Microsoft compra crediti di carbonio dal Madagascar

http://www.greenreport.it/news/aree-protette-e-biodiversita/microsoft-compra-crediti-di-carbonio-dal-madagascar/

L’operazione per salvare l’hot spot della biodiversità di Makira

[17 febbraio 2014]

La Wildlife Conservation Society (Wcs) ha annunciato che il governo del Madagascar ha approvato vendita di quote di CO2 alla Microsoft e ai suoi carbon offset partner: CarbonNeutral Company e Zoo di Zurigo.

Le vendite dei crediti di carbonio sosterranno il progetto governativo REDD+ (Reducing Emissions from Deforestation and Forest Degradation “plus” conservation) del Madagascar  nel Parco naturale di Makira e sono la prima vendita di REDD+ credits di un governo in Africa.

Il Makira REDD+ Project, attraverso la vendita di quote di carbonio che impediscono la deforestazione, punta a finanziare la conservazione a lungo termine di una dei più incontaminati tra gli ecosistemi di foresta pluviale rimasti in Madagascar, dove vivono numerose specie autoctone di piante e animali rare e minacciate, migliorando allo stesso tempo la gestione della terra da parte delle comunità locali e sostenendo i mezzi di sussistenza delle popolazioni. Attraverso un meccanismo di distribuzione dei fondi progettato dalla Wcs e dal  governo del Madagascar, i fondi dalla vendita delle quote di carbonio verranno utilizzati dal governo di Antananarivo per le attività di salvaguardia, capacity building e gestione del Parco naturale Makira. La metà dei proventi della vendita delle quote di carbonio andrà a sostegno delle comunità che vivono ai confini dell’area protetta, per l’educazione, la salute e per altri progetti di sviluppo.

Pierre Manganirina Randrianarisoa, segretario generale del ministero dell’ambiente e delle foreste del Madagascar ha detto che «Il governo del Madagascar è entusiasta di aver svolto il ruolo di pioniere nella vendita di carbonio in Africa. Makira è una parte di grande valore del nostro patrimonio naturale ed i provenienti da questa vendita non solo proteggeranno e questa zona dall’invasione ma rappresentano un passo importante nel nostro piano di finanziamento dello sviluppo delle fonti sostenibili per l’intera rete delle aree protette. Ci auguriamo che altre organizzazioni seguiranno l’esempio di Microsoft, The CarbonNeutral Company, e Zoo di Zurigo e si uniranno a noi in questo sforzo per conservare la biodiversità unica del Madagascar attraverso la futura vendita di crediti di carbonio».

In Africa e altrove le critiche di associazioni ambientaliste e Ong che si occupano di diritti civili alla filosofia REDD+ non mancano, ma il presidente della Wcs, Cristián Samper, è molto soddisfatto: «Queste vendite rappresentano una prima assoluta per la Wcs WCS, una prima assoluta per l’Africa, il Madagascar per  primo promuove l’utilizzo dei crediti di carbonio per combattere il cambiamento climatico, per la protezione della biodiversità e di  sostentamento dell’uomo. Siamo grati a Microsoft, The CarbonNeutral Company e Zoo di Zurigo e siamo ansiosi di vedere futuri acquisti da parte di altre organizzazioni lungimiranti».

La Wcs dal 2003 dirige il parco ed è responsabile per l’attuazione del progetto REDD+.  Nel settembre 2013 il governo del Madagascar e la Wcs avevano a certificato e n messo sul mercato 710.588 carbon credits  del a Makira Forest REDD+ Project che nei prossimi 30 anni dovrebbero impedire le emissioni di più di 32 milioni di tonnellate di CO2.

Makira è uno degli hot spot mondiali della biodiversità: ci vive circa l’1% delle specie animali e vegetali di tutto il pianeta, comprese 20 specie di lemuri, centinaia di specie di uccelli e migliaia di varietà di piante, tra le quali molti non si trovano in nessun altro luogo sulla terra. La foresta Makira si estende quasi 400.000 ettari ed è uno degli ultimi brandelli rimasti ancora intatti di foresta pluviale del Madagascar, inoltre e foreste di Makira proteggono lo spartiacque che fornisce acqua potabile ad oltre 250.000 persone.

Per Rob Bernard, responsabile della strategia ambientale della Microsoft: «Sostenere progetti di conservazione delle foreste e di community building come Makira è un parte importante della strategia di Microsoft per ridurre l’impatto ambientale, sostenere la crescita economica sostenibile, migliorare la salute e l’istruzione  ed affrontare le sfide sociali.  Il ruolo importante del progetto nel proteggere una parte essenziale della biodiversità si allinea anche con il focus di Microsoft sull’utilizzo di tecnologie, informazione e ricerca per sviluppare nuovi approcci e soluzioni per la sostenibilità».

Il  Makira Forest REDD+ Project è convalidato e verificato dal Verified Carbon Standard (Vcs) ed ha ricevuto la classificazione “Gold” dalla ‘Gold’ Climate Community and Biodiversity Alliance. Evirare la deforestazione è una delle cose essenziali da fare in Madagascar per ridurre le emissioni di CO2, nell’Isola la pratica del brucia e coltiva e la produzione di carbone vegetale per cucinare sta facendo scomparire circa 36.000 ettari di foresta ogni anno.

E’ naturalmente entusiasta anche Jonathan Shopley, amministratore delegato di The CarbonNeutral Company: «Sempre più spesso i nostri clienti sono alla ricerca di opportunità per gestire l’intero impatto ambientale delle  loro organizzazioni, spinti dalla necessità di costruire la resilienza nelle loro catene di approvvigionamento. Il progetto Makira consente ai clienti di fare questo con la vendita di crediti di carbonio offrendo allo stesso tempo anche valore alla biodiversità e sostegno alle comunità».

Immagini collegate:

La giornata della bellezza sostenibile, 3 marzo 2014

Cari amici di UnicoSole, vi segnaliamo una iniziativa interessante per il 3 marzo prossimo, a favore delle foreste del Madagascar

http://www.ideegreen.it/giornata-dellabellezza-sostenibile-33900.html

bellezza-sostenibile

Taglio e piega dei capelli, professionali, a prezzo zero. A carico delle clienti solo un contributo, volontario, da devolvere alla cura di una foresta in crescita del Madagascar. È la Giornata della Bellezza Sostenibile, terza edizione ufficiale, in calendario lunedì 3 marzo in tutta Italia. Non è cosa da poco: con la passata edizione sono stati raccolti 71mila euro, tutti stanziati per la creazione di aree boschive in Italia e in Madagascar.

Chi c’è dietro? La Giornata della Bellezza Sostenibile è organizzata da Davines ed è nei suoi saloni, 300 in Italia, che lunedì 3 marzo si potranno fare taglio e/o piega a fronte di un versamento volontario. Per le clienti anche un omaggio: uno shampoo Davines prodotto con energia rinnovabile e confezionato in packaging a Impatto Zero che,ciliegina sulla torta, sarà consegnato in shopper sostenibili ricavate da vecchie brochure.

Nella Giornata della Bellezza Sostenibile c’è anche lo zampino di LifeGate con il suo progetto Impatto Zero, l’iniziativa che calcola, riduce e compensa le emissioni di CO₂ di prodotti, servizi ed eventi con la creazione e la tutela delle foreste del mondo. Davines è la prima azienda italiana nel settore della cosmesi professionale ad aver sottoscritto Impatto Zero.

Perché? Chi aderisce al progetto Impato Zero di LifeGate dimostra attenzione verso il tema dell’Ambiente, e questo è un punto. Nel caso dei saloni Davines l’attenzione riguarda il legame tra il bello e il sostenibile, al punto che il bello non c’è se non è anche sostenibile. Di qui, ci dicono, l’idea di offrire a sempre più persone un’esperienza di bellezza sostenibile. Per se stessi e per il pianeta.

Perché il Madagascar? Quest’isola è un esempio di biodiversità e ben l’80% delle specie vegetali non esiste in altre parti del mondo. Il Madagascar ha un simbolo, il baobab, albero nazionale, che per questo è diventato anche il simbolo della Giornata della Bellezza Sostenibile.

L’obiettivo di Life Gate per quest’isola, con l’aiuto delle aziende che aderiscono a Impatto Zero − e di iniziative simili alla Giornata della Bellezza Sostenibile − è la tutela di 130 ettari di foresta con opere di forestazione, presidio contro gli incendi e protezione delle sorgenti d’acqua.

L’elenco dei saloni Davines che aderisco alla Giornata della Bellezza Sostenibile 

https://www.facebook.com/giornatabellezzasostenibile/app_120052800970

Fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce

Di Paola Valeri:

Il nostro giorno speciale è ormai vicinissimo, e sono certa che, grazie a voi, lo sia anche la realizzazione dell’obiettivo che Davines e Lifegate intendono raggiungere con la Giornata della Bellezza Sostenibile: contribuire alla creazione ed alla tutela di una foresta in crescita nella Riserva Sakalalina nel Madagascar meridionale.

Oggi quindi voglio raccontarvi quanto siano importanti le foreste e perché una terra come il Madagascar sia una parte del nostro pianeta così speciale da meritare qualche attenzione in più.

Siete pronti a seguirci in questo viaggio?

Il Madagascar è la quarta isola più grande del mondo, situata nell’Oceano Indiano, al largo della costa orientale dell’Africa, di fronte al Mozambico, e racchiude al suo interno un grande tesoro, chiamato biodiversità. Ne avete mai sentito parlare?

Biodiversità vuol dire che su questa isola vi sono tantissime specie animali o vegetali che non esistono in nessun’altra parte del mondo.

Pensate infatti che secondo delle stime il 90% delle specie di piante e il 70% delle specie animali presenti sull’isola vivono solo e unicamente qui.

Qualche esempio? Tutte le specie di lemuri esistenti al mondo, e purtroppo in via di estinzione, così come due terzi di tutte le varietà note di camaleonti, molte tartarughe, farfalle e gechi. Per quanto riguarda la flora, ricordiamo in particolare il Baobab che, non a caso, è stato scelto come albero simbolo della Giornata della Bellezza Sostenibile!

Pensate che in passato il Madagascar era completamente ricoperto di foreste. Dal momento dell’arrivo dell’uomo su questa grande isola, circa 2000 anni fa, la superficie verde si è andata via, via riducendo, fino a divenire insufficiente per costituire un habitat idoneo a tutte le specie animali che la abitano.

Oltre a contribuire a tutelare la biodiversità le foreste svolgono tante funzioni fondamentali per la vita sul nostro pianeta. In particolare assorbono anidride carbonica e rilasciano ossigeno e per questo motivo vengono definite i “polmoni della Terra“. Assorbendo anidride carbonica, riducono l’effetto serra, mitigando così le conseguenze dei cambiamenti climatici. Le aree forestali limitano il rischio di frane e tengono sotto controllo il fenomeno dell’erosione dovuto ad eventi come inondazioni e tempeste.

Ed infine contribuiscono all’aumento dell’umidità dell’aria. Quando le foreste vengono tagliate infatti, meno umidità sale in atmosfera, le piogge diminuiscono e ciò conduce alla siccità.

A questo proposito mi viene in mente che Lao Tze, un filosofo cinese del V secolo A.C. ha detto “Fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce”.

Nella scorsa edizione una porzione delle donazioni erano state devolute ad alcuni interventi LifeGate in Italia (Milano e Roma). Quest’anno è il turno di concentrare tutti gli sforzi verso il Madagascar, ma se avete ben compreso quanto sopra, capirete che non si tratta di fattori o priorità a noi lontane. E’ il “nostro polmone” e la sua tutela è di fondamentale importanza per tutti quanti.

Tutti noi insieme, partecipando alla Giornata della Bellezza Sostenibile, possiamo dare la nostra voce ad una foresta e sostenere con tenacia la sua crescita silenziosa per il bene di tutto il pianeta.

Paola Valeri

 

Immagini collegate:

Notizie utili per il viaggio

Sulla mappa, in blu, è disegnato l’itinerario tipo del nosto viaggio.

Come arrivare: 

Volo aereo con Air-France Italia-Madagascar ( + eventualmente volo interno con Air-Madagascar) + 500 euro come cassa comune per tutte le spese, compresi gli hotel, pasti, bevande, noleggio di pulmino, biglietto d’entrata nei parchi nazionali, partecipazione ai progetti.

Documenti: 

passaporto con  una validità minima di sei mesi.

Visto d’ingresso:

ottenibile gratuitamente all’arrivo, direttamente all’aeroporto di Antananarivo.

Vaccinazioni:

Non è obbligatoria nessuna vaccinazione (eventualmente contattare l’asl più vicina e chiedere le vaccinazioni consigliate). Profilassi anti-malarica non obbligatoria, a discapito di ogni persona. Portare repellenti anti-zanzare e abiti lunghi su gambe e braccia.

Fuso orario: + 2 ore (da Greenwich).

Telefono:

A seconda delle diverse zone i telefoni cellulari funzionano e non. Solitamente non funzionano durante il giorno nei villaggi isolati, e funzionano nelle città. E’ possibile acquistare le sim telefoniche locali per una migliore ricezione e costi più contenuti.

Cucina:

A base di riso, abbinata a carne, pesce e verdure fresche. Durante il soggiorno a Fianarantsoa si consumano i pasti pomeridiani nei villaggi dove siamo ospiti, e i pasti serali nella casa famiglia cucinando insieme. Nelle occasioni restanti i pasti sono consumati in ristoranti.

Igiene:

si richiede una certa capacità di adattamento. Si consiglia di non camminare a piedi scalzi e di evitare sandali e scarpe aperte. Per chi ne fa uso in Italia, si consiglia di portare i propri medicinali.

Immagini collegate:

Convocazione del Consiglio Direttivo del 20 febbraio 2014

E’ convocata per il 20 febbraio 2014, alle 20.30, presso la sede dell’associazione,  in via Roccolo 39 a Seriate la riunione del consiglio direttivo.
Come di consueto la riunione è aperta a soci e simpatizzanti.

L’ordine del giorno previsto è:
1- Lettura e approvazione del verbale della precedente riunione
2 – Accettazione eventuali nuovi soci
3 – Viaggio in Madagascar in partenza
4 – Corrispondenza con il Madagascar
5 – Sito internet
6 – Prime bozze dei bilanci consuntivo e preventivo
7 – Preparazione dell’assemblea del 23 marzo 2014
8 – Sottoscrizione a premi in occasione del pranzo sociale dell’8 giugno 2014

Un cordiale saluto a tutti
Elide Longa

Immagini collegate:

Quando sarete sulla nostra isola

Quando sarete sulla nostra isolamadagascar2011 1417.jpg - 131.33 Kb
non scuotete i nostri bambù,
non spaventate i nostri coccodrilli,
non sparpagliate i nostri ciottoli.

Quando sarete sulla nostra isola
non andate più lontano delle nuvole,
prendete qualche conchiglia
per i bambini delle vostre città.

Partite, ritornate verso il mare
con le vostre macchine e le vostre strade
e le vostre navi in ferro.

Lasciate danzare il vento,
lasciate cantare il silenzio,
lasciate sognare l’Oceano.

Quando sarete nella nostra isola
non invadete i nostri villaggi,
non insegnate il vostro Vangelo
e lasciate i nostri saggi alla loro filosofia.

Quando sarete nella nostra isola
lasciate i nostri mari, i nostri fiori e i nostri pesci
alla loro esistenza tranquilla
come ai vecchi tempi di Robinson.

(Roger Kha)

Immagini collegate:

Storia recente

Breve storia del Madagascar

Riportiamo qui alcune pagine interessanti della storia recente del Madagascar

Progetto di archivio fotografico della storia del Madagascar

Il piano Madagascar, progetto concepito dal governo della Germania Nazista per trasferire la popolazione ebraica dell’Europa sull’isola del Madagascar.

Il progetto Madagascar: memorandum stilato da Franz Rademacher per Ribbentrop, Berlino, 3 Luglio 1940.

 

Immagini collegate:

Il progetto «Madagascar»

Memorandum stilato da Franz Rademacher per Ribbentrop, Berlino, 3 Luglio 1940.

La questione ebraica nel trattato di pace

La imminente vittoria dà alla Germania la possibilità, e a mio avviso anche il dovere, di risolvere la questione ebraica in Europa. La soluzione ambita è: tutti gli Ebrei fuori dall’Europa. Il compito del Ministero degli Esteri è:

a) di includere questa richiesta nel trattato di pace e di insistere sulla stessa anche con negoziati separati con i paesi europei non coinvolti nel trattato di pace;

b) di assicurare, nel trattato di pace, il territorio necessario per l’insediamento degli Ebrei e di determinare i principi di cooperazione per questo problema con i paesi nemici;

c) di determinare una collocazione sotto una legge internazionale del nuovo insediamento ebraico d’oltremare;

d) come misure preparatorie:
1) chiarificazione dei desideri e dei piani dei dipartimenti competenti del Partito, dello Stato e delle organizzazioni di ricerca in Germania, e il coordinamento di questi piani con i desideri del Ministro degli Esteri del Reich, compresi i seguenti:
2) preparazione di un rapporto sui dati effettivi disponibili in varie sedi (numero degli Ebrei in vari paesi), uso delle risorse finanziare per mezzo di una banca internazionale;
3) negoziazione su questa materia con il nostro alleato, Italia.

Per quanto concerne l’inizio del lavoro preparatorio, la Sezione D III ha già contattato il Ministro degli Esteri del Reich attraverso il Dipartimento Germania [affari interni]. ed ha ricevuto istruzioni di partire senza indugio con il lavoro preparatorio. Ci sono già state disamine con l’Ufficio del Reichsführer SS al Ministero degli Interni e diversi dipartimenti del Partito. Questi dipartimenti approvano il piano della Sezione D III, che segue:

La Sezione D III propone una soluzione della questione ebraica: secondo il trattato di pace la Francia dovrà rendere disponibile l’isola del Madagascar per la risoluzione della questione ebraica e trasferire e rimborsare i circa 25.000 cittadini francesi che vivono lì.
L’isola sarà trasferita sotto mandato tedesco. La baia di Diego Suarez e il porto di Antisirane, che sono di importanza strategica, diverranno basi navali tedesche (se la marina militare lo ritiene, queste basi navali saranno estese anche alle rade di Tamatave, Andevorante, Mananjara, etc.). In aggiunta a queste basi navali appropriate aree del paese verranno escluse dal territorio ebraico (Judenterritorium) per la costruzione di basi aeronautiche. La parte dell’isola non necessaria per gli scopi militari sarà posta sotto l’amministrazione di un governatore della polizia tedesca che sarà alle dipendenze del Reichsführer SS. Tolto questo, gli Ebrei una propria amministrazione del territorio: i loro sindaci, la loro polizia, le loro poste, le loro ferrovie, etc. Gli ebrei saranno congiuntamente responsabili delle valuta dell’isola. A questo fine le loro precedenti risorse finanziarie in Europa saranno trasferite in uso ad una banca europea da istituire per lo scopo. Così che, siccome le risorse non sono sufficienti per pagare la terra che riceveranno e per acquistare in Europa i beni necessari per lo sviluppo dell’isola, gli Ebrei potranno ottenere crediti da questa stessa banca.

Siccome il Madagascar sarà solo un mandato, gli Ebrei che ci vivranno non potranno acquisire la cittadinanza tedesca. D’altra parte, gli Ebrei deportati in Madagascar perderanno la cittadinanza dei paesi europei a partire dalla data di deportazione. Diverranno invece residenti del mandato del Madagascar.

Questa soluzione preverrà la possibilità di istituzione da parte degli Ebrei di un proprio Stato Vaticano in Palestina, e l’opportunità di sfruttare ai loro scopi l’importanza simbolica che Gerusalemme ha per i cristiani ed il mondo islamico. Per di più gli ebrei rimarranno in mano tedesca a garanzia del buon comportamento dei membri della loro razza in America.

La dimostrazione di generosità data dalla Germania nel permettere agli Ebrei una autonoma amministrazione culturale, economica, amministrativa e legale potrà fare essere usata a scopi propagandistici; potrà essere enfatizzato allo stesso tempo il nostro tedesco senso di responsabilità verso il mondo proibisce di donare uno stato sovrano ad una razza che non ha avuto uno stato indipendente per migliaia di anni: questo richiede ancora il giudizio della storia.

Berlino, 3 Luglio 1940
firmato Rademacher

Fonte: http://www.olokaustos.org/archivio/documenti/atti/radplan.htm

Immagini collegate:

Il piano “Madagascar”

Non tutti sanno che….

Il Piano Madagascar era un progetto concepito dal governo della Germania Nazista per trasferire la popolazione ebraica dell’Europa sull’isola del Madagascar.

Per diversi anni la cosiddetta judenfrage (la “questione giudaica”) trovò una soluzione teorica nel concetto di emigrazione. Spingere gli ebrei tedeschi ad uscire volontariamente dalla Germania fu l’obiettivo delle leggi di definizione, di espropriazione, di disumanizzazione. Tuttavia la politica seguita per spingere gli ebrei ad emigrare trovò un successo soltanto parziale. All’epoca dell’invasione della Polonia (1° settembre 1939) la situazione ebbe una radicale modificazione. Da un lato si apriva uno “spazio vitale” (Lebensraum) verso Est nel quale convogliare gli ebrei tedeschi attraverso una azione coordinata di deportazione, dall’altro si proponeva un nuovo problema ebraico da risolvere: i circa due milioni di ebrei polacchi da “sistemare” in qualche modo. Se, grazie all’occupazione di parte della Polonia, si rese possibile rendere la Germania judenfrei (libera da ebrei) attraverso la deportazione la nuova dislocazione nei grandi ghetti veniva considerata soltanto una misura temporanea verso un ulteriore spostamento. L’occupazione successiva di Olanda, Belgio e parte della Francia con le loro ampie comunità ebraiche rese la soluzione del “reinsediamento a Est” degli ebrei europei ancora più problematica. Nacque così una ipotesi che appare immediatamente astrusa se non folle in un clima di guerra: trasferire tutti gli ebrei europei in Madagascar che all’epoca era una colonia francese. I 500.000 chilometri quadrati della grande isola africana parvero ad alcuni circoli nazisti una delle soluzioni ideali per risolvere su scala europea la judenfrage.

L’idea non era sorta dal nulla. Sin dal 1885 Paul de Lagarde, nel clima di acceso antisemitismo che animava la Francia di fine secolo, aveva proposto di deportare tutti gli ebrei europei in Madagascar. L’isola era stata vista anche come possibile luogo per risolvere problemi di sovrappopolazione. In questo senso tra il 1926 ed il 1927 se ne erano interessati sia i polacchi che i giapponesi. I polacchi avevano tanto seriamente considerato l’idea da spedire nel 1937 una commissione governativa per comprendere la fattibilità del progetto. Della commissione – oltre al presidente Mieczyslaw Lepecki – faceva parte anche Leon Alter presidente della Associazione Ebraica per l’Emigrazione. La commissione non espresse un parere unanime: secondo alcuni la grande isola avrebbe potuto ospitare al massimo 60.000 persone, secondo altri non più di 2.000. Ciononostante il governo polacco continuò ad esplorare questa possibilità in ulteriori colloqui con la Francia dalla quale il Madagascar dipendeva.

Tra il 1938 ed il 1939 il governo nazista riprese in mano l’idea. Il 12 novembre 1938 Göring accennò al fatto che Hitler era intenzionato a suggerire ai Paesi occidentali un piano di emigrazione degli ebrei europei in Madagascar. Effettivamente sia il ministro Schacht, sia Von Ribbentrop si mossero in questa direzione. Ovviamente, essendo il Madagascar una colonia francese, si imponeva un accordo con Parigi che non venne realizzato. Dopo la guerra lampo che condusse alla disfatta francese, i tedeschi ripresero in mano il progetto.

Già nel maggio 1940 Heinrich Himmler si dichiarava favorevole all’idea sostenendo che essa rappresentava la migliore soluzione volendo respingere “il metodo bolscevico dello sterminio fisico di un popolo”. Tra Himmler ed Hitler seguirono nello stesso anno diversi colloqui sull’argomento e il Führer giudicò l’idea “molto valida e corretta”.

Hans Frank, all’epoca a capo del Governatorato Generale in Polonia, accolse il parere di Hitler con entusiasmo. Quasi due milioni di ebrei polacchi e i superstiti ebrei tedeschi erano stati inviati nella sua area di competenza. La soluzione Madagascar rappresentava per Frank la liberazione di un fardello che si faceva di giorno in giorno più difficile da sostenere. In una riunione a Cracovia Frank dichiarò: “Non appena le comunicazioni via mare permetteranno l’imbarco degli ebrei saranno imbarcati pezzo per pezzo, uomo per uomo, donna per donna, ragazza per ragazza. Spero signori che non avrete lamentele su questo conteggio”

L’idea godeva dell’approvazione delle alte sfere naziste ma non esisteva ancora un piano di attuazione concreto. Il ministro degli Esteri Von Ribbentrop diede ordine al suo collaboratore Franz Rademacher di predisporlo. Il Piano Madagascar doveva essere inserito nel trattato di pace con la Francia. Per questo motivo Rademacher stilò un memorandum intitolato “La questione giudaica nel trattato di pace”. Ovviamente il presupposto dal quale partiva il memorandum di Rademacher era una rapida conclusione non solo della guerra con la Francia ma anche con la Gran Bretagna. L’incontestabile controllo inglese sui mari rendeva nei fatti impossibile realizzare un piano che prevedeva lo spostamento via nave di 4 milioni di ebrei.

Contrariamente alle previsioni tedesche la Gran Bretagna dimostrò una capacità di resistenza superiore alle aspettative. Con il fallimento della battaglia d’Inghilterra e il rinvio a tempo indeterminato dell’invasione delle Isole Britanniche il Piano Madagascar cominciò ad essere considerato irrealizzabile. L’invasione dell’Unione Sovietica nel giugno 1941 rese il piano totalmente impossibile. Il suo fallimento causò l’esplorazione di nuove soluzioni alla judenfrage, la Soluzione Finale, l’annientamento fisico degli ebrei europei rimase per i nazisti l’unica opzione possibile.

Fonte: http://www.olokaustos.org/archivio/sunti/madaga.htm

 

 

Immagini collegate:

Cambiare vita in Madagascar

Vi proponiamo un estratto dell’articolo “Cambiare vita in Marocco, Egitto, Tunisia e Madagascar”, pubblicato su ilsole24ore il 28 gennaio 2014.

Marocco, Tunisia, Egitto sono stati per alcuni anni meta di cittadini europei, italiani e francesi soprattutto, che hanno scelto di cambiare vita e dedicarsi a un’attività nel settore del turismo. Dalla classica pizzeria all’apertura di un bed & breakfast in un riad a Marrakech fino all’attività di gestore di un diving sul mar Rosso, molte sono state le formule scelte per lasciare il Paese d’origine e trovare un’attività al sole del Nord Africa.

Con le turbolenze politiche degli ultimi anni però la situazione è cambiata. Non tutti i Paesi soffrono dell’instabilità politica e dei problemi economici, ma certo l’intera area oggi richiede maggiori cautela e allerta. Anche il Madagascar, anch’esso eletto da molti italiani come meta prediletta non gode di una sicurezza politica vera e propria oggi. Ma questi Paesi vantano bassi costi della vita.
 
 Al sole del Madagascar con 500 euro al mese
Molto più a sud c’è un’altra meta che ha attirato molti italiani negli anni passati: il Madagascar, al largo del Mozambico. Chi già ci vive dice che in alcune aree come Tulear (Toliara) – sulla costa sudoccidentale dell’isola – sulla linea del Tropico del Capricorno, godono del clima ideale, temperato dal mare e mai freddo, a stagioni invertite rispetto all’Italia. In generale quando in Italia è freddo in Madagascar è piena estate. “Grazie al basso costo della vita, in Madagascar si può vivere bene già con soli 500 euro – dice Vittorio Conte (www.azmadagascar.info) che si occupa di agevolare gli investimenti in Madagascar da parte di cittadini europei – e viste le basse retribuzioni locali con 35 euro al mese si può avere personale di servizio”.
Il mattone se in affitto viaggia su canoni da 83 a 200 euro al mese. La pasta costa un po’ più che in Italia, poco cari sono pesce e carne. Per un pasto in un ristorante locale di tipo medio difficilmente si spende più di 7-8 euro. La situazione politica non è stata stabile per cinque lunghi anni ma venerdì scorso è stato eletto il nuovo presidente che dovrebbe portare stabilità.
Il Paese vive una fase di espansione delle costruzioni, a macchia di leopardo però. A Nord, a Nosy Be, zona interessata da traffici e prostituzione. Qui 100 mq costano 100mila euro. A Sud invece la vita è più tranquilla e i costi del mattone contenuti: 100 mq costano 30mila euro. Per una villa sul mare con piscina e materiali europei (marmo, etc) i prezzi salgono a 300/400mila euro.
E la sanità? “La formazione dei medici è di livello molto elevato (l’università di medicina dura 8 anni), ma il limite è di non disporre di mezzi e attrezzature – dice Conte -. Una buona assicurazione sanitaria privata costa 400-500 euro all’anno, ma la visita di un primario costa 3-4 euro. Con un’ora di volo poi si arriva a La Réunion dove si può avere l’assistenza sanitaria europea gratuita”.

Il testo integrale dell’articolo è disponibile sulla pagina web

http://www.casa24.ilsole24ore.com/art/mercato-immobiliare/2014-01-28/cambiare-vita-marocco-egitto-143514.php?uuid=AbYz3UJJ

Immagini collegate:

Bomba in Madagascar. Muore un bambino, almeno 37 i feriti

Ad Antananarivo

La vittima è un bambino di due anni: l’esplosione è avvenuta vicino allo stadio, dove il presidente stava inaugurando la struttura. Almeno 37 i feriti nella deflagrazione. 

Madagascar, 25 gennaio 2014
Un bambino di due anni e 37 feriti, queste le vittime di una bomba piazzata nei pressi dello stadio di Antananarivo in Madagascar, dove il presidente Hery Rajaonarimampianina stava inaugurando la struttura. 

Il presidente è tornato al potere dopo che era stato destituito da un colpo di Stato nel 2009. Nel suo discorso allo stadio si è appellato all'”unità politica” e ha sottolineato: “Oggi , vi chiedo, a voi, alla mia famiglia politica, agli amici, di aiutarmi a promuovere l’unità nazionale”. Proprio in queste ore, il presidente aveva chiesto di creare un clima di pace, favorevole anche agli investimenti esteri. Venerdì scorso, la banca mondiale aveva riferito che un governo stabile sarebbe stato essenziale per l’erogazione di nuovi prestiti.

ShareThis Copy and Paste

Immagini collegate: