno. Il suo charme, con i suoi grandi viali e i coloratissimi pousse pousse saprà sedurvi da che arriverete. Passeggiando lungo le strade del centro scoprirete le antiche ville coloniali con le loro verande coperte di fiori e i grandissimi giardini. Ma scoprirete anche i giovani che corrono in bicilette, le grandi donne che preparano gli spiedini a ogni angolo, i piccoli artigiani chiusi nella loro piccola baracca, i mercati pieni di vita e di colori. O ancora il porto con il via vai di piroghe e golette che portano il pesce pescato il giorno stesso nell immensa barriera corallina che circonda Tulear. Una città ancora autentica ancorata al suo porto e che vive ancora i simbiosi col mare.

Toliara si trova in un’oasi nel mezzo di una vasta regione desertica. È dotata di un aeroporto e viene talvolta adottata come base dai turisti diretti al Parco Nazionale dell’Isalo, a Ifaty, alla Baia di Saint-Augustin e a Betioki. Nel XVII° secolo, i pirati francesi sbarcarono nella baia di Saint-Augustin presso il tropico del Capricorno e installarono una sede commerciale per intrattenere delle relazioni commerciali con le popolazioni Masikoro (Sakalava) della costa. Ma si dovrà attendere la colonizzazione francese incominciata nel 1895 per vedere un reale sviluppo di Toliara, soprattutto in seguito alla decisione del Governatore generale del Madagascar Joseph Simon Gallieni (1896-1905) di trasferire in un piccolo villaggio di pescatori Vezo tutti gli uffici amministrativi che prima si trovavano sull’antistante isoletta di Nosy Ve.

Toliara (Tulèar, come si chiamava in epoca coloniale) ha subito quindi significative trasformazioni urbanistiche e la creazione di una efficiente rete urbana di strade alternate da viali di tamarindi, il più importante dei quali è il boulevard Gallieni che taglia in due la città separando i quartieri commerciali dal porto. Dopo l’indipendenza nel 1960 il ritmo di crescita è continuato ad aumentare e numerosi sono stati i cittadini francesi che hanno mantenuto in vita le proprie attività commerciali. Inoltre le spiagge incontaminate di Ifaty e di Anakao e il clima secco hanno attirato molti turisti europei, principalmente francesi, incrementando la vocazione turistica della città a discapito di quella industriale. Hanno quindi aperto numerosi ristoranti ed alberghi nelle vecchie villette coloniali, spesso gestiti dalla minoranza “Karana”.

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Toamasina

TamataveFile:Port Toamasina Madagascar.jpg

Toamasina, precedentemente nota come Tamatave, è una città del Madagascar orientale. È il capoluogo della provincia omonima e il più importante porto del paese. Ha una popolazione di 200.568 persone (stima del 2005 [1]).

In lingua malgascia, il nome della città, Tamatavy, significa “è salato”.

La città sorge su una penisola sabbiosa perpendicolare alla costa e affacciata su una laguna delimitata dalla barriera corallina, praticamente sul livello del mare (a 6 m s.l.m.). Sulla penisola sono ammassate un incredibile numero di case e negozi; Bazary Be è uno dei più importanti mercati locali.

Nel periodo della dominazione francese, Toamasina era sede di diversi consolati stranieri e uffici di pubblici ufficiali francesi. Da Toamasina si commerciava con l’Europa ma anche con lo Sri Lanka e Mauritius.

La città è sede della Università degli studi di Toamasina.

La città è il capolinea della linea ferroviaria Tananarive-Côte Est (TCE) che la collega alla capitale.

La RN 5 la collega a Mananara Nord e Maroantsetra, a nord.

Il porto di Toamasina è il maggiore porto marittimo del Madagascar. La città possiede anche una stazione fluviale sul Canal des Pangalanes, una via d’acqua artificiale situata a ridosso della costa orientale del Madagascar, lunga circa 600 km, che consente la navigazione fluviale tra Toamasina e Farafangana.

È sede di un aeroporto civilePersone legate a Toamasina[modifica | modifica sorgente]

Toamasina è la città natale del cantante francese Antoine.

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