Diario di Elide, viaggio in Madagascar 18 agosto – 2 settembre 2010

Il mondo è un libro

e quelli che non viaggiano

ne leggono solo una pagina

Sant’Agostino

 

..per non dimenticare nulla, ho ritenuto utile tenere un “diario del viaggio”
annotando il più possibile
di quanto abbiamo visto
  Elide

18 agosto, mercoledi

Partiamo da Seriate Padre Gianluigi ed io alle 4.15 (del mattino) con Angelo, che ci accompagna a Malpensa. Nessun problema di bagagli, anche se padre Gianluigi non riesce a trovare nessun altro che voli da  Parigi a Tanà per “caricargli” un bagaglio in più, così Angelo è costretto a riportarlo indietro. A Parigi si atterra in un clima da autunno inoltrato: pioggia e 16°. Chilometri a piedi dentro l’aeroporto per andare dal terminal 2F, dove è atterrato il nostro aereo da Milano, al terminal 2C, dal quale parte il volo intercontinentale.

L’aereo è pieno, e ci assegnano 2 posti centrali, ma Gianluigi riesce a trovare 2 finestrini in coda e così traslochiamo per goderci il panorama: raramente si fanno voli così lunghi di giorno. Si vola bene, ma il viaggio è tanto lungo: 10 ore e 15 minuti.

Per fortuna mi ero svegliata talmente presto il mattino che riesco ogni tanto ad appisolarmi.

Durante il viaggio discutiamo della situazione delle due associazioni malgasce con le quali cooperiamo, in particolare di Rainay: Gianluigi mi informa che ha rinnovato il direttivo. Proprio da Rainay facciamo fatica ad ottenere la documentazione dell’utilizzo dei fondi che inviamo, e riflettiamo sull’opportunità di assumere una persona part-time che si occupi di questa attività, e magari di acquistare allo scopo anche un piccolo PC portatile.

Abbiamo portato con noi 20.000 euro in contanti per pagare la seconda parte della scuola di 3 aule (circa 12.500 euro). Abbiamo preferito non includere la cifra nei bonifici inviati prima della partenza, e arrivati 5 giorni dopo, perché non avevamo la conferma della completa realizzazione dei lavori.

Decidiamo inoltre di cambiare gli euro in modo “ufficiale”.

Discutiamo anche del progetto di Ihosy: il terreno è stato acquistato con soldi di Gianluigi lasciati lo scorso anno. Personalmente, ritengo indispensabile avere informazioni più complete: utilizzare i fondi in questo progetto comporta il rischio di non avere più disponibilità per il sostegno delle attività scolastiche.

L’aereo arriva abbastanza puntuale. Lunghe le formalità, ma scopro con piacere che ora il visto per un periodo inferiore ai 30 giorni è gratuito (risparmio di 60 euro!).

All’aeroporto c’erano ad attenderci Haja e il fratello di Hanitra, Mamy. Alle 23.50 (ora malgascia, 1 ora in più dell’Italia) siamo all’hotel Anjara, senza ascensore: ci assegnano una camera al quarto piano e quindi dobbiamo portare su a mano tutti i bagagli.

19 agosto, giovedi

Sveglia presto: la colazione è prevista per le 7 che poi, mora mora, diventano le 7.30.

Alle 8 si esce. Il cognato di Renè, che vive a Tanà ed è poliziotto,  si occupa della trascrizione del visto di Gianluigi sul nuovo passaporto. Per gli altri problemi di carattere burocratico preferiamo andare direttamente al Ministero dell’Interno dove ci aspetta una cugina di Hanitra che ci aiuta a sistemare tutto. Sembra di essere in Italia: lo stile degli uffici è molto “ministeriale”, ci sono però PC a schermo piatto su tutte le scrivanie.

Per il cambio degli euro, dopo aver girato alcuni uffici che ci avrebbero cambiato 1.000 euro al giorno, ne troviamo uno disponibile a cambiare tutto in una volta a 2740 ariary per 1 euro.

In giro per Tanà, considero che c’è  sempre tantissima gente: tutti commerciano in qualcosa, il traffico è sempre più caotico e l’inquinamento fa lacrimare gli occhi e pizzicare la gola.

Per il resto, anche a distanza di 14 anni dal primo viaggio e di 6 dall’ultimo, poco è cambiato. Si, qualche palazzo ipertecnologico, qualche centro commerciale, ahimè..

ma le fogne a cielo aperto ci sono sempre, la gente ammucchiata in pochi metri quadrati, le infinite bancarelle, quelli che pescano nell’acqua sporca del lago, quelli che fanno i mattoni, quelli che spaccano le pietre, quelli che frugano nella spazzatura.

La novità sono centinaia di ombrelloni che riparano tavolini che funzionano da call center. Non ci sono manifestazioni, non c’è agitazione, la crisi politica non si vede, ma sempre più persone perdono il lavoro.

Il cognato di Renè ci invita a pranzo a casa sua: ha cinque figli, gli ultimi 2 sono gemelli di poco più di 1 anno (erano 3, ma uno è morto a 40 giorni). Vivono in una casa dignitosa ma piccolissima per la quale pagano 25 euro di affitto al mese. Può sembrare poco ma non con uno stipendio di 70-80 euro! Ci offre un pranzo malgascio, a base di pollo e riso.

Nel pomeriggio si va alla Digue per comprare un po’ di oggetti di artigianato per i mercatini dell’Associazione: anche qui nulla di nuovo, le solite cose, che si contrattano fino allo stremo!!

Alle 19 abbiamo appuntamento al ristorante con monsieur Bruno,che si presenta con tutta la famiglia, moglie e 3 figli. Il più grande (e gigantesco fisicamente) vuole fare il dentista e vorrebbe una borsa di studio per venire a studiare in Italia. Devo ricordare di mandargli qualche informazione e qualche indirizzo internet dove trovare qualcosa di utile.

Con Bruno parliamo della situazione del paese: fortunatamente parla in francese e senza la doppia traduzione riusciamo a discutere meglio. Esordisce dicendo che il Madagascar sta andando a scatafascio perchè gli interessi economici sono messi al primo posto: non essendoci alcun controllo, ognuno fa quello che vuole, soprattutto i capitali stranieri. Ci sono porti non controllati, o meglio divenuti tali con la connivenza della polizia, dai quali parte di tutto, persino navi piene di tronchi di bois de rose.

Continua: è un momento di incertezza. Nonostante le casse dello Stato siano piene non si fa nulla. E’ stato messo in piedi un sistema puntuale di controlli per evitare che chi è al potere rubi, ma bisognerà vedere se funzionerà.

L’ informazione è manipolata: una società americana gestisce la diffusione delle notizie, che vengono selezionate per essere nascoste o amplificate (sembra di essere in Italia!!). Il rapporto sul Madagascar pubblicato ad aprile 2010 dalla UE rappresenta una situazione non veritiera; ne ha parlato anche con l’ambasciatore francese e con altri politici ma non ha ottenuto nulla.

Le notizie divulgate all’estero sulla guerriglia in terra malgascia non corrispondono al vero, ma hanno disincentivato il turismo e aggravato i problemi economici.

La gente non ha soldi e soprattutto non ha prospettive. Questa situazione che doveva essere transitoria si sta trascinando da mesi: mentre tutti aspettano, le attività economiche muoiono. Non sono stati rinnovati neppure i contratti per la zona franca di  Tanà e le società straniere se ne sono andate, lasciando centinaia di capannoni vuoti e migliaia di persone senza lavoro. Le interferenze esterne sono pesanti: la conferenza degli stati africani, la UE, la Francia, gli States, il Madagascar è in bilico tra francofonia e anglofonia.

Insomma, pare che le sorti del paese debbano essere decise da altri anziché dal popolo malgascio.

Abbiamo parlato anche della tragedia della deforestazione, e della moda chic di mangiare la carne di lemuri che così rischiano l’estinzione. A proposito dell’estrazione delle pietre preziose, ha sostenuto durante le riunioni che è meglio mantenerle nel loro scrigno sotto terra, altrimenti rischiano di diventar una miccia per la guerra.

In tutto il paese esistono solo 5 università pubbliche, tutte affollatissime, perchè il Governo non ha avuto la lungimiranza di crearne almeno una per ognuna delle 20 regioni esistenti.

Lui si occupa ormai a tempo pieno della Commissione per il controllo del referendum sulla nuova costituzione, che è previsto per il 17 novembre 2010, dopo il quale si passerà alle elezioni e alla nomina del nuovo Governo e del nuovo Presidente.

A breve ci sarà un incontro dei “saggi” (1500-2000 persone), provenienti da tutti i Comuni del paese, che si riuniranno a Tanà. Saranno create finalmente le liste elettorali e ognuno potrà votare solo se presente nelle liste e nel luogo in cui è inserito (era pratica diffusa caricare la gente sui camion e portarla a votare “altrove”).  Dobbiamo seguire con attenzione quello che accadrà anche cercando informazioni alternative a quelle ufficiali.

Bruno è sicuro che vincerà il SI alla Costituzione (ho chiesto cosa sarebbe accaduto se avesse vinto il NO), perché i malgasci dicono sempre SI. Ognuno, però, voterà senza sapere cosa è scritto nella nuova Costituzione!!

La Chiesa non ha preso alcuna posizione.

Venerdi 20 agosto

Stamattina viene a salutare Padre Gianluigi una suora che è stata a Torino, poi arriva anche la sorella di Hanitra che ora lavora a Tamatavo e che ha viaggiato in taxi brousse tutta la notte. Facciamo una colazione comunitaria che invade tutta la sala dell’Hotel!

Poi andiamo da Padre Pedro che ci onora del suo tempo.

E’ sempre una persona eccezionale, con un fascino immenso, e fisicamente l’ho trovato meglio che nel 2004.

Esordisce dicendo anche lui che il Madagascar sta andando a rotoli ma lui non può mollare perché ha 3.000 operai da pagare ogni settimana:  non è un imprenditore, ma un prete. Deve andare avanti perché ci sono i poveri e gli ammalati dei quali nessuno si occupa.

Invita Padre Gianluigi a portare avanti le sue proteste sul fatto che la liturgia deve cambiare: la Messa deve essere un momento di preghiera comunitario. Non ci devono essere tante messe ma una sola che riunisca tutta la comunità.

Racconta che in Canada c’era una messa ogni ora, ma gli era stato detto di non far durare la Messa più di 40 minuti perché gli altri 20 minuti servivano a smistare il traffico in entrata e in uscita dal parcheggio fra una messa e l’altra.

La Messa è diventata solo un “rito” e anche i paramenti dei sacerdoti, vescovi seguono una propria “moda” e sono considerati importanti!!

Ritorna alla situazione della sua comunità: ci sono ancora persone che retribuisce giornalmente perché in altro modo non sono in grado di gestirsi; i più, però, li paga settimanalmente per costringerli ad imparare a programmare, a far durare i soldi da lunedì a domenica. Aggiunge “ far durare 6-7 euro 1 settimana è davvero un’arte…ma ci riescono!”.

Stamattina avevo chiesto a Gianluigi come sarebbe continuata l’attività della comunità dopo di lui. Padre Pedro parla della scuola: ha già formato oltre 200 istruttori (professori e maestri) e questo consente alla scuola autonomia e capacità di continuare nel tempo..

Questa è già un’ottima risposta. Per il resto,  quello che c’è, rimane: le case, le attività, le scuole, le palestre, i campi sportivi, e l’Associazione sicuramente farà continuare tutto.

Racconta che ogni pomeriggio gira per il villaggio per incontrare la gente: se non lo facesse, finirebbe con il parlare di cose che non conosce!

A proposito della Cattedrale nella cava, dice che vi celebra le Messe delle feste infrasettimanali, ma al mattino presto, per  consentire alla gente di andare poi lavorare, perché al lavoro è legato il salario e la possibilità di sfamarsi.

Le feste infrasettimanali le hanno inventate gli europei, che sono ricchi e programmati.

Continua: tante autorità mi cercano per chiedere aiuto, ma ricevo sostegno anche da persone che  non ho mai conosciuto. Ci racconta che un signore francese, che viveva in Madagascar dopo aver lasciato la famiglia, alla sua morte ha lasciato tutto a lui. Il figlio è venuto dalla Francia per incontrarlo e gli ha detto che apprezzava la buona scelta di suo padre, e si è impegnato personalmente a dare ogni anno un contributo.

Gianluigi gli consegna, per conto di UnicoSole, 500 euro che lui definisce “un bric” (un mattone).

Partiamo per Ambositra con a bordo anche i due bimbi di Hanitra che erano in vacanza a Tana.

Il viaggio è lungo e faticoso, approfittiamo per mandare un po’ di sms ai soci, alcuni dei quali rispondono subito.

Lungo la strada, che percorro per la terza volta,  le stesse casupole di fango e mattoni crudi, le bancarelle con gli oggetti di paglia e quelle con i camion di legno sono al solito posto così come quelle delle carote…concludo amaramente che in 14 anni quasi nulla è cambiato.

Questo paese paga i costi della globalizzazione senza averne alcun beneficio.

Stasera a cena primo incontro con il Presidente di Rainay, Michel e con Hanitra, il tesoriere.

Con il Presidente  iniziano i primi confronti. Anche lui dice che il paese è in difficoltà, ma la crisi non è  sociale bensì politica. Ci ringrazia del coraggio che abbiamo avuto a venire perché ci sono bande armate che percorrono la RN7!

Conveniamo sulla necessità di rendere più frequenti i nostri rapporti, di predisporre relazioni, di scambiarci notizie.

Sabato 21 agosto

Sveglia alle solite 6.00.

Oggi primo impegno ufficiale  come presidente: l’inaugurazione della scuola secondaria (2 aule) di Vohimalaza.  Ho un po’ di preoccupazione perché non capisco il malgascio e se non c’è Gianluigi che mi traduce o qualcuno che parla in francese, mi sento isolata.

Poi si va nella brousse; partecipano alla cerimonia il sindaco di Ambositra II (la periferia e la brousse), il Provveditore agli studi provinciale e regionale (che ci raggiungono con la macchina ufficiale del CISCO), oltre ai saggi del villaggio e al comitato dei genitori. Sono presenti pochi alunni tra quelli che frequentano la scuola (che è già stata utilizzata per le lezioni degli ultimi mesi dell’anno scolastico 2009-2010), perché, ci viene detto, sono andati in vacanza!!!??? (vista la situazione economica ci sembra assai improbabile: forse lavorano..).

La direttrice ci ha dato i dati del numero degli alunni iscritti, frequentanti e promossi.

La cerimonia inizia con l’alzabandiera; il sindaco del villaggio (vispo 74nne) ringrazia l’associazione, saluta tutti secondo il rito malgascio ringrazia Dio (la cosa mi stupisce, dato che è nella sua veste ufficiale),  e sottolinea l’importanza della nostra collaborazione, e dell’istruzione. Conclude dicendo che la scuola è stata costruita secondo le regole e dovrà durare anche per i loro nipoti.

Anche i due provveditori ringraziano e si impegnano a trovare i soldi per i banchi, che ancora non sono riusciti a fornire.  L’altra scuola che i genitori hanno cominciato a costruire da tempo non è ancora terminata. Ci regalano danze e, come sempre, un’accoglienza calorosa.

Gianluigi non sta bene, è stato colpito da vomito e dissenteria.

Dopo il pranzo andiamo a vedere l’altra scuola, a Andrainarivo, ancora in costruzione.

La sera, dopo cena chiediamo a Michel informazioni sulla modalità con cui sono scelti i ragazzi di Ambositra ai quali diamo il contributo scolastico di 100 euro all’anno. 

La segnalazione viene dai direttori delle scuole medie e lui sceglie, dopo aver incontrato i genitori. Non ha però nulla di scritto. Gli chiediamo di impegnarsi a compilare una fiche per ogni ragazzo, e lui accetta. Ne concordiamo il contenuto. Ci informa che, al termine dell’anno scolastico, un ragazzo si è diplomato, mentre per 3 studenti non meritevoli viene sospeso l’aiuto.

Michel ci aveva chiesto il contributo per altri 25 ragazzi: dato che l’ attività di sostegno scolastico è iniziata due anni fa e per ora ci sono due “classi”da 25, con l’anno scolastico 2010-2011 dovremmo andare a regime, visto che si tratta di ragazzi che frequentano il liceo  triennale. Mi impegno a portare all’associazione la proposta.

Parliamo anche della mensa scolastica del villaggio di Manarinony. Qui Unicosole ha ripristinato il canale di irrigazione e ha assunto l’impegno temporaneo di sostenere la mensa, in attesa del ritorno alla redditività della terra.

 Nel villaggio è stata inoltre portata l’acqua potabile: la popolazione si era impegnata a provvedere autonomamente. Proponiamo per il prossimo anno scolastico il finanziamento della mensa per il 50% al massimo, e cercheremo qualche altra scuola di villaggi in difficoltà per finanziare la mensa scolastica.

Si discute del contributo che gli abitanti devono versare per l’utilizzo dell’acqua: Michel dice che la gente non vuole pagare. Gianluigi ribadisce che le quote da raccogliere dovranno essere utilizzate per finanziare il 50% del costo della mensa. Vedremo domani.

Domenica 22 agosto

Messa a Manarinony e benedizione della statua della Madonna Immacolata (comprata da Gianluigi nel viaggio) che viene messa nell’edicola al posto di quella rubata, per ricordare i 5 anni di attività dell’Associazione e nella speranza di proseguire almeno per altrettanti.

La cerimonia dura dalle 9 alle 12, con la Chiesa pienissima, con tantissimi bambini molto disciplinati. Vengono chieste 3 offerte e per 3 volte la gente esce dai banchi e si mette in fila per deporre il proprio soldino: il tutto dura oltre mezz’ora!

Finita la messa, incontriamo i genitori della mensa scolastica e i responsabili delle fontane.

Dopo i rituali saluti, il direttore della scuola primaria ci da alcune informazioni.

La scuola è nata nel 1986, ci sono 215 alunni e 6 insegnanti di cui 2 pagati dalla FRAM (Comitato dei genitori). I ragazzi vengono anche da 5 frazioni limitrofe. C’è poco abbandono scolastico, e i ragazzi bocciati ripetono le classi. I due supplenti vengono pagati in natura, con il riso. 

Ognuno dei 98 genitori contribuisce con una scatola e mezza di riso non pilato (6 kg ciascuna); in tutto 588 kg di riso da pilare per ciascun supplente, che pulito si riduce a poco più della metà. Una scatola di riso da pilare di 4 Kg vale 11.000 Fmg, cioè 2.200 ariary.  Tutto il riso costa 323.400 ariary che, al cambio di 2.700 ariary per 1 euro, sono  circa 120 euro. Questa è la retribuzione in natura per un anno scolastico per 2 maestri supplenti. Ci racconta poi che la popolazione si dedica alle coltivazioni e all’allevamento e quando non piove non c’è lavoro; l’unica attività di lavoro è rappresentata dal fare carbone (ma ormai non c’è più legna); il guadagno di una giornata di lavoro e di circa 7.500 Fmg al giorno, cioè 1.500 ariary, quindi meno di 1 euro.

La mensa scolastica è pertanto indispensabile nei periodi di crisi alimentare. Inoltre, grazie alla mensa la percentuale dei promossi è molto migliorata.

I genitori hanno deciso, nonostante i loro problemi economici, di contribuire con 6000 ariary (poco più di 2 euro) a testa per l’anno scolastico 2010-2011.

Il presidente di Rainay chiede notizie sui contributi per l’acqua.

Il Presidente del Comitato conferma di non aver ancora incassato nulla, ma si impegna a seguire le famiglie con più attenzione per sostenere la mensa.

Discutiamo per un’ora buona della preziosità dell’acqua, del fatto che l’acqua potabile ha eliminato le malattie intestinali e concludiamo con il nostro impegno a finanziare il 50% della mensa scolastica e quello della comunità per l’altro 50%, pagando il consumo dell’acqua.

Il direttore ci spiega l’organizzazione della mensa: il tesoriere acquista quanto serve ogni due settimane, alcuni genitori, a turno, cucinano nel cortile antistante la scuola e  i ragazzi mangiano in classe. Questo  il menù: ogni giorno riso e mezza baguette per ragazzo con il latte condensato, e due volte alla settimana pasta con carne macinata.

Una mamma viene con la figlia a ringraziare l’Associazione che l’aveva aiutata quando ha perso il marito. La ragazza ora si è laureata.

Consegniamo  al Presidente dell’acquedotto la documentazione sulle api preparata da Fornoni, e lui ci fa vedere alcuni alveari aggrediti da una farfallina che ha rovinato le cellette.

Alle 14 si parte per la casa natale di Michel dove si pranza seduti a terra sulle stuoie.

Durante il pranzo parliamo con la direttrice della scuola media di Tsarasaotra, dalla quale provengono alcuni dei ragazzi che Unicosole  sostiene ad Ambositra per la frequenza al liceo.

La scuola ha circa 400 alunni, ripartiti nelle classi dalla 6me alla 3me, i risultati sono scarsi, in particolare la 5me è una classe problematica perché di transizione per la riforma  del sistema scolastico. 43 ragazzi su 54 hanno superato  l’esame di terza media.

Le chiediamo i criteri coi i quali nel 2009 ha presentato i ragazzi all’Associazione Rainay: ha segnalato ragazzi bravi con difficoltà economiche e per i quali i genitori si sono a farli studiare per i 3 anni del liceo, e  l’Associazione ha deciso. Nel 2009, su 36 promossi ne ha segnalati 20, e ne sono stati accolti 16 perché 4 hanno smesso di studiare.

Noi chiediamo che i posti vengano ripartiti in proporzione agli alunni di ciascuna delle tre scuole di provenienza, dopo un’attenta valutazione delle situazioni singole.

Chiediamo a Michel le fiches dei ragazzi sostenuti lo scorso anno scolastico e di quelli nuovi che sceglieranno per il prossimo, ribadendo che la scelta deve tenere conto del merito e del reddito familiare. Invieremo la somma residua, necessaria per gli ulteriori 25 ragazzi, solo dopo aver ricevuto tutta la documentazione.

Chiediamo al Presidente di Rainay di descriverci come vengono utilizzati 100 euro annui di contributo. I ragazzi che hanno le famiglie nella brousse vivono a pensione ad Ambositra e frequentano le scuole lì; il nostro contributo serve per pagare la retta mensile della scuola (mediamente 11.000 ariary al mese per 10 mesi), il materiale di cancelleria, la divisa scolastica e le tasse di iscrizione e, in alcuni casi anche per un contributo alimentare quando la famiglia non ha le possibilità. I fondi sono gestiti da Rainay: il presidente ogni mese viene ad Ambositra e paga quanto previsto per quel mese.

Definiamo insieme il contenuto della scheda ed alcuni criteri di gestione.

L’impegno di UnicoSole sarà per 7.500 euro l’anno: finora ne abbiamo inviati 5.000.

Lunedi 23 agosto

Alle 8 si parte per andare a vedere il bacino dell’acquedotto di Manarinony e la situazione delle fontane (ieri non ce n’è stato il tempo). Ci accompagna il presidente – apicoltore. Ci dice che ieri un signore un po’ squilibrato e molto affamato ha rotto con un bastone la porta di casa sua.

Racconta che la gente è molto impegnata nei funerali dei “morti secchi”, ai quali tutto il villaggio contribuisce, per cui ha pochi soldi e poco tempo per coltivare, infatti non sono ancora state vangate le risaie e questo impedisce alle radici vecchie di farsi concime; vangheranno a ridosso della stagione delle piogge, il terreno sarà poco fertile e la produzione sarà scarsa.

Vediamo il canale finanziato da UnicoSole nel 2007 che è ancora in buone condizioni.

Lui dice che l’acqua è calata e un ramo del canale ne sottrae all’altro. Il villaggio pare davvero molto povero.

Mentre andiamo verso il bacino faccio un po’ di foto ai bimbi che si divertono a vederle sulla macchina fotografica.

Il bacino non è pieno, la portata del tubo che arriva dalla sorgente è al 50%, ci confermano di non aver mai pulito i filtri alla sorgente!! Qualche bimbo ha ancora la bandana di UnicoSole dello scorso anno e la mostra orgoglioso.

Quello che facciamo è davvero una goccia nel mare, speriamo che ce la facciano a finanziare il 50% della mensa.

Ci spostiamo ad Andrianarivo per l’inaugurazione della scuola media di 3 aule non ancora finita. Ci hanno preparato lo striscione di Tonga soa (benvenuti) e applaudono calorosamente al nostro arrivo.

Il direttore della scuola, dopo i ringraziamenti, ci informa che la scuola è iniziata nel 2004-2005 a spese dei genitori con 32 alunni e 2 maestri. Attualmente gli alunni sono 330 in 8 classi, con 15 maestri di cui 7 pagati dai genitori.

La scuola è statale dal 2007 ed è organizzata in 4 plessi diversi e distanti: ora con la costruzione della nostra scuola almeno due sono vicini.

I risultati non sono buoni: nella classe finale lo scorso anno ci sono stati 29 promossi su 55, quest’anno 41 su 87.

Viene poi data la parola “alla testa del paese”, il sindaco, che come tutti ringrazia Dio che fa realizzare i progetti. L’arredamento, per un valore di 5 milioni di ariary (circa 1.850 euro), sarà fornito dal Comune, che ha come proprie entrate le tasse che tutti quindi devono pagare. Informa che dal 2006 hanno chiesto il liceo; nell’anno scolastico 2009-2010, 120 ragazzi hanno finito la terza media e dovranno trovarsi una scuola da frequentare.

Prende poi la parola il vice provveditore che sottolinea come tutti chiedano aiuto. Fa presente che deve essere sistemata la pratica per la cessione allo Stato del terreno sul quale è stata costruita la scuola, cosa ancora non avvenuta.

Rappresenta la situazione delle scuole nella provincia: ci sono 32 scuole medie e 105 scuole elementari, mancano gli insegnanti, mancano 80 titolari nelle scuole elementari e 180 nelle scuole medie; ci sono 150 maestri in formazioni che dovranno servire per 8 province!! Prosegue: nelle scuole avvengono molti furti, sono state rubate addirittura le porte in ferro per poterle fondere e fare vanghe.

Le necessità del paese sono molte: non solo scuole ma anche ospedali.

Il provveditore regionale ci ringrazia per le due scuole che abbiamo finanziato nella provincia, ammonisce che le scuole vanno tenute bene, invita tutti a chiedere ai propri figli istruiti ed emigrati di ritornare ad insegnare nella propria terra d’origine. I licei sono cresciuti del 200% negli ultimi anni. Illustra la nuova politica del Governo sulla scuola: dove ci sono scuole elementari e medie ci sarà anche il liceo, ma per le nuove costruzioni viene messo a disposizone un budget annuo di 40 milioni di ariary; la scuola da noi costruita è costata 69 milioni di ariary.

Dopo il pranzo andiamo a fare la spesa di oggetti di artigianato in legno e corno, da Jean ad Ambositra e solo verso le 5 riusciamo a partire per Fianarantsoa. Arriviamo dopo le 9, viaggiando per oltre 3 ore al buio, l’Africa di notte è sempre nera!!!

Siamo a casa di Hanitra.

Martedi 24 agosto

In mattinata visitiamo alla casa famiglia Rainay, che trovo molto sporca e sciatta, nonostante siano presenti gli educatori e tre ragazzi della scuola per aiutare nelle pulizie. Domani pomeriggio ci incontreremo per la riunione ufficiale.

Poi andiamo da Padre Maurice, all’associazione Miaraka Aminy. 

Visitiamo la casa famiglia e ci spostiamo all’altra casa a Soanierama, dove ha iniziato l’attività di allevamento dei pulcini per l’autofinanziamento. Mi spiega come coinvolge i lavoratori e le loro famiglie nel suo progetto. Chiariamo alcune cose in merito alle informazioni e alle relazioni che ci deve fornire. Vediamo i lavori per la sistemazione della cucina e del muro di cinta, per i quali ci aveva chiesto 3.200 euro, che gli abbiamo mandato.

Mi dà una copia della fiche che utilizza per scegliere i ragazzi da ammettere agli aiuti. Ha 12 ragazzi nella casa famiglia ed altri 20  che invece rimangono nei villaggi e che sostiene con un contributo alla famiglia. 

Aiuta le famiglie a piantare e coltivare i terreni, con i fagioli e con la ravitsara, pianta medicinale utile per le malattie polmonari. Ogni famiglia ha ricevuto 5 piante di ravitsara; il prima raccolto ha dato  500 Kg di foglie e con il ricavato della vendita hanno acquistato 2 piante nuove per ogni Kg di foglie, complessivamente 1.000 piante, ed ora dispongono di 3.200 piante in tutto. Vorrebbe mettere in piedi una distilleria per l’olio essenziale, ma lo sconsiglio, data la delicatezza delle operazioni di distillazione e considerato  che c’è chi compra le foglie.  Dice che genitori dimostrano interesse alla coltivazione. 

Mi spiega che occorrono 250 kg di foglie per ottenere 1 litro di olio essenziale, che viene pagato 100.000 ariary: in pratica, al momento, con i 500 kg di foglie raccolte, hanno realizzato 200.000 ariary (euro 73); le piante acquistate sono costate 200 euro, e possono produrre per molti anni (circa 50), anche con 2 raccolti all’anno. E’  anche un modo per dare una prospettiva per il futuro ai ragazzi.

Alla casa di Soanierama c’è l’allevamento dei polli da ingrasso. Il primo gruppo era di 50 pulcini, sono stati venduti 45 polli ricavando 252.000 ariary, a fronte di una spesa totale di 232.080 ariary. La differenza ha consentito di comprare altri i 100 pulcini e di sostenere le spese della casa e del cibo. 

Sempre con lo stesso ricavato, inoltre, Padre Maurice ha messo in piedi un piccolo negozio di tutto (molto ben tenuto) per il quale ha avuto l’autorizzazione sperimentale fino al 31 dicembre 2010, grazie alla quale per ora non paga nessuna tassa. Se andrà bene, dal 1 gennaio 2011 dovrà essere tutto registrato: lavorano bene. 

Al momento ci sono 100 pulcini (è il terzo gruppo perché il secondo è andato arrosto a causa dell’incendio della segatura utilizzata per far funzionare la stufa che li scalda).

I pulcini sono curati da 2 persone che per ora non ricevono uno stipendio, ma  solo vitto e alloggio, ed inoltre si occupano dell’orto, di fare mattoni, ecc.

Gli diciamo di predisporre un progetto per il finanziamento del pollaio che ci ha richiesto accompagnato da una relazione con le motivazioni; serviranno circa 50 milioni di ariary per la costruzione dei pollai e 4.500.000 per l’acquisto dei pulcini e del mangime (circa 20.000 euro).  Preparerà il tutto prima della mia partenza.

Nel pomeriggio Padre Maurice ci accompagna da una coppia di svizzeri dell’Associazione Il FOYER che vivono ormai da alcun anni a Fianarantsoa e che hanno creato una Cooperativa per la produzione di indumenti, assumendo ragazzi e ragazze che vengono dall’Orfanatrofio o ex bambine prostitute o figli di famiglie poverissime. Hanno creato un complesso molto bello e ben curato, quasi un angolo di Svizzera in Madagascar: oltre al laboratorio, hanno una casa famiglia per 7 ex bambine prostitute, la nursey per i bambini delle dipendenti, un bel giardino.

Ci danno una copia del loro statuto: ci interessa per le attività di autofinanziamento che stiamo progettando. Nonostante facciano lavorare circa 60 persone, abbiano 3 rappresentanti in giro per il paese, al momento non riescono ad avere utili, e l’Associazione deve coprire circa 20.000 euro di perdite all’anno.

Vicino alla loro, c’è la struttura di don Mazzi, della quale ci rappresentano alcuni problemi: la discontinuità dei collaboratori stranieri e il fatto che si occupa solo di formazione senza poi cercare un’attività per i ragazzi formati.

Nel tardo pomeriggio riunione con una parte del direttivo dell’Associazione Rainay, sono presenti solo il presidente e il vicepresidente, che hanno predisposto l’ordine del giorno:

  • Rendiconto
  • Acquisto terreno ad Ihosy
  • Risultati degli esami.

Il presidente ci informa che i soci attualmente iscritti all’Associazione sono 10, il direttivo è composto da 6 persone.

A proposito dell’acquisto del terreno, Michel riferisce che il direttivo ha deciso di dedicarsi ad attività di autofinanziamento. L’acquisto per ora è stato effettuato utilizzando i soldi personali che Padre Gianluigi aveva lasciato lo scorso anno.  Ci riassume poi i numeri relativi all’attività scolastica dei ragazzi della casa famiglia e stabiliamo che i ragazzi che non vengono promossi non possono rimanere nella casa per l’anno successivo. Si potrà fare eccezione per i ragazzi che frequentano il primo anno all’arrivo dal villaggio.

Domani ci incontreremo alla casa famiglia, anche con gli educatori.

Mercoledi 25 agosto

Come sempre sveglia all’alba: andiamo ad inaugurare l’acquedotto di Sahamena- Andrianjato. E’ un progetto al quale nel 2010 abbiamo contribuito solo con un finanziamento aggiuntivo di 2.500 euro per 3 ulteriori fontane: i lavori erano ad un punto morto per diverbi tra i diversi villaggi. L’acquedotto serve, con 16 fontane,  1.500 persone che abitano in 12 piccoli villaggi. Il bacino ha una capienza di 45 mc ed è stato previsto considerando la crescita della popolazione per i prossimi 15 anni.

Alla cerimonia sono presenti, oltre alle autorità locali, l’ingegnere del Ministero delle Acque e il Prefetto (donna!!). L’acquedotto è costato complessivamente 65 milioni di ariary (circa 24.000 euro), il contributo della popolazione è stato circa del 10 %.  Viene specificato che il costo sostenuto per l’acquedotto è pari a quello di una mandria di 120 zebù.

Il rappresentante del Ministero dice che l’impegno del Governo è di garantire, per il 2015, acqua potabile per il 50% della popolazione: qui siamo al 35%. Riconosce al sindaco il merito di aver cercato aiuto all’Italia e di aver lavorato in collaborazione con tutti gli enti interessati e ribadisce che per la gestione comunitaria dell’acquedotto è fondamentale che ognuno paghi la propria quota per l’utilizzo dell’acqua e che tutti siano responsabilizzati: chi rompe dovrà pagare le riparazioni. Certo.. i rubinetti già gocciolano!! Andiamo a vedere anche la captazione alla sorgente.  La Tv di Fianarantsoa riprende l’evento. Abbiamo chiesto la cassetta con la registrazione.

Poi pranzo con i consueti rituali. 

Nel tardo pomeriggio torniamo alla casa famiglia per la riunione: Michel non è presente perché accompagna Haja all’assicurazione (ieri sera mentre  andava  a prendere la balla di vestiti usati da portare al carcere di Ihosy, una macchina gli è andata addosso ad un incrocio sfondando la portiera di sinistra). 

Ci sono Bruno e la moglie (ex membro del direttivo di Rainay, ora non più socia), e madame Joel (mamma di Haja) e la cuoca.

Analizziamo la situazione di ognuno dei 52 ragazzi, prendendo visione di tutte le pagelle, raggruppandoli per scuola frequentata. 6 ragazzi sono stati bocciati e la media dei voti in pagella è per quasi tutti bassa.

Gli educatori confermano che trattandosi di ragazzi che sono partiti svantaggiati, dopo 4 anni, avendo a disposizione tutto il tempo che vogliono per studiare, dovrebbero fare meglio ci sono ragazzi non motivati, che studiano poco.

Riferiamo della decisione riguardo i bocciati e gli educatori concordano sulla necessità di non riammettere alla casa anche i due nuovi bocciati perché assolutamente non interessati allo studio.

Pertanto per  il prossimo anno scolastico nella casa si liberano 7 posti: 6 bocciati e 1 diplomato. Puntualizziamo insieme con gli educatori alcune regole che riferiremo al Presidente Michel:

Gli allievi bocciati non vengono riammessi per l’anno successivo; unica eccezione, da valutare in  base alle situazioni concrete, per il primo anno di permanenza nella casa famiglia, visto lo svantaggio da cui partono i ragazzi avendo frequentato scuole della brousse; devono essere ammessi studenti con voti buoni e un buon curriculum scolastico; è meglio scegliere alunni delle scuole elementari e medie ed eventualmente del primo anno del liceo, se a pari con l’età; evitare di ammettere ragazzi nell’anno in cui devono sostenere esami; della stessa famiglia, non più di due figli.

Esaminiamo la situazione della cucina: la cuoca (nuova) inizia il suo lavoro alle 4.30, alle 8 va al mercato a fare le provviste, prepara tre pasti al giorno. Ogni settimana, il sabato, Hanitra consegna i soldi per il cibo della settimana (1.500.000 di ariary) più 75.000 ariary per i biglietti degli autobus per i ragazzi che vanno a scuola molto lontano dalla casa.

I prodotti per la pulizia vengono acquistati e forniti direttamente dal tesoriere, che provvede anche al pagamento di quanto dovuto per le altre spese scolastiche, rette comprese. La legna e il carbone vengono acquistati ogni 3 mesi. 

Il riso per i ragazzi è fornito dai genitori, quello per gli educatori dall’associazione.

C’è però un problema: i ragazzi che vengono da lontano non portano il riso, forse i genitori contribuiscono con i soldi, ma il riso acquistato dall’Associazione non è di buona qualità; gli educatori e la cuoca chiedono pertanto di potere essere loro ad acquistarlo. Di fatto, il riso disponibile dura soltanto fino ad aprile.

Bruno chiede che le riunioni con il presidente dell’Associazione Rainay siano più frequenti, così da condividere e risolvere i problemi. Dice poi che il loro stipendio non è aumentato dal 2006: il suo stipendio è di 90.000 ariary al mese quello di, madame Jouel 100.000, e quello della cuoca 40.000. A questo vanno aggiunti i benefit che Rainay non ha mai quantificato: alloggio con tutte le spese conseguenti e vitto per 12 mesi.

In alcune ore della giornata l’acqua non arriva: li invitiamo ad utilizzare contenitori di riserva; loro vorrebbero realizzare un pozzo, ma occorrerebbe scavare almeno 60-70 metri, e si deve valutare bene.

Nelle camere avevamo visto molti materassi malridotti: mancano anche le lenzuola perché si sarebbero rotte. Chiedono inoltre che i ragazzi facciano le vacanze presso le famiglie a Natale, piuttosto che quelle di Pasqua, periodo in cui hanno più bisogno di studiare perché si avvicina la fine dell’anno scolastico.

Giovedi 26 agosto

La giornata inizia molto presto: sveglia alle 5.45 in vista della partenza per Ihosy, ma mora mora si riesce a partire solo alle 8.30 ! Ecco le montagne lungo la strada per Ihoshy.

Durante il viaggio informiamo Michel sulla riunione di ieri sera alla casa e condividiamo le regole che abbiamo definito.

Arriviamo ad Ihosy che sono già passate le 11.

Fuori dal carcere ci aspetta Renè con i sacchi di carne (50 kg) e di riso (100 kg): abbiamo portato una balla di vestiti usati comprata a Fianarantsoa, che l’altra sera avevo provveduto a smistare tra abiti per uomo, donna e bambino (circa 100 pezzi tra pantaloni, t-shirt e camicie per uomo). 

Incontriamo il direttore ed entriamo: nel carcere ero già stata nel 2004 uscendone con uno stato d’animo angosciatissimo, ed ora trovo una situazione un po’ diversa. E’ sempre un mondo di disperati, ma con la dignità umana: cantano AFAKA (libertà).

Con i finanziamenti della UE sono stati costruiti i gabinetti e le docce, la cucina e una sala comune, che viene utilizzata anche come cappella nella quale ci sono 4 chitarre e 1 organo elettronico.

Ci ringraziano per la visita, ci chiedono pentole nuove perché quelle dello scorso anno si sono già bucate: le hanno anche riparate fondendo dei cucchiai. Ci chiedono anche le stuoie, perché dormono sul pavimento, e due palloni.

Gianluigi ed io distribuiamo i vestiti: ogni capo camera ha scelto i più poveri.

Renè distribuisce il riso ad ognuno e la carne viene preparata per essere cotta e divisa tra tutti.

Ormai manca poco alle 14, quindi di corsa a pranzo; Renè ha radunato i suoi parenti e ci offre il pranzo allo Zahama Hotel, dove dormiremo questa notte.

Durante il pranzo si parla di volontariato, di solidarietà sociale: uno dei vecchi saggi afferma che nei paesi sottosviluppati far parte di un’associazione significa aspettarsi qualcosa in cambio per sé!

Appena finito il pranzo andiamo a casa di Renè, dove ci aspettano tutti i confinanti del terreno acquistato con i soldi di Gianluigi.

Iniziano così le lunghe, eterne discussioni malgasce, perché è necessario fare, a lato del terreno, una strada che raggiunga anche la fornace di mattoni che è più giù, e sarebbe inoltre opportuno “raddrizzare” i confini del terreno, con uno scambio su un lato e con l’acquisto di una piccola parte dall’altro. Tutti sono d’accordo, tranne un signore anziano che non vuole proprio saperne; si discute per un bel po’ e poi improvvisamente tutto si appiana e si risolve.

L’intero pomeriggio passa a tracciare la strada.

Finalmente alle 19, quando è già buio da un po’, ci si siede con Renè che ci fornisce gli studi che ha preparato per il progetto di autofinanziamento. I calcoli fatti non tengono conto dell’ammortamento e degli interessi sul capitale investito. Renè però si è già molto esposto: ha fatto fare il pozzo, ha comperato il materiale (sul terreno ci sono mucchi di blocchi di granito per le fondamenta e di mattoni cotti, di sabbia..), ha inoltre assunto muratori e manovali!! Dopo lunghissima discussione, che prosegue anche durante e dopo cena, decido, salvo ratifica del direttivo, che UnicoSole finanzia l’acquisto del terreno e la costruzione del muro di cinta. Renè offre la disponibilità dell’utilizzo delle sue attrezzature e della sua professionalità, noi dovremmo costruire i pollai e il magazzino di stoccaggio. Per questo è però indispensabile la riunione del nostro direttivo.

Il terreno è sicuramente un buon investimento, in ottima posizione, attaccato a quello di Renè e quindi eventualmente anche recintato ha sicuramente mercato. Penso però che con la soluzione prospettata possa valere la pena anche il progetto di autofinanziamento che con 1.500 galline, nell’anno e mezzo del ciclo di vita delle galline ovaiole, potrebbe rendere circa 8.000-10.000 euro.

Venerdi 27 agosto

Stamattina di nuovo sveglia alle 5.45: per le 7 bisogna essere da Renè per redigere tutti gli atti relativi alla sistemazione dei confini del terreno. Quando arriviamo, il capo del villaggio, delegato dal sindaco per redigere gli atti, è già sul posto; si tratta di 3 atti, due di compravendita e uno di scambio. Paghiamo rispettivamente 1.500.000 e 400.000 ariary le due parti acquistate.

Sto soffrendo molto questo progetto, combattuta tra il voler credere che le cose possano funzionare e, oltre a dare circa 10.000 euro a Rainay, possano dare lavoro ad altre 5-6 famiglie e uova fresche da mangiare a tanta gente (l’utilità sociale potrebbe non far considerare i costi di ammortamento, tenuto conto anche che il terreno si rivaluta e le costruzioni almeno conservano il loro valore) o fare l’aziendalista e tenendo conto di tutti i costi da computare, dire non vale la pena!!

Il compromesso che abbiamo raggiunto ieri sera mi pare la soluzione meno brutta anche se molto sofferta.  Renè ieri sera ci ha detto che, come buon augurio, per il nostro arrivo le galline hanno fatto le prime 3 uova!!

Stamattina ho visto le nostre galline (ed anche le altre): sono in buona salute e ben tenute. Speriamo che alla fine del periodo, nel 2011, rendano i 5000 euro investiti aumentati del 15-20%, cioè circa 6.000 euro, che dovremo scalare dai finanziamenti a Rainay, così come i circa 10.000 euro che dovrebbe rendere il nuovo pollaio. Certo, prima bisogna investire e costruire, e quindi abbiamo bisogno di fondi. 

La mattina prosegue con i lavori sul cantiere: si devono scavare i canali per le fondamenta del muro di cinta; una squadra di muratori e manovali si mette all’opera, si comprano anche nuove pale!

Prima di pranzo si benedice la posa della prima pietra. Il vecchio zio di Renè bagna le pietre prima con grappa, poi con acqua: invoca la benedizione di Dio, invoca la benedizione degli antenati e chiede che assistano affinchè tutto vada bene, il lavoro possa terminare senza incidenti e possa essere utile per lo sviluppo, anche se i proprietari (Rainay e noi) vengono dal nord.

Durante la mattinata ho fatto anche un giro al mercato con un vicino di Renè, maestro in pensione che parla francese.  Stesso solito caos dei mercati africani, peggiorato dall’invasione dei prodotti cinesi, cosicchè non si vende quasi più nulla di produzione artigianale locale.

Poi vado alla Mairie con Renè e Michel per far validare gli atti, ma il sindaco aggiunto ci dice che, essendo il 27, tutti gli impiegati sono in tesoreria per incassare lo stipendio e lui non ha i timbri. Dobbiamo tornare nel pomeriggio dopo le 15.30.

Poi andiamo all’ufficio dei topografi per chiedere che vengano a fare un rilievo puntuale Vengono subito fanno il rilievo: il tutto dura alcune ore.

Si pranza e dopo le 16 si parte per tornare a Fianarantsoa, ma prima consegnamo 12.000.000 di ariary a Renè come acconto per i lavori di recinzione. Manderemo il resto dopo la riunione del consiglio direttivo.

Durante il viaggio mettiamo a fuoco con il presidente di Rainay ancora alcuni problemi e la necessità di avere relazioni e informazioni puntuali, che tutto sia registrato, ecc. Ci facciamo anche raccontare da Haja come è andato lo stoccaggio del riso: ci dice che quest’anno hanno voluto acquistarlo direttamente e perciò sono andati lui e Hanitra sul posto, con molta difficoltà perché i grandi compratori hanno una rete capillare. Hanno comunque acquistato una buon quantità di riso che ora è stoccata nel magazzino della casa famiglia: da ottobre dovrebbero iniziare la vendita. Ci viene detto che quest’anno il raccolto del riso è stato scarso e quindi il ricavo della vendita potrebbe essere buono.

Ci sono dei momenti nei quali mi sento davvero scoraggiata e stanca.

Oggi Renè ha detto: “voi che potreste bere il latte (cioè stare a riposo, in pensione!) invece state lavorando per noi”.

Gianluigi mi ha aiutato a far capire che le cose devono essere più ordinate e puntuali.

Stasera, piacevole e graditissima sorpresa: sono arrivati Domenico, Cinzia, Gisella e Giovanni: sono davvero contenta, così posso confrontarmi con loro su tutti i problemi e sicuramente ci faremo compagnia… e poi hanno programmato in modo da tornare a Tanà quando riparto (loro partono il giorno dopo), così faremo il viaggio insieme.

Sabato 28 agosto

Tutti insieme si va all’inaugurazione della scuola elementare di Vohibola. Noleggiamo un 4×4 perché secondo Michel il pullmino non ce la fa:  invece poi, pur essendo molto brutta la strada, arriva quasi a destinazione. Per il 4×4 ci chiedono 120.000 ariary e il pieno di gasolio per 70.000 ariary…..

Approfitto del viaggio per relazionare Domenico (vicepresidente di UnicoSole) di quanto abbiamo fatto nei giorni scorsi, della situazione che ho trovato, delle informazioni raccolte, delle scelte fatte, delle cose inaugurate, delle due Associazioni. 

La scuola è veramente in capo al mondo! Solita festosa accoglienza, soliti discorsi, solito pranzo. Di particolare, va detto che al villaggio hanno ucciso in nostro onore uno zebù dalla testa chiara (i più preziosi) e ci danno poi un po’ di carne da portare via!! 

La cosa positiva è che oggi si torna a casa presto e finalmente posso avere un paio d’ore di riposo. Stasera si cena tutti insieme, sperando di poter affrontare anche qualche problema.

Stavamo per uscire per raggiungere gli altri per la cene e ci bloccano due sindaci venuti dalla brousse: uno è il sindaco con il quale abbiamo inaugurato l’acquedotto di Sahamena, l’altro è quello del comune limitrofo.  Il sindaco di Sahamena, dopo l’inaugurazione dell’acquedotto ci aveva portato a vedere un ponte caduto a causa di un ciclone del 1992 e mai ricostruito. Non ne avevamo visto la particolare necessità e gli avevamo proposto di fare un terrapieno e un lavoro a basso costo per consentire il solo passaggio a piedi, visto che la strada che lo raggiunge non è percorribile da automezzi. Gli avevamo detto di valutare eventuali altri problemi. Questa sera invece lui torna sulla decisione: i saggi del villaggio si sono riuniti e vogliono il ponte!! Ne propone uno di 32 metri; gli ribadiamo il nostro no.

L’altro sindaco invece chiede un aiuto per la costruzione di una scuola e porta già il progetto e il capitolato. Gli chiediamo ulteriori informazioni e comunque ci proponiamo di andare a vedere in loco.

Domenica 29 agosto

Alle 6.15 suonano il campanello: sono venuti a portarci le 2 pentole da 150 litri da portare al carcere di Ihosy.

Molto presto si parte per portare i nuovi arrivati a vedere l’acquedotto inaugurato. Durante il viaggio i due sindaci rinnovano le loro richieste. Ci dicono che nei loro comuni (insieme con un’altra decina) opera in concessione per il taglio delle foreste uno svizzero, ma che il contributo che loro ricevono è veramente pochissimo.

Con grande stizza e delusione vediamo che i rubinetti delle fontane già gocciolano (anche il giorno dell’inaugurazione avevamo fatto presente all’impresario il problema che aveva pensato bene di risolvere prendendo una chiave inglese e stringendo il bullone!!) Al ritorno a Fianarantsoa passiamo dall’impresario, che si impegna a sostituirli tutti.

A Fianarantsoa partecipiamo alla Messa all’Abbazia dei frati trappisti, con padre Maurice. Partecipa alla messa l’elite cattolica di Fianara: sembra veramente di essere in un altro mondo!!

Dopo la Messa si va a Soanierama, alla casa dell’associazione Miaraka Aminy di Padre Maurice del quale siamo ospiti a pranzo. Ci sono anche alcuni dei ragazzi che l’associazione aiuta. Riparliamo dei lavori da fare e Padre Maurice mi conferma che ha quasi tutti i preventivi pronti.

Passiamo anche alla casa famiglia di Rainay, dove finalmente hanno preparato i lavori di ricamo fatti nel corso dell’anno dai ragazzi: non è molta roba, ma durante l’anno non hanno però venduto nulla: siamo i soli clienti!!! Anche se una ragazza ci aveva detto che lavoravano su ordinazione!!???

Si ritorna ancora sul problema della pulizia e della manutenzione.

Lunedi 30 agosto

Oggi si va ad Andoharanomaitso,  villaggio natale di Padre Maurice, dove lui  ha scelto di aiutare i ragazzi che vanno a scuola, con il coinvolgimento delle famiglie.

Per ricevere un aiuto, ogni famiglia che ha figli che vanno a scuola deve impegnarsi a destinare una porzione di terreno alla coltivazione di fagioli che servono ad integrare l’alimentazione, così che i ragazzi e la famiglia mangino riso e fagioli (e quindi proteine), e a piantare gli alberi di ravitzara che per circa 50 anni continueranno a produrre foglie da vendere per la distillazione.

Lungo il percorso ci aspetta il gruppo delle biciclette che ci precede al villaggio.

Quando arriviamo, ci sono tutti i gruppi schierati: genitori e ragazzi, tutti con una divisa e tutti con la scritta TUTTI A SCUOLA. Veramente un’ottima impressione: sembrano tutti molto coinvolti.

Ci regalano poi una gara con le trottole (kitandrino): si tratta di un vecchio gioco recuperato che coinvolge tutti i bimbi, una trottolina di legno tagliata a mano e un frustino fatto con le fibre di agave e tanta agilità. 

Durante il viaggio ci siamo fermati a vedere la miniera da cui si estrae tormalina e altre pietre semipreziose: tutto è gestito in modo molto rudimentale e con alti rischi.

Padre Maurice e Padre Gianluigi celebrano la Messa, si pranza, ci riuniamo con i membri dell’Associazione Miaraka Aminy e si puntualizza anche con loro che l’impegno dei ragazzi è indispensabile. I membri del direttivo ci fanno presente che le scuole nei villaggi sono di qualità scarsa e propongono di scegliere i ragazzi più volenterosi e meritevoli e collocarli presso una casa famiglia dove possano frequentare scuole migliori. E’ necessario approfondire l’argomento.

Giochiamo un po’ con i bambini e poi andiamo a fare la “pesca miracolosa“. Tra le attività che Padre Maurice ha cercato di portare avanti c’è infatti anche quella di mettere i piccoli pesci nelle risaie nei mesi in cui non si coltiva riso per fornire un alimento proteico alternativo. 

I ragazzi si buttano nel fango e si divertono moltissimo a pescare con le mani!! Pescano un paio di secchi di pesci che purtroppo non sono molto grossi perché non trovano granchè da mangiare all’interno delle piccole vasche delle risaie.

Padre Maurice ha una visone a 360 gradi dei problemi e cerca di fare di tutto per risolverli. Avrebbe bisogno di avere vicino qualcuno che lo aiuti a concretizzare meglio. La sua capacità di sognare e volare alto è invidiabile! 

Si torna a Fianara e alle 19 l’ultima riunione con il consiglio di Rainay.

All’ordine del giorno: rapporto finanziario, relazione sulla riunione del 24 agosto, relazione sulla riunione presso la casa famiglia, progetto di autofinanziamento

Ribadiamo nuovamente la necessità che ci pervengano relazioni quindicinali.

Analizziamo le spese di gestione della casa famiglia: i risparmi non possano derivare dalla riduzione delle spese alimentari; i costi dei viaggi di andata e ritorno dalle famiglie devono essere posti a carico delle famiglie e non dell’Associazione.

Inoltre, i lavoratori dovranno essere regolarmente assicurati e devono essere versate le contribuzioni dovute: al momento educatori e alunni sono iscritti solo alla Cassa malattia diocesana.

Il vicepresidente è d’accordo con noi su tutte le richieste che facciamo affinchè si operi il più possibile nell’ambito della legalità. La legislazione malgascia sulle onlus è simile a quella italiana: concede benefici fiscali se tutto è regolarmente registrato.

Inizio a preparare i bagagli per vedere cosa riesco a portare con me e cosa devo affidare agli altri.

Martedi 31 agosto

Oggi torniamo tutti insieme a Ihosy per portare al carcere quanto ci hanno chiesto,  pentole e stuoie, e per vedere il terreno e l’andamento dei lavori di costruzione del muro di cinta.

Viaggiamo con le mega pentole legate sopra il pulmino e a tutti i posti di controllo la polizia ci ferma: la nostra risposta ufficiale è “Stiamo andando alla celebrazione di una grande festa”. Ci sorridono e ci salutano. Al ritorno diremo che siamo di ritorno dalla festa, perché riportiamo le pentole vecchie bucate per vedere se si riescono a riparare.

Il viaggio è molto pesante: la distanza è di circa 200 KM di strada asfaltata ma si viaggia per oltre 6 ore e, tenuto conto che ci aspettano per domani oltre 500 KM, è veramente un massacro per le nostre povere schiene!!  Tutti concordano sulla validità delle scelte fatte. I lavori continuano con buoni risultati.

La sera si cena tutti a casa di Hanitra, ci sono i saluti, le promesse, gli impegni.

Mercoledi 1 settembre

Alle 8.30 si parte per Tanà: faremo un po’ di tappe.

Arriviamo alle 19.30:  si cena vicino all’aeroporto, poi tutti mi accompagnano all’aereoporto, io parto e loro tornano in albergo:  partiranno domani alle 15.

Gianluigi rimane un’altra settimana per raccogliere i progetti delle richieste che ci stanno preparando per il prossimo anno.

Partire è anzitutto uscire da sé.
Rompere quella crosta di egoismo che tenta di imprigionarci nel nostro “io”.

Partire è smetterla di girare in tondo intorno a noi, come se fossimo al centro del mondo e della vita.

Partire è non lasciarsi chiudere negli angusti problemi del piccolo mondo cui apparteniamo: qualunque sia l’importanza di questo nostro mondo l’umanità è più grande ed è essa che dobbiamo servire.

Partire non è divorare chilometri, attraversare i mari, volare a velocità supersoniche.

Partire è anzitutto aprirci agli altri, scoprirli, farci loro incontro. Aprirci alle idee, comprese quelle contrarie alle nostre, significa avere il fiato di un buon camminatore.
E’ possibile viaggiare da soli. Ma un buon camminatore sa che il grande viaggio è quello della vita ed esso esige dei compagni.
Beato chi si sente eternamente in viaggio e in ogni prossimo vede un compagno desiderato. Un buon camminatore si preoccupa dei compagni scoraggiati e stanchi. Intuisce il momento in cui cominciano a disperare. Li prende dove li trova. Li ascolta, con intelligenza e delicatezza,soprattutto con amore, ridà coraggio e gusto per il cammino.
Camminare è andare verso qualche cosa; è prevedere l’arrivo, lo sbarco. Ma c’è cammino e cammino: partire è mettersi in marcia e aiutare gli altri a cominciare la stessa marcia per costruire un mondo più giusto e umano.”
(Helder Camara, Camminiamo la speranza) 

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Riflessioni a caldo di Simone Ravelli

Dover fare una riflessione su questo viaggio, mi rendo conto che un po’ riduttivo perché sicuramente scriverò una piccolissima parte di quello che invece questa esperienza mi ha lasciato e mi lascerà per sempre dentro.

Pensare che ero scettico se fare o no questo viaggio , e ora che sono tornato ho una ricchezza che a parole non riuscirò mai a spiegare a coloro a cui lo racconterò.

dsc_0171 2.jpg - 172.88 KbUna cosa che ho scritto anche sul diario di viaggio e ora che sono a casa penso ancora con più convinzione, è quanto il sorriso di un bambino che pur abitando nel nulla e mangiando quanto basta solo per vivere , riesca , guardandoti, a riempirti il cuore di una forza indescrivibile.

Il sorriso, appunto, un elemento che non è mai mancato in nessuno di quei magnifici posti che abbiamo visitato, nonostante l’immensa miseria e povertà che regna tra quella gente.

Ci lamentiamo a volte per delle banalità assurde, senza renderci però conto che noi, almeno due volte al giorno, abbiamo sulle nostre tavole dei pasti completi, fin troppo a volte, e non pensiamo mai che a poche migliaia di km queste certezze non sono garantite nemmeno ad innocenti creature come i bambini.

Ho visto realtà veramente al limite dell’umano, come bambini così piccoli e innocenti costretti  a spaccare o trasportare pietre tutto il giorno, oppure ospedali privi delle minime condizioni igienico- sanitarie di cui ogni uomo ha diritto, o ancora, incredibile condizione del carcere.

A proposito, mi è rimasta impressa la risposta di un povero carcerato alla domanda postagli: “perché hai rubato e cosa vorresti adesso?”. La sua risposta è stata :”ho rubato perché ho smarrito la strada che Gesù mi aveva indicato e l’unica cosa che ora voglio è che voi preghiate per me”; sono rimasto senza parole di fronte a tanta forza e tanto coraggio.

Non finirò mai di ringraziare Giangi per questa opportunità, perché è solo grazie a questo viaggio che ora sono un po’ più ricco di certi valori che magari prima sapevo solo che potevano esistere e che non avevo mai avuto il piacere di provare.

Sono talmente tante le persone che mi hanno dato qualcosa, che non saprei chi cominciare a ringraziare.

Per questo il mio grazie generale, va a tutti coloro che si sono adoperati per rendere piacevole il soggiorno ed hanno organizzato in modo splendido ed accurato ogni nostro incontro e per averci fatto sentire perfettamente a nostro agio.

Ringrazio infine i miei 11 splendidi compagni di questa avventura. Ho conosciuto delle persone splendide in questo viaggio e la speranza è che l’amicizia che ci ha legato in quelle tre settimane, possa continuare, anzi aumentare sempre di più perché se è vero che chi trova un amico trova un tesoro, io mi sono arricchito in un colpo solo di ben 11 tesori.

Grazie di tutto.

Simone

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Diario del viaggio del 2009 in Madagascar – secondo gruppo

 Partecipanti: Colombi Angelo. Cortinovis Cinzia, Albanese Domenico, Tonin Cinzia, Carminati Andrea, Ginanni Corradini Giulia, Errante Giovanni, Mancini Domenico, De Paolis Mariella
 

30 agosto 2009

Finalmente il gran giorno è arrivato.

Dopo una preparazione estenuante di parecchi mesi è arrivato il momento della partenza, è come se fosse sempre la prima volta.

La partenza è sempre carica di emozioni, compagni di viaggio vecchi e nuovi, soliti problemi di bagaglio e ritardi aerei.

Quest’anno sull’aereo siamo in quattro, io, Cinzia, Andrea e Giulia, gli altri tre, Domenico, la moglie Cinzia e Giovanni ci hanno preceduto perché volevano visitare le Mauritius, l’appuntamento per tutti è questa sera all’aeroporto di Tanà.

Stiamo sorvolando il Kilimangiaro. Si è fatto buio ormai e c’è parecchia turbolenza. L’aereo è completo in ogni ordine di posti, ci sono parecchi bambini e fa freddo.

Un pensiero e un grazie a mia moglie che è rimasta a casa e che mi ha aiutato tantissimo in questi ultimi giorni di preparativi.

Arrivo a Tanà con 1 ora di ritardo, ritiro bagagli tutto OK.

Nirina puntuale con il suo pulmino, però manca Domenico, si sarà perso in aereoporto? Tutti a nanna all’Hotel IVATO.

Angelo

31 agosto 2009

31 agosto 2009, non mi sembra vero, dopo 2 anni sono ritornato a rivivere l’esperienza del Madagascar con i suoi paesaggi pittoreschi e i suoi cieli immensi.

La cosa più bella che in questi ultimi periodi mi sia potuta capitare.

Rivivere le stesse emozioni con alcuni ragazzi è la prima volta, Domenico, Cinzia e Andrea e non solo, nel mio breve soggiorno a Mauritius ho conosciuto dei meravigliosi ragazzi Romy e Mery che si sono fatti travolgere dalla nostra esperienza di questo mondo colorato e pieno di emozioni. Alle 17,00 circa ci siamo incontrati con i ragazzi del primo gruppo che ci hanno accolto a braccia aperte, raccontandoci la loro esperienza in positivo ed altri in negativo forse perché avevano visto la cruda realtà, che più delle volte viene nascosta perché ci fa comodo nascondere.

Una sola cosa vorrei dire a tutti: non ci facciamo travolgere dalle nostre grandi città e dalla nostra vita frenetica e dai sorrisi stampati ma apriamo il nostro cuore alle persone che più delle volte nel nostro vivere quotidiano non sanno cosa significa amare.

Prendiamo esempio dal popolo malgascio e dai loro sorrisi spontanei e dalle loro poche cose ma con un grande cuore.

Giovanni 

1 settembre 2009

Scrivo questo diario con estremo ritardo. Anch’io, come Cinzia, mia moglie, Giovanni, Andrea, Angelo e Cinzia Cortinovis, torno per la seconda volta in Madagascar. Ci torno a distanza di 2 anni. Particolari sono le sensazioni in questo viaggio.

E’ da giorni che mi chiedo perché questa volta, a differenza della prima, non riesco a provare emozioni. Sarò mica diventato arido nello spirito?

A ben pensarci mi rendo conto che diverso è l’approccio che ho in questo viaggio. Quando sono venuto le volte scorse ero vergine di Madagascar. Tutto era una novità, una scoperta, tutto in me suscitava curiosità irrazionale. Questa volta invece la curiosità è legata ad un qualcosa che già conosco, almeno in parte. E’ legata all’esperienza già vissuta tra agosto e settembre 2006. Ecco allora che andare in un villaggio suscita in me le curiosità del vedere cosa è cambiato rispetto alle volte scorse. Accende in me la lampadina del fare e non del guardare passivamente. Ecco allora che mi rendo conto dell’esistenza di sentimenti e sensazioni. La rabbia. La rabbia mia nel vedere che gli orologi qui non battono il tempo come gli orologi ai quali sono abituato. Mi chiedo anche, però, se per fortuna o per disgrazia. L’orgoglio. L’orgoglio di far parte di una Associazione come Unico Sole che tenta disperatamente di porre rimedio a questa tristissima situazione. La rassegnazione. La rassegnazione che mi immobilizza quando vedo realtà così difficili, e di nuovo la rabbia del non sapere da dove iniziare. La gioia. La gioia di sorriso dolce e innocente di un bambino che ti guarda con occhi trasparentemente curiosi. La tristezza. La tristezza che faccio mia di un prigioniero, forse innocente, che ha ancora la forza e la voglia di ringraziare Dio con una emozionantissima canzone intonata con i suoi compagni di sventura. La distensione dell’anima. Quella che ho quando, con i miei compagni di viaggio, attraverso distese infinite che mi fanno riflettere sulle bellezze del creato.

E poi, la gioia, la dolcezza, l’amore di avere Cinzia accanto. Di poter condividere ancora una volta con lei queste esperienze; crescendo insieme ed affrontando insieme le gioie ed i dolori della vita.

A ben vedere non è dunque vero che questo viaggio è privo di sentimenti ed emozioni.

Mi tocca scrivere queste pagine di diario per raccontare la giornata dell’inaugurazioen dell’acquedotto di Ivandrona.

Dopo una colazione abbondante, eccoci partire con il primo gruppo verso il villaggio di Ivandrona. Parto pensando ad alcune parole che Shanti ha usato nello scrivere le sue emozionanti pagine di diario: cambiamento, novità, rinascita.Mi auguro che l’acqua possa essere per gli abitanti del villaggio la novità che porta al cambiamento e alla rinascita degli abitanti stessi del villaggio. Arrivati ad Ivandrona, ecco apparire le scuole che già due anni fa avevo visto piene di bambini curiosi e sorpresi per l’arrivo di noi vasà. Oggi le aule sono vuote perché i bambini non sono a scuola. Gli stessi banchi sono ora trasformati in una grandissima tavolata piena di cibo appositamente preparato per noi. Intensa è la giornata: un matrimonio, un battesimo, l’inaugurazione dell’acquedotto. Dopo una cerimonia religiosa meno lunga di quanto noi tutti avevamo pronosticato, ecco l’inizio dei festeggiamenti per ‘inaugurazione del nuovo acquedotto.

Giochi antichi ripetuti da sorridenti e bravissimi bambini hanno introdotto i discorsi ufficiali di rappresentanti locali, politici, genitori, gente del posto. Mai potevo immaginare di ritrovarmi su un palco per assistere all’alzabandiera fatto da 2 militari malgasci presenti. Bello è stato condividere l’emozione di Gisel che ha teutonicamente controllato per tutta la giornata. Finiti i discorsi ufficiali, come al solito lunghi e ripetitivi, siamo andati a visitare il canale che 2 anni fa avevo lasciato in costruzione e forte è stata l’emozione nel vedere l’acqua scorrere sopra il riempimento di terra realizzato grazie al supporto finanziario dell’associazione e il duro lavoro degli abitanti del posto. Bello è stato incontrare lo sguardo di Andrea scambiandoci un silenzioso senso di soddisfazione per la realizzazione del canale.

Il buio ci ha sorpreso durante il viaggio di ritorno verso l’albergo di Ambositra dove c’erano già ad aspettarci un gruppo di donne pronte a venderci le loro bellissime sciarpe di seta chiedendo con discrezione e dignità qualche vestitino per il bambino che due di loro portavano in grembo.

Bella è stata la giornata anche se un po’ pesante.

Con un po’ di dispiacere, consumo la cena con il primo gruppo sapendo che il giorno seguente ci saremmo divisi. come al solito provo amarezza e tristezza per non avere la possibilità di condividere con ciascuno di loro queste pagine di storia in Madagascar del libro della vita.

Il vizio di scrivere tanto e parlare tanto è confermato anche in questa occasione!

Primo di chiudere questo diario, vorrei ringraziare di cuore Domenico e Mariella per aver riposto la loro fiducia nelle nostre mani quando, davanti ad una pizza e una birra sull’isola di Mauritius, hanno deciso di condividere con noi questa stupenda e particolare esperienza, donandoci parte del loro tempo che doveva essere dedicato al riposo, la loro amicizia e il loro cuore.

Un saluto a tutti e un bacio dolce a mia moglie.

Domenico

2 settembre 2009

Ambositra, quarto giorno della mia seconda volta in Madagascar.

Di buon’ora il secondo gruppo al completo con l’aggiunta di Gianni e Gisel, capitanati da Giangi, si reca in un villaggio a pochi chilometri da Ambositra che ha chiesto all’Associazione UnicoSole il supporto per la costruzione della scuola media.

Solite presentazioni e spiegazioni chilometriche che Giangi instancabile traduce e ritraduce, e poi di corsa all’albergo dove ci aspettano gli altri pronti per la partenza verso Tanà. Ultima foto di gruppo al completo e poi il via ai saluti.

Mi rincuora il pensiero che l’incontro tra i due gruppi sia stato così piacevole e proficuo. Alcuni di loro li avrei voluti volentieri compagni di viaggio, penso in particolar modo a Gianni, Shanti, Letizia e Tiziana.

Ed eccoci diretti verso Fianarantsoa, nel nostro pulmino-casa.

Ci fermiamo a pranzo in un fast food malgascio e lì benediciamo la caciotta di Angelo che ha salvato più di qualcuno dal digiuno completo.

Arriviamo alla casa e mentre gli uomini vanno a comprare i materassi per l’ospedale di Andaronamatso, io e Mariella e Giulia dividiamo i vestiti portati dall’Italia e prepariamo la cena.

Si va a nanna presto, domani si parte per Ioshy e Ranuira.

Cinzia

4 settembre

Ed eccomi qui, arrivata all’ultimo giorno di questa meravigliosa esperienza in Madagascar.

Un paese tanto incantevole quanto difficile, tanto colorato quanto buio nero come è la fame del suo popolo.

Oggi è stata una giornata veramente faticosa ma ne è valsa la pena, visitare quel posto incantevole che è il parco dell’Isalo. Una lunga passeggiata fiono alla piscina naturale e poi, un bagno nelle sue cristalline acque gelide, fatto da tutti i componenti del viaggio tranne me che ho dimenticato il costume in valigia! Peccato!

E poi di nuovo indietro lungo il percorso di 2 ore fino al nostro minibus che ci ha riportati alla casa. Una folle corsa alla ricerca di cose da mangiare e poi via a cucinare. In compagnia di un topolino che impaurito se ne stava lì in un angolo aspettando il momento giusto per rubare cibo dalla pattumiera.

E poi, dopo la cena, un massaggio dalla Cinzia che mi ha rimesso a nuovo, due chiacchiere con i miei fantastici compagni di viaggio e poi tutti a nanna. Ma prima di andare a letto mi metto a scrivere su questo diario di ricordi e di emozioni splendide, quelle che ho provato grazie alle persone che mi hanno accolta, quanto cuore ho sentito…

Mariella

5 settembre 2009

Stamattina i nostri due amici DOMENICO E Mariella sono partiti per Tanà per ritornare in Italia. Hanno condiviso con noi 5 giorni di vita in Madagascar; è stato un incontro da cui è scaturita un’amicizia che proseguirà nei prossimi mesi negli incontri dell’Associazione UnicoSole. Noi siamo andati a visitare la famiglia di Fenu a Andohdranomantso, siamo stati accolti festosamente, con musiche, balli, canti dei giovani, che hanno mostrato la loro abilità e il loro coraggio nel tentativo di cavalcare alcuni zebù. Ci è stato offerto del cibo preparato accuratamente per noi. E’ stata fatta la richiesta di una fontana nel villaggio che derivi l’acqua da una sorgente non molto lontana. Ci hanno ringraziato per gli aiuti che abbiamo dato loro, ci aspettano l’anno prossimo.

Siamo poi andati a portare due materassi, che ci erano stati richiesti, all’Ospedale. Ci hanno accolti un medico e un’ostetrica. Oltre ai parti, vengono lì curati i bambini. Le condizioni dell’ambiente sono molto precarie. Siamo andati a trovare anche la famiglia di Renè. Anche qui ci hanno accolto molto festosamente, offrendoci la merenda. Una visita alla gente dei piccoli villaggi mi ha fatto capire come sia importante per i malgasci l’accoglienza, l’aiuto che possono ricevere da noi e soprattutto noi riceviamo calore umano, amicizia, gioia di vivere.

Giulia

6 settembre 2009

Eccomi qui, a distanza di quattro anni a riscrivere una pagina di questo diario, eccomi di nuovo in Madagascar.

Proprio come allora tante emozioni, tanti contrasti che nascono dentro di me, porte chiuse si riaprono e barriere costruite in quattro anni che iniziano a crollare.

Proprio come il Madagascar con questa terra rossa meravigliosa, le nuvole che sembrano sfiorare le montagne, i mille sorrisi dei bambini incuriositi ma nello stesso tempo impauriti da noi vasà e l’estrema povertà e miseria che tutti i giorni ci si presenta davanti agli occhi.

Oggi nel 17mo anno di sacerdozio di Padre Maurice, non potevamo che essere nel suo villaggio natale per festeggiare con lui e con tutta la sua famiglia, questo importante giorno, iniziato con l’accoglienza da parte dei ragazzi, che ci hanno guidato per un tratto di strada in bicicletta, scalzi, ma orgogliosi di sventolare la loro bandiera a fianco della nostra. E’ poi proseguito con la S. Messa e i festeggiamenti con gli abitanti del villaggio. Pranzo e poi visita alla scuola, inaugurata poche settimane fa con il primo gruppo.

Una giornata intensa fatta da discorsi, per noi incomprensibili e troppo lunghi, ma anche risate e paura per gli zebù scappati dall’arena. Momenti ricchi di emozioni che questo popolo è pronto a donarci, accogliendoci nelle loro famiglie a braccia e cuore aperto.

Proprio come ieri ha ricordato Padre Maurice, durante l’omelia, il Signore è in croce a braccia e cuore aperto pronto ad accoglierci nel suo amore,sta solo a noi andargli incontro e lasciarci abbracciare.

Cinzia 

7 settembre 2009

Oggi in un certo senso è stata una giornata diversa.

Due anni fa sono venuto in Madagascar con l’Associazione che come scopo primario ha quello di aiutare nella scolarizzazione i giovani malgasci, ma non mi sembrava sufficiente.

Oggi, forse per una inaspettata disponibilità economica, ci siamo interessati alla realizzazione di un acquedotto e ad un progetto di autofinanziamento. Tutto ciò, visto che parlo poco, mi fa pensare molto.

E’ giusto aiutare per l’acquedotto: l’acqua è un bene primario e mi sembra che il modo di affrontare il problema, coinvolgendo la popolazione locale per la realizzazione, sia valido. Considero però più importante che la popolazione venga coinvolta nella gestione dell’acquedotto soprattutto a livello di responsabilità. Deve imparare la gestione delle cose di tutti ma anche noi italiani siamo un buon esempio. Ancora più difficile vedo la realizzazione di un progetto di autofinanziamento, ma non per questo non deve essere fatto: è necessario per crescere. Individuato il tipo di progetto (allevamento galline ovaiole) la difficoltà maggiore non è nella costruzione della struttura, con i mezzi a disposizione si può costruire dovunque; è la gestione che rischia di far fallire la buona e valida intenzione.

Nei prossimi giorni sicuramente avremo modo di parlarne e speriamo di chiarire molti dubbi.

Sono felice di essere tornato in Madagascar ed essere qui con mia moglie e con validi amici, ma mi dispiace per la realtà che mi circonda che suscita in me un senso di impotenza e rabbia.

Andrea

8 settembre 2009

Dopo aver pensato e ripensato sull’itinerario da scegliere per raggiungere il mare a Manakara, è arrivato il giorno della partenza. Sveglia di buon mattino (ore 5.00), il gruppo si divide, 5 con il treno, io, Andrea, Giovanni, Renè e suor Jaqueline, gli altri con il pullmino accompagnati da Jasa e Nirina.

Un fischio prolungato ci avvisa della partenza, siamo in perfetto orario, ore 7.00.

Il treno è composto da 6 carrozze: 4 per i passeggeri e 2 per le merci. I nostri timori svaniscono subito perché noi prendiamo posto su una carrozza di prima classe, senza porte e con vetri solo fino a metà altezza, però tutto sommato confortevole e con posti numerati. La carrozza è affollata prevalentemente da turisti francesi e le premesse per questo itinerario affascinante e a noi sconosciuto si avverano dopo pochi Km appena il treno incomincia a penetrare nella foresta pluviale che divide Fianarantsoa da Manakara, circa 200 Km. Vegetazione rigogliosa, cascate d’acqua che ad ogni curva appaiono e scompaiono in un attimo e poi ad ogni stazione, circa 20, una folla festante che circonda il treno cercando di vendere i prodotti della terra, frutta di ogni genere, piatti pronti di ogni tipo, collanine e altri souvenir fatti con svariati semi di foresta coloratissimi.

Noi ci limitiamo all’acquisto di banane di ogni tipo e grandezza e un po’ di collanine da portare in Italia.

La sosta nelle stazioni è molto lunga, è un continuo carico e scarico di merci, si sganciano vagoni vuoti e si agganciano quelli pieni,in prevalenza banane e manioca, ma non mancano maiali e verdure da vendere al mercato di Manakara. Si avvicina anche l’inizio dell’anno scolastico e ad ogni fermata c’è anche la distribuzione di quaderni e penne, però solo per i dipendenti della ferrovia.

Le ore passano e la stanchezza incomincia a farsi sentire, si guarda dal finestrino, senza sporgersi perché il varco tra la vegetazione è veramente ridotto alla larghezza del convoglio, però del mare ancora nessuna traccia.

Incomincia a farsi buio, si lasciano le montagne, il paesaggio si fa più dolce, non ci sono più bananeti ma alberi molto grandi di licis.

Sono le 18.00 e finalmente la stazione di Manakara, 11 ore di un viaggio unico e affascinante, abbiamo attraversato una delle ultime foreste del Madagascar, il ricordo di una moltitudine di bambini ad ogni stazione che ci accoglievano con i fiori in mano, ma con la tristezza negli occhi e il rimpianto di non aver potuto fare nulla per loro, che a piedi nudi in mezzo al fango ci facevano festa senza chiedere nulla in cambio.

Questo è un itinerario sicuramente da riproporre nelle prossime esperienze, sarebbe utile avere con sé penne e quaderni da dare a questi bambini.

Angelo

9 settembre 2009

Finalmente dopo un bel giro tra parenti e amici malgasci nei loro villaggi, oggi mi sveglio con il rumore delle onde del mare.

Vedere la spiaggia enorme, le onde che sbattono sugli scogli sembra di essere in paradiso. Per un attimo ti fa dimenticare la realtà che c’è fuori!!!

Ma dopo i pensieri mi ritornano e non mi do una spiegazione di tutto ciò,io mi auguro che  un giorno tutto ciò possa cambiare e che il popolo malgascio possa avere una vita degna di essere vissuta.

Ora vado a prendere un po’ di sole con i miei amici di viaggio, basta tristi pensieri, pensiamo positivo; se noi siamo qui un motivo c’è, non solo per prendere il sole ma anche per far capire loro che non sono soli e ci stiamo impegnando per cambiare le cose!

Volevo ringraziare i miei amici, Angelo, Giulia, Andrea, Domenico, Cinzia, Cinzia di avermi sopportato in questi giorni. E mi auguro che tutto ciò si possa ripetere nei prossimi anni.

Un grosso bacio a tutti voi.

Giovanni 

10 settembre 2009

Secondo e ultimo giorno a Manakara. Ci alziamo, facciamo colazione, programmiamo la giornata.

Ci rendiamo conto che alla fine c’è veramente poco da programmare.

Bagno, un po’ di spiaggia e sole, pranzo e lunghissimo e faticosissimo viaggio. Doveva dunque essere una banalissima giornata. Ecco invece che le sorprese non sono mancate. Incontriamo sulla spiaggia una copia francese. Presento un po’ noi, Unico Sole e il nostro progetto.

Dominique, così si chiama la donna francese, si dimostra subito interessata. Alla fine della chiacchierata ci diamo appuntamento alla casa di Fianarantsoa. Dopo dieci minuti di relax al sole vedo in acqua delle piroghe in mezzo a fortissime onde oceaniche. Capisco che lì vicino c’è un villaggio di pescatori. Io e Angelo ci avviciniamo verso il punto della spiaggia dove c’erano gli altri compagni di viaggio. Incontriamo dei pescatori che ci offrono delle aragoste ancora vive. Con Angelo decidiamo di acquistarle alla modica cifra di 10.000 ariary. Poco meno di 4 euro e abbiamo 5 aragoste che ci facciamo cuocere alla griglia dalla disponibilissima cuoca del ristorante.

Prima del pranzo e dopo l’accordo con la cuoca assistiamo ad un’altra sorpresa. Circa 8 piroghe, senza bilanciere, rientrano dopo un a lunga uscita. Pare siano stati in acqua dalle 3 di notte fino alle 11!!.

Grande è la nostra meraviglia e stupore nel vedere le piroghe rientrare faticosamente approfittando di un piccolo varco in mezzo alla barriera corallina. Durante il rientro uno dei pescatori fa una manovra errata, imbarca acqua e ribalta la piroga.

Ancora una volta abbiamo avuto modo di assistere alla grande solidarietà tipica del popolo malgascio: altri 3 pescatori con altrettante piroghe vanno in acqua, malgrado il mare mosso, per aiutare il gruppo di pescatori e soccorrere chi era caduto in acqua. In pochissimo tempo la spiaggia è diventata teatro.

Tutte le persone del posto, i pochissimi turisti presenti in quella spiaggia e noi siamo spettatori di questa operazione di salvataggio.

Alla fine tutto è andato bene. Ciò che mi ha colpito di più è stato vedere che tutti i pescatori, malgrado la stanchezza, siano rimasti in acqua ad attendere la piroga sfortunata. Grande festa quando tutti insieme sono usciti.

Dopo pranzo partiamo per Fianara. Viaggio molto stancante. La sera, arrivata a Fianara, ci rendiamo conto di essere rimasti senza pane. Corsa da Sofie. Chiuso. Con Suor Jacqueline facciamo di tutto per convincere la proprietaria-matrona ad aprirci. Operazione riuscita! Mentre chiediamo le cose che ci servono, sentiamo un “Salama monpera” mi giro e vedo Angelo. A fatica tratteniamo la risata io e Suor Jacqueline. Fuori vicino al minibus c’era la coppia francese ad attenderci, per fortuna declinano l’invito a cena fatto loro la mattina in spiaggia e ci danno appuntamento alle 9.00 del giorno successivo.

Cena e tutti a nanna.

11 settembre 2009

Ultimo giorno a Fianarantsoa, domani si parte per Tanà e domenica si torna in Italia.

Stamattina Padre Maurice è venuto a prendere alcuni di noi per andare a visionare un terreno che ha comperato da adibire all’allevamento delle galline ovaiole. Chi rimane si dedica alla pulizia della casa, seguendo il buon esempio del nostro Mastrolindo Giovanni che alle 5.30 del mattino, instancabile, rassetta, pulisce, disinfetta, lava pavimenti, sgrida bambine che scendono dalle scale bagnate…il tutto sotto gli occhi increduli e sgranati di alcuni ragazzi della casa che placidamente fanno colazione.

Sugo pronto, spaghetti già buttati e all’improvviso ecco l’arrivo di 7/8 ospiti inattesi.

Agitazione generale “basteranno gli spaghetti per tutti?” ma in realtà come nella parabola dei due pani e cinque pesci, quando si accoglie con il cuore l’altro il cibo non manca mai…e infatti esce dalla cucina Pocheretti con vassoi di verdure e pane.

Ancora una volta sono di fronte alla generosità di questo popolo che in silenzio si organizza e ci insegna il valore dell’ospitalità e dell’amicizia.

Amicizia nei nostri confronti coltivata al di là di tutto, al di là delle cose materiali. A noi lasciano i calcoli, quanto si guadagna, quanto si perde, loro hanno l’amore che è un bene così prezioso che nessuno dei nostri conti correnti può comperare.

L’emozione che ho provato abbracciando Nirina all’aeroporto e Hanitra ad Ambositra, la gioia dell’incontro con Padre Maurice,lo stupore davanti agli occhi di Rosafy nel villaggio di Ambatoiory che mi hanno riconosciuto e fatto festa, mi hanno confermato il motivo del mio ritorno dopo due anni in questa lontana e meravigliosa terra dolorosamente povera: l’incontro con degli amici.

E ancora una volta davanti a questo viaggio esperienza di vita dove unica precisa e puntuale con più di 46 Kg di bagaglio torno con 10 volte di più di quello che ho dato: la testa piena di pensieri che aiutano ad aprire nuovi orizzonti e il cuore colmo di emozioni raccolte in questi giorni. Volti, sorrisi che custodirò gelosamente dentro di me.

Veluma!

Cinzia

12 settembre 2009

Oggi è il giorno del trasferimento da Fianarantsoa alla capitale, 400 Km di strada, 11 ore di viaggio in pullmino con 2 soste: la prima ad Ambositra per comprare ancora qualche oggetto di artigianato e la seconda ad Antisirabè per il pranzo in ristorante.

Ho tutto il tempo per ripercorrere con il pensiero e con il cuore quest’esperienza, unica nella mia vita per la sua forza e la sua bellezza.

Il desiderio di compiere questo viaggio è scaturito in me da quando Andrea è tornato dal Madagascar nel 2007. Mi ha raccontato con entusiasmo la sua esperienza, ha realizzato con un lungo lavoro un CD attraverso cui ho conosciuto paesaggi, modi di vita, persone che ha incontrato. Ho conosciuto i suoi compagni di viaggio con cui abbiamo stretto rapporti di amicizia. Abbiamo avuto il piacere di ospitare Padre Maurice quando è venuto in Italia, a Milano, alla fine del 2007. Il Madagascar è entrato così poco a poco nella nostra vita familiare. Quando ho deciso di venire in Madagascar pensavo di sapere quello che mi aspettava ed avevo anche paure di affrontare certe situazioni di disagio o di incontrare realtà dolorose ed anche drammatiche. Il primo impatto con una realtà di povertà diffusa dappertutto e di degrado è stato duro. Ho visto però ricorrente nei comportamenti di molti malgasci che ho incontrato valori come la condivisione, l’accoglienza, l’amicizia, la dignità della persona anche nella povertà, la fede in Dio. I miei compagni di viaggio mi hanno dato la forza e l’aiuto per vivere serenamente questa esperienza.

Ringrazio Andrea, che è stato al mio fianco, come sempre presenza silenziosa ma attenta e rassicurante.

Giulia 

13 settembre 2009

Siamo arrivati al giorno della partenza, tra poche ore saliremo sull’aereo che da Tanà ci riporterà tutti a Parigi, per poi volare su Milano.

L’ultimo giorno trascorso in Madagascar è iniziato con la messa celebrata da Padre Pedro ad Akamasoa. Quattro anni fa era stato l’inizio del mio viaggio personale, oggi forse la chiusura?  L’inizio di uno nuovo. Una celebrazione che ho vissuto in solitudine e che ha lasciato spazio alle mie preghiere personali, ai miei pensieri, ma non è ancora arrivato dentro di me il momento della conclusione, delle considerazioni su questo viaggio, è come se ancora non riuscissi a sentire vicina l’ora della partenza, m soprattutto mi è strano pensare di dover salutare, abbracciare delle persone che sento far parte della mia vita, membri di una grande famiglia e non sapere se e quando potrò ritrovarli.

La giornata è passata velocemente, tra pranzo, breve incontro con dei proprietari terreni di Fianarantsoa, e mercato dell’artigianato per gli ultimi acquisti.

Mi sento di dover ringraziare tutti i miei compagni di viaggio, che ho imparato a conoscere  poco alla volta, giorno dopo giorno. Che tanto mi hanno fatto sentire me stessa, senza finti veli, ma che soprattutto hanno capito i miei bisogni, sia di solitudine, di ritiro in me stessa, sia di ridere e sdrammatizzare.

Grazie a questi amici dai quali non mi sono mai sentita giudicata per i miei gesti.

Grazie a questa terra meravigliosa e alla sua gente, dalla quale ho sempre tanto da imparare sulla loro forza di condivisione.

Grazie a tutti coloro che hanno reso possibile questo viaggio e che con il cuore aperto mi hanno accolto.

Ma soprattutto grazie a chi resterà al mio fianco, agli amici che mi accompagneranno nel cammino della vita.

Un bacio a tutti.

Cinzia

14 settembre 2009

A 1.400 km da Parigi, a poco meno di due ore dall’atterraggio mi ritrovo questo diario in mano accanto a Cinzia e Giovanni.

Abbiamo appena lasciato il cielo di Palermo ed eccomi dunque di nuovo a casa. Non tocca a me scrivere il diario di oggi. Mi scuso con i miei compagni di viaggio per questa intrusione. Ho paura di essere lungo come al mio solito.

Vado subito al sodo.

Ho preso questo diario in mano ed ho letto alcune pagine di queste esperienze di vita trascorse in Madagascar dal 30 agosto ad oggi 14 settembre. Forte è stata l’emozione del leggere la quantità di vita percepita da ognuno di noi.

Intensa è stata la mia partecipazione interiore ieri durante la Messa celebrata da Padre Pedro. La parola di Dio che usciva dalla sua bocca si trasformava istantaneamente in sale della vita e per la vita per tutte le persone presenti. Non posso spiegarmi diversamente tutto ciò che ho visto.

La partecipazione intensa e sentita di ognuno di noi. Il movimento delle mani, un movimento dolce, attento. Come se dovessero accogliere ed accarezzare Dio. I canti, forti, vivaci, sentiti, voluti, naturali. Le danze, i corpi che si muovono a ritmo di musica. Anche qui, un movimento naturalmente dolce. Sembrava di vedere quei corpi danzanti quasi cullati. L’attenzione, la partecipazione alla Messa. Una condivisione sentita, naturale. Un qualcosa che fa parte della vita, non un rito, una procedura da rispettare noiosamente e passivamente. 

Non so perché ma la partecipazione alla Messa di ieri a Akamasoa è stata per me molto più sentita ed emozionante rispetto alle volte scorse.

Cinzia nel suo racconto di ieri ha ringraziato i compagni di viaggio per averle permesso di sentirsi se stessa.

Ecco, ritengo che questa esperienza abbia dato ad ognuno di noi l possibilità di essere noi stessi, di vivere e condividere questa avventura. Anch’io dunque vorrei ringraziare tutti voi per l’amicizia donatami e per aver aperto insieme i nostri cuori. Auguro ad ognuno di noi un ritorno sereno alle nostre case con l’augurio ulteriore che questa esperienza possa validamente guidare ogni nostro agire quotidiano.

Un abbraccio forte ad ognuno di voi e un arrivederci presto.

Domenico

Immagini collegate:

Diario del viaggio del 2009 in Madagascar – primo gruppo

Luzzana, 11 agosto 2009

E’ con gioia, come dice Padre Gianluigi, che apro questo piccolo ma importante quaderno per augurarvi un viaggio ricco e denso di cose di valore. Purtroppo non lo condivido con voi, ma per l’intenso coinvolgimento familiare mi pare di essere lì e non potrò non pensarvi in ogni momento.

Credo che ogni giorno vi riserverà grandi  emozioni fatte di incontri, di paesaggi, di pensieri, di parole e di silenzi. Sarò con voi in modo speciale il 22 agosto, quando verrà inaugurato l’acquedotto dedicato a Samuele. Fissare la targa alla fontana sarà un gesto semplice, ma dietro, quanti pensieri e sentimenti…a partire dal libro “Samuele, tu che conosci il cielo”. Quando, poco dopo che ci aveva lasciato, ho cominciato a scrivere ciò che il mio cuore non riusciva a contenere, quasi uno sfogo a quell’immenso dolore, non pensavo potesse essere di aiuto ad altre situazioni di sofferenza. Le copie se ne sono così andate velocemente, ma non il dolore. Un unico modo per lenirlo: condividerlo. Così dopo 4 anni, il libro viene ripubblicato, dandogli però un senso diverso, come diverso è il tempo del dolore. Ecco l’iniziativa di solidarietà che lo accompagna: un acquedotto in Madagascar.

Questa è la terra lontana che abbiamo nel cuore, non solo perché Padre Gianluigi è nostro cugino, e quindi abbiamo accompagnato il suo cammino fin dal primo giorno, quando, giovane sacerdote, è stato mandato là…tanti i racconti e le foto che la sua mamma Maria ci ha trasmesso negli anni della missione. Lui stesso aveva invitato Samuele, in piena chemioterapia quel giorno di ottobre, ad andare in Madagascar, e gli occhi di Sem si erano accesi rispondendo: “Sì, ci vengo quest’estate.”  Il suo destino era però quello di un altro viaggio. Damiano ha raccolto il suo desiderio, e tre anni fa, sempre con Padre Gianluigi, ha conosciuto il fascino e il mistero malgascio. Quasi scontato, quindi, che la solidarietà fosse rivolta qui. Padre Gianluigi ha accolto con entusiasmo l’idea, cogliendone la duplice forza: far conoscere Samuele attraverso il Madagascar,e l’associazione Unico Sole attraverso Samuele. Un ponte, un arcobaleno che unisce i cuori, ma i dolori, le pene di persone lontane, ma ora più vicine e fraterne.

La sfida è partita a dicembre ed è stata subito una gara ad acquistare il libro e dare una personale offerta, piccola o grande, comunque goccia preziosa. Accanto alle offerte dei singoli, le iniziative di coinvolgimento: la serata di presentazione del libro, la messa di anniversario di Sem, il torneo di calcio, la festa della scuola, la madascarpinata, la lotteria in casa di riposo. In otto mesi, sono stati raccolti i 13.000 euro necessari. Al di là della cifra, pure importante e necessaria, resta una grande consolazione: il seme che muore può portare molto frutto.

A Gianni e Letizia, ambasciatori della famiglia, e a Rosa, ambasciatrice di Luzzana, il compito di portare attraverso l’acqua, il sorriso di Sem a tante persone. A tutti l’augurio di un viaggio ricco di amore.

Giulia

In aereo, 12 agosto 2009, ore 8.37, ora italiana

Ormai tra un’oretta atterreremo in questa terra rossa malgascia.

Prima di tutto voglio ringraziare Giulia che amo infinitamente, per l’emozione, l’amore, la tenerezza e l’entusiasmo che è riuscita a trasmettere, non solo a ma ma anche a tutti voi, cominciando da Letizia. Che dire, di certo non avrei m i immaginato la bellezza di questo viaggio che è cominciato con un po’ di paura e adesso che siamo quasi arrivati mi sento bene e carico per questa avventura. Samuele ne sarà sicuramente orgoglioso.

Essere con voi, con Giangi, mi entusiasma e voglio vivere tutti i giorni in pienezza non solo materialmente ma ancor di più spiritualmente. Ho già visto in questa prima giornata che ci sono tutte le premesse per poterlo fare. Portate pazienza se non sempre sarò al top, mia cognata Valeria mi dice che voglio essere sempre il primo per cui mi devo impegnare. Grazie a Sem, Rosa, Giangi, Lara, Federica, Simone, Gisella, Clara, Shanti, Tiziana.

Un forte abbraccio a tutti.

Buon atterraggio. A presto.

Gianni

13 agosto 2009, ore 15 malgasce

Sono mesi che parlavo a tutti di questo viaggio, di quello che andavo a fare e di quello che mi aspettavo, ma non sono passate nemmeno 24 ore da quando ho messo piede in questa terra, che subito ho dovuto eliminare tutto quello che avevo appreso in questi mesi da varie testimonianze, filmati e fotografie di chi prima di me, aveva già vissuto.

Ho dovuto cancellare tutto dalla mia mente, per poter far posto a quello che in poche ore ho potuto vedere con i miei occhi, perché sembra una frase fatta, ma mai come questa volta posso dire che vivere le cose direttamente assume, sotto tutti i punti di vista, un altro significato.

Non potrà mai bastare una lunga chiacchierata con chi ci è già stato e cerca di farti capire certe cose, non potranno mai bastare tutti i vari filmati riportati in passato o le centinaia di fotografie raccolte in questi anni. Ecco, tutte queste cose non potranno mai e poi mai sostituire l’emozione che si prova di fronte al sorriso di uno solo di questi bambini,perché è incredibile con quanta forza, entusiasmo e gioia, cerchino di farti sentire tutta la voglia di vivere che si legge nei loro occhi.

Stamattina abbiamo incontrato Padre Pedro, anche lui come altri, grande uomo di cuore che ha dedicato gran parte della sua vita, e lo fa tuttora, per la lotta contro la miseria, la povertà di questo popolo ferito nel modo in cui ogni giorno deve lottare per procurarsi il cibo sufficiente non per star bene, ma per vivere! La vita, appunto, un dono di Dio, che tutti hanno il diritto di vivere quantomeno dignitosamente.

Rimanendo a Padre Pedro,ha pronunciato una frase che non ha bisogno di ulteriori spiegazioni: “ NOI NON FACCIAMO LA CARITA’, FACCIAMO QUELLO CHE DOBBIAMO.”

Mi fermo qui, visto che dovrei raccontare quello che ho potuto vedere osservando i bambini lavorare quasi quanto un adulto nella cava, o i bambini che alla ricerca di non so cosa giravano scalzi sopra una vera e propria montagna di rifiuti in quella che è un’immensa discarica. Mi fermo, sperando almeno in parte di aver fatto capire anche a voi, miei splendidi compagni di questa spero indimenticabile esperienza, (e lo resterà di sicuro) quello che ho provato in questo nostro primo giorno in questa splendida e ricca isola di nome Madagascar!!!

Buona continuazione.

Simone

Tanà, 14 agosto 2009

Ed eccomi qui sul terrazzino dell’albergo ad ammirare il panorama della capitale che con il buio della notte sembra voler nascondere un arealtà sofferente percepita in questi giorni.

Riflettendo su ciò che ho visto ieri ed oggi mi pongo questa domanda: “Come può una persona vivere serenamente non sapendo se quel giorno mangerà o se il giorno dopo ci sarà ancora?” Eppure la gente malgascia ci insegna a godere e ad assaporare ogni istante della vita! Gesù infatti dice: “ Beati voi poveri perché vostro è il regno di Dio!” oggi la giornata è iniziata in un modo un po’ traumatico: un malgascio, amico di Giangi, è venuto a cercarlo in albergo per comunicargli che il proprio figlio era appena morto; e qui ritorno alla mia domanda: “Come si può vivere in questa continua sofferenza?” forse la risposta sta nella fede in un Dio che infonde forza, coraggio e speranza, certo a volte è difficile comprendere i disegni che Dio ha su ognuno di noi. La giornata è continuata poi al mercato dell’artigianato, seguito poi dalla visita al parco dei coccodrilli, molto divertente. Chi l’avrebbe mai detto che un giorno avrei assaggiato la carne di coccodrillo?

Ma il momento più divertente è stato il ritorno verso l’albergo durante il quale Gisella ha dato il massimo….che risate!!!

La giornata si è poi conclusa con la cena in compagnia di un personaggio politico che si occupa della sanità che ci ha un po’ delineato e spiegato la situazione disastrosa del Madagascar. Concludo il diario di questa giornata ringraziando tutte le persone che stanno condividendo con me questa meravigliosa esperienza perché con le loro parole e le loro riflessioni mi aiutano a percepire e a cogliere questa dura realtà malgascia.

Letizia

Tanà, 15 agosto 2009

La giornata di oggi è stata “carica” di sensazioni e di emozioni: si è aperta questa mattina con la partecipazione alla S. Messa, tutti riuniti nella cava sotto un cielo un po’ nuvoloso…e si è conclusa in riva al mare…sotto ad uno splendido cielo stellato.

L’impatto con la realtà della cava è stato decisamente diverso rispetto a quanto provato giovedì…da luogo di lavoro, di fatica, a luogo di festa e di ascolto della parola di Dio. In tanti mi avevano raccontato di queste celebrazioni, così diverse dalle nostre, ma diverso è vederle e viverle di persona. Insieme ad un po’ di commozione, tante le sensazioni provate…fatico a trovare le giuste parole per esprimerle..

Sicuramente mi hanno colpito i canti,le danze, l’entusiasmo e la partecipazione di tutti, grandi e piccoli.

Mi colpisce la forza di queste persone, i sorrisi dei bambini che si incontrano per strada…che scaldano i cuore.

Ho visto l’entusiasmo di Padre Pedro e Padre Gianluigi che hanno concelebrato la S. Messa, la “carica” e la forza che cercano di trasmettere a queste persone, dando sempre uno spiraglio, nonostante le difficoltà che inevitabilmente si incontrano.

Dopo la S. Messa ci siamo spostati verso l’aeroporto per venire a Tulear e, dopo un avventuroso viaggio in jeep, siamo arrivati in uno splendido villaggio in riva al mare dove abbiamo potuto fermarci e riunirci sotto un cielo pieno di stelle. E, personalmente, sentirmi infinitamente piccola di fronte all’immensità e alle bellezze del creato!

Ognuno con i suoi pensieri, desideri,con la propria storia, ma..tutti sotto ad uno stesso cielo!!

Vi ringrazio per questi primi giorni di viaggio, intensi, carichi di condivisione..premessa di un viaggio che rimarrà certamente indelebile in me.

Buona continuazione!

Tizi

Tulear, 17 agosto 2009

Ora lo posso dire: “ Il mio sogno si è avverato”. Da anni sognavo un viaggio nella terra africana e il momento per compierlo è arrivato. Penso che questo sia uno dei regali più belli che i miei genitori mi potessero fare e non smetterò mai di ringraziarli. Sono molto entusiasti dell’esperienza che sto vivendo qui in questa terra malgascia e cercherò, tornata a casa, di condividere il più possibile con loro quello che porterò nel cuore. Sento molto forte la vicinanza di parenti e amici che mi accompagna ogni giorno, anche se la distanza che ci divide è molta: quello che mi unisce a loro è il forte amore e la forte amicizia.

Sto vivendo molte emozioni indescrivibili che rimarranno incise nel mio cuore. Sicuramente non dimenticherò le messe celebrate con i nostri amici malgasci dove i canti rispecchiano la grande fede che tutti hanno. Sia ieri che da Padre Pedro ho sentito veramente Gesù in mezzo a noi, mi sono avvicinata tantissimo al cielo e alle persone che da lassù mi proteggono. Inoltre già fisse nella mia mente sono le meravigliose immagini del cielo stellato del tramonto e del vento che sposta i piccolissimi granelli di sabbia cambiando ogni giorno il paesaggio.

Concludo la mia pagina di diario ringraziando tutti voi di cuore, per la festa organizzata ieri mattina. Mi sono veramente emozionata e non scorderò questo compleanno trascorso con la mia nuova famiglia in questo paradiso terrestre. Ringrazio ancora tutti e spero non finisca mai la condivisione di esperienze che ogni giorno ci raccontiamo. Buona continuazione.

Lara 

Tulear, 17 agosto 2009

Sono molto felice di essere in un posto meraviglioso, già sto pensando come sarà la mia vita dopo questa esperienza, dopo quello che ho visto in mezzo a questa gente povera che non ha niente eppure sono più felici di noi, sono loro che danno forza a me, soprattutto i bambini che ti danno la mano come se ti conoscessero da sempre. Stamattina ho visto una mamma con il suo piccolo, ci hanno ospitato nella loro casa misera senza niente, peggio dei nostri pollai. Sono rimasta molto scossa, volevo fare qualcosa ma non sapevo cosa fare, solo pregare Dio che li aiuti a vivere meglio.

Buona continuazione.

Rosa 

Tulear, 18 agosto 2009

Oggi giornata di trasferimento, da Tulear attraverso il parco dell’Isalo. Prima di vivere questa giornata pensavo che la pagina di diario che avrei scritto avrebbe riguardato emozioni ed incontri dei giorni scorsi, tanto è “una tappa di spostamento e basta” mi dicevo. Ma quaggiù niente è quello che ci si aspetta. Alla fine di questa giornata mi trovo a ritenerla un sunto di quella contraddizione propria di questo mondo, e in particolare, della mia vita. Mi spiego meglio. Oggi lungo il tragitto abbiamo avuto modo di vedere ed incontrare ancora una volta la povertà e la miseria della gente che vive in questa terra, dai produttori di grappa ai cercatori di zaffiri che rischiano ogni giorno la propria vita per poter sfamare se stessi e le proprie famiglie. Oggi lungo il tragitto abbiamo visto anche la bellezza di un hotel a cinque stelle, costruito ovviamente dai “vasa”, non per i malgasci. Abbiamo visto la ricchezza di un negozio per il commercio degli zaffiri, fatto per gli stranieri e non per i malgasci. Il viaggio termina in un piccolo residence, illuminato, pulito, con piscina. Mi ritrovo a pensare, dopo una doccia fatta qui, che è bello sentirsi profumati. Provo un po’ di vergogna di fronte a questo pensiero, accorgendomi che in fondo ciò che vedo e che mi turba, che tocca il mio cuore a volte quasi da far male, mi è ancora tanto lontano, è sopportabile perché so che tra qualche giorno tornerò alla mia vita. Certo, non sarà come prima, adesso certe realtà le ho vissute con i miei occhio. Ma in tutta onestà, che abisso tra la mia esperienza e quella delle due figure che più mi sono tornate alla mente in questi giorni: San Francesco e Madre Teresa di Clacutta. E forse è proprio per questo che questo viaggio rappresenta una tappa fondamentale, una di quelle in cui ci si ferma a riflettere, che portano consapevolezza e cambiamenti. Un po’ come alcuni compleanni….

Termino ringraziando di cuore tutti voi, perché ci siamo scambiati profonde esperienze di vita e perché la condivisione e serene risate hanno caratterizzato questa prima settimana.

Buona continuazione e grazie in particolare per l’affetto che mi avete dato.

Vi abbraccio.

Federica

Fianarantsoa, 19 agosto 2009

“Un samaritano, che era in viaggio,passandogli accanto, lo vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite e si prese cura di lui.”

Quanto è bello potersi prendere cura di un altro! Oggi ho sperimentato una forte sensazione nel donare indumenti nuovi, puliti, ai carcerati di Ihosy. Ho capito che non è importante chiedersi come, quanto o se basterà, se sarà sufficiente; ciò che importa è esserci ed avere il cuore puro essendo a servizio di un altro essere umano, più ricco o più povero di me, che importa? Comunque è diverso da me e merita la mia accoglienza, le mie riverenze.

Sant’Ignazio di Loyola dice che amare e stare nell’amore di Dio significa lodarlo, adorarlo e riverirlo… e com’è possibile se non si comincia coi fratelli e le sorelle che abitano la terra?

Mi ha meravigliato che la maggior parte dei detenuti avesse commesso piccoli reati come aver rubato 5 polli o non avere ubbidito al padrone e dovessero scontare 2 mesi o 1 anno. In Italia potrebbe sembrare una barzelletta..ma non fa ridere. Se penso che chi ha ucciso Francesco è a piede libero, insieme a tanti altri delinquenti di cui non si conosce nemmeno l’identità, a spargere chissà quanta sofferenza ancora, credo che sia una ingiustizia enorme, impossibile da accettare!

A pranzo abbiamo conosciuto la bella famiglia di Renè, che ci ha poi fatto visitare il suo allevamento di galline ovaiole e maiali. È stato un incontro prezioso perché mi ha permesso di vedere concretamente come l’uomo di buona volontà, se appoggiato e sostenuto, giorno dopo giorno possa far fruttare i propri talenti per sé, per la propria famiglia e per la propria comunità. Sì, anche qui è possibile. Abbiamo anche conosciuto i due gemellini dei parenti di Renè. Avevamo saputo dal Padre di Tanà che il terzo purtroppo era morto…mi sono spupazzata un po’ la femminuccia di appena due mesi e mezzo, un fagottino dolce e ancora una volta mi sono venuti in mente i miei bimbi…devo dire che scorgere gli sguardi dolci dei bimbi che si fermano per un attimo nel mio m’infonde tanto calore e in questo momento di lontananza dai miei affetti mi è di grande incoraggiamento

Concludo pregando il Signore che ognuno di noi possa sentiesi sempre di più parte di questo bel gruppo che siamo!

Grazie a tutti!

Shanti

Fianarantsoa,20 agosto 2009

Dopo giorni di viaggio finalmente un giorno di meritato riposo.

Dal cielo al mare, dal mare alle montagne, dalle montagne alla savana e oggi eccoci qui a lavarci i nostri indumenti e non solo…

Mentre ero affaccendata non facevo altro che pensare all’esperienza della visita al carcere che mi ha lasciato il cuore spezzato e mi chiedo “Dio dov’è?”

Attraverso il loro canto chiedevano perdono a Dio e questo è stato per me un messaggio di speranze che però non è riuscito a togliermi l’angoscia di quello che i miei occhi hanno visto.

Oggi pomeriggio passeggiando con tutti gli altri per le vie della città siamo arrivati ad un lunapark.

Qui c’erano tanti bambini che guardavano la giostra che girava vuota. A questi bambini abbiamo offerto un giro e con grande gioia sono salita anch’io insieme a loro. Mi sono lasciata coinvolgere dall’emozione e dal loro entusiasmo trascorrendo 10 minuti di spensieratezza, gioendo con loro.

L’incontro serale con Padre Maurice e Padre Roger mi ha coinvolto e interessato per tutto il loro impegno, per i loro progetti in parte realizzati, e altri da realizzare. Questo mi ha aiutato a capire meglio come vengono utilizzati i contributi versati all’associazione UNICOSOLE.

Ringrazio tutti per l’affetto che mi state dimostrando.

Buona continuazione.

Gisel

Fianarantsoa, 21 agosto 2009

Sono stato preso alla sprovvista, mi “hanno” offerto volontario per la stesura del diario giornaliero, ed eccomi qua a scrivere di getto come mio solito sensazioni e speranze che si rincorrono in questo viaggio.

Sant’Ignazio di Loyola scriveva che chi non viaggia ha letto solamente una pagina del libro della vita.

Il Madagascar e gli amici malgasci sono per me parti importanti di questo libro, pagine di disperazione e sofferenza che si aprono davanti ai miei occhi. Una sofferenza che a voce provoca un senso di frustrazione davanti a semplici richieste che non sempre possiamo esaudire, sofferenza di un popolo che leggo nei loro sguardi scintillanti ma a volte tristi.Ma nel contempo nei loro sorrisi leggo la speranza e per questo diventano preziosi come perle. A volte vedere dinanzi a noi tanta sofferenza provoca un senso di smarrimento e dolore, ma è il prezzo che dobbiamo pagare per una maggiore consapevolezza che al ritorno alle nostre case spero si tramuti in voglia di costruire insieme un futuro di speranze per gli amici malgasci e per tutte le persone sofferenti.

Oggi siamo andati a prendere visione di un progetto che ci propone l’Associazione Rainay, come sempre sono stato sorpreso dall’ospitalità che ci ha offerto questo popolo timido e fiero.

La mattina era iniziata con un colloquio con Padre Maurice e Michel,presidenti delle due Associazioni nostre partners in cui ho avuto l’opportunità di ribadire quelli che a mio vaviso sono punti cardine del modo di gestire i nostri rapporti.

Il primo, a mio avvisso, il più importante, è che lo scopoi primo della nostra Associazione è rendere loro consapevoli che dando a loro i giusti mezzi, possono fare le stesse cose di noi “vasa”, anzi meglio perché saranno fatte alla malgascia.

Il secondo punto,è che, nonostante chilometri di mari e terra ci dividano, noi cercheremo di essere sempre al loro fianco e ciò ci rende vicini di casa.

Un’ultima considerazione prima di concludere: ogni anno al mio rientro in Italia dico “sarà l’ultimo”, ma un filo invisibile ma resistente come l’acciaio mi lega a loro, e ormai regolarmente viene riavvolto. Questo filo si chiama amore.

Fabio

Fianarantsoa, 22 agosto 2009

Inizio con il ringraziare Dio per questo giorno indimenticabile, colmo di amore, gioia e speranza. Mai come ora avevo sentito Sem così vicino, lo ritrovavo nei sorrisi dei bambini, nella loro voglia di vivere, nello sguardo pieno di affetto di mio papà, nelle strette di mano e negli abbracci così teneri dei miei compagni di viaggio.

Ogni goccia che sgorgherà da quelle 10 fontane parlerà di noi, della mia famiglia e di tutti coloro che in un modo o nell’altro ci sono vicini. Il sogno di Sem era quello di venire e conoscere la gente della terra rossa del Madagascar e sono convinta che il suo sogno si sia realizzato oggi, lui era lì fra noi, era in quell’acqua che così ptreziosa rallegrava tutta la gente! Il seme che cade nella terra buona da frutto ed è proprio oggi con questo gesto di solidarietà che ho scoperto il disegno che Dio ha su di me. Così di ritorno a Luzzana mi impegnerò per creare questo gemellaggio tra Luzzana e Ivondrana, una sorta di ponte, di arcobaleno, che unisce i cuori.

Un grazie speciale va anche a Giangi che ci ha dato l’opportunità di vivere questo giorno così speciale. Grazie di cuore a tutti voi miei compagni di viaggio perché oggi vi ho sentito molto vicini ed è strano perché vi conosco così poco eppure sento che c’è un legame forte che ci unisce.

Letizia

 

Ciao Sam, ancora una volta sei riuscito a darci un bel daffare.

Mi hai fatto venire in Madagascar nonostante le mie paure e le mie ansie.

In questo giorno così speciale abbiamo portato con tanto affetto il tuo sorriso. Ringrazio prima di tutto Dio che mi ha fatto il grande dono della tua vita e..che vita!!!una vita piena e meravigliosa capace di stupire e stupirci come oggi con i nostri fratelli malgasci.

Grazie a te, alla mamma e Letizia e Damiano, a Giangi, Rosa e a tutti gli altri compagni di viaggio mi sono fatto una bella ricarica di amore e voglia di vivere.

Osservando questo popolo, così semplice ma profondo, povero ma ricco di grazia, ancora poco istruito ma con tanta voglia di imparare, desideroso di affetto ma anche pronto a ricambiarlo.

Signore che sei speciale compagno di viaggio di Samuele aiutami ad essere sempre una fonte di acqua viva per tutte le persone che incontrerò sul mio cammino.

Grazie ancora a tutti.

Con affetto

Gianni 

Fianarantsoa, 23 agosto 2009

Questa mattina al risveglio non mi sembrava vero di essere qui e soprattutto di avere dormito tranquilla!!

E’ stata una domenica di festa, iniziata con una buona colazione e seguita da un momento di preghiera tutti insieme. Durante le riflessioni mi ha colpito Gianni e il sentimento profondo di amore verso la sua famiglia e verso gli altri.

Mi sento vicina al loro dolore, che riescono ad esprimere con grande forza e spirito.

Poi ci siamo avviati per la S. Messa dai monaci. E’ stata una cerimonia molto sentita con la partecipazione sia nostra che loro. Mi hanno colpito i loro canti, la partecipazione gioiosa della gente, che sono riusciti a trasmettermi. Purtroppo in questa domenica che si preannunciava di festa, Padre Maurice ci ha invitato nella sua piccola casa per darci una brutta notizia: la morte dell’amata sorella. Non avevo parole per esprimere la mia vicinanza al suo grande dolore.

A pranzo ci siamo incontrati con la delegazione dell’Associazione Rainay e con tutte le persone che ruotano e lavorano attorno ad essa.

E’ stato bello trovarsi tutti insieme…eravamo una grande famiglia.

Abbiamo gioito tutti insieme, ballato, socializzato con loro. Malgrado la diversità di vita e di cultura, ho capito che siamo tutti sotto lo stesso cielo!

Clara 

Fianarantsoa, 24 agosto 2009

Ormai abbiamo già trascorso più della metà di questo meraviglioso viaggio, e prima di descrivere le considerazioni di questa giornata, vorrei sottolineare il fatto che se questo periodo che sto trascorrendo in Madagascar rimarrà impresso per sempre nel mio cuore e nella mia mente è anche merito di voi magnifici 11 compagni di viaggio, a partire da Giangi nostra guida e padre di questo grande famiglia. Detto questo, il programma di oggi prevedeva l’inaugurazione della scuola nel paese natale di Padre Maurice ad Ambatoteraca. Paese che, purtroppo, in questi giorni era vestito a lutto per l’improvvisa scomparsa dell’amata sorella di Padre Maurice. La giornata era perciò cominciata all’insegna dell’allegria. Infatti, dopo 3 ore di strada (chiamiamola così…) siamo giunti nei pressi di Mahaditra, dove ad accoglierci abbiamo trovato un gruppo di ragazzi in sella alle loro bici. Dopo veloci presentazioni, ci siamo avviati verso il paese, scortati da questi giovani corridori, dove ad aspettarci abbiamo trovato l’intero paese in festa. Subito, però, il clima si è trasformato da gioioso a triste, in quanto siamo andati a far visita alla defunta sorella di Padre Maurice. Due dei momenti più tristi della giornata, il primo quando Padre Maurice è uscito in lacrime dalla camera dove era posta la salma della sorella e mi ha colpito con quanta forza, con le lacrime ancora agli occhi, lui ringraziava noi della nostra presenza e invitava tutti a trasferirci presso la scuola per l’inaugurazione. Il secondo momento, e sicuramente anche il più toccante, è stato quando al termine della S. Messa, con urla strazianti una delle figlie della defunta ha raggiunto il cortile dove eravamo e, sorretta da altre donne, ha poi raggiunto, quasi strisciando, il punto dove la salma della madre era posta. Ho sempre pensato che sentire parlare di qualcosa non è mai come viverla direttamente, ed è per questo che davanti a quella scena, non ho potuto far altro che scoppiare in lacrime, in quanto, avendo vissuto personalmente la stessa situazione, mi sentivo anch’io parte di quel dolore immenso che può dare la scomparsa di una persona cara come la mamma.

Ora veniamo alla festa. E’ incredibile con quanta forza e allegria queste persone diano il meglio di loro per ringraziare e per farci sentire, almeno per un giorno, un po’malgasci. E per fortuna Padre Maurice ci ha detto che la festa era stata ridotta in segno di lutto. Anche questo dimostra quanta gioia e allegria questo popolo ha dentro il cuore, pronte ad esplodere in ogni momento. Si è poi proseguito con i rituali della cerimonia di inaugurazione della scuola. La scuola, appunto; luogo di formazione di bambini che sono il futuro di questo posto e che, con l’aiuto del Signore, saranno loro, un giorno, a portare avanti in maniera si spera giusta e onesta, seguendo gli insegnamenti di Dio.

Grazie ancora a tutti voi, miei compagni di viaggio e che il signore continui a vegliare su di noi come ha fatto finora.

Buona continuazione.

Simone

Fianarantsoa, 25 agosto 2009

Inizio questa pagina di diario ringraziando il Signore Nostro Dio per i doni stupendi che mi ha concesso, in particolare questa esperienza di vita. E’ uno dei tanti insegnamenti che sto ricevendo dal popolo malgascio: riscoprire che ogni giorno ciò che compiamo e realizziamo è dono gratuito e non va dato per scontato.

Sento un po’ la fatica di questa giornata, il lungo spostamento col pulmino per raggiungere i tre villaggi (Ambohimanga, Ambositra, il villaggio di Fenu) ed incontrare gli abitanti. Ma mentre scrivo mi vengono alla mente le fatiche che ogni giorno tutti, in questa terra lontana, compiono per poter avere il loro pane quotidiano: i bambini che devono percorrere 7 Km al giorno per andare a a scuola ed altrettanti per tornare; i bambini che perdono due giorni di studio (il sabato e la domenica) per tornare alle loro case per prendere il cibo della settimana; i genitori che lavorano per coltivare riso e nonostante gli sforzi riescono a malapena ad ottenere quel po’ che basta a sostenere un bambino. Sono solo alcuni degli esempi che possiamo trarre da quanto abbiamo visto in questi giorni. Di fronte a tutto questo, non ho certo il diritto di lamentarmi. Più di una volta oggi sono rimasta ulteriormente spiazzata dalle attenzioni e dalla sensibilità che stiamo ricevendo da persone che si trovano in grande difficoltà economiche. Dal cibo offerto nel villaggio interessato dal progetto per la costruzione di una scuola media e di cui loro, che hanno difficoltà a nutrire i propri figli, si sono scusati perché sanno che “non è cibo per nipoti di vasa”. Allo spuntino offerto al villaggio di Fenu e allestito nel cortile perché il tempo a disposizione era poco (loro avevano pensato a ben altra accoglienza). Al pranzo presso la casa di Michel ritardato da noi di quasi tre ore, rimandando così anche il pasto di tutti coloro che ci aspettavano dal mattino e, ciò nonostante, ci hanno accolto, come fanno sempre i malgasci, con gioia e calore. Al menù del pranzo pensato appositamente per noi.

Oggi mi sono soprattutto sentita investita di una grande responsabilità: nel corso dei ringraziamenti legati alle attività di sostegno ai ragazzi siamo stati paragonati ai 12 apostoli. Più tardi abbiamo avuto modo di scherzare tra di noi su questa definizione,ma sinceramente in quel momento non mi sono sentita degna del, seppur molto lontano, confronto. Quella che è stata formulata come una affermazione si è trasformata in una domanda che mi ha interpellato e mi interpella personalmente.

In che misura lascio spazio nella mia vita alla Parola e allo spezzare del pane?

Curiosamente (ma forse non è questo il termine più corretto) questo episodio ricorda il brano che abbiamo letto e meditato nella preghiera di stamattina: “erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere”.

Buon cammino a tutti e grazie della vostra presenza.

Federica

26 agosto 2008

Eccomi qui, seduta alla scrivania della mia camera nella mia nuova casa, a pensare a tutti i giorni passati in questa terra rossa. Sono tante emozioni vissute e le sensazioni forti che subito hanno colpito il mio cuore. A partire dai sorrisi e dagli abbracci ricevuti dai bambini nei villaggi visitati, dal giorno del mio compleanno, iniziato sotto uno splendido cielo stellato e concluso con una festa a sorpresa, al giorno 22,l’inaugurazione dell’acquedotto in onore di Sem. Quel giorno ero molto agitata fin dalla sera prima e questo perché mi sentivo veramente vicina a Letizia e al resto della famiglia. In questo giorno così aspettato da tutti ho vissuto emozioni talmente forti che qualche lacrima mi è scesa. Ringrazio il Signore con tutto il mio cuore perché il suo volto è sempre presente in tutte le persone malgasce che ho incontrato e nei miei compagni di viaggio ormai diventati la mia seconda famiglia. Una mattina Giangi ci ha chiesto cosa avremmo portato nelle nostre case dopo aver vissuto qui per tre settimane. Io porterò a casa il ricordo di tutte le fantastiche persone che ho incontrato, la voglia e il desiderio di ritornare in questa terra e infine cercherò di prendere come esempio di vita la popolazione malgascia cioè mettere al primo posto nella propria vita l’amore, un amore aperto a tutti coloro che mi circondano e soprattutto a chi avrà più bisogno.

Cercherò di accogliere il prossimo come i malgasci tutti i giorni ci hanno saputo accogliere nei loro villaggi. Mancano ancora sei giorni e spero di viverli a pieno come quelli passati. Ringrazio uno a uno i miei compagni di viaggio perché il loro amore e la loro testimonianza mi hanno arricchito tantissimo.

Grazie a tutti e buona continuazione.

Lara

27 agosto 2009

Il tempo corre veloce, quest’ultim settimana sembra volata..nella mente scorrono veloci immagini e sensazioni dei momenti vissuti in questi giorni così intensi. Non riesco a fermarle tutte…

Siamo stati accolti e abbiamo visitato diversi villaggi, abbiamo inaugurato fontanelle d’acqua, una scuola, ascoltato le esigenze e le richieste di nuovi progetti.

Ho visto tanta povertà arricchita di semplicità, grande fede e tanta umiltà. Mentre viaggiamo mi capita spesso, perdendomi nell’ammirare questi splendidi paesaggi, di pensare al mio modo di vivere, alla nostra società, così profondamente diversa da essere, forse, imparagonabile. Ci si sente impotenti e smarriti di fronte a un bimbo che lavora alla fornace di mattoni, di fronte al fatto che per molti di loro il diritto allo studio è negato o alla necessità e all’importanza di un fontanella d’acqua. O, ancora di fronte a famiglie che faticano ad arrivare a fine giornata, ma che sono pronte ad offrirti tutto quello che hanno pur di farti “sentire a casa”.

E’ sorprendente questa semplicità di vita, il calore e l’ospitalità con la quale ti accolgono.

Mi capita di pensare spesso alla mia casa, alla mia realtà, alla mia famiglia…alle mie fortune!! E ringrazio il Signore per tutto quello che mi ha dato primo tra tutte, l’amore della mia famiglia. Ho negli occhi il sorriso dei bambini e delle persone che abbiamo incontrato, la loro gioia per quanto ricevuto..forse tutto questo è solo una “piccola goccia” che non potrà cambiare totalmente le cose, ma penso che…tante piccole gocce non possono che arricchire il mare!!!

Mettendo un attimo da parte tutte le sensazioni raccolte in questi giorni, la giornata è stata all’insegna del relax…e dopo queste giornate intense…ci voleva!! Questa mattina ci siamo dedicati allo “shopping in Madagascar””!!

Abbiamo fatto un giro al mercato: è stato bello vedere anche questo aspetto, mi è sembrato di avvicinarmi un po’ di più a questa cultura e, come dice Fabio, di assaporare i veri odori malgasci.

La sera siamo stati ospiti a cena da Hanitra e Haja: piacevole momento di incontro/confronto in cui abbiamo avuto la possibilità di conoscerci meglio, anche se la sensazione è stata quella di “sentirsi a casa”. Termino ringraziando il Signore, nostro compagno di viaggio, per questa splendida esperienza, ne torno arricchita. E ringrazio voi, miei ufficiali compagni i viaggio, ed ormai, amici, perché ciascuno di voi, ha, a suo modo, arricchito il mio cammino. Augurandoci di vivere al meglio anche questi ultimi giorni e, una volta rientrati in Italia, di lasciarci interpellare da quanto abbiamo visto per affrontare gioie e difficoltà uotidiane con uno spirito diverso.

Grazie di cuore e buona continuazione.

Con affetto.

Tiziana

28 agosto 2009

Carissimi compagni di viaggio, in questo giorno speciale della mia vita, sono qui a festeggiare con voi il mio 27mo anniversario di matrimonio, è un’emozione grande poter condividere questo pezzetto di vita con delle persone speciali come voi.

Ringrazio il Signore per questo grande dono che mi ha fatto, in Madagascar con i malgasci e con questo gruppo di compagni che ora posso chiamare amici.

L’amore che nutro per Giulia è immenso e lo voglio comunicare anche a voi, il tempo è trascorso così in fretta che mi sembra ancora la vigilia del matrimonio.

Questo amore lo voglio trasmettere anche a voi e specialmente a te, Giangi che sei stato il ministro del nostro sacramento sponsale. Oggi con la visita all’Ospedale malgascio mi sono chiesto come si possibile nel 2009 cadere così in basso. Nonostante la situazione difficile, anche qui siamo stati accolti con grande fede, perseveranza, gioia, ma quella vera, quella che ti entra dentro e non se ne va più se non per fare del bene a tutti quelli che incontri.

Durante la Messa questa sera Giangi ha benedetto il nostro amore, che è stato coronato alla fine con il canto malgascio.

Signore continua a benedire la nostra unione e la nostra famiglia, sta vicino al nostro Sam e aiutaci sempre con la tua grazia in modo che noi possiamo vegliare sempre con le lampade accese nell’attesa dell’abbraccio eterno in Paradiso, con tutti i nostri cari.

Grazie

A presto.

Gianni

29 agosto 2009

Eccomi di nuovo a scrivere questo diario. In questi giorni ho provato delle sensazioni molto forti e non riesco neanche a descriverle; vedere questa gente senza niente eppure sempre sorridenti, i bambini vestiti di stracci ma sempre sorridenti, basta un batti 5 per farli felici. Sono loro che mi insegnano cos’è la vita e a viverla diversamente. Prego Dio perché li protegga sempre. Stamattina abbiamo visitato l’ospedale, è stato traumatico. Per un ammalato che ha bisogno di trasfusioni, il sangue deve essere donato da un familiare senza controllo che sia il sangue giusto, rischiando la vita; aspettano che arrivi la strumentazione dal Belgio, è una cosa inverosimile.

Poi abbiamo visitato la casa di Padre Maurice. Lo stimo molto per tutti i sacrifici che sta facendo per i ragazzi facendoli studiare e dando loro istruzione.

Sto pensando al mio ritorno a casa: non so se la mia famiglia riuscirà a capire che sono cambiata, dopo queste esperienze. Vivrò la mia vita diversamente e cercherò di trasmettere anche a loro quello che ho vissuto in questi giorni speciali con i miei compagni di viaggio che sono diventati la mia seconda famiglia, mi sono legata molto a loro. Grazie tante a Giangi, è merito suo se sto vivendo questa esperienza che mi ha donato tanta gioia. Oggi domani sempre avremo da combattere tutti insieme per rimanere sempre uniti nella fede e nella nostra amicizia e che Dio sia sempre nei nostri cuori.

Grazie a tutti, un bacio.

Buona continuazione.

Rosa

30 agosto 2009

…dai cieli mozzafiato di Tulear, con le sue dune dorate e i suoi sapori sfiziosi, alle risaie di Fianarantsoa, coi suoi paesaggi da fiaba e la semplicità scioccante della sua terra rossa…eccomi qui, ad un nuovo incrocio/ snodo di questo pellegrinaggio (come dice Giangi) ricco di sorprese e incontri. Oggi è stata dura svegliarsi alle 4, come avrete capito mi piace ronfare al calduccio del mio letto, quando posso!

Abbiamo vissuto una domenica in famiglia grazie alla celebrazione del battesimo di Fifalina, la bimba di Hanitra e Haja. Il viaggio per raggiungere Lorette, villaggio del nonno di Hanitra, è stato lungo e movimentato, ma direi che ne è proprio valsa la pena. Partecipare a questa festa mia ha fatto sentire vicina a Dio Padre e ultimamente non mi è capitato spesso.

Dopo la morte di Francesco, il mio rapporto col Padre è un po’ cambiato…se all’inizio mi sentivo avvolta dal suo Amore Santo e in questo abbraccio protetta e cullata, col passare del tempo la consolazione e il senso di abbandono si sono fatti posto nel mio cuore. Senza capire come e perché improvvisamente mi sono sentita tradita dalla vita, da Dio, dagli altri a cui avevo sempre donato tutta me stessa (coi miei pregi e i miei difetti) senza riserve…insieme a Fra lodavo Dio per le tante benedizioni con cui rendeva la mia/nostra vita carica di amore e positività. Poi tutto è cambiato…io sono cambiata, ancora una volta improvvisamente, senza capire modo e misura.

Sono arrivata in Madagascar col desiderio di fare la mia conoscenza, forse per la prima volta vulnerabile e nuda come un pulcino appena uscito dal guscio.

L’idea di poter cambiare aria, conoscere persone a cui poter svelare la nuova Shanti senza timori e finalmente realizzare il mio sogno malgascio mi ha portato qui con voi, oggi, a presentarmi per la prima volta… e se ripenso al calore e alla consolazione che ho provato in ogni eucarestia vissuta qui con voi e con Giangi  mi viene da dire così..

Sono Shanti, ho 28 anni e sono educatrice di asilo nido. Amo i bambini e vorrei tanto avere una famiglia tutta mia un giorno, con cui poter vivere nell’amore di Dio e portarlo a chi vive in condizioni più difficili rispetto alla mia. Portare il sorriso è ciò che più conta per me, raccontare ai più piccoli quanto è bello sentirsi creatura del Signore, unica e irripetibile, fatta per i disegni più alti di quanto il nostro intelletto possa vagamente cogliere qui sulla terra. Sto per tornare a Milano, a casa dalla mia preziosa famiglia, alla mia vita, con un’esperienza in più, vissuta purtroppo senza il mio fidanzato che dal 19 dicembre 2008 veglia su di me ancor meglio di come non facesse già sulla terra…Ora posso realmente dire che è il mio angelo celeste.

Torno con il desiderio forte di continuare a sentirmi così vicina a Dio Padre e agli altri senza rabbia e dolore nel cuore, ma libera e in pace con me stessa, proprio come i malgasci incontrati mi hanno insegnato.

Ho capito che tutto il dolore che mi scoppia dentro non aspetta altro che di essere offerto al signore. Solo in questo modo questa croce non mi schiaccerà più, ma al contrario mi eleverà nei cieli, perché come una colomba di pace tra le sue sante mani nuovamente capace di donarsi agli altri.

Ringrazio Giangi , perché come sempre è l’amico prezioso che mi sta accanto, con amore e rispetto, accogliendomi e spronandomi proprio come un padre!

Grazie ad ognuno di voi per avermi aiutata a fare amicizia con me stessa e con tutte le persone che abbiamo incontrato.

A Simone grazie per le coccole del buongiorno e della buonanotte.

A Tiziana grazie per la delicatezza e la presenza immutabile nel mio cuore.

A Letizia grazie per la sua instancabile allegria e per i suoi dolci occhi.

A Lara grazie per la sua semplicità e voglia di festa.

A Fabio grazie per le attenzioni e per la sua esperienza di giramondo messa al nostro servizio in questo viaggio.

A Gianni grazie per la sua schiettezza e le sue premure.

A Rosa grazie perché si è presa cura di noi come una mamma dolce e sempre in ascolto.

A Federica grazie per la sua pacatezza e le riflessioni stimolanti.

A Gisel grazie per la sua autoironia.

A Clara grazie per essersi adoperata come cuoca, nonostante la stanchezza.

E aggiungerei un grazie enorme alla famiglia di Hanitra e Haja e a tutte le famiglie con cui più da vicino abbiamo percorso questo primo tratto di pellegrinaggio sulla terra….questo è solo l’inizio, buon ritorno e buon proseguimento a tutti.

Shanti

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Samuele in Madagascar, agosto 2009

Letizia e Gianni Bonetti, con Rosa Testa Facchinetti, Padre Gian Luigi Colombi e altre dieci persone di varia provenienza, il giorno 12 agosto 2009 partono per il Madagascar. Lo scopo del viaggio è duplice. Si tratta infatti di fare un’esperienza di incontro e di conoscenza di una realtà tanto diversa dalla nostra. Tre anni fa anche un gruppo di ragazzi di Luzzana, Lisa, Chiara, Anna, Andrea, Sara e Damiano, si erano recati laggiù per toccare con mano povertà e ricchezza di quel Paese. Guidati dall’esperienza di Padre Gianluigi, chi accoglie ogni  anno il suo invito a fare questo viaggio  ha l’occasione per avvicinarsi, con rispetto e discrezione, a una cultura che ha sì tanto da ricevere nella sua povertà di mezzi, ma può anche dare molto in termine di valori quali la sobrietà, l’essenzialità, l’attaccamento alla famiglia e alle tradizioni, l’ascolto della natura.

Questo viaggio ha anche un valore aggiunto. Infatti, attraverso la ripubblicazione del libro  “ Samuele. TU CHE CONOSCI IL CIELO”, è stata raccolta la cifra di 13.000 euro destinati, con il patrocinio dell’associazione Unico Sole- Onlus,  a finanziare un acquedotto  a Ivondrona, regione di Haute Matsiatra in Madagascar.

Questo paese ha una popolazione di 634 abitanti raggruppati in dieci piccoli villaggi. E’ una popolazione che vive di un’agricoltura tradizionale di sussistenza, coltivando il riso, alimento base di ogni malgascio. L’unico centro di aggregazione del paese è la scuola elementare, frequentata da 155 bambini, e la chiesa cattolica. L’ 80 % della popolazione in Madagascar non ha accesso all’acqua potabile; con la realizzazione di questo progetto, i 634 abitanti avranno la possibilità di attingere acqua potabile alle dieci fontane pubbliche sparse nei loro villaggi. La popolazione apporterà il suo contributo, circa il 10% del costo totale dell’acquedotto,  attraverso lo scavo a mano di un metro di profondità del canale dove passerà il tubo, ed il reperimento dei materiali da costruzione che si trovano sul posto. L’acqua è un bene di tutti e in Madagascar si sta attenti a non privatizzarla. A lavori ultimati, l’acquedotto sarà gestito da un comitato scelto tra tutti coloro che ne usufruiranno e ogni fontana pubblica avrà due responsabili che raccoglieranno il contributo, un euro l’anno, da parte di tutte le persone maggiorenni che attingeranno acqua alla fontana. Un modo per non fare semplice elemosina, che offende la dignità della persona, ma esigere corresponsabilità e partecipazione. Saranno due gli acquedotti da inaugurare: insieme a quello di Samuele, anche, in un’altra zona, quello offerto da una signora, anch’essa partecipante al viaggio, in ricordo del marito.

Quando la sera del 27 dicembre scorso, presso l’oratorio di Luzzana è stato presentato il libro di Samuele e questa iniziativa di solidarietà, Padre Gian Luigi ha invitato tutti a questo viaggio dicendo con molta chiarezza e determinazione che “…non basta mandare soldi a questa gente, bisogna andare a trovarli, loro non potranno mai venire a trovare noi!”. Un invito che spiazza e interroga, e che non può non essere raccolto, soprattutto da chi vive sulla propria pelle la sofferenza e la speranza di un seme che, morendo, può portare molto frutto.

Letizia e Gianni avranno nella loro valigia un pezzo speciale, una targa che loro stessi fisseranno ad una della dieci fontane, con la scritta, in italiano e in malgascio:

A ricordo di Samuele Bonetti, la sua famiglia e i suoi amici

 offrono con amore

 l’acquedotto al paese di Ivondrona”.

Grazie alle tante persone che con sensibilità e generosità hanno offerto la loro preziosa goccia d’acqua. Ivondrona conoscerà in questo modo i tanti amici di  Samuele, e lui porterà anche in questa terra lontana il loro sorriso e un amore che non ha confini.

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