Viaggio in Madagascar per l’Associazione UnicoSole-Onlus,
dal 12 luglio al 27 luglio 2013 – 3 agosto 2013
Programme de la visite a Madagascar du 12 juillet au 3 août 2013
12 Départ de Milano Linate à 6,55 pour Paris, arrivée a Tana Ivato à 22,10
13 Tanà, change, visite association du P. Pedro, achat d’artisanat à la digue, rencontré avec Bruno.
14 Tanà, Messe chez P. Pedro et départ pour Antsirabe, Ambositra
15 Inauguration école à Tsarasaotra. Visite adduction d’eau à Manarinony et rencontre avec les parents de l’école, artisanat chez Jean
16 A 8h00 visité école Ambohipia et barrage à Tsihitaloha rencontré avec les parents et élevés d’Ambositra. Visité aux autres école (Tsinjony) et adduction d’eau (Andrainarivo).
17 Départ pour Fianara, visité, réunion et réception définitive du projet d’adduction d’eau à Tsarafidy
18 Fianara, au matin visité du Centre Rainay e Miaraka aminy et l’après midi départ pour Ihosy
19 Ihosy, prison, inauguration de l’élevage des poules pondeuses « Tsara atody »
20 Ihosy, visite, évaluation et avenir de l’élevage des poules pondeuses; réunion avec René, Rainay et UnicoSole. Les autres personnes vont à Ranohira-Isalo-Ilakaka mine de saphir.
21 Fianara, Messe et fête avec l’association Rainay et Miaraka aminy au Centre Rainay
22 Andoharanomaitso. Visite et réunion avec les élevés et parents
23 Mahaditra et projet de l’association Miaraka aminy, réunion du bureau.
24 Talata Ampano, réunion avec les parents de l’école, visite a Soanierana (P. Maurice)
25 Visite a Fianara des nouveaux projet proposé par les partner. Réunion de Elide et Padre Colombi avec l’association Rainay et Miaraka Aminy
26 Visite des plusieurs réalité. Marché du Zoma. A 8h00 départ de Elide pour Tana
27 Visite de l’adduction d’eau de Sahamena et l’école d’Andrainjato est.
28 Fianara, Messe et fête avec l’association Rainay et Miaraka aminy chez P. Maurice.
29 Fianara-Manakara en train
30 Manakara
31 Manakara
1 Manakara-Fianara et réunion conclusive avec les deux associations
2 Départ de Fianarantsoa pour Antananarivo
3 Départ de Tanà à 01,10 arrivée a Paris à 11,00. Avion pour Milano L. à 14,40 arrivée 16,10
12 luglio 2013, venerdì
Questa volta inizio a scrivere il diario del viaggio in concomitanza con il volo. Forse perché sono più stanca del solito o forse perché so già molto bene che cosa mi aspetta nei prossimi giorni, sento una pesante angoscia nel cuore.
Mi spiace essere così lontano da casa, sono sciocca perché parto soffrendo, sto sulle spine quando sono via, eppure quello che faccio mi piace.
Per ora, sono le 14.35 ora italiana, e 15.35 ora malgascia, è tutto OK anche se come sempre l’aereo è pieno, e siamo partiti con un’ora e mezza di ritardo da Parigi, alle 12.15 anziché alle 10.45. Nell’attesa, all’aeroporto di Parigi, abbiamo festeggiato gli sposini arrivati da Roma.
Il gruppo, abbastanza disomogeneo è formato da:
- Padre Colombi Colombi, io,
- Valentina e Roberto gli sposini di Pomezia,
- Sonja, una signora svizzera con il figlio 13nne Massimo,
- una giovane ragazza di Tolmezzo, Marika
- Francesca, una ragazza di Grone, studentessa di giurisprudenza che vuole fare la carriera in magistratura
- Emilia, una signora di Seriate con la figlia 16nne, Veronica, studentessa dell’istituto alberghiero.
All’arrivo ci sono tanti problemi da affrontare, in primis, capire chi porterà avanti Rainay, se Michel, l’attuale presidente, continua ad avere problemi di salute e poi com’è la situazione a Ihosy per l’allevamento, quale futuro e quali ulteriori sviluppi.
Cercherò di utilizzare al meglio questi giorni.
13 luglio 2013, sabato
All’arrivo all’aeroporto, il solito caos per i visti!
Alle 3 di stamattina finalmente a letto, distrutta. La sveglia è prevista per le 6.30. Quindi: ieri mattina sveglia alle 3.30 e questa notte solo un pisolino. Spero di reggere!
Purtroppo arrivano i primi due problemi: Francesca ha la febbre ed anche Veronica non si sente particolarmente bene.
Gianluigi ha preso una valigia di un’altra persona e se ne è accorto troppo tardi. Stamattina alle 6 è andato all’aeroporto per recuperare la sua e restituire l’altra, ma fino alle 10 non è possibile.
Deve anche cambiare gli euro in ariary, comprare le schede telefoniche malgasce e le ricariche. Spero che gli sms che ho inviato stanotte siano arrivati: non c’è possibilità di telefonare con il telefono italiano, il roaming non funziona e mi angoscia non poter parlare con casa.
Pensavamo di uscire a fare un giro qui intorno in attesa di Padre Colombi, invece è tornato prima del previsto, anche con le schede telefoniche e ho così potuto finalmente chiamare casa e sapere che dal telefono italiano, che non funziona in roaming, almeno gli sms partono.
Usciamo per andare al mercato degli artigiani, sulla Route de la Digue, perché è sulla strada per l’aeroporto, e compriamo qualcosa di artigianato sia per l’UnicoSole che per noi.
Fa molto freddo: abbiamo lasciato Francesca e Veronica in albergo con la febbre.
Mangiamo un panino nell’unico centro commerciale di Antananarivo, completamente senza clienti, ma con tanta merce, molta della quale di importazione, assai cara. L’immagine curiosa che mi rimane impressa è quella di un gruppo di ragazzini poveri, sporchi e coi vestiti stracciati che girano tra le corsie.
In città, anche se purtroppo giriamo poco e non attraversiamo neppure il centro, si respira un’aria di profondo degrado e disperazione.
Non riusciamo ad andare all’altro mercato, dove avrei voluto comprare per UnicoSole un po’ di oggetti realizzati con le lattine di recupero e gli animali in pietra.
Ci avviamo da Padre Pedro, ad Akamasoa.
Akamasoa, che significa “buoni amici”, è l’associazione nata su iniziativa di PadrePedro. La comunità è costituita da piccoli villaggi di casette di mattoni, ed è costruita su una gran parte bonificata della discarica della città. Nella discarica ancora oggi vivono molte famiglie e si incontrano bambini che giocano nell’immondizia, mamme che allattano, vecchi e giovani neri di fumo e di terra, intenti a cercare tra i rifiuti bottiglie di plastica o pezzi di metallo da rivendere a peso.
Al suo arrivo oltre 20 anni fa Padre Pedro ha cominciato la sua opera e fondato passo dopo passo una comunità. La principale fonte di lavoro e di guadagno sono le cave di pietra che si trovano vicino ai villaggi. Qui lavorano migliaia di persone, uomini e donne, spaccando dall’alba al tramonto enormi massi di pietra che saranno poi trasformati in blocchi di 20×30 cm da utilizzare per le fondazioni, ghiaia per le costruzioni e altro materiale edilizio, che viene utilizzato dalla stessa comunità o rivenduto.
Prima saliamo alla cava: c’è poca gente che lavora perché il sabato è giorno di riposo: oggi è giorno di paga. Ci sono però alcune famiglie, madri e figli che lavorano e ci spiegano che si vogliono portare avanti rispetto agli attri. Ci dicono che se lavorano velocemente, in una giornata riescono a fare 1 misura di ghiaia che, a secondo della dimensione dei frammenti, frutta 12.000, 15.000 o 16.000 franchi malgasci. In pratica, considerato che 1 ariary corrisponde a 5 franchi malgasci, 2.400 ariary, 3.000 o 3.200 ariary e che con 1 euro si comprano 2.900 ariary, per una giornata di duro lavoro si guadagnano 80 centesimi di euro, o 1 euro e qualche centesimo.
Una signora ci porta a vedere il cimitero dove, nell’attesa che il terreno venga utilizzato per le sepolture, si coltivano fiori e verdure. In effetti un pezzo di collina che era utilizzata come vecchio cimitero, ora è stato terrazzato: ci sono alcune sepolture e, nell’attesa che si popoli, il resto è coltivato, nella logica che nulla si spreca.
Andiamo poi da Padre Pedro e lo troviamo intento a preparare la predica di domani, attorniato da bambini che ci dice essere lì da lui perché abbandonati dalle famiglie. E’ sempre un grande, e lo starei a sentire per ore.
A proposito della situazione politica osserva che i negoziatori stranieri non possono fare nulla perché non conoscono la mentalità malgascia, ma aggiunge che per ricostruire il paese bisogna pur iniziare, e questo passo non è ancora stato compiuto. La gente soffre sempre di più, perché è sempre più povera.
Padre Pedro dice anche che i malgasci si sono convertiti al cristianesimo per interesse, ma dentro sono rimasti fermi con la loro mentalità. Nei 40 anni passati in Madagascar ha aiutato tante persone, molte delle quali sono già nonni ma non hanno modificato il modo di pensare, né loro né i discendenti: aspettano e non si arrabbiano mai.
Ha chiesto a un padre malgascio della sua congregazione chi, secondo lui, doveva pensare a risolvere i problemi del paese e questi ha risposto: “I Malgasci, ovviamente”. E Padre Pedro ha risposto: “Bisognerà pur incominciare, un giorno!!”.
Un signore della comunità di Akamasoa ci racconta quanto è accaduto lo scorso anno un gruppo di persone armate sono venute per uccidere Padre Pedro, e non trovandolo in casa hanno interrogato il guardiano che non ha rivelato dove lui fosse ed è stato ucciso.
Così hanno costruito una nuova cancellata e ogni notte 25 persone fanno la guardia. Padre Pedro ogni sera esce, stringe loro la mano e dice che non stanno proteggendo la sua persona, ma le loro famiglie e i loro beni.
Racconta di aver costruito oltre 3.000 case e che ognuna gli è costata qualche migliaio di euro e quindi ha raccolto miliardi, e non avrebbe mai pensato che la gente finanziasse alloggi per le famiglie, che non sono strutture comunitarie.
Gli dico di averlo visto alla trasmissione “Alle Falde del Kilimangiaro” con Licia Colò, che lui ricorda volentieri.
Gli lasciamo una donazione di 500 euro e una copia del libro di UnicoSole che lui apprezza molto.
Rientriamo per mezz’ora in albergo: la cena è prevista fuori, con il dr. Bruno, che collabora con la Comunità Europea ed è vicino al potere, e con la sua famiglia. Ci incontriamo al ristorante: il figlio grande non c’è, perchè sta studiando in Indonesia, ma c’è la moglie e le due figlie, e un qualche parente di Michel.
Prima della cena parliamo con Fanja, figlia di Michel, ingegnere titolare dell’impresa che ha costruito il liceo che andremo ad inaugurare lunedì. Ci illustra il lavoro aggiuntivo fatto fare per preservare il tetto da eventuali cicloni, dato che l’edificio è collocato sulla cima di una collina, molto esposta ai venti. Non contestiamo la validità del lavoro ma le modalità: prima di eseguire la variante, il cui costo è anche significativo, circa 10 milioni di ariay, avrebbe dovuto consultarci.
A tavola siamo in 18. Bruno ci dice che la situazione politica è ancora molto incerta. Ad aumentare la confusione ci si è messa anche la Chiesa cattolica che ha proposto un periodo di gestione da parte dei quattro ex presidenti per preparare le elezioni. Una follia. Tutti rubano: la svendita del bois de rose continua, i giacimenti di petrolio a Nord Est del paese sono sfruttati soprattutto dagli Americani ma alla gente del Madagascar non arriva alcun beneficio. Anzi, siccome c’è del gas che a loro non interessa perché è complicato trasportarlo, lo bruciano inutilmente, mentre la gente continua a tagliare alberi disboscando il Paese per produrre carbone per cucinare!
Il presidente della transizione non ha spazi realizzare cose nuove perché non si fa nulla in tempi brevi. I negoziatori se ne vanno con valigie piene d’oro: ogni giorno ne escono dal paese 50 kg.
Si dice che all’ambasciata americana siano custodite tonnellate di ariary del vecchio presidente da utilizzare per armamenti e corruzione.
I ladri di buoi sono di solito ex militari a cui è stato insegnato ad usare le armi e che ora imbracciano i kalashnikov dell’esercito contro i proprietari di zebù. Si fa di tutto per instaurare un regime di terrore. Anche le notizie che vengono diffuse non sempre sono corrette ma sicuramente scoraggiano il turismo. Ed in effetti, per la prima volta, stamattina al mercato della Digue non ho visto alcun turista: c’eravamo solo noi!
14 luglio 2013, domenica
Mi sembra di essere qui da tanto tempo e invece questo è solo il secondo giorno.
E’ bello rivedere le cose, le persone, fare i confronti, essere in grado di dare informazioni pratiche agli altri del gruppo.
Sveglia alle 6.30. Dopo la colazione, Valentina legge il diario nel quale ha evidenziato molto bene le emozioni vissute incontrando Padre Pedro.
Si parte per la Messa ad Akamasoa, dopo aver preparato e consegnato ad un taxi-brousse 4 scatoloni di cose portate da noi dall’Italia, e aver portato le valigie vuote dalle suore di Padre Noè e caricato tutte le nostre residue valigie sul pulmino.
Quando Haja, il nostro autista, è uscito per andare dalle suore gli ho dato i soldi per comprarmi delle ricariche telefoniche per la scheda malgascia. Le prende quando ci fermiamo al distributore per fare gasolio. Chiedo anche agli altri se ne hanno bisogno e tutti ne comprano: il signore che le vende dice di non avere mai venduto, nella sua vita, tante schede in un solo giorno.
Andiamo alla palestra dove si celebra la Messa. Appena scesi dal pulmino, un ragazzo dell’associazione Akamasoa ci consegna il loro bilancio sociale 2012 e i progetti per il 2013. Il materiale è molto interessante.
Troviamo Padre Pedro fuori e facciamo un po’ di foto con lui. Entriamo: come sempre la palestra è strapiena, ci sono migliaia di bambini
seduti sulle stuoie e di adulti sulle gradinate.Ci sono 72 chierichette: dice di averne talmente tanti che deve alternare, una domenica i ragazzi e una le ragazze. Officiano lui, Padre Colombi, un prete malgascio e un prete degli States arrivato da Washington con un gruppo di persone.
Padre Pedro dice che alla messa sono presenti persone di 10 diverse nazioni.
Purtroppo non capiamo il malgascio, ma l’omelia di Padre Pedro sul buon samaritano è una riflessione che coinvolge tutti e tutti si mettono con una mano sulla spalla di un amico.
Prega per la pace, perché i paesi ricchi aiutino quelli poveri; ringrazia Papa Francesco perché ha riportato la chiesa all’essenziale, ribadendo che un prete non deve mai essere un funzionario; parla della visita del Papa a Lampedusa e della sua importanza.
Sempre molti canti, molta coreografia, molta partecipazione.
Molto bello un canto dei bambini: si dispongono in modo da formare per metà della chiesa la bandiera malgascia e per l’altra metà la bandiera francese.
Padre Pedro utilizza la cospicua presenza per dare anche delle informazioni per la scuola, lo sport, ecc.
Martedì oltre 700 ragazzi faranno l’esame di quinta. Nelle sue scuole ci sono più di 4.000 bambini e 350 insegnanti pagati da lui. E’ veramente un uomo eccezionale!
La messa è iniziata prima delle 9 e finisce alle 11.30, ma nessuno è ansioso di andarsene.
Appena finita la funzione, partiamo per Ambositra. Come sempre il viaggio è lungo e faticoso. Pranziamo lungo il percorso. Arriviamo al solito albergo Sokela de la Mania verso le 20: è buio dalle 6 e c’è un magnifico cielo stellato.
Poco prima dell’albergo c’è la scuola che dobbiamo inaugurare domani: ci sono le luci accese, quelle di una macchina che cerca di illuminare per gli ultimi preparativi. Stanno finendo di montare il palco e di predisporre tutto quello che serve per l’inaugurazione. Michel ci dice che dovrebbero esserci dei ministri, il capo della regione e altre personalità. Visto il periodo pre elettorale, ribadiamo che non vogliamo sponsorizzare nessuno né essere strumentalizzati.
La scuola sembra costruita meglio delle altre: verificheremo domani alla luce del sole.
Intorno si vedono alberi tagliati e ne chiedo la ragione: Michel risponde che lì sono previsti gli uffici amministrativi. Domando allora quali siano le prospettive per il completamento da parte del Comune, e dice che non c’è un soldo!!! Anche gli impiegati comunali sono da mesi senza stipendio.
Racconta anche che il comune ha finanziato la quota inizialmente prevista a carico della popolazione utilizzando il 60% delle imposte incassate.
Durante il viaggio di oggi non posso non notare come ci sono sempre le solite bancarelle lungo la strada ai soliti posti: sembra incredibile! Fragole, ananas, borse di paglia, camion di legno, madonne, fermi da decenni nello stesso posto con le stesse caratteristiche.
Usciti dalla capitale i guasti della lunga crisi politico-economica sembrano essere meno evidenti.
Decidiamo che domani all’inaugurazione interverrà solo padre Colombi, per evitare di dover tradurre il mio intervento, raddoppiando il tempo. Dobbiamo sottolineare:
- il nostro piacere di collaborare nella realizzazione di progetti utili per la crescita del Paese, anche se è sempre più faticoso raccogliere fondi;
- la richiesta che il bene sia manutenuto, per durare nel tempo;
- la necessità che si proseguano i lavori per completare il complesso con altre aule, i servizi igienici, le parti comuni, la biblioteca.
15 luglio 2013, lunedì
Il liceo inaugurato oggi, costituito di 3 aule, è nella zona di Ambositra dove UnicoSole sta sostenendo 75 ragazzi che frequentano il liceo fuori casa, per via della distanza dalla scuola.
I lavori sono iniziati a marzo 2013, e come stabilito, l’impresa li ha terminati entro la fine di giugno. Con la costruzione della scuola, quindi a partire dall’anno scolastico 2013-2014, questa forma di sostegno andrà ad esaurirsi: avendo a disposizione un liceo più vicino, non ci sarà più bisogno di mantenere agli studi fuori casa i ragazzi. Porteremo al diploma i ragazzi che hanno iniziato il Liceo ad Ambositra nell’anno scolastico 2012-2013, con progressivi risparmi che potremo destinare ad altri progetti.
Avremo pertanto:
- anno scolastico 2012-2013; 75 ragazzi, contributo di 7.500 euro sul bilancio 2012;
- anno scolastico 2013-2014: 50, contributo di 5.000, euro sul bilancio 2013;
- anno scolastico 2014-2015: 25 ragazzi, contributo di 2.500 euro sul bilancio 2014.
- dal 2014-2015, nessun contributo.
Stamattina, dopo la colazione e prima di partire per l’inaugurazione, riesco ad andare a vedere i negozi di artigianato vicini all’albergo con i ragazzi del gruppo. Parliamo anche con le ragazze che vendono le sciarpe di seta.
Poi si parte per Tsarasaotra per l’inaugurazione del Liceo. Mentre arriviamo, Padre Colombi si accorge che stanno montando lo striscione di un partito politico e lo fa immediatamente togliere!!
Sono presenti molti politici importanti: il vice primo ministro, il ministro delle infrastrutture e dell’ambiente, il capo dell’Assemblea di transizione, il presidente della Regione, il capo del distretto, le autorità regionali per la scuola, oltre ai sindaci dei comuni vicini. C’è anche molta gente. Ieri sera al buio stavano ancora preparando, ma ora è tutto perfetto. Ci sono i giornalisti della carta stampata, quelli delle radio e delle televisioni che intervistano i personaggi politici. Sono presenti due dei 31 candidati a Presidente della Repubblica.
Si discute sulla sequenza degli interventi: inizia il sindaco che presenta le autorità e ci ringrazia per il lavoro fatto, e ricorda che questo è il 6° progetto che UnicoSole realizza nella zona. Come il micio che fa miao, ci chiedono ancora aiuto perché i bisogni sono tanti, ma chiedono soprattutto allo Stato, dato che alcune classi dovranno rimanere fuori sede, nei locali del foyer dei giovani. Se fosse venuto tutto il Governo avrebbe chiesto a tutti, ma può domandare solo a chi è presente. Chiede l’installazione di pannelli solari per l’elettricità, l’acqua e l’arredamento per completare le aule e i professori per insegnare.
In molti hanno cercato di sostenere la costruzione della scuola, anche persone che ora lavorano altrove ma sono nate lì. Ricorda una tradizione malgascia: c’è un mucchio di pietre e chiunque passa ne aggiunge una, così il mucchio cresce. Anche con la scuola è stato così.
Subito dopo il sindaco, viene chiesto a noi di intervenire. Come stabilito, prende la parola solo Padre Colombi. Ribadisce che la struttura che stiamo inaugurando è solo l’inizio dell’opera, e invita a completarla. Fa poi una puntuale osservazione sulla politica. In malgascio non esiste la parola “transizione” e si utilizza il vocabolo “ponte” (in senso figurato la transizione, come il ponte, serve a passare da una parte ad un’altra): “questo ponte” , che doveva essere lungo pochi metri, sta invece diventando lungo chilometri!!
Interviene poi il responsabile locale dell’educazione che, dopo aver ringraziato tutti i presenti e fatto gli auguri agli studenti che usufruiranno di questo liceo, ricorda che anche le famiglie devono darsi da fare per il funzionamento e il completamento dell’opera e invita i genitori a partecipare all’educazione e all’istruzione dei propri figli.
Il capo del distretto osserva che è la prima volta che in questo comune ci sono tante persone importanti, e chi visita ama chi sta visitando. Ribadisce che molti comuni hanno avuto dallo Stato l’autorizzazione a costruire un liceo ma non sono riusciti a fare nulla. Loro sono riusciti perché l’unione fa la forza.
Invita poi i parlamentari presenti ad intervenire.
Prende la parola il senatore, capo dell’Assemblea di transizione, che dopo i saluti e il ringraziamento, sottolinea come sia diventato difficile il percorso educativo: alcune decine di anni fa all’uscita dalla scuola c’era il posto di lavoro, anzi a volte lo Stato ti cercava mentre stavi ancora studiando. Ora non è più così, la disoccupazione è alta.
Ci ringrazia per quello che abbiamo consentito di realizzare, ma invita anche la comunità locale a darsi da fare, ad avere amore per la propria terra e per la propria patria.
Il governo di transizione è nato per cercare di cambiare e rinnovare lo Stato: i Malgasci devono prendere parte al progresso e al cambiamento, presto ci saranno le elezioni e dovranno scegliere bene, perché il governo è quello che scegliamo noi, e per evitare periodiche crisi politiche ognuno deve partecipare attivamente alla vita politica. L’educazione e la cultura sono fondamentali, ma non ci possono essere scuole che camminano con diverse velocità e bisogna assicurare in tutto il Paese gli stessi servizi.
Seguono alcune danze dei ragazzi e poi interviene il vice primo ministro.
Ringrazia tutti e particolarmente UnicoSole, e con gioia inaugura questa scuola. L’educazione è importante perché non può esserci progresso né ordine se manca l’istruzione.
Per lo sbancamento necessario alla realizzazione del campo sportivo hanno lavorato 150 persone per 30 giorni e sono state pagate in natura utilizzando i fondi dei prestiti della Banca Mondiale.
Se però la struttura è bella ma si fa cattiva istruzione, l’edificio non serve: bisogna guardare la qualità dell’istruzione. 30 anni fa l’istruzione era uguale per tutti i bambini del Madagascar, ora non è più così. Quale amore potrà esserci tra noi se già facciamo differenza tra i bambini? Tutti devono avere le stesse opportunità, come tutti hanno la stessa parte di sole.
Ringrazia noi, gli amici venuti dall’estero che li aiutano.
Anche la Banca Mondiale, della quale lui è referente per il Madagascar, fornisce aiuti, ma questi vanno restituiti anche se non si utilizzano bene.
Riprende il concetto espresso da padre Colombi sulla lunghezza del ponte ed anche lui afferma che la transizione deve essere breve, perché dura ormai da più di 4 anni. Invita tutti a impegnarsi per far progredire il Paese. Fa gli auguri ai bambini che domani sosterranno l’esame. Ci sono 170 prèsidi provvisori, lo Stato deve assumere professori. Conclude dicendo che ha ascoltato le richieste del sindaco e lo invita a metterle per iscritto: quelli dell’estero (UnicoSole) ci hanno aiutato, anche noi faremo la nostra parte. Il sindaco promette che rifarà le richieste che già aveva già messo per iscritto, ma forse le hanno perse, mentre quelle indirizzate a UnicoSole non si sono perse!
Viene scoperta la targa, con i loghi di UnicoSole e di Rainay, con scritto
Questa scuola è iniziata il 13 marzo 2013 ed è stata inaugurata il 15 luglio 2013,
“Se Dio non costruisce la casa, invano lavorano i costruttori.” (salmo 127)
Questa scuola è il frutto del lavoro fatto insieme dalle Associazioni UnicoSole e Rainay di Fianarantsoa e del Comune di Tsarasaotra.
L’istruzione è la fonte di qualsiasi sviluppo.
Pranziamo al tavolo d’onore con tutte le personalità. La gente è talmente tanta che si fanno 3 o 4 turni per il pranzo mentre gli studenti, dopo aver fatto una lunga fila, ricevono un piatto di riso con un po’ di carne e fagioli e mangiano seduti a terra sulle stuoie.
Facciamo poi un giro attorno alla scuola dove gli alberi sono stati tagliati: un vero disastro! E pensare che volevamo proporre un rimboschimento! Parliamo con due taglialegna che ci dicono di aver comprato il bosco dal Comune: stanno tagliando la legna per fare carbone. Una carbonaia brucia per 15 giorni e dà 40 sacchi di carbone.
Chiediamo allora al Presidente del FRAM (FRAM è l’acronimo di Fikambanan’ny Ray Amandrenin’ny Mpianatra, associazioni genitori-insegnanti che assumo insegnanti a contratto)informazioni sul taglio degli alberi e ci dice che, per aiutare le famiglie in difficoltà a causa della crisi a raggiungere la loro quota di contributo del 12%, il Comune ha venduto questi alberi.
Parlo con il direttore generale dell’Università di Ambositra che dice di voler collaborare per avviare coltivazioni nuove: lo segnalerò a Marco Sassi, di “Foreste per sempre”.
Quando salutiamo il direttore della scuola, mr. Claude, ci dice
- grazie per la scuola: menomale che non ci avete dato i soldi! Li avremmo spesi senza dare la scuola ai nostri ragazzi
- ci chiede un aiuto per le altre classi, per le quali il primo ministro si è assunto l’impegno: forse non ci crede che lo manterrà!
Verso le 4 ci spostiamo al barrage di Ambohipia , dove ci aspettano la presidente e alcuni proprietari.
A Ambohipia nel 2011 abbiamo ripristinato lo sbarramento che consente di irrigare 35 ettari di terreno coltivato a risaie. I proprietari si erano impegnati a finanziare la mensa della scuola elementare del loro villaggio.
Il lavoro è ben tenuto. Valentina finisce con una scarpa dentro i “fanghi mobili”.
La presidente del barrage ricorda l’impegno a contribuire alla mensa scolastica di Ambohipia, ma non sono riusciti a concludere nulla. Con il beneficio che deriva dal barrage aumenta il numero dei coltivatori che riesce a fare due raccolti all’anni: quello del riso e quello degli ortaggi e legumi. Anche la settimana scorsa si sono riuniti senza alcun risultato. Dovrebbero eleggere un nuovo comitato e un nuovo presidente.
Michel prende la parola per affermare che loro si devono impegnare a risolvere il problema, ma non dice come.
La presidente propone di contribuire con il riso anziché con i soldi, ma in un tempo che non riesce a definire: afferma che a pagare si soffre!
Ribadisco che grazie alla diga la popolazione ha ripreso a coltivare terreni che da decenni non producevano più nulla e quindi ha avuto un guadagno.
Non si trova ancora la soluzione per incassare il contributo: solo 5 proprietari su 55 per ora hanno pagato. Padre Colombi dice che il 2 agosto, al ritorno del gruppo, si fermeranno per avere la decisione: se non trovano l’accordo ripasseranno per mettere la dinamite per fare saltare la diga!
16 luglio 2013, martedì
Anche oggi giornata pienissima. Colazione alle 6.30 per essere alle 7 ai negozi di artigianato a fare spese. Avremmo dovuto essere alle 8 a Manarinony, invece arriviamo che sono appena passate le nove (in Madagascar si direbbe solo un’ora di ritardo)!
Per evitare l’abbandono scolastico nel periodo di “sutura” tra i due raccolti, UnicoSole offre un contributo ad alcune scuole affinché, con la collaborazione delle famiglie e degli insegnanti, venga assicurato il pasto di mezzogiorno ad ogni alunno, per le 8 settimane di gennaio e febbraio. Manarinony è la scuola pilota del progetto.
Gli alunni che hanno beneficiato della mensa sono stati:
Anno scolastico | Numero alunni |
2007-2008 |
200 |
2008-2009 |
220 |
2009-2010 |
215 |
2010-2011 |
215 |
2011-2012 |
245 |
Ci aspettano la direttrice, una maestra statale e una supplente e i bambini delle prime quattro classi delle elementari: gli alunni di quinta oggi hanno l’esame e sono raggruppati in altre scuole
Ci riuniamo: sono presenti, oltre al nostro gruppo, alla direttrice Syliré, a Michel e alle maestre Aurette e Lea, il presidente del FRAM, il presidente del comitato scuola e il capo del fokontany (il fokontany è originariamente un villaggio tradizionale malgascio. Oggi è una suddivisione amministrativa di base (comune) che può comprendere sia comunità e villaggi che settori o quartieri)che è anche presidente del comitato dell’acqua. L’acquedotto di Manarinony si è da sempre impegnato a versare un contributo per la mensa, ma ancora non si è riusciti a far contribuire tutti.
Nella scuola insegnano 5 maestre, 3 pagate dallo Stato e 2 dai genitori. Come ovunque, le maestre pagate dai genitori non ricevono soldi ma riso: ogni famiglia paga per le due maestre 2 cantine (1 cantina = 9 kapoke) di riso grezzo (circa 3 kg).
I genitori sono circa 100. Attribuendo al riso il valore di mercato, ogni maestra guadagna in un anno circa 250.000 ariary, corrispondenti a poco più di 85 euro. Lasciamo un contributo alle 2 insegnati pagate dai genitori, 50.000 ariary per ognuna (circa 17 euro).
Ci relazionano sulla mensa e ribadiscono che 6 settimane (quelle che sono riusciti a assicurare con il nostro contributo ) sono state insufficienti. La mensa sarebbe necessaria anche a novembre e dicembre.
Il comitato dell’acqua ha contribuito solo 120.000 ariary: se si impegnino ad aumentare il finanziamento per parte loro, anche noi valuteremo in direttivo quale linea scegliere. I genitori pagano tutti, anche se alcuni con grandissima difficoltà, magari in più rate. La loro quota che è di 6.000 ariary a famiglia (2 euro).
Il comitato dell’acqua è invece molto disorganizzato e non riesce a raccogliere i contributi delle famiglie.
Ci forniscono informazioni di dettaglio:
la scuola inizia alle 7.30 e termina alle 13, non c’è rientro pomeridiano. Viene offerto ai bambini il pasto a metà mattina. Quest’anno hanno potuto fare solo 6 settimane a gennaio e febbraio e alla fine della mensa il riso non era ancora maturo, quindi i bambini e le loro famiglie non avevano da mangiare.
I genitori sono 105 e i bambini 236. Durante il periodo della mensa si sono rilevate pochissime assenze.
Il menù è così strutturato: oltre al riso, lunedì, mercoledì e venerdì, pane con latte zuccherato; martedì e giovedì pane, latte, pasta con olio e carne.
Ogni giorno 4 genitori si alternano per cucinare: raggiungono la scuola con i bambini alle 7.30, rimangono fino alle 10.30 e anche loro mangiano.
La direttrice ribadisce l’importanza della mensa: a novembre e dicembre, senza mensa, i bambini sono molto deboli, e non riescono neppure a giocare. Per la mensa avevano a disposizione 1.621.000 ariary (circa 560 euro), ne hanno spesi 1.588.800.
Per l’anno scolastico 2013-2014 la direttrice ha già incontrato i genitori che vogliono continuare ad usufruire del servizio: 39 genitori hanno già versato la loro quota. Dobbiamo valutare bene in comitato quale linea adottare: con un costo esiguo potremmo dare un contributo molto importante per la salute dei bambini.
Ci illustrano poi i risultati dell’anno scolastico:
Classe | iscritti | frequentanti | promossi | bocciati |
Prima | 50 | 48 | 25 | 23 |
Seconda | 60 | 50 | 27 | 23 |
Terza | 40 | 39 | 31 | 9 |
Quarta | 31 | 30 | 15 | 15 |
Quinta | 32 | 32 | In corso esami |
I bocciati sono molti perché i genitori spesso tengono i bambini a casa per fargli fare dei lavori. C’è una continuo contrasto tra scuola e famiglia; a causa della grande povertà la famiglia vorrebbe far lavorare i bambini. La direttrice dice che è una lotta continua e porta un esempio di incomprensioni che hanno causato bocciature: 4 bambini di quarta e 4 di quinta sono stati bocciati perché il sacerdote li ha obbligati ad una settimana di ritiro per la prima comunione proprio nella settimana in cui si svolgevano gli esami. Invitiamo le insegnati a raccordarsi con il sacerdote per evitare in futuro analoghi problemi.
Michel insiste sul rapporto con le famiglie e dice che questi insegnanti non vivono qui e quindi possono avere pochi contatti con le famiglie. Il comune dovrebbe preoccuparsi di fornire loro degli alloggi e la direttrice conferma che non sono contrari a vivere al villaggio.
Un insegnante dice di essere molto scoraggiata perché i bambini non capiscono i loro doveri anche perchè la famiglia non considera importanti l’educazione e l’istruzione.
La direttrice dice di non essere scoraggiata ma di “essere malata dentro” (soffre) per questo. Su 100 genitori, 40 devono essere ogni giorno convinti a mandare i figli a scuola: è una gran fatica.
E’ stata una bella riunione: la direttrice ha manifestato tutto il suo impegno e il suo dispiacere per la situazione. Dopo alcuni canti in nostro onore, i bambini vengono congedati e la direttrice invita i più grandi a prendere per mano i fratelli più piccoli e ad ascoltare la radio per sapere il giorno di ottobre in cui le scuole ricominceranno.
Chiedo notizie anche dell’orto per il quale avevano avuto da Slow food lo stanziamento nell’ambito del loro progetto Mille orti per l’Africa, e mi riassumono la situazione, che è un po’ diversa da quella che ci ha comunicato Slow food.
Ci raccontano che ci sono stati 3 giorni di formazione a Fianarantsoa a cui hanno partecipato, a loro spese mai rimborsate, il direttore e Jean Claude. Sono stati consegnati loro 9 innaffiatoi, 5 vanghe e 3 falcetti. I genitori hanno fornito il terreno e provveduto alla recinzione. Il direttore è stato sostituito, Jean Claude ha abbandonato perché coinvolto in altri progetti finanziati con soldi USA.
E’ venuto un altro tecnico che ha fatto mezza giornata di formazione: loro hanno seminato soia, ne hanno piantato 5 kapoke e ne hanno raccolto 25 kg, ma nessuno ha dato loro alcun contributo. Comunque continueranno. Quando il responsabile di Slow food è venuto a Manarinony ha fatto loro i complimenti perché avevano fatto tutto per bene. Ma soldi nulla.
Facciamo poi il punto sulla situazione acquedotto. Il tesoriere è ricoverato in ospedale e quindi non ci può presentare i conti. Continua a pagare meno del 50% dei beneficiari che si erano impegnati a contribuire. I responsabili delle singole fontane avevano anche perso i quaderni: ora li hanno ripristinati e il presidente e il tesoriere si occupano personalmente della riscossione. A chi non ha mai pagato stanno impedendo l’accesso alle fontane. Ribadiamo che a chi non paga non deve essere data l’acqua, c’è una fontana per la quale in 3 anni e mezzo nessuno ha mai pagato: anche il responsabile ha le sue gravi colpe.
Ci regalano degli album di papier antemoro molto belli, e a Massimo, a cui piace suonare, una valia.
Poi si va a pranzo a casa del fratello di Michel (che è anche la casa dove lui è nato e cresciuto).
Lì ci aspettano i genitori dei 75 ragazzi del liceo di Ambositra che sosteniamo. I ragazzi sono a scuola e solo una quindicina di loro ci raggiungono dopo le lezioni.
Michel approfitta della nostra presenza per comunicare quello che da mesi avevamo concordato e cioè che il progetto si chiuderà quando i ragazzi che ora sosteniamo faranno gli esami: infatti con la costruzione del nuovo liceo non hanno più necessità di spostarsi e vivere fuori dalle famiglie. Lasciamo al comitato dei genitori un contributo di 420.000 ariary (circa 150 euro)
Troviamo ad attenderci anche il senatore che ieri era all’inaugurazione della scuola. E’ membro del consiglio superiore della transizione, presidente del partito UDR-C (Union des démocrates et républicains pour le changement),e ha chiesto di incontrarci prima di ripartire per la capitale per rappresentarci il suo punto di vista sulla situazione del Paese, sugli obiettivi della transizione e sull’importanza di eleggere prima i deputati e solo dopo il presidente.
Ci dice che la moglie vive ormai in Francia, che anche lui ha anche la cittadinanza francese e potrebbe andarsene, ma vuole lavorare per il suo Paese e per questo è disposto a sacrificare la vita, dal momento più volte è stato minacciato di morte.
I 31 candidati a presidente si sono autopresentati: solo tre di loro hanno un partito alle spalle, mentre gli altri hanno molti soldi o sono fantocci di paesi stranieri.
Questa la sintesi del nostro colloquio. I candidati a presidente sono sostenuti da Australia, Canada, Cina e sud Africa. La Francia non ha ancora trovato il suo candidato.
Il Madagascar ha un sottosuolo molto ricco: interessano soprattutto le miniere di ferro, il petrolio e la sabbia nera di Fort Dauphin. Sono pronti dei contratti con paesi stranieri della durata di 50 anni che lasciano al Madagascar soltanto l’1%!
Le persone al potere sono rappresentanti di potenze straniere e non del popolo.C’è chi finanzia le bande perché creino insicurezza nelle persone, e questo destabilizza il governo di transizione.
Il governo ha emanato un decreto che consente di esportare verso le isole Reunion e Mauritius e verso l’Europa zebù vivi: sono quindi nate bande di briganti, finanziate da chi è al potere, che rubano buoi vivi, spaventando la popolazione e creando insicurezza.
All’estero arrivano solo informazioni sulla situazione di pericolo del Paese e non sulla situazione reale, e questo allontana i turisti: non si attenta alle persone, si rubano buoi! Dietro il banditismo ci sono l’ex presidente Ravonalama e gli USA.
Nell’ambasciata americana ci sono 13 tonnellate di biglietti di ariary di Ravonalama da utilizzare per destabilizzare il Paese.
Le potenze economiche straniere vogliono par governare i 4 vecchi residenti, ma questo è contro l’interesse del Paese. L’attuale presidente, Nirina Rajoelina, è l’unico che fa gli interessi dei malgasci, e alle potenze straniere non va bene. per questo non lo vogliono come candidato alla presidenza.ma se l’attuale presidente non si può candidare è come se i 4 anni della transizione fossero passati invano.
Alcuni paesi, come la Cina, si fingono amici, ma non ci si può fidare perché hanno troppi interessi economici.
Le notizie veritiere non vengono diffuse perchè l’ex presidente Ravonalama ha comprato tutti i mezzi di informazione e filtra le notizie diffondendo solo quello che è di interesse per lui.
Quando chiedo se la popolazione capisce la loro linea nonostante i sacrifici, risponde che loro sono consapevoli dei sacrifici che la gente fa, ma ovunque vada il presidente Rajoelina viene appoggiato. Lui è “chiuso” tra le potenze economiche mondiali e non può fare quello che vorrebbe e questa è la causa dell’impoverimento della gente.
D’altronde sono come uova che combattono contro pietre. Chi vince?
Da Chirac in poi c’è sempre stata collaborazione fra Madagascar e Francia, ma la Francia ha consentito agli USA di entrare nel paese. Ratsiraka ha commesso un grande errore quando ha affermato che se ci fosse stato lui l’11 settembre 2001 non ci sarebbe stato e gli USA da allora hanno il dente avvelenato contro di lui. Hanno protetto Ravanolama insediatosi con il loro aiuto.
Rajoelina è figlio di un colonnello di Ratsikara e per questo gli USA lo contrastano.
Mangiamo seduti a terra sulle stuoie come fanno i malgasci: la osa affascina le persone del gruppo perchè è una nuova esperienza.
Dopo il pranzo e i saluti, sempre molto affettuosi e calorosi, andiamo alla scuola di Ambohipia per incontrare il comitati dell’acquedotto che serve Maneva, Ambohipia e Andrianarico e che abbiamo ripristinato nel 2011 e inaugurato il 9 agosto dello stesso anno. Tutto funziona ancora alla perfezione, sono solo stati sostituiti alcuni rubinetti alle fontane. C’è parecchia acqua e ci chiedono di aggiungere altre fontane per servire nuovi villaggi. Dall’inaugurazione ad oggi hanno incassato 773.000 ariary e speso 242.200 ariay, di cui 194.500 per materiale e 47.700 per manodopera. Vorrebbero utilizzare i soldi in cassa per aprire una nuova fontana.
Tutti gli utilizzatori sono diligenti e pagano le loro quote, anche se qualche volta con ritardo.
Michel ribadisce che le persone vanno educate a pagare, che il denaro deve essere versato in banca e che si deve spiegare a cosa serve. Non è d’accordo sull’estensione dell’acquedotto. Noi sosteniamo invece che è importante appoggiare le iniziative che provengono dalla comunità e li invitiamo a preparare un preventivo dei lavori: sarà necessario cercheremo di aiutarli! la discussione prosegue sul cosa e come fare, ed è molto costruttiva. Facciamo tanta fatica per promuovere attività, che non possiamo frenare i pochi che cercano di fare!
Domani si parte per Fianarantsoa.
Durante la cena discutiamo per le valigie: Haja le vuole caricare stasera per partire domattina presto. Valentina e altri chiedono che Haja vada più piano e per poter soddisfare questa richiesta, dobbiamo partire alle 5 anzichè alle 6.
17 luglio 2013, mercoledì
Stamattina sveglia alle 4 e partenza alle 5 per Fianarantsoa, fermandoci a Tsarafidy per incontrare il sindaco, l’impresario che ha costruito l’acquedotto inaugurato nel 2012 e la gente del villaggio.
L’acquedotto di Tsarafidy per il quale era pervenuta richiesta a marzo 2011, è stato finanziato da Unicosole con 20.000 euro ed è stato inaugurato ad agosto 2012. Presenta 10 fontane anziché le 9 previste e la fontana aggiuntiva è stata pagata per intero dalla popolazione. Per l’acquedotto sono stati offerti contributi “mirati” da parte di donatori che hanno sostenuto il costo di alcune delle fontane.
Le 10 fontane sono in buone condizioni, solo una ha un rubinetto che gocciola.
Ci facciamo tutta la salita per arrivare alla sorgente e verificare le condizioni dei bacini di captazione. Lungo il percorso facciamo una sosta al dispensario , dove l’unica infermiera sta vaccinando i bambini. Ci sono tante mamme in attesa. L’infermiera ci racconta che visita circa 300 persone ogni mese, alle quali prescrive i medicinali necessari.
Arriviamo alle sorgenti dopo un paio d’ore di cammino, come sempre seguiti da bambini e adulti del villaggio. Le captazioni vanno sistemate perché le chiusure non sono ben fatte. Non paghiamo pertanto per il momento il residuo 5%. Per i tubi nei punti in cui sono troppo poco interrati purtroppo non si può fare nulla.
Il sindaco ci chiede un aiuto per la costruzione di una scuola da utilizzare come liceo. Attualmente, per i 280 alunni delle tre classi dispongono di 6 aule, teoricamente sufficienti, ma suddivise in tre plessi diversi e 4 non costruite inizialmente come aule, ma come magazzini. Ci sono 160 ragazzi che affronteranno nei prossimi giorni l’esame di terza media e circa 80 di questi si iscriveranno al liceo.
Due anni fa hanno costruito due nuove aule con l’aiuto dell’associazione ” Competenze senza frontiere” che ha fornito il cemento e le lamiere per il tetto, e hanno speso pochissimo, circa 5 milioni di ariary per aula ( circa 1.700 euro). A noi chiedono l’aiuto per costruire altre 6 aule, di cui 4 da utilizzare per le lezioni e due per gli uffici amministrativi. Attualmente nelle aule ci sono mediamente circa 60 alunni.
Nel comune ci sono 3 scuole medie, 10 scuole elementari statali e 4 scuole elementari cattoliche: ci fornisce alcuni dati.
SCUOLA |
ELEMENTARE |
MEDIA |
LICEO |
Classe |
Iscritti |
||
Prima |
1079 |
177 |
110 |
Seconda |
799 |
187 |
55 |
Terza |
783 |
229 |
107 |
Quarta |
561 |
202 |
|
Quinta |
339 |
||
Totale |
3.555 |
795 |
272 |
Andiamo con il sindaco a visitare l’edificio costruito da loro e mettiamo insieme tutte le informazioni. Hanno ricevuto la donazione di:
- 3 tonnellate di cemento,
- 40 lamiere da 2 mt, spessore 0,3;
- 9 milioni di ariary dalla FED;
- 4 milioni di ariary dal comune.
- lunghezza 14,40 mt;
- larghezza 8,15 mt;
- muri di 35 cm realizzati con mattoni, legati con terra e cemento;
- fondamenta di 50 cm. con blocchi di granito e cemento.
- misura 6,65 mt. di lunghezza e 6,25 mt di larghezza;
- ha una porta che misura mt. 2,15 x m. 1,30 di larghezza
- finestre che misurano mt. 1,25 di altezza e 1,25 di larghezza.
In Italia occorre far verificare ai tecnici la stabilità di questa costruzione perché dovrebbe diventare il nostro prototipo!!
Incontriamo anche i responsabili delle fontane e, per quelle dove non pagano tutti gli utilizzatori, si chiede la chiusura temporanea di 3 fontane.
Arriviamo a Fianarantsoa come sempre a notte fonda, anche se sono solo le 8 di sera. Ci fermiamo in albergo, all’hotel Cotsoyannis, gestito da una donna, molto carino, pulito e ordinato. Non possiamo alloggiare alla casa perché ci sono ancora tutti i ragazzi che sono rimasti per incontrarci.
Viene a salutarci Hanitra con Fifalina, la bimba più piccola. I due maschietti sono a Tamatave da sua sorella Fanja. Fortunatamente anche lei sta abbastanza bene, soffre solo di periodici forti mali di testa.
18 luglio 2013, giovedì
Purtroppo l’hotel bello piace molto anche alle zanzare. Ieri sera è scoppiata la lampadina del mio bagno, è saltata la luce ovunque, sono andati avanti indietro dalla mia camera prima di sostituirla e, anche se ho preso le precauzioni, le zanzare sono entrate e al risveglio mi sono alzata con le gambe massacrate!
Stamattina andiamo da Padre Maurice che ci aspetta a Soanierama per farci vedere le sue attività. Padre Maurice è il presidente dell’associazione Miaraka Aminy.
C’è il solito fotografo, i ragazzi universitari che ospita nelle casette affittate, gli studenti delle scuole superiori e alcuni bimbi della casa
casa famiglia. Sono tutti in ordine con una “divisa” e c’è anche il tecnico che distilla la ravitsara.
Ci mostra la nuova attività dei ragazzi nelle ore libere dalla scuola e dallo studio: hanno recuperato una macchinetta manuale per tirare la pasta, fanno delle piccole liste e delle palline in cui inseriscono arachidi o pistacchi, li friggono in olio e confezionano dei sacchetti. Hanno trovato un modo molto ingegnoso per sigillarle: con una scatolina di latta di recupero hanno fatto un fornelletto, e con la fiamma sigillano la plastica. Riescono a fare ogni settimana un buon numero di bustine che vendono ai negozi e vendono tutti quelli che riescono a preparare.
Maurice ha chiuso il negozio che non dava alcun profitto.
Le camerette sono molto spartane, sono tutte affittate e il ricavo annuo è di 2 milioni di ariary (circa 650 euro).
Poi il tecnico ci presenta la ravitsara e gli altri oli essenziali, soprattutto citronella e cipresso. Con l’olio essenziale di ravitsara si potrebbero realizzare 160.000 ariary al litro, però in questo momento di crisi hanno difficoltà a venderlo e ci chiede un aiuto per commercializzarlo su altri mercati. Domenico si è offerto di parlarne con il ragazzo che lavora per il mercato equo-solidale, Emilia ne vuole parlare con la ditta di cosmetici di cui fa la presentatrice. Ne ho portate in Italia 2 bottigliette.
Speriamo di poterli aiutare: ne hanno per ora una scorta di 40 litri. Preparano anche delle pomate curative. Tutti sono entusiasti di questa attività e facciamo delle ordinazioni.
La coltivazione della canfora è una delle attività di promozione dello sviluppo sostenute da UnicoSole. Il progetto è iniziato con la piantagione di alberi di ravitsara (canfora) e la vendita delle foglie. Ora è stata inoltre avviata anche la distillazione delle foglie per ottenere l’olio essenziale
Ci spostiamo poi alla casa famiglia di Rainay (le nostre valigie per il momento sono in deposito all’hotel), smistiamo il contenuto degli scatoloni, che da Tanà abbiamo mandato a Fianara con il taxi brousse, e che nei prossimi giorni distribuiremo nei villaggi.
Troviamo ad attenderci la cuoca Razafy, l’educatrice responsabile della casa Mme Zoé e Meur Bruno e un po’ di ragazzi. Puliamo la cucina, mettiamo la roba deperibile in frigorifero e facciamo il bucato.
Subito compare l’impresario, il solito Jean Michel, che porta una fattura di 1.380.000 ariary per lavori di manutenzione effettuati durante l’anno, tra cui la sostituzione di parecchie maniglie per le quali ha anticipato circa 700.000 ariary. Padre Colombi salda la fattura. Con lui vediamo gli ulteriori lavori da fare, in particolare le imposte: alcuni scuri sono caduti, altri sono mal messi: ne tocco uno per verificarne lo stato e mi entrano le dita nel legno marcio! Gli chiediamo di fare un preventivo per la sostituzione; parliamo anche delle porte sul balcone del primo piano, quelle dalle quali sono entrati i ladri a dicembre e che devono essere cambiate.
L’impresario fa inoltre presente che ci sarebbe un piccolo lavoro da fare in cucina per convogliare meglio il fumo che ora ristagna e una protezione da mettere alla pompa del pozzo per evitare che con i secchi si rovinino i galleggianti.
In questo momento stanno usando solo l’acqua del pozzo perché Michel ha dimenticato (dice di non averla ricevuta) di pagare la bolletta dell’acqua del marzo scorso e, nonostante avesse regolarmente pagato le successive, sono venuti a piombare il contatore.
Torniamo poi all’hotel dove avevamo ordinato il pranzo (abbiamo solo mezz’ora di ritardo!): come ieri sera, anche oggi abbiamo mangiato bene. Poi saldiamo il conto, il pernottamento, la cena, la colazione e il pranzo: in 10, paghiamo circa 900.000 ariary (300 euro, quindi 30 euro a testa).
Nel pomeriggio dobbiamo partire per Ihosy, padre Colombi va, con Emilia e Sonja, di nuovo alla casa per preparare la roba da portare e tornano alle 16.30.
Nel frattempo noi scriviamo tutte le cartoline, facciamo un giro in Fianara, arriviamo alla cattedrale, facciamo qualche acquisto. C’è anche un supermercato con tanti prodotti europei.
Finalmente alle 16.45 partiamo. Alle 18 è buio, in giro non c’è più nessuno e, per buona parte del viaggio, siamo i soli sulla strada. Troviamo un pulmino in panne, ci fermiamo, senza chiederci se corriamo dei rischi: in quella realtà è normale fornire aiuto. Ci dicono di avere forato, di non avere il crick e di essere fermi da un’ora ad aspettare che passasse qualcuno. Scopriamo che sono parenti di René che stanno andando anche loro ad Ihosy per la festa di inaugurazione dei pollai!
Il progetto della produzione di uova grazie all’allevamento delle galline ovaiole rappresenta il principale progetto di autosviluppo finanziato da UnicoSole.Promotori sono l’associazione Rainay e alcuni allevatori locali. E’ prevista la gestione di un intero ciclo produttivo, dall’acquisto dei pulcini alla distribuzione delle uova.
Arriviamo molto tardi all’hotel, ci sta aspettando Jean Paul, la cena è pessima ed il servizio anche di più!
Domattina sveglia alle 5 perché presto ci sarà la cerimonia dello zebù (purtroppo!).
19 luglio 2013, venerdì
La giornata inizia con il diario verbale di Sonja che dice di avere apprezzato moltissimo il lavoro di padre Maurice.
Una pessima colazione e poi di corsa da René: ci hanno sollecitato perché lo zebù è pronto per il sacrificio. Nel cortile, all’interno di un recinto provvisorio, ci sono 3 zebù. Uno è a terra con le zampe legate e gli occhi tristi, in attesa del carnefice, e gli altri a guardarlo perché mi spiegano che non si può mai preparare lo zebù per il sacrificio lasciandolo solo.
Il rito è lo stesso dell’altra volta: il patriarca della famiglia fa il ringraziamento a Dio, agli antenati, a quelli che hanno lavorato, a quelli che sono presenti. Poi il taglio della carotide fatto di netto, la raccolta del sangue da mettere in tutti gli angoli degli edifici.
Padre Colombi ha dato una lettura del collegamento tra i riti cristiani e quelli animisti, tra il sacrificio degli animali, l’uso del sangue e la condivisione della carne e l’Eucaristia. Sicuramente esiste un legame.
Mentre i macellai proseguono il loro lavoro noi esploriamo il complesso.
I primi 3 capannoni, fatti tra il 2010 e il 2011, i 2 capannoni fatti nel 2012 e anch’essi pieni di galline, e la nuova costruzione, in mezzo al cortile, gigantesca, fatta da due blocchi attaccati, a 2 piani, ognuno con 2 pollai per piano lunghi 12 m, in tutto 8 nuovi pollai, ognuno per circa 500 galline!! Non ci capisco gran che ma direi che i pilastri e le travi in cemento armato che hanno messo sono anche eccessivi: travi 30x30x20 e 30x50x20, soletta del 20. Devono essere completati solo alcuni pavimenti a pianterreno, il resto è tutto fatto. Padre Colombi dice che anche al catasto ora è tutto sistemato.
C’è una sola scala senza un pianerottolo, con gradini abbastanza alti e sarà necessario salire e scendere con il mangime, le uova, ecc. I muri dei pollai sono stati fatti con la stessa tecnica utilizzata per la scuola economica di Tsarafidy.
Nei vecchi pollai sono stati costruiti dei sostegni rialzati per consentire alle galline di salirci durante la notte ed evitare che rimangano a terra e becchino i loro escrementi, ammalandosi. Tutto è pulito e ordinato. E’ stato realizzato anche un canale esterno al muro di recinzione in fondo al terreno per evitare che la pendenza convogliasse tutta l’acqua verso le capanne sottostanti.
Riflettiamo anche sul problema acqua: ora l’approvvigionamento è legato all’acquedotto e periodicamente ci sono dei fermi. I pulcini e le galline non possono rimanere molte ore senza acqua perché morirebbero. Si ipotizza la possibilità di una perforazione fino a 40 m da cui l’acqua potrebbe sgorgare o la raccolta di acqua delle grondaie dei nuovi pollai.
Inizia la Messa per l’inaugurazione ufficiale, concelebrata con il parroco malgascio della parrocchia di San Vincenzo in Ihosy P. Philemone, dove abitava padre Colombi, alla presenza delle autorità locali: sindaco, presidente del fokontany, ecc.
Dopo la Messa iniziano gli interventi. Parla per primo René in qualità di responsabile primo di tutto la struttura. Saluta e ringrazia Dio per averci fatto incontrare e racconta la sua storia. Tutto è iniziato nel 1999, quando è finito il lavoro per la costruzione della strada, la RN 7, al quale aveva preso parte. Ha incontrato nel 2000 il Padre Colombi che cercava persone per preparare il terreno per l’ordinazione del vescovo; nel 2000 insieme hanno iniziato l’allevamento, andando a Tanà a novembre lui e Jean Paul, a frequentare dei corsi professionali. Anche Hanitra, l’attuale tesoriere dell’associazione Rainay, ha collaborato, lei teneva la contabilità.
Ha imparato il mestiere e quando nel 2003 il Padre è tornato in Italia, la diocesi che non credeva molto nella validità dell’allevamento non lo ha voluto tenere l’allevamento e lo hanno comprato loro. Nel 2009 l’allevamento ha partorito un figlio, cioè l’allevamento di UnicoSole-Rainay, che poi è cresciuto come tutti i figli. Ci ringrazia per quello che abbiamo investito lavorando per loro. In seguito prende la parola Padre Colombi che dovendo parlare in malgascio e non essendoci nessuno che mi traduceva, non so quello che ha detto.
Prende poi la parola il presidente del fokontany e racconta che su questo terreno in passato c’era un recinto per buoi. Ci ringrazia per avere fatto progredire tutto il quartiere, aprendo la strada, costruendo case, dando lavoro ai giovani; ringrazia anche il sindaco che ha visto l’importanza del progetto e ha dato tutti i permessi. Ringrazia i patriarchi della famiglia di René che sono venuti per dare gloria a questo giorno di festa, e tutti quelli che hanno lavorato per la riuscita. Soprattutto ringrazia noi che possiamo vedere il frutto del nostro lavoro e riportare in Italia dei buoni ricordi.
Parla poi Michel, presidente di Rainay, che ricorda che l’associazione Rainay è nata per dare istruzione ai ragazzi che sono la prima loro vera ricchezza: se non c’è istruzione il Paese precipita in un burrone.
Rainay aiuta i bambini bravi a studiare anche se non hanno le possibilità; il ragazzo che ha studiato e che poi si fa una posizione ha il dovere di aiutarne altri. Nella casa famiglia di Fianara ci sono 52 ragazzi. L’associazione si fonda sull’amore; per non dover sempre chiedere aiuti all’estero, abbiamo deciso di avviare questo progetto per ricavare almeno una parte delle risorse che occorrono.
La realizzazione è stata possibile grazie all’amore di René che ci ha aiutati e continua ad aiutarci.
Ringrazia anche a chi ha venduto questo terreno, chi ha dato tutti i permessi, chi lavora qui, UnicoSole che con grande amore sostiene il progetto e questo sarà una ricompensa per quando torneremo a casa e per quando moriremo.
Si augura che quest’opera possa essere uno specchio e che altri la copino.
Interviene poi il parroco: che dice che amore e istruzione camminano insieme. Ricorda come la diocesi non abbia avuto fiducia nell’attività iniziata mentre noi, stranieri, ci siamo fidati e abbiamo continuato. Anche il direttore delle scuole ringrazia.
Parla poi il capocantiere, in rappresentanza di tutti i lavoratori. Dice che ha seguito il lavoro fin dalla recinzione, e che è difficile lavorare con tante persone, soprattutto nell’ultima costruzione a 2 piani.
Per UnicoSole intervengo io, ribadendo il nostro piacere di essere qui, di vedere questa attività che funziona bene e che è la dimostrazione che quando ci si impegna si può riuscire. Noi abbiamo investito molto e contiamo sull’impegno di tutti.
Padre Maurice parla della sua associazione che lavora con UnicoSole per l’educazione dei ragazzi perché possano vincere la paura e riuscire nella vita.
Il sindaco ci ringrazia perché abbiamo fatto un lavoro importante per lo sviluppo della comunità e il numero delle persone presenti testimonia l’interesse di tutti. Augura che l’allevamento cresca: anche lui ha imparato da René e ora alleva maiali.
René ora, oltre alle galline, ha un allevamento con oltre 200 maiali ed è ormai il più grande allevatore del Sud del Madagascar. E nonostante il suo successo è sempre silenzioso, semplice e umile.
Al pranzo ci sono oltre cinquecento persone: sono stati allestiti tavoli nelle sale del primo piano (i futuri pollai) e una stanza è stata riservata ai tantissimi bambini, tutti seduti a terra sulle stuoie!
Finito di mangiare andiamo al carcere.
Il sostegno al carcere di Ihosy è uno dei progetti di UnicoSole. Ogni anno in occasione del viaggio estivo aiutiamo i carcerati di Ihosy fornendo loro riso, carne, vestiario, stuoie nuove, sapone, disinfestanti, riparando le pentole o acquistandone di nuove.
Il direttore è lo stesso che avevo incontrato nell’anno 2011. Ci relaziona sulla situazione: ci sarebbe posto per 120 detenuti ma nel carcere ce ne sono invece 234 e altri 70 (quelli condannati all’ergastolo) sono alla colonia penale.
La situazione alimentare è peggiorata perché con la crisi lo Stato non ha soldi e fornisce solo manioca, che mangiata ogni giorno crea problemi di intossicazione alimentare.
Massimo sbircia e decide che non ce la fa ad entrare e la sua mamma rimane con lui. Abbiamo portato un po’ di magliette e di pantaloni che vengono distribuiti con la collaborazione delle guardie che scelgono per ogni camerata i più bisognosi. Portiamo anche le stuoie perché sappiamo che non durano più di un anno, infatti ora stanno dormendo sul pavimento nudo.
Non abbiamo fatto a tempo a procurarci il riso e la carne e promettiamo di portarli domani. Ci chiedono del sapone per potersi lavare e fare il bucato perché all’interno del carcere non ce n’è proprio.
Il direttore racconta che la maggior parte dei detenuti ha commesso furti di zebù, alcuni sono colpevoli di assassini, altri di imbrogli nel commercio.
Un detenuto avvicina padre Colombi per raccontargli la sua storia e chiedere aiuto. Gli avevano richiesto degli scheletri umani, forse per riti; lui e la sua famiglia sono andati a scavare nel cimitero della miniera di Ilalaka ma quando erano pronti per consegnarli hanno trovato ad attenderli la polizia. Ora vorrebbe un milione di ariary per avere la libertà.
Un altro che parla molto bene italiano dice di averlo imparato da padre Reviglio a Ranohira: faceva la guida all’Isalo ed è lì perché ha avuto un incidente e ha investito una persona che poi è morta.
Tornati all’allevamento vediamo anche il terreno contiguo, che Padre Colombi ha comprato l’anno scorso, misura circa 4 mila metri . E’ ancora inutilizzato e si ipotizza per il momento di piantare coltivazioni utili all’allevamento.
Gli altri del gruppo partono per una giornata nel parco dell’Isalo. Insistono perché vada anch’io ma, pur con dispiacere, devo rimanere perché per domani è fissato l’incontro con Rainay, René, Claire e Jean Paul per analizzare i conti e la situazione dell’allevamento. Per quanto abbiamo investito, è troppo importante e ci devo essere.
Ho sottolineato a tutti che l’ultimo pollaio, la mega costruzione a 2 piani, non è stata pagata da UnicoSole ma interamente da padre Colombi, che si schermisce e dice che non dovevo dirlo!! Sono ormai le 5 del pomeriggio: i “turisti” partono, io rimango in albergo ad esaminare i bilanci del 2012 e del primo semestre 2013 che ci hanno consegnato.
In attesa della cena esamino i due bilanci dell’allevamento ed evidenzio le cose che domani devo farmi chiarire.
Alcuni dati significativi.
Nel 2012 le spese sono state 249.663.474 ariary, le entrate 321.107.220, sono stati dati 30 milioni a Rainay (devo verificare perché dai dati che ho mi risultano 25 milioni). La vendita delle uova ha dato 272.145.710.
Il riso che è stato acquistato come investimento è stato comprato a luglio a 12 milioni e rivenduto a ottobre a 14.344.000, con un margine di 2.344.000 che rappresenta il 19,5% di beneficio, in soli 4 mesi.
A cena siamo rimasti padre Colombi, io, Michel e Hanitra con Fifalina. La qualità e il servizio della cena non sono migliorati.
Dopo cena facciamo una chiacchierata sul calendario 2014. Sottolineo come non sia corretto dire che lo dedichiamo ai progetti di autofinanziamento. I nostri progetti ormai sono molto di più, sono progetti che con l’indotto creano posti di lavoro e fanno progredire il Paese. Decidiamo che potremmo dedicare il calendario ai posti di lavoro per i giovani. Lo studio grafico Gritti, su indicazione di Angelo, ha predisposto una bozza che vedrò al mio ritorno.
20 luglio 2013, sabato
Anche oggi solito orario per alzarsi, alle 6, perché alle 7 è previsto l’inizio della riunione con René, Claire e Jean Paul per le attività del pollaio. Hanitra sarà presente ma vuole partire presto per andare a Fianara a seguire i preparativi della festa di domani con tutti i ragazzi delle due Associazioni.
Renè, prima dell’inizio della riunione, si vuole scusare perché ieri ci ha fatto attendere per il pranzo. C’erano circa 600 persone ed è stato bravissimo, lui e la sua famiglia, a preparare il tutto!!
Padre Colombi fa tanti auguri di cuore a tutti perché l’attività possa continuare nel modo migliore.
René dice che è importante riunirsi in 3, loro, Rainay e UnicoSole perché la collaborazione è fondamentale.
Gli viene chiesto di aprire un conto corrente per depositare i soldi relativi alla gestione dei pollai del’associazione. Renè risponde che ci sono alcuni problemi.
Hanitra esprime apprezzamento per il lavoro fatto, racconta che, per motivi di salute, non ha potuto seguire assiduamente. Si incontrano poche volte, le decisioni spesso vengono prese senza consultare Rainay e chiede una maggiore collaborazione e trasparenza. In caso di problemi Rainay è responsabile e quindi lei propone che si faccia prima l’accordo tra René e Rainay e poi si comunichino le decisioni prese a UnicoSole! E’ una proposta assolutamente assurda: i capitali sono di UnicoSole che non può non essere consultato nelle decisioni!
Michel afferma che le decisioni devono essere prese in accordo tra UnicoSole e Rainay e che René deve essere delegato all’esecuzione. Ribadiamo che le decisioni gestionali competono a Renè e alla sua équipe.
Michel vorrebbe entrare nel merito delle persone a cui far fare formazione: stabilito che si deve fare formazione e decidere a quante persone farla, chi inviare a Tanà è una scelta di gestione che compete a René. Michel afferma che la morte dei pulcini è stata causata da mancanza di conoscenza.
Non pare proprio essere così, perché la causa sono vaccini non adeguati che erano stati somministrati ai pulcini alla nascita.
Si conclude ribadendo, ancora una volta che ci sono due livelli di decisioni, quelle strategiche, che competono alle due associazioni acquisendo il parere di Renè, e quelle di gestione, che spettano a Renè.
Renè sostiene che le discussioni sono utili per chiarire: sono in due posti diversi e lontani, lui ha molto lavoro e quindi incontrarsi non è facile. Fa inoltre presente che per lavorare meglio vanno affrontati tre problemi:
- la corrente elettrica che molto spesso manca: si dovrebbe valutare se mettere un generatore o dei pannelli solari;
- l’acqua, perché i pulcini e le galline non possono mai rimanere senz’acqua e non sempre l’acquedotto funziona;
- il trasporto, per distribuire il letame utilizzabile come concime e portare a casa il mais e il riso.
Padre Colombi invita a valutare bene perché i costi per l’acquisto e la gestione di un camioncino possono essere così alti da non valerne la pena, mentre potrebbe essere più conveniente utilizzare un corriere.
Per l’acqua si potrebbe fare una trivellazione a 50 mt.: a Fianara c’è una società che se ne occupa e chiederemo un preventivo.
Per quanto riguarda l’acqua qualche dato: per le nostre 5.000 galline si utilizzano circa 2400-2500 litri di acqua al giorno, vanno aggiunte quelle di Renè e quelle che metteremo nell’allevamento nuovo.
Chiediamo di indicare nei conti i costi di luce e acqua con voci distinte.
Jean Paul ringrazia tutti, ci invita ad essere più di frequente con loro, e ci informa che tutti i giorni dalle 17 alle 21 discutono sul funzionamento dell’allevamento e sulle possibili migliorie. L’allevamento va gestito con il cuore, e anche Claire avvalora questa linea.
Un problema irrisolto è lo smaltimento del letame, che in altri luoghi è considerato prezioso per concimare i campi, mentre loro devono pagare per farlo portare via!
Padre Colombi chiede se è stata valutata la possibilità di venderlo ad esempio a Fianara. Renè risponde che è impossibile: occorrono permessi per il trasporto, perché durante il viaggio i gendarmi fermano continuamente per controllare che nei sacchi non ci sia droga o bois de rose.
Il riso stoccato attualmente appartiene a diversi proprietari, in totale 5, tra cui l’associazione.
Ci informa che in questo momento il numero delle galline è 4.024 attive, il 50% delle quali ha 92 settimane, e 990 pollastrelle di 15 settimane che ancora non hanno iniziato la deposizione.
Domando a René qual è la situazione fiscale: dice che tutto è ricompreso nella voce “tasse professionali”. Per i dipendenti si pagano regolarmente i contributi alla CNAPS, anche se non hanno fiducia nel fatto che poi vengano pagate le pensioni corrispondenti.
Proviamo a fare anche qualche ragionamento sul nuovo pollaio e sui pulcini da mettere in sostituzione delle galline che hanno quasi esaurito il loro ciclo di produzione.
Bisogna essere molto attenti a che i pulcini acquistati siano tutti vaccinati correttamente. Di solito si comprano pulcini che vengono dalla Francia e che hanno meno di 48 ore. Costano 4.000 ariary l’uno compreso il trasporto .
Occorre informarsi presso più fornitori per valutare le diverse ipotesi. E’ inoltre necessario fare un calendario per mettere i pulcini non tutti nello stesso momento ma a scalare in modo da avere una produzione abbastanza costante di uova e non avere tutte le galline da vendere perché non depongono più nello stesso momento, e rimanere poi per alcuni mesi senza uova e perdere i clienti. Il piano è necessario anche dal punto di vista finanziario, perché i soldi realizzati con la vendita delle galline consentono di ricomprare i pulcini.
Complessivamente, a regime, avremo 9-10 mila galline, alle quali vanno aggiunte quelle di René.
Le uova, in questo momento, si vendono a un prezzo che va da 320 a 370 ariary a seconda della piazza. Si vendono a 300 ariary quelli rotti e quelli troppo piccoli.
Il mercato assorbe tutta la produzione senza nessun problema.
Quest’anno sono stati acquistati 231.090 Kg di mais, di cui 125.000 kg per le galline dell’associazione.
Ribadiamo che per il futuro devono esserci 2 mercati, quello delle uova e quello delle galline da carne, perché con il numero che avremo a regime, riusciremo ad avere una produzione quasi costante di galline da carne che non saranno più “lo scarto” della produzione di uova.
René ci chiede un aiuto per comprare i pulcini per il nuovo allevamento perché se devono attendere di avere i soldi passano mesi. Si discuterà di questa cosa con più attenzione quando padre Colombi tornerà all’allevamento l’ultima settimana.
Alcuni dati di sintesi dei conti (in ariary) per il 2012 del nostro allevamento:
uscite complessive 279.663474, di cui:
- 210.772.840 per il cibo delle galline e la cura dell’allevamento
- 30.610.634 per le imposte, acqua, elettricità, spostamenti, telefono, ecc
- 8.270.000 spese per il personale
- 30.000.000 contributo per la gestione della casa famiglia
entrate complessive 291.107.210, di cui per la vendita delle uova 272.145.710.
La differenza tra entrate e uscite è di 41.443.000 dei quali 30 milioni destinati a Rainay.
Poco significativi sono i dati dei primi 6 mesi del 2013 perchè c’è l’acquisto del mais per tutto l’anno e comunque in sintesi
- entrate 163.297.250 di cui per la vendita uova 149.763.950 e per la vendita delle galline che non fanno più uova 13.553.300
- uscite, se si escludono i 50 milioni spesi per l’acquisto del mais dai contadini, 124.710.164 oltre a 4 milioni dati a Rainay per la gestione della casa famiglia.
Il resto del gruppo farà il giro del parco dell’Isalo fini al laghetto. L’ho fatto un paio di volte e il paesaggio è bellissimo, con il vantaggio che siamo in un periodo dell’anno fresco e la camminata è anche piacevole.
Nel primo pomeriggio Padre Colombi ed io, torniamo al carcere. Non abbiamo a disposizione il pullmino perché è stato utilizzato dal gruppo e chiamiamo un taxi. Riusciamo a caricare sul taxi 3 sacchi di riso (500 kapoke), un sacco da 50 kg di carne, e 8 scatole di pezzi di sapone e poi ci saliamo anche noi!! E’ incredibile quale sia la disponibilità della gente qui, quando si rende conto che stai facendo qualcosa per loro! Con 5000 ariary il tassista ci porta e ci aspetta per il ritorno! Quando ci vedono, i detenuti sono “contenti” (per quanto lo si possa essere in quella situazione non umana) perché abbiamo rispettato quanto promesso. Anche il direttore ci ringrazia perché “amiamo i carcerati”. Per radunarli, un ragazzino batte un pezzo di legno sul cerchione di una macchina appeso ad un filo: la loro campanella.
La distribuzione del riso viene fatta da una delle guardie che è velocissima. I carcerati, tutti in fila, camerata per camerata, si presentano con quello che hanno per mettere le loro 2 Kapoke di riso: un sacchetto di plastica, un tegame, una ciotola, il cappello. Ho visto un carcerato mettere il suo riso in un angolo del lamba (il mantello che si mettono sulle spalle per ripararsi dal freddo).Quelli che li hanno avuti, indossano con orgoglio i vestiti che ieri abbiamo distribuito. Insieme al riso vengono consegnati anche i pezzi di sapone, alle donne ne diamo 2 pezzi e tutte vengono a stringermi la mano per ringraziare.
Alcuni carcerati, dopo aver visto il riso, ci dicono di non avere carbone per cuocerlo: allargo le braccia e loro ridono! Propongo una cottura comunitaria nelle pentole del carcere! Mi viene in mente che non abbiamo mai pensato di portare loro le uova dell’allevamento e lo dico a Padre Giangi.
Rientriamo all’allevamento in attesa del resto del gruppo che per le 16.30 è di ritorno, avendo rinunciato a vedere la miniera di Ilalaka. Partiamo alle 17.30, molto tardi. Haja (il nostro autista) è molto stanco. Ci fermiamo a cena ad Ambalavo e incontriamo tre ragazze inglesi che stanno girando il Paese da sole e sono entusiaste del Madagascar e spiegano a noi (soprattutto a padre Colombi) cosa c’è di bello da vedere!
Raggiungiamo l’hotel a Fianara alle 22.30. Tutti sconsigliano di viaggiare al buio, ma noi insistiamo, speriamo di continuare senza problemi. Francesca continua ad avere paura di essere rapita!! Spieghiamo che qui rapiscono solo i buoi e non interessano le ragazze che non si possono vendere.
Domani ci sposteremo alla casa famiglia. Quest’anno le sistemazioni stanno costando più del previsto e quasi sicuramente si superano i 700 euro di cassa comune. Si valuta anche un cambiamenti di programma per il gruppo che andrà al mare a Manakara. Il treno fa servizio tutti i giorni ma ci mette circa 11 ore per la tratta Fianara-Manakara e quindi occorre un giorno per andare e uno per tornare. Le notizie che abbiamo è che comunque il treno è molto mal ridotto e forse il viaggio è troppo faticoso, visto che fa anche abbastanza freddo.
21 luglio 2013, domenica
Stamattina sveglia quasi da “signori”, alle 7, per fare colazione alle 8 e poi, siccome Haja ha la febbre, viene Bruno a prenderci con il pullmino. Padre Colombi approfitta della colazione per parlare della lettura della Genesi su Abramo che è nella liturgia di oggi.
Andiamo a fare la spesa al supermercato e poi alla casa famiglia.
I ragazzi sono pronti per la festa e tutti, ragazzi compresi, stanno lavorando. Ieri sera, insieme con le altre mille cose, abbiamo portato da Ihosy anche una cesta con una ventina di polli vivi che oggi stanno cucinando per il pranzo: mangeremo i nostri compagni di viaggio!!!
Alla festa ci sono anche Padre Maurice e un suo confratello, Jean Debrè, professore universitario di atropologia, che insegna a Tulear, a Fianarantsoa, a Tomasina e a Tanà e si sposta usando il taxi-brousse e non con la macchina blu con l’autista.
Durante la Messa tutti gli studenti che devono sostenere gli esami vengono benedetti con l’imposizione delle mani da parte dei 3 sacerdoti concelebranti. Poi mega pranzo con oltre 100 persone. I ragazzi del gruppo giocano con gli studenti, Veronica, Marika e Valentina si fanno fare le treccine dalle ragazze. Fotografiamo tutti i ragazzi delle 2 case famiglia, che poi ci offrono un po’ di spettacoli di balli e canti malgasci.
Dopo la cena i ragazzi ci parlano un po’ di loro, della loro giornata tipo, la loro vita e poi fanno delle domande a noi, e la prima è “Anche voi ai vostri paesi mangiate manioca?”!! Ci chiedono poi le differenze fra il nostro modo di vivere e il loro.
Stasera si dorme alla casa e, siccome nelle camere fa molto freddo, ci vestiamo con pigiama e felpa.
22 luglio 2013, lunedì
Oggi Padre Colombi deve andare a Ihosy con Padre Maurice e Padre Jean Debré dal vescovo per una importante riunione. Si cambia pertanto il programma: la visita al villaggio di Andoharanomaitso si farà mercoledì, perchè alla scuola di Talata Ampano non hanno nessuna intenzione di vederci. La mensa è andata molto male, per questioni tra le famiglie i partecipanti sono diminuiti di settimana in settimana e non hanno neppure utilizzato tutti i soldi. Hanno chiesto la quota alle famiglie con cadenza settimanale anziché in una sola volta.
Sono un po’ preoccupata perché per me giovedì è l’ultimo giorno di permanenza e ancora non ci siamo riuniti con le Associazioni per fare il punto delle situazioni!
Nel primo pomeriggio, con Hanitra e con Bruno come autista, andiamo alla piantagione di tè di Sahambavy. La strada per raggiungerla ha dei tratti molto brutti: c’è un cavalcavia che passa sopra la ferrovia senza alcuna protezione!
In macchina con noi portiamo due bimbetti della casa famiglia, fratellini: il padre li attende lungo la strada per fare poi ancora oltre un’ora di strada a piedi per raggiungere il piccolo villaggio in cui vivono.
Visitiamo la piantagione e la fabbrica, che però oggi è ferma perché ieri, domenica non hanno raccolto foglie. Acquistiamo del tè. Ci spiegano che la pianta del tè vive circa 60 anni, che non ha bisogno di antiparassitari: si colgono le ultime 3 foglie di ogni getto per il tè nero, e solo l’ultima foglia e il getto per il tè verde. Ogni giorno vengono raccolte 10 tonnellate di foglie dando lavoro a circa 200 contadini della zona. Ci sono 2 cicli produttivi: nella stagione delle piogge, da ottobre a marzo, si produce di più; ora siamo in bassa stagione.
Nel ritorno ci fermiamo a vedere l’Hotel du Lac che ha un bellissimo parco affacciato su un laghetto artificiale e alcun bungalow in palafitte. Ci fermiamo a comprare dell’acqua in un negozietto sulla salita verso la casa famiglia. Bruno spegne il pulmino che non si riaccende. Sbaglia la manovra e finisce con una ruota nella cunetta. Blocchiamo tutto il traffico, un numero notevole di persone prova a spingere e finalmente il pulmino si muove e riparte: siamo stati per 10 minuti l’attrazione principale di tutta la strada.
Una volta a casa raccogliamo il bucato prima che l’umidità della sera lo bagni di nuovo e prepariamo la cena. Emilia impasta il pane, così farà vedere ai ragazzi della casa famiglia e alla cuoca come si fa.
Ho ritrovato il pacco delle cartoline che mi era scomparso: era insieme al rasoio da portare a Ihosy ed era finito tutto sotto il sedile del pulmino!
Padre Colombi non è ancora tornato, arriverà intorno a mezzanotte, soddisfatto per aver risolto i problemi che c’erano con la diocesi.
Domattina sveglia alle 4.45, colazione alle 5.30 per partire con un fuoristrada da 20 posti, noleggiato per l’occasione, per andare al villaggio di padre Maurice.
Ieri mattina abbiamo anche dato l’OK all’impresario per i lavori in cucina, per la protezione per il pozzo e per le porte in ferro sul balcone e oggi gli operai già erano qui per iniziare i lavori. E’ veramente grave la situazione per il lavoro, nessuno costruisce e nessuno sistema case!
23 luglio 2013, martedì
Partiamo puntuali, viene con noi padre Maurice, la solita signora e Mamy, il tecnico che distilla gli olii essenziali e prepara le pomate.
Passando dalla stazione ferroviaria vediamo il “famoso” treno che i ragazzi del gruppo dovrebbero utilizzare la prossima settimana per andare a Manakara. Ci fermiamo e chiediamo il permesso per entrare e visitarlo. Il treno è un vero pezzo di “antiquariato”. C’è una folla incredibile con altrettanti bagagli di ogni genere, animali vivi compresi.
Saliti sul treno e visionata la carrozza “riservata” per i turisti…decidono di andare con il pullmino.
Ci fermiamo poi al mercato di Talata Ampano, molto grande, per comprare della carne e del pane da portare al villaggio di Maurice. Stupiamo venditori comprando le stesse ceste di vimini che utilizzano loro: grandi cesti intrecciati che costano 5.000 ariary (meno di 2 euro).
Durante il percorso ci fermiamo alla miniera della tormalina, dove tutto è sempre così terribile come lo avevo visto 3 anni fa. E’ abbastanza presto e gli operai stanno per iniziare a lavorare. Ci mostrano quanta acqua durante la notte si ferma sul fondo dei buchi che loro hanno fatto. Prima di scendere devono raccoglierla, calando dei grandi sacchi di plastica utilizzando le stesse carrucole con cui poi si calano i minatori.
Di nuovo c’è solo il gioco d’azzardo: due soggetti hanno messo una roulette e spillano i soldi ai poveretti. Anche noi facciamo una puntata di 2.000 ariary (70 centesimi) e perdiamo.
Padre Maurice ci mostra il terreno che i genitori hanno messo a disposizione per costruire la scuola per preparare tecnici dell’agricoltura. Ormai tutti fradici, raggiungiamo il villaggio. Fortunatamente la pioggia cessa e assistiamo ad una partita di kitandrino che affascina molto Massimo che vuole anche lui imparare.
Poi vediamo il rodeo nel quale tentano di cavalcare degli zebù; nessuno ci riesce.
Visitiamo poi la scuola inaugurata l’anno scorso e quella inaugurata nel 2009. Chiediamo al presidente locale dell’associazione Miaraka Aminy, che ci accompagna, perché non hanno fatto tutti i mattoni necessari, tanto che la scuola è stata costruita bassissima (solo 2,30 m.). Ci risponde che si erano stancati e che c’era il vento arrabbiato che soffiava ogni giorno da est e non voleva che li facessero! Come se le scuole non fossero per i loro figli!!!
Le scuole sono un disastro, costruite su un crinale, perché servono villaggi sui due versanti, battute da venti e quindi esposte ai cicloni, con finiture mal fatte, tetti con lamiere curvate, sporche; quella costruita nel 2009 è stata rovinata da un ciclone e hanno fatto dei “rattoppi” incredibili. All’interno i banchi sono tutti scassati e insufficienti per il numero di allievi che dovrebbero frequentare.
Si presenta la direttrice, accompagnata da un bambino piccolo che fa continui capricci, e due insegnanti.
Vediamo anche la vecchia scuola dove si svolgono le lezioni per le scuole elementari: mai visto niente di peggio! E’ un edificio vecchio, tenuto malissimo: sporco, con pochi banchi quasi tutti rotti, negli angoli mattoni, lamiere, scale, paglia. Il muro che divideva 2 aule è in parte caduto, ma nessuno si è preoccupato di ricostruirlo: fanno lezione per due classi diverse in due aule che per metà sono una sola! Ci dicono che mediamente l’assenza degli alunni è del 50%.
Ci forniscono alcuni dati
Classe | Scuola elementare | Scuola media | ||
Iscritti |
Promossi |
Iscritti |
Promossi |
|
Prima |
49 |
46 |
31 |
27 |
Seconda |
37 |
24 |
32 |
23 |
Terza |
76 |
38 |
37 |
26 |
Quarta |
58 |
25 |
45 |
Esami in corso |
Quinta |
54 |
27 |
||
Totale |
274 |
160 |
145 |
76 |
Ci sono 8 insegnanti, 2 statali e 6 pagati dal FRAM; ci sono tre scuole elementari che confluiscono poi in quest’unica scuola media C’è un solo liceo a Mahaditra centro, a 10 Km di distanza.
Il FRAM, come ovunque, paga i maestri con il riso; la direttrice ci dice che quello messo a disposizione dalla famiglie ne è avanzato un po’ (poca roba) e vorrebbero venderlo per acquistare dei banchi. Si impegnano a tenere meglio le scuole! Replichiamo che fino a che questo non sarà verificato, non daremo altri aiuti.
Ci accompagnano poi in alto, dove al riparo di un mega masso erratico c’è la tomba di famiglia di Maurice e ci spiegano che i morti si mettono a dormire divisi, in un letto i maschi e nell’altro le femmine. La tomba è fatta in alto perché rimane ben riparata dall’acqua.
Dopo il pranzo incontriamo i rappresentanti dell’associazione Miaraka Aminy, alcuni genitori e insegnanti.
Padre Maurice ci ringrazia, ringrazia Fabio perché quando era lui presidente è stato costruito il primo edificio scolastico e ora ci sono già ragazzi che studiando in quella scuola sono arrivati al diploma, ricorda che la gente ora sta meglio perché utilizza l’acqua fiorita della ravitsara e non ha più tosse.
Solo grazie alla nostra collaborazione hanno potuto costruire la seconda scuola e continuare le loro attività.
Il presidente dei genitori dice che il comitato è nuovo: è stato eletto a dicembre e pur essendosi riuniti molte volte, non hanno ancora trovato soluzioni per i tanti problemi che ci sono. Loro sono pronti a collaborare con noi, ma non ci propongono progetti, tranne ripetere che hanno bisogno di nuove aule, ma le assenze sono il 50% degli iscritti.
Padre Maurice fa poi presente che è stato messo a disposizione dell’associazione Miaraka Aminy un terreno sul quale costruire una scuola agraria ( non hanno fatto molti sforzi, di terreno ce né fin che si vuole nelle campagne) perché i ragazzi devono imparare a valorizzare quello che hanno e scuote le persone dicendo che possono scegliere tra metterci buona volontà e fare le cose o essere pigri!!
Noi sottolineiamo ancora lo stato di degrado delle scuole. Ci fanno promessa che provvederanno.
Poi Padre Maurice e Padre Colombi benedicono la popolazione e impongono le mani ai ragazzi che devono affrontare gli esami.
Si riparte per il ritorno con la speranza di riuscire a percorrere i km di pista prima che faccia buio. Mamy ci ha portato le pomate e gli olii essenziali.
Arrivati a Fianara, proseguono le lezioni di Emilia per la preparazione del pane e dei dolci con il lievito madre.
Dopo cena facciamo un altro incontro con i ragazzi della casa famiglia che, dopo averci esposto i loro problemi, ci chiedono quali sono quelli dei ragazzi da noi. Gli chiediamo poi cosa vogliono fare nella vita: alcuni hanno idee chiare, altri danno risposte assurde!.
Un ragazzo che deve sostenere il BAC ha detto che facciamo bene a non tenere più i ragazzi se vengono bocciati perché loro sono lì per studiare.
Riporta inoltre un proverbio malgascio che dice: “da soli siamo sabbia, uniti siamo pietre”.
24 luglio 2013, mercoledì
Partenza alle 7.30 per Andoharanomaitso, villaggio natale di René e di Jean Paul. Facciamo diverse tappe, per comprare il pane, della frutta, dell’acqua. Appena fuori Fianarantsoa ci fermiamo alla grande fornace di mattoni dove vediamo tanti bambini che lavorano portando i mattoni asciutti dal luogo dove sono stati preparati alla fornace dove saranno cotti. E’ un’attività molto organizzata: a secondo dell’età del bambino è stabilito il numero di mattoni (e quindi il peso) che può portare. Ogni mattone pesa kg 2,5. Anche Massimo vuole provare e si fa prestare il sostegno, cerchietto di paglia, che usano per mettere sopra la testa e si fa caricare i mattoni, dice che fa male al collo sostenerli! Per loro non è sfruttamento di lavoro minorile ma aiuto alla famiglia.
Più avanti ci si ferma a vedere una piccola cava dove si spaccano le pietre, come nella cava di padre Pedro alla capitale.
Arriviamo al villaggio abbastanza presto e così abbiamo il tempo per fare un giro. Incontriamo sei ragazzi inglesi, scout, che stanno andando a fare un campo di lavoro per la depurazione delle acque e l’uso dei WC.
Entriamo nell’ufficio anagrafe dove gli atti di nascita originali sono scritti ancora a mano, ma da un anno sono dotati di un computer per rilasciare le copie dei certificati di nascita.
Visitiamo l’Ospedale dove ci sono un bimbo nato questa notte ed un uomo rimasto ferito un mese fa mentre gli rubavano i buoi, al quale
Andiamo a incontrare il fabbro più moderno che, utilizzando un cerchione di bicicletta, ha automatizzato il mantice per attizzare il carbone quando deve scaldare il ferro per forgiarlo. Entriamo alla caserma dei carabinieri e ci facciamo dire quali sono i delitti più frequenti: ci rispondono che sono in assoluto i furti di buoi.
Arriviamo quindi alla casa della mamma di René che è stata ristrutturata e ingrandita da Renè. Ci sono anche le famiglie di alcuni dei ragazzi che studiano alla casa famiglia e vengono da questo villaggio.Entriamo anche alla Cassa rurale per vedere la banca di un villaggio: si tratta di un fenomeno nuovo, prima al villaggio non c’era nulla; è un ufficio molto povero, con una sola impiegata che ci dice di non lavorare in rete con nessuno. Lavora solo con la carta e con soldi “veri”.
Padre Colombi procede alla benedizione della casa, ci fa girare tutti verso est, verso il sorgere del sole, verso la vita, e benedice tutte le st
anze. Parlano i patriarchi delle famiglia e parla lui. Come sempre, cerimonia molto lunga per noi, essendo il nostro traduttore impegnato nella preghiera di benedizione.
Dopo il pranzo ci raccontano del furto di 37 zebù, che loro ritengono sia stato compiuto per invidia. La gente del villaggio e loro hanno inseguito i ladri, li hanno anche raggiunti, li hanno raggiunti anche i poliziotti, ma poi si sono trovati tra i ladri e i poliziotti che sparavano anche a loro e hanno desistito e lasciato andare i ladri.
Parliamo con i genitori dei ragazzi che studiano alla casa famiglia e che hanno chiesto di incontrarci per avere delle indicazioni su come preparare al meglio i ragazzi, sia prima che vengano a Fianarantsoa a studiare sia dopo il diploma, per aiutarli nella vita.
Michel ribadisce che la famiglia e la società aiutano i ragazzi nell’educazione che non è solo studio ma anche completezza della persona. I ragazzi studiano per poter poi tornare a far progredire il proprio villaggio. Invita i genitori a far lavorare i ragazzi durante le vacanze e a seguirli negli studi. Michel li invita inoltre a preparare il riso che dovranno portare alla casa famiglia per i ragazzi che studiano là. Un genitore dice che non c’è problema, perchè nelle loro risaie i riso cresce e dà buoni raccolti.
Michel dice che c’è stato qualche problema alla casa perché alcune famiglie hanno dato soldi anziché riso e, poiché il prezzo del riso oscilla, non sempre si riesce ad acquistarne la quantità necessaria.
Spiega che dal 2004 UnicoSole non ha aumentato l’importo del sostegno e quindi hanno dovuto ridurre le prestazioni. Prima davano anche i vestiti e le scarpe, ora non ce la fanno più. Se la famiglia crede nel valore dell’educazione deve anche fare qualche sacrificio per i figli.
Un genitore vorrebbe che li aiutassimo ad aprire una scuola materna.
Sottolineiamo anche qui come sia utile che i ragazzi non scelgano solo licei di cultura generale, ma frequentino anche scuole professionali.
Durante il viaggio di ritorno ci fermano i poliziotti e fanno problemi a Haja, uno di loro è ubriaco: vorrebbero spillargli del denaro ma lui non cede e allora inventano una multa con il ritiro di tutti i documenti del pulmino e la patente di Haja che dopodomani dovrebbe accompagnare Elide alla capitare. Dopo un po’ scende anche padre Colombi, si altera con i poliziotti e riprende tutti i documenti; uno di loro lo riaccompagna al pulmino minacciandolo con il mitra, dicendogli, in modo estremamente violento, che è straniero e, se non vuole morire, deve rispettare le loro regole.
Rimaniamo fermi oltre un’ora, poi tutto si risolve.
Al ritorno ci riuniamo con Bruno e madame Zoé per avere da loro le informazioni sul funzionamento della casa, sui risultati scolastici e sul comportamento dei ragazzi.
Madame Zoé ci conferma le sue dimissioni, dando però la sua piena disponibilità in caso di bisogno.
Bruno ci ringrazia per la nostra presenza e per il fatto che ogni anno andiamo da loro. Loro seguono le nostre istruzioni, ma vorrebbero avere nostre notizie più di frequente. Ora è solo Michel che riferisce quello che scriviamo. Con padre Colombi decidiamo di mandare delle comunicazioni indirizzate anche a loro, sempre per il tramite di Michel e Michel dovrà allegare alle sue lettere anche le loro relazioni.
Riferiscono che i rapporti con Rainay sono buoni e continui. Sono contenti perché ora i ragazzi hanno imparato ad aprirsi con loro, a non avere più paura.
Ogni venerdì si riuniscono tutti per condividere i problemi. Loro fanno anche da tramite con le scuole, per avere notizie sul rendimento e sul comportamento dei ragazzi.
Chiediamo se con il francese ci sono ancora problemi, e confermano che ce ne sono. Ora però alcuni insegnanti nelle scuole fanno lezione in malgascio.
Nelle ore di studio i ragazzi vengono divisi in tre gruppi: i grandi (scuole medie e superiori) tra maschi e femmine e i piccoli. Chiediamo perché non sono divisi per tipo di scuola, e ci raccontano di averci provato, ma hanno verificato che la soluzione adottata è risultata più proficua. Madame Zoé e Bruno non verificano se i ragazzi hanno fatto i loro compiti, ma restano a disposizione per dare loro aiuto.
Si lamentano perché i ragazzi non amano leggere e neppure ascoltare le notizie del telegiornale (ora il televisore è nel refettorio).
Quest’anno non si è organizzato il corso di ricamo e cucito, e la macchina da cucire è rimasta nel magazzino. Riescono a fare poche attività insieme perché a scuola c’è lezione anche il mercoledì pomeriggio, che sarebbe vacanza, e quasi sempre i ragazzi vanno a scuola per recuperi anche il sabato.
Continuano a utilizzare le prestazioni sanitarie presso il CDS della diocesi: ogni visita medica costa 5.000 ariary, altrove costa almeno 10.000. Quest’anno hanno avuto dei casi di bilarziosi e uno di cistocircosi.
A dicembre una ragazza è rientrata in famiglia perché ammalata (e sono rimasti 51 ragazzi), e un’altra ragazzina è “esterna”: l’associazione paga la retta scolastica ma lei vive con la madre.
Anche Razafy (la cuoca) dorme in una delle camere con i ragazzi, non ha una camera sua.
Per risparmiare hanno chiuso l’acqua dell’acquedotto e hanno utilizzato il pozzo. Questo va bene nella stagione delle piogge ma ad ottobre e novembre non c’era acqua e hanno utilizzato quella delle risaie (non va per nulla bene, poi si ammalano di bilarziosi).
L’acquisto del cibo viene effettuato in alcuni giorni da Hanitra e Haja in altri dalla cuoca alla quale vengono forniti i soldi per la spesa. Al mattino ai ragazzi non viene più dato il latte, ma il riso. La frutta viene data solo la domenica.
Esaminiamo le pagelle che sono già state ritirate e vediamo che i voti sono mediamente molto bassi: molti ragazzi sono stati promossi con voti inferiori all’11/20 e con la scritta “avvertissement”.
E’ necessario che si impegnino di più. Farò il riepilogo non appena avrò tutte le pagelle.
25 luglio 2013, giovedì
Come sempre, anche se è l’ultimo giorno, sveglia di buon’ora perché alle 7 abbiamo l’appuntamento con una signora proprietaria di un terreno sul quale si potrebbe costruire un allevamento.
Andiamo a vederlo con Michel, viene anche Emilia: il terreno è piccolo (2400 mq), vicino ad una scuola di Ceres (ONG francese di lusso), e le diciamo che non va bene. Ne vediamo un altro vicino alla vecchia discarica, è un po’ più grande (3800 mq) ma è una striscia lunga e stretta, ed il prezzo è eccessivo.
Passiamo poi dall’allevatore Ruffin che sta svezzando 1.000 pulcini ordinati da Renè per il nostro allevamento: saranno consegnati il 22 agosto quando avranno 8 settimane. Li acquista a Tanà all’età di un giorno e poi provvede a svezzarli. Padre Colombi paga i pulcini:12 milioni di ariary in contanti perché qui non si usa altro, saranno un chilo di banconote!
Mentre padre Colombi va in centro per commissioni varie e spese, col resto del gruppo andiamo a piedi alla casa famiglia di Maurice distante circa 300 metri dalla nostra. E’ tutto abbastanza ordinato, c’è l’orto coltivato: un gruppo di ragazzi sta aiutando a riparare un vecchio pulmino utilizzato come taxi brousse.
Maurice mi ha preparato le pagelle, l’elenco dei ragazzi di Mahaditra che aiutiamo e i conti. Ha fatto fare ad ogni ragazzo della casa famiglia una scheda nella quale per ogni mese sono state segnate tutte le spese sostenute per renderli consapevoli di quanto costano.
Gli spiego che non finanzieremo al momento la costruzione di una scuola di agricoltura perché non abbiamo trovato in ordine le altre scuole e perché prima è necessario capire se al villaggio c’è davvero interesse per questo progetto.
Si impegna ad andare con un tecnico a spiegare la questione alle persone del villaggio.
Padre Jean Debrè ci porta la richiesta di aiuto per l’acquisto di computer per gli studenti universitari che devono preparare le tesi.
Nei ritagli di tempo cerco di fare anche le valigie.
Nel pomeriggio, con ritardo, arrivano Hanitra, Haja e Michel e finalmente iniziamo la riunione anche con loro.
Si discute del rendimento scolastico, della gestione della casa, delle spese, dell’acqua, ecc. Si vedono i conti.
Una relazione della riunione: dell’Associazione Rainay sono presenti solo Michel, Hanitra e Haja, il vicepresidente, procuratore, è impegnato in tribunale e due consiglieri sono ammalati.
A giugno ha dato le dimissioni M.me Zoé, Michel sta cercando un educatore, ha fatto anche un annuncio alla radio, per ora nessuno si è candidato.
M.me Zoé dice che bisogna cercare un’educatrice che conosca i ragazzi, che sappia comunicare, che capisca i caratteri dei diversi ragazzi; ci sono più difficoltà perchè alla casa sono ospitati ragazzi di differenti età, dalle prime classi delle elementari a quelli che devono sostenere l’esame per il diploma, i ragazzi più grandi non vogliono accettare i consigli.
Ci sono 8 ragazzi che fanno il BAC e quindi 8 posti che si liberano per il prossimo anno scolastico.
Hanitra chiede a M.me Zoé se è veramente decisa ad andarsene, lei risponde che la figlia se ne va, perché il marito è stato trasferito in un villaggio sulla costa est, ci sono stati i ladri nella sua casa a Fianara, non sa trovare la soluzione. Michel la invita ad una attenta riflessione e poi a prendere la decisione definitiva, funzionale alla sua vita. Si discute un po’ sulle priorità, alla fine pare che M.me Zoé sia convinta di andarsene. (Nei giorni successivi alla mia partenza tornerà sui suoi passi e deciderà di rimanere ancora al suo posto).
All’inizio dell’anno scolastico Hanitra voleva proporre un contratto firmato dai ragazzi nel quale si impegnavano a raggiungere almeno la media dell’11, non è riuscita. Ora però i tempi sono maturi e chiediamo che per l’anno scolastico 2013/2014 si impegnino i ragazzi ad avere la media di almeno 12/20. Ricordiamo che non devono essere ammessi ragazzi che frequentano il liceo, soprattutto se non sono a pari con gli studi, Michel esprime il suo disaccordo affermando che secondo lui è importante ammettere ragazzi che frequentano gli ultimi anni delle superiori.
Mentre noi discutiamo sentiamo i ragazzi che sono in cortile a giocare, usciamo per mandarli tutti a studiare. Chiamiamo una ragazza che ha avuto un notevole calo del rendimento, è stata promossa con 9,53/20 “avec deliberation”. La ragazza dice che è molto triste perchè la mamma è morta quando lei era piccola, che da pochi mesi è morta anche la matrigna, che ora lei ha una zia che la aiuta ma anche questa ha problemi di salute, e la sua testa è andata in pallone. Piange disperata!!
Si torna a fare una riflessione sulla tipologia di scuole superiori da incentivare e anche Michel sottolinea che se la famiglia non può mantenere i figli alle scuole superiori sicuramente non li potrà mantenere all’università e quindi rischiamo di avere ragazzi delusi e che dopo anni di studio non hanno nessun mestiere. Se invece frequentano le scuole professionali alla fine hanno imparato un lavoro che gli può consentire di vivere. Possiamo cercare di dare un aiuto ai ragazzi che completano le professionali per iniziare un’attività.
Per il prossimo anno scolastico avremo alla casa famiglia in tutto 56 posti, utilizzando la camera che abbia recuperato; 8 ragazzi se ne vanno perchè termineranno le scuole superiori, una si è ritirata nel corso dell’anno scolastico, quindi possiamo accettare 12 nuovi studenti.
Michel dice che per il prossimo anno scolastico chiederà più riso alle famiglie dei ragazzi che devono sostenere gli esami perchè rimangono oltre un mese più degli altri. Hanitra ci chiede di acquistare delle coperte perchè le attuali sono vecchie e rovinate, ne servirebbero almeno 45 che costano circa 7.500 ariary l’una, in tutto circa 120 euro.
Chiariamo il problema biciclette da acquistare con il contributo dell’associazione A.Ri.Bi: erano state ordinate l’estate scorsa ma quelle francesi usate non sono mai arrivate, si compreranno pertanto quelle disponibili sul mercato che sono di provenienza cinese. Si passerà da padre Zocco che ne fa incetta per tutte le sue missioni.
Ci fornisce un po’ di conti: vanno verificati i versamenti da Ihosy perchè i dati sono discordanti.
Per la casa famiglia, Rainay rendiconta le seguenti spese:
- 22.391.490 spese scolastiche (rette, cancelleria)
- 16.280.000 cibo
- 2.213.000 carbone
- 2.300.520 per la salute
- 2.792.500 per l’igiene (saponi, dentifrici, detersivi)
- 2.695.333 acqua ed elettricità
- 2.695.000 stipendi agli educatori
- 2.445198 spostamenti
- 1.004.200 varie
totale 54.827.241 a cui vanno aggiunte le spese per luglio ed agosto, valutate in 1.024.200.
Ci rendiconta poi le spese per i 75 ragazzi di Ambositra:
- 13.995.150 per le rette scolastiche
- 6.116.465 per la cancelleria
- 868.000 per le varie.
Ci chiedono anche, visto che dall’anno scolastico 2013/2014 il progetto di Ambositra andrà verso la chiusura, con 50 e poi 25 ragazzi per l’ultimo anno, di prevedere un aiuto per alcuni dei ragazzi che andranno al nuovo liceo, perchè molte famiglie non si possono permettere neppure l’acquisto dei quaderni.
Facciamo anche il punto sulle mense, per quella di Manarinony ne abbiamo parlato con la direttrice, vediamo la relazione della scuola di Talata Ampano. Michel dice che il problema delle mense è la partecipazione dei genitori che dicono di non permettersi di sostenerne il 50%: 4 scuole gli hanno chiesto di poter partecipare ma si sono ritirate di fronte alla richiesta del loro contributo.
Per Talata Ampano abbiamo la relazione dalla quale si evidenzia come la gestione sia stata problematica e che la loro comunicazione della disponibilità versata dal FRAM non fosse realistica: l’accordo era noi diamo un importo corrispondente a quello che voi avete raccolto, dal rendiconto risulta FRAM 456.500, UnicoSole 1.852.500!!
Rainay ha recuperato 774.000 ariary non spesi da questa scuola.
Poi Messa e cena con tutti, anche con la torta e le meringhe fatte da Veronica, futura pasticcera.
Dopo cena ancora confronto con i ragazzi.
26 luglio 2013, venerdì
E’ il giorno della mia partenza, perchè, anche se il volo è alle 1.10 del 27, per arrivare a Tanà ci vogliono più di dieci ore di macchina.
E’ previsto che mi accompagni Haja con la “vecchia” Peugeot 306. Ci sono però problemi seri, la smontano, cambiano pezzi, avrei dovuto partire per le 7 ma sono le 10 quando riesco a partire, non con Haja ma con un fuori strada con autista. Persona molto corretta che guiderà molto pacatamente per tutto il viaggio e che mi chiede per il viaggio, carburante compreso, solo 300.000 ariary (poco più di 100 euro). Gli offro, come normale, il pranzo e la cena ed è molto contento. Passo dalle suore di Padre Noè a recuperare la mia valigia gialla che riempio di artigianato e approfitto per lavarmi e cambiarmi.
All’aeroporto nessun problema all’imbarco, mi chiamano poi per un controllo della valigia nella quale c’è solo artigianato in legno
Bene complessivamente il viaggio, sono talmente stanca che dormo persino alcune ore della notte. Arriviamo a Parigi con un po’ di anticipo, mentre ripartiremo per Milano con quasi un’ora di ritardo.
Nel pomeriggio il gruppo va a fare un giro al mercato del venerdì di Fianara.
27 luglio 2013, sabato
I superstiti del gruppo (senza Valentina e Massimo che rimangono alla casa con qualche problema di salute) vanno a vedere l’acquedotto di Sahamena ad Andrianjato Centre. Purtroppo ci sono grandi problemi, un ramo dell’acquedotto dal mese di febbraio scorso non funziona e molte delle 16 fontane sono chiuse o rotte. C’è pochissimo interesse da parte della gente e così Padre Colombi con Michel decidono di chiudere tutto. Dopo tre anni di funzionamento dell’acquedotto non hanno mai pagato la loro quota di partecipazione al mantenimento dell’acquedotto, che loro stessi avevano stabilito a 1 euro all’anno per ogni famiglia e non per ogni persona al di sopra dei 18 anni come aveva chiesto l’associazione. Il comitato dell’acquedotto dopo tre anni non ha combinato nulla, per cui decade automaticamente. Tutto è messo nelle mani del sindaco che di fronte alla sua gente si mostrava reticente alla decisione ma poi appena usciti dalla riunione ci ha ringraziati per la chiusura dell’acquedotto, in questo modo potrà rivedere radicalmente la sua gestione.
Gli accordi col sindaco sono che deve raccogliere la partecipazione di ogni famiglia in questi ultimi tre anni, fino al 31 dicembre 2013, aprire un conto bancario dell’acquedotto (mai aperto) e con questo denaro si potrà iniziare con l’elezione di un nuovo comitato che dovrà gestire, prima di tutto, la riparazione di tutte le rotture dell’acquedotto e la sua gestione.
Dal 1° gennaio 2014 la quota di partecipazione sarà di 1 euro all’anno per ogni persona al di sopra dei 18 anni, come richiesto fin dagli inizi dall’associazione.
Quella stessa sera, andando a chiudere le saracinesche dell’acquedotto alla sua sorgente, col sindaco ed alcune altre persone del vecchio comitato si è verificata la possibilità di immettere nel tubo dell’acquedotto una seconda sorgente che è a circa 400 metri più in basso dell’attuale sorgente. Questo acquedotto è il più grande finanziato fin ora dalla nostra associazione, che può essere ancora ampliato, se ben gestito. Michel dovrà seguire la messa in opera della nuova gestione dell’acquedotto.
Durante la stessa giornata abbiamo visitato la scuola media di Andrianjato Est dove due anni fa avevamo aiutato nella ristrutturazione di due aule. Abbiamo visitato tutta la scuola media, erano presenti i ragazzi di terza media per un pic-nic di addio in quanto la prossima settimana avranno gli esami. Ci siamo riuniti con il comitato dei genitori e gli insegnanti che ci hanno presentato il progetto per iniziare il liceo anche nel loro comune che fin’ora non esiste. Ora in Madagascar c’è la politica che ogni comune desidera avere anche il liceo.
28 luglio 2013, domenica
Il gruppo parte per Manakara con il pulmino di Haja per alcuni giorni di meritata vacanza al mare.
Padre Colombi rimane a Fianarantsoa perchè domani ritornerà a Ihosy dove rimane per tre giorni per valutare bene con René, Mme Claire e Jean Paul il futuro del nostro allevamento.