Programme de la visite
aout |
17 |
Départ de Milano Linate à 6,55 pour Paris, arrivée a Tana Ivato à 21,45 |
18 |
Tanà, change, achat d’artisanat à la digue, visite du P. Pedro. Antsirabe. |
19 |
Antsirabe-Ambositra. Inauguration réhabilitation pompe à Andrainarivo et barrage à Tsihitaloha vers 10h. |
20 |
Visite adduction d’eau à Manarinony, après midi rencontre avec les Rad de l’école de la deuxième et troisième cantine scolaire, artisanat chez Jean à 8h30 |
21 |
Ambositra, Messe a l’église de Anjoma (Manarinony). Rencontré avec les parents et élevés d’Ambositra. |
22 |
Départ d’Ambositra le plus tôt possible (6h).Visite des deux projet d’adduction d’eau à Ambohimanoro (5966 m, 17 bornes f, 137.757.000 ariary) et à Ambohipierenana (4.441 m. 11 bornes f, 106.149.000 ariary) |
23 |
Fianara, au matin visite de l’école à Maneva et l’après midi visite des projet de l’ass. Rainay et réunion du bureau |
24 |
Départ pour Ihosy, mise en marché machine pour l’huile d’arachides, développements du projet d’autofinancement, la nuit à Ihosy |
25 |
Ihosy, visite de l’élevage des poules pondeuses et réunion avec René, association Rainay et UnicoSole, |
26 |
Visite adduction d’eau de Sahamena et projets d’école à Andrainjato Est. Arrivent à Tana a 21,45 Maria Cugini e Stefano |
27 |
Visite des projets de l’ass. Miaraka aminy à Isorana et Soanerana, réunion du bureau. |
28 |
Fianarantsoa: Messe et fête avec les deux associations. Apres la Messe du P. Pedro, Maria Cugini e Stefano partiront da Tana pour Fianara. |
29 |
Andoharanomaintso, réunion avec les élevés et parents |
30 |
Visite de l’adduction d’eau di Samuele |
31 |
Visite de l’école de Ambalalamay (Vohibola). Départ de Elide pour l’Italie |
septembre |
1 |
Mahaditra, Messe et fête pour les 50 ans du P. Maurice. Visite dans différent lieu selon le programme du P. Maurice. |
2 |
Réunion conclusive avec les deux associations |
3 |
Fianarantsoa-Ranohira |
4 |
Ranohira, Ilakaka mine de saphir, Tulear, Sarodrano |
5 |
Nosy Ve et Anakao |
6 |
Saint Augustin |
7 |
Départ en avion de Tulear, arrivée à Tanà vers 21,30 |
8 |
Départ de Tanà à 00,55 arrivée a Paris à 10,55. Avion pour Milano L. à 13,15 |
Come lo scorso anno, per mettere a disposizione dei soci una relazione puntuale e anche per non dimenticare nulla, ho ritenuto utile tenere un “diario del viaggio”, annotando il più possibile. Lo riporto ora in un file.
A parte sono le schede dei lavori che abbiamo completato e inaugurato: un barrage (cioè una diga) e un acquedotto ripristinato.
La mia amica Graziella mi ha preparato per il viaggio, per ogni giorno, un piccolissimo regalino e un pensiero, da “pescare” a caso. Riporto in ogni giornata il pensiero che ho trovato. In realtà dovrei metterlo in coda, visto che li ho aperti sempre di sera, ma mi piace cominciare il racconto di ogni giornata con un bel pensiero!
17 agosto (mercoledì)
Ridere, piangere, rischiare
- Ridere è rischiare di apparire sciocchi.
- Piangere è rischiare di apparire sentimentali.
- Aprirsi ad un altro è rischiare di coinvolgersi.
- Esporre i propri sentimenti è rischiare di mostrarsi pienamente.
- Illustrare le proprie idee e sogni ad una folla è rischiare di perderle.
- Amare è rischiare di non essere contraccambiati.
- Vivere è rischiare di morire.
- Sperare è rischiare la disperazione.
- Provare è rischiare il fallimento.
- Ma bisogna rischiare, perché il maggiore pericolo della vita è di non rischiare nulla.
- Chi non rischia nulla, non fa nulla, non è nulla.
- Forse evita la sofferenza e il dolore, ma non può imparare, sentire, crescere, cambiare, vivere, amare.
- Inchiodato al proprio atteggiamento, è schiavo.
- Ha rinunciato alla propria libertà.
- Solo colui che rischia è libero.
Partenza da Seriate alle 4.15 (del mattino) con Angelo che ci accompagna a Linate. Nessun problema di bagagli, voliamo con Alitalia che non pone alcun limite di peso. Ok il volo per Parigi, soliti Km dentro l’aeroporto per andare dal terminal 2F (dove è atterrato il volo da Milano) al terminal 2C (da dove parte il volo per Antananarivo).
Partenza con poco ritardo, aereo pieno. Il volo di giorno è sempre lunghissimo.
Durante il viaggio con padre Gianluigi abbiamo parlato dei progetti che vedremo nei prossimi giorni. Abbiamo poi definito l’argomento al quale dedicare il calendario 2012: le iniziative dell’associazione, quelle che abbiamo realizzato e quelle che vorremmo realizzare. Abbiamo discusso delle riunioni dell’Associazione, dei problemi delle associazioni malgasce e del paese, di cosa acquistare per i mercatini e di tanto altro.
Si atterra alle 22 e 15 (ora malgascia, solo un’ora in più rispetto all’Italia) e ci sottoponiamo alla solita trafila del visto (ancora gratis) con una coda molto indisciplinata e con 4 funzionari che si passano il passaporto per il controllo, che però acquisiscono i dati sul computer.
Superato questo, si ritirano le valigie, si passa la dogana senza il minimo problema e fuori troviamo Haja che ci aspetta.
Raggiungiamo l’albergo Anjary che è pubblicizzato persino sui libriccini che vengono distribuiti in aereo, ma, a parte il personale molto gentile, è piuttosto triste e squallido (è l’albergo nel quale mi ero fatta nel 2004 il “bollo” sul viso, sbattendo contro una sedia).
Sono le 2 del 18 agosto quando finalmente riesco a sedermi su un letto.
Per prima cosa ho provveduto a disfare le valigie, per togliere tutto quanto è stato portato per essere lasciato lì. L’ho messo nelle scatole di cartone per poter proseguire il viaggio con una solo valigia, lasciando l’altra ad Antananarivo.
Quando finisco, fiduciosa, cerco di fare una doccia e… sorpresa…l’acqua è fredda!! La temperatura ad Antananarivo è tutt’altro che calda, con felpa e giubbetto si sta bene.
Sono riuscita, nonostante l’ora, anche a chiamare casa con la scheda malgascia che Haja mi ha preparato, spendendo 1410 ariary (circa 50 centesimi).
Domani altra giornata molto faticosa.
18 agosto (giovedì)
Desiderata
Va’ serenamente in mezzo al rumore e alla fretta e ricorda quanta pace ci può essere nel silenzio.
Finché è possibile, senza doverti arrendere, conserva i buoni rapporti con tutti.
Di’ la tua verità con calma e chiarezza, e ascolta gli altri, anche il noioso e l’ignorante:
anch’essi hanno una loro storia da raccontare.
Evita le persone prepotenti e aggressive: esse sono un tormento per lo spirito.
Se ti paragoni agli altri, puoi diventare vanitoso e aspro,perché sempre ci saranno persone superiori ed inferiori a te.
Rallegrati dei tuoi risultati come dei tuoi progetti.
Mantieniti interessato alla tua professione, benché umile:
e’ un vero tesoro rispetto alle vicende mutevoli del tempo.
Sii prudente nei tuoi affari, poiché il mondo é pieno di inganno. Ma questo non ti impedisca di vedere quanto c’é di buono: molte persone lottano per alti ideali, e dappertutto la vita e’ piena di eroismo.
Sii te stesso. Specialmente non fingere di amare. E non essere cinico riguardo all’amore, perché a dispetto di ogni aridità e disillusione esso e’ perenne come l’erba.
Accetta di buon grado l’insegnamento degli anni, abbandonando riconoscente le cose della giovinezza.
Coltiva la forza d’animo per difenderti dall’improvvisa sfortuna. Ma non angosciarti con fantasie.
Molte paure nascono dalla stanchezza e dalla solitudine.
Al di la’ di ogni salutare disciplina, sii delicato con te stesso.
Tu sei un figlio dell’universo, non meno degli alberi e delle stelle; tu hai un preciso diritto ad essere qui. E che ti sia chiaro o no, senza dubbio l’universo va schiudendosi come dovrebbe. Perciò sta in pace con Dio, comunque tu Lo concepisca, e qualunque siano i tuoi travagli e le tue aspirazioni, nella rumorosa confusione della vita conserva la tua pace con la tua anima.
Nonostante tutta la sua falsità, il duro lavoro e i sogni infranti, questo e’ ancora un mondo meraviglioso. Sii prudente.
Fa’ di tutto per essere felice.
Da un manoscritto del 1692, trovato a Baltimora nell’antica chiesa di San Paolo.
Giornata “campale” che, dopo quella di ieri, non ci voleva proprio!
Faccio un salto sul letto al suono della sveglia puntata sulle 6, colazione, Haja va a cambiare gli euro in ariary, Padre Gianluigi ed io andiamo con un taxi alla libreria centrale a cercare il libro sull’apicoltura in Madagascar e le cartine per Mario e qualche altro libro. La Libreria Centrale è sconcertante: gli scaffali vuoti, una sola copia di ogni libro, messa in modo da occupare un intero ripiano! Non troviamo quello che cercavamo, ma qualche pubblicazione interessante sì. Passiamo anche alla Libreria S. Paolo dove acquistiamo dei piccoli dizionari francese-malgascio e inglese-malgascio.
Il centro della città è ora tutto rifatto, con i giardini e la fontana al centro del viale principale.
Come sempre, c’è gente ovunque, ma le persone sembrano più apatiche, sofferenti, assai meno sorridenti del solito. Siamo assediati dai soliti venditori.er le 9 era previsto un incontro con il dr. Bruno che però ci informa di dover andare ad Antsirabè. Ci vedremo per strada, mentre lui torna e noi andiamo verso Ambositra.
Per cercare qualche oggetto particolare di artigianato andiamo, anziché alla Digue, ad un mercato in città. Effettivamente troviamo qualche cosa di nuovo: diversi oggetti e calamite di latta, animali di pietra, scatoline di tanti tipi, bambole di pezza, ecc.
Quando si sono resi conto che compravamo parecchio, ci hanno “assalito”! Tra gli acquirenti delle bancarelle, abbiamo trovato anche alcuni turisti italiani.
Finiti gli acquisti, di corsa in albergo a liberare le camere dai bagagli e a sistemare gli oggetti acquistati nella valigia da lasciare a Tanà. Faccio questo lavoro nella hall dell’albergo che ha una vetrata su una via con molto movimento e, quando alzo gli occhi, mi rendo conto di avere un folto pubblico che mi controlla.
Si pranza (mangiando stranamente bene) in un piccolo ristorante di fronte all’albergo dove ritroviamo gli stessi Comoriens (abitanti delle isole Comore) che erano in albergo a causa della cancellazione del loro volo.
Quando si parte per Ambositra sono quasi le due.
Le tappe sono tante. A Tanà andiamo a salutare le suore nazzarene (suor Maria Goretti, suor Noeline, suor Perpetue) che ci offrono un ottimo caffè, poi tappa gasolio e schede telefoniche, poi uno stop per l’acquisto delle fragole, un altro per comprare piantine di mango, litchee e avocado da portare a Ihosy, poi sosta carote e infine l’incontro con Bruno.
Il traffico sulla route nationale n. 7 (quella che attraversa tutta l’isola) è sempre scarsissimo: qualche camion, taxi brousse carichi fino all’inverosimile e pochissime macchine private. La benzina e il gasolio costano carissimi: più di 1 euro al litro che rispetto al reddito procapite malgascio è un’enormità!
Bruno ci aggiorna velocemente sulla situazione del paese: le associazioni internazionali non si decidono a firmare gli accordi e quindi è tutto fermo, anche se sembra che possa sbloccarsi nei prossimi giorni.
Se la crisi politica non si risolve, l’economia è paralizzata e la gente è allo stremo, ma la cosa non importa a nessuno!
Forse a novembre si terranno le elezioni per i nuovi sindaci: Bruno conferma che hanno lavorato molto sulle liste elettorali, il codice elettorale è stato approvato, sarebbe tutto pronto ma nulla si muove.
Bruno dice che comunque lo Stato ha soldi, dal momento che continua a pagare regolarmente gli stipendi ai suoi dipendenti, e rimborsa i vecchi prestiti e paga gli interessi su quelli ancora accesi. Sicuramente nelle casse dello Stato entrano soldi per la miniera di zaffiri e per una nuova miniera di ferro.
Il petrolio trovato in mare non si estrae perché a 80 dollari al barile non c’è convenienza. L’intenzione è di aspettare che il costo salga almeno a 150 dollari al barile (speriamo di no!!).
Arriviamo ad Ambositra che è buio fitto, anche se sono da poco passate le 8. Raccogliamo per strada Michel che era in questi giorni al villaggio per seguire i lavori del barrage e del ripristino delle fontane.
A cena solo pochi cenni ai due progetti che andremo ad inaugurare domani e alle mense scolastiche.
Domani ancora sveglia alle 6!
19 agosto (venerdì)
Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perché. I loro desideri hanno le forme delle nuvole.
Charles Baudelaire
Sono passati 3 giorni (neppure interi) e mi sembra di essere da tanto tempo qui e da più tempo ancora lontana da casa.
Per fortuna, le telefonate hanno costi accessibili con la scheda malgascia!
Oggi giornata di impegni ufficiali: inaugurazione delle 29 fontane dell’acquedotto ripristinato per i villaggi di Andrianarivo (615 abitanti), Ambohipia (408 abitanti) e Maneva (853 abitanti) e del barrage di Tsihitaloha, nel comune di Tsarasoatra (30 ettari di risaie).
La cerimonia si è tenuta al mattino nel cortile della scuola che abbiamo inaugurato lo scorso anno, e presso la quale è stata collocata una delle 3 nuove fontane. Per entrambi i progetti erano presenti, oltre alle autorità locali, il responsabile regionale dello sviluppo rurale e il responsabile del progetto di sviluppo della regione, che ci fornisce i CD con la documentazione completa dei loro studi sui piani per lo sviluppo della Regione.
Abbiamo prima fatto il giro per visionare una decina di fontane. Alcune sono molto vicine tra loro perché la chiesa protestante, che ha costruito l’acquedotto nel 1996, utilizzava la regola “ se ci sono almeno 4 case, si mette una fontana”. Visitiamo anche il bacino “inferiore” per la raccolta dell’acqua.
Le fontane ripristinate hanno una struttura esagerata in cemento; in compenso, hanno scarichi che non funzionano o ristagnano all’esterno perché troppo corti e poco profondi.
E’ importante e urgente definire una tipologia di fontane con caratteristiche standard. Michel (presidente dell’associazione Rainay) ci racconta che durante i lavori hanno trovato molte sorprese: tubi rotti, tubi rubati, tubi messi in superficie e quindi rovinati, ecc.
Tutte le autorità che partecipano alla cerimonia di inaugurazione richiamano l’utilità dell’acqua, e l’importanza di coltivare i terreni e la necessità di smettere di bruciare i boschi per fare carbone per cucinare.
Alcuni flash degli interventi.
Il presidente dell’acqua ringrazia innanzitutto noi per il contributo economico, poi lo Stato che ha dato tutti i permessi per effettuare i lavori, e infine tutti quelli che hanno lavorato.
Il sindaco era impegnato altrove per il terreno sul quale dovrà essere costruito il Liceo (se ne era parlato lo scorso anno) e al suo posto presenzia il vice sindaco, il quale invita la popolazione a gestire bene la manutenzione per conservare le strutture appena ricevute e approfitta per invitare tutti a lavorare insieme per raccogliere i fondi per la costruzione del nuovo liceo.
Michel fa presente che non ci potrà essere un terzo finanziamento sullo stesso acquedotto, richiama l’urgenza e l’importanza del funzionamento del comitato di gestione e della raccolta dei contributi: ogni ultra 18nne deve pagare 200 ariary al mese (meno di 1 euro in un anno) per la manutenzione dell’acquedotto.
Padre Gianluigi ricorda che c’è stato un contributo da parte sia dell’Acli, sia di alcuni amici di Simone. Per questo sono state apposte due targhe: quella degli amici di Simone sulla fontana vicino alla scuola, e quella dell’Acli sulla fontana vicino alla chiesa.
Il presidente dello sviluppo rurale pone l’attenzione sul problema dei fuochi per produrre carbone, a causa dei quali si distrugge tutta la foresta.
Il presidente dello sviluppo della regione invita la popolazione a far funzionare il comitato di gestione e rapporta il valore del lavoro che noi abbiamo fatto a quello di 100 zebù, incaricandoci di ringraziare tutti quelli che hanno contribuito.
Agli abitanti viene richiesto il pagamento di quanto dovuto entro domenica prossima e chiediamo che i responsabili di ogni fontana ci raggiungano a Manarinony domenica.
I lavori dell’acquedotto sono stati realizzati dalla stessa impresa che ha costruito le scuole di Andrianjato e di Vohimalaza: è presente il padre dell’ingegnere.
Alla cerimonia non ha assistito molta gente. Riusciamo a sapere che, non appena l’acquedotto era stato costruito nel 1996, alcune fontane avevano funzionato soltanto per 3 mesi, altre per pochi anni, e solo 3 fontane erano ancora in funzione.
Mi tocca il taglio del nastro! Il pranzo ha lo stesso menu di sempre, condito da discorsi, compreso il mio!
Dopo il pranzo il presidente di Rainay raduna tutte le persone interessate in una delle aule della scuola.
Nel pomeriggio si va al barrage per la seconda inaugurazione: ancora discorsi, invocazione degli antenati, benedizione con l’acqua e la grappa, taglio del nastro (sempre io)… e si rimangia!
La responsabile del barrage, una signora abbastanza dinamica, ci informa che, a differenza delle notizie che ci erano state fornite, ancora non è definito nulla per il piccolo contributo che le famiglie devono pagare per il beneficio che hanno per i propri campi e che dovrà essere utilizzato per cofinanziare una mensa scolastica e per la manutenzione. Ci invita a fare qualcosa in merito.
Da poco nel villaggio è arrivata l’energia elettrica e ci facciamo illustrare i costi. Si paga ogni mese, in funzione degli “attacchi” posseduti:
- 1 presa e 1 lampadina: 1.300 ariary (circa 45 centesimi di euro);
- 1 presa e 2 lampadine: 3.200 ariary;
- 1 presa, 3 lampadine, il televisore e la lavatrice: 4.750 ariary;
- 1 presa, 3 lampadine, il televisore, il lettore di DVD e la lavatrice: 5.000 ariary.
L’utente del villaggio che paga di più è un fabbro che ha la saldatrice e il computer, e versa 13.000 ariary al mese. Per il controllo c’è un responsabile in ogni villaggio. Ci sono solo 63 contatori, mentre gli altri pagano a forfait: 1 Kwh costa 250 ariary.
Alle 6 cala il buio assoluto. Rientriamo in albergo alle 7.
A cena parliamo con Michel delle mense, visto che domani abbiamo riunioni con le scuole e i genitori.
20 agosto (sabato)
Scopo del viaggiare è disciplinare l’immaginazione per mezzo della realtà e, invece di pensare come potrebbero essere le cose, vedere come sono in realtà.
Samuel Johnson
Anche oggi sveglia di buonora. Ci fermiamo ad acquistare un po’ di oggetti in legno dal solito Jean e poi andiamo a Manarinony per un incontro con i genitori e il direttore della scuola elementare nella quale, per il quarto anno consecutivo, si è gestita la mensa scolastica.
Il direttore ci accoglie dicendo che non siamo ospiti ma “parenti”: apparteniamo alla loro famiglia.
La prima mezz’ora di riunione trascorre con i soliti convenevoli. Michel ringrazia i genitori presenti (oltre 50) per essere lì in una giornata in cui c’è mercato e ci sono feste nel villaggio. Ricorda che la riunione riguarda la mensa scolastica e l’acquedotto, perché il tesoriere ha fatto presente che molte persone non pagano. Ripete quanto ha detto ieri il rappresentante del Ministero delle acque in occasione dell’inaugurazione dell’acquedotto: se gli utilizzatori non pagano quanto stabilito dal comitato di gestione, lo Stato si prenderà l’acquedotto e lo gestirà direttamente, imponendo un canone molto più alto.
In cassa ci sono 142.000 ariary.
Prende poi la parola il direttore della scuola che, dopo averci ringraziato per essere arrivati, presenta una puntuale relazione su ciò che è accaduto nel corso dell’anno scolastico 2010/2011.
All’inizio dell’anno scolastico erano iscritti 229 alunni: 4 hanno abbandonato la scuola e hanno quindi concluso l’anno in 225.
Per tutti gli alunni è stata preparata la divisa.
I risultati degli esami sono stati buoni per tutte le classi. All’esame statale dell’ultimo anno delle scuole elementari, 24 ragazzi sono stati promossi e rappresentano il 96%, rispetto alla media generale dei promossi all’esame che è del 70%.
Questi alcuni dati dal prospetto che ci ha fornito
I maschi della scuola in totale sono 121 e 103 le femmine. Sono stati promossi 94 maschi e 76 femmine, che rappresentano il 77,27% (percentuale molto più alta della media del paese).
Per la mensa scolastica, ci viene consegnato un prospetto riepilogativo con i seguenti dati
|
Entrate
(in ariary) |
Spese |
Residuo |
FRAM
(associazione dei genitori) |
612.000 |
2.426.000 |
44.600 |
Gestione acquedotto |
100.000 |
Unicosole |
1.645.000 |
Altri |
114.000 |
Totale |
2.471.000 |
2.426.000 |
44.600 |
I genitori dei 224 alunni sono 102. Ognuno di loro ha versato 6.000 ariary. La mensa è iniziata il 17 gennaio 2011 ed è durata 8 settimane. Per cercare di assicurare ai ragazzi un’alimentazione il più adeguata possibile, sono previsti due menù, uno servito 2 volte alla settimana, con pasta, carne di zebù, latte, zucchero, olio, pomodori, cipolle e sale e l’altro, servito 3 volte alla settimana, con pane, zucchero e latte.
In pratica, con meno di 12.000 ariary, che corrispondono a nemmeno 5 euro, si garantiscono 8 settimane di mensa scolastica per un alunno. E’ veramente importante che cerchiamo di allargare ulteriormente il numero delle scuole nelle quali finanziare la mensa.
Il 15 luglio 2011 il direttore ha riunito i genitori che hanno deciso di continuare l’esperienza anche per l’anno scolastico 2011/2012, confermando la loro partecipazione di 6.000 ariary per genitore (indipendentemente dal numero dei figli): alcuni hanno già versato la loro quota. Il direttore spiega che la difficile situazione politico-economica del paese ha una ricaduta negativa sulla vita quotidiana delle famiglie e quindi i genitori non ritengono possibile aumentare il contributo.
Ci ringrazia per il sostegno offerto negli anni scorsi e ci chiede di continuare la collaborazione, garantendo da parte loro un contributo analogo a quello dell’anno scolastico terminato.
Apprezzo l’operato del direttore che è riuscito a far collaborare le famiglie nella gestione della mensa. Lo ringrazio e confermo che continueremo a fornire il nostro contributo a condizione che ci sia quello dell’acquedotto e quello dei genitori.
Si passa all’esame dei dati dell’acquedotto.
Il contributo è dovuto per 12 delle 13 fontane, perché la 13ma è utilizzata dalla scuola; utilizzano l’acqua 553 persone, 204 delle quali hanno più di 18 anni. Dato che il contributo è stabilito in 2400 ariary all’anno, con pagamento di 200 ariary anticipati ogni mese, ogni anno si dovrebbero incassare 489.600 ariary.
Nel 2010 il contributo è stato versato a partire da agosto, dopo la riunione avuta con noi, e hanno incassato per 5 mesi 108.000 ariary in tutto.
Nel 2011, da gennaio a luglio sono stati riscossi 123.400 ariary. Le spese di manutenzione sono circa 36.000 ariary all’anno. Per ora paga solo il 50% dei maggiorenni.
Il presidente del FRAM chiede un contributo per sistemare il sottotetto della vecchia scuola, perché non essendoci nulla sotto le lamiere, quando piove il rumore è tale che si fatica molto a fare lezione.
Mangiamo velocemente a casa di Jean Claude, il responsabile della gestione dell’acquedotto e del barrage realizzato nel 2007, molto puntuale nel suo lavoro. Ha un certo numero di arnie e gli chiediamo notizie in merito, anche in considerazione della proposta fatta da Andrea Carminati dopo il viaggio della primavera scorsa: diffondere gli alveari e far raccogliere e vendere a lui, che ha già una clientela fidelizzata, il miele.
Jean Claude ci racconta che purtroppo la situazione sta diventando drammatica: prima, ogni volta che toglieva il miele, ne ricavava circa 150 kg; ora fatica a trovarne 35 Kg, perchè non ci sono più fiori. Infatti nella zona di Ambositra si stanno estendendo le coltivazioni di agrumi per le quali vengono utilizzati moltissimi pesticidi e di conseguenza molte api muoiono. Un altro apicoltore presente dice che, anche se non si toglie il miele, le api sciamano perché non hanno più da mangiare.
Corriamo ad Ambohipia per la riunione con i responsabili della scuola elementare locale, per definire il sostegno alla mensa. Per questa ragione a marzo, in occasione della visita dei soci di UnicoSole, i proprietari dei terreni che avranno beneficio dal barrage si sono impegnati a assicurare il loro contributo.
Raccogliamo alcune informazioni: 1 insegnante pagato dallo Stato percepisce da 80.000 a 200.000 ariary al mese (da 30 euro a 70 euro al mese); un insegnante pagato dai genitori percepisce non più della metà di questa cifra.
Alla riunione ci sono pochi genitori, perché nel villaggio c’è un matrimonio e una festa per la famadia (il funerale dei morti secchi). Ci sono però i responsabili. Il presidente saluta e ci ringrazia per aver pensato a sostenere i ragazzi nel periodo più difficile per le famiglie. Dice inoltre che chi ha tratto vantaggio dalla diga inaugurata ieri si è impegnato a contribuire, così come i genitori, che hanno deciso di versare 2.000 ariary per ogni figlio che frequenta la scuola.
Michel sottolinea che in un primo momento non erano d’accordo, ma poi hanno capito l’utilità dell’impegno, e sottolinea anche che sono stata io a insistere perché vengano sostenute più mense scolastiche.
Spiega poi come funziona la mensa di Manarinony.
Questa scuola ha poco più di 100 bambini, quindi la mensa dovrebbe avere, per le 8 settimane, un costo complessivo di circa 1.200.000 ariay. I beneficiari dell’irrigazione dovranno pagare in proporzione alla quantità del loro terreno. Si contratta un po’ e i rappresentanti sostengono che potranno pagare solo dopo il raccolto, quindi verso aprile 2012. Acconsentiamo ad anticipare noi la somma necessaria, al netto del contributo dei genitori. Ci invieranno la richiesta con la quantificazione del contributo. Proponiamo di aggiornarci e nel frattempo loro faranno una nuova riunione con i genitori e con i 50 proprietari dei terreni che beneficiano dello sbarramento. Ci daranno una risposta al più presto.
Ci regalano dei cappelli di paglia fatti da loro, da portare anche ai soci che sono venuti a marzo, e dei pouf fatti sempre con la paglia, molto colorati, che collocheremo nella chiesetta della casa famiglia di Fianarantsoa.
Siamo terribilmente in ritardo per la riunione a Tsinjony, dove ci aspettano per un incontro per un’altra mensa.
Sono già quasi le 4 e si deve raggiungere il villaggio a piedi: su un fiume abbastanza largo c’è una passerella in legno, larga meno di un metro, in alcuni punti senza parapetto, che fatico ad attraversare, mi viene una crisi di vertigini.
Dopo una scarpinata su una pista sconnessa (i mezzi a motore non ci possono arrivare vista la situazione del ponte) arriviamo al centro del villaggio. Ci viene incontro un signore (veterinario, che Padre Gianluigi conosceva) e ci accompagna nella sala riunioni della scuola, che troviamo gremita di gente e in paziente attesa.
Sono presenti 51 genitori (ci danno anche il foglio con la firma delle presenze), il presidente del FRAM e il vicedirettore della scuola. La scuola elementare ha 6 aule, una delle quali è usata per le riunioni. Le classi sono così costituite:
classe |
Numero alunni |
prima |
32
|
seconda |
48
|
terza |
47
|
quarta |
41
|
quinta |
39
|
TOTALE |
207
|
Sono quasi le cinque, e alle sei cala il buio pesto, la gente deve tornare alle proprie case e noi al pullmino, attraversando il “famigerato” ponte, quindi cerchiamo di stringere i tempi della riunione.
Il presidente del FRAM saluta e ringrazia.
Il vicedirettore ci informa che la percentuale media dei promossi all’esame finale è del 42%, e nelle altre classi va dal 50% al 68%.
Ci sono 5 insegnanti, 2 pagati dallo Stato e 3 dai genitori.
Si analizzano le cause della bassa percentuale di promossi che, come ovunque, sono le assenze nel periodo delle piogge e la scarsa alimentazione in quei mesi.
I genitori manifestano subito la loro volontà di avere la mensa e dichiarano la loro disponibilità a collaborare.
Hanno già convenuto tra di loro sul contributo di 6.000 ariary per ogni genitore: i genitori sono 109, quindi il loro contributo sarà di 654.000. La differenza per la quale si impegna UnicoSole è di circa 1.750.000 ariary, poco più di 600 euro.
Propongo a Padre Gianluigi un incontro dei due direttori delle scuole con le nuove mense con il direttore di Manarinony e ci . accordiamo per domani.
Rientriamo che è buio!! Arrivati all’albergo trovo ad aspettarmi le ragazze che vendono le sciarpe di seta.
A cena siamo solo Padre Gianluigi ed io e parliamo dei problemi dell’Associazione. Sottolineo come a volte è difficile gestire le riunioni quando ci si perde in discussioni sterili, auspico una maggiore e più coinvolta partecipazione e soprattutto dico che sono in cerca di nuove idee per fare formazione perché i volontari di un’associazione devono poter crescere.
E’ più semplice essere coinvolti quando l’attività è svolta sul luogo con la partecipazione di tutti, è più difficile quando il lavoro dei volontari, come nel nostro caso, diventa solo quello di raccogliere risorse da investire in progetti finalizzati a risolvere i problemi esistenti in Madagascar, dove però le scelte e le attività saranno di altri.
21 agosto (domenica)
Non scriviamo e leggiamo poesie perché è carino.
Noi leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana, e la razza umana è piena di passione.
Medicina, legge, economia, ingegneria, sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento.
Ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l’amore …sono queste le cose che ti tengono in vita.
John Keating dal film “L’attimo fuggente”
La giornata, come sempre, inizia alle 6.
Fuori dall’albergo ci sono già le ragazze con altre sciarpe e oggetti di legno: ordiniamo le bestiole di legno che Fabio ci ha chiesto ieri con un sms per i suoi amici. Alla sera, al ritorno, le troveremo con tutto quello che abbiamo chiesto.
Appena completati gli acquisti si parte per Manarinony, e lungo il percorso si raccolgono un po’ di persone incamminate per la nostra stessa mèta.
Prima della Messa andiamo a vedere il bacino dell’acquedotto, insieme con Jean Claude, il responsabile della gestione, e verifichiamo lo stato delle fontane. Sono tutte funzionanti, in ordine perfetto (è la conferma di come è vero che sono sempre le persone che fanno la differenza).
Visioniamo anche il barrage e il canale costruiti nel 2007, anche questi ben tenuti, tranne un punto nel terrapieno che deve essere rinforzato. Vediamo anche la piantagione di agrumi: lo scorso anno erano piccoli, appena piantati, ora sono carichi di frutti ma con un cartello appeso sulla recinzione con il teschio e la scritta ATTENZIONE USO di PESTICIDI NOCIVI.
Già ieri Jean Claude ci aveva rappresentato le difficoltà negli allevamenti delle api. Stamattina chiediamo ancora notizie in merito. Lui ci dice che già dall’anno scorso si è era reso conto che con le api c’erano problemi e aveva cercato di valutare quali altre attività avrebbe potuto intraprendere. Ha verificato che l’allevamento del baco da seta rende, e ha iniziato a piantare i gelsi. Ci dice che vorrebbe arrivare a produrre e vendere il filo di seta e il tessuto di seta. Temo che la nostra ipotesi di aiutare i contadini con l’allevamento delle api non sia percorribile.
La Messa viene celebrata nella chiesa di Manarinony, nella cui edicola esterna, l’anno scorso, abbiamo collocato la Madonnina. Durante la messa viene battezzata la figlia di Mamy (figlio del presidente di Rainay), Raphaelina La funzione dura oltre 3 ore. Padre Gianluigi parla anche dei nostri progetti, delle nuove mense. Michel ci ringrazia pubblicamente.
Dopo la Messa sono in programma alcune di riunioni.
Il primo è l’incontro per il barrage di Tsihitaloha, per definire il contributo alla mensa di Ambohipia da parte dei proprietari di terreni che beneficiano dell’acqua. Michel spiega alla lavagna la nostra proposta di ieri. Calcolando il costo medio della mensa e il numero dei bambini, avevamo ipotizzato un contributo di 20.000 ariary per ettaro, che la responsabile dovrà rapportare alla grandezza delle diverse proprietà, raccogliere e dare al direttore della scuola di Ambohipia. Non è presente nessuno dei 50 proprietari ma soltanto la responsabile. Michel, che ieri teneva la parte di chi non voleva pagare, oggi è categorico con gli interessati. Confermiamo comunque l’impegno ad anticipare noi le somme che i proprietari rifonderanno dopo il primo raccolto.
Incontriamo poi una parte dei responsabili delle fontane dell’acquedotto inaugurato venerdì scorso a Andrianarivo.
Il comitato di gestione, che fino a venerdì non aveva fatto nulla, oggi è arrivato con un po’ di soldi raccolti (circa 80.000 ariary).
Questi nel dettaglio gli incassi:
Fontana |
Beneficiari |
Paganti |
1 Amboipia |
58
|
31
|
2 Amboipia |
45
|
20
|
3 Amboipia |
8 (compresa la scuola)
|
4
|
4 Amboipia |
11 (compresa la Chiesa)
|
5
|
6 Maneva |
44
|
20
|
8 Maneva |
36
|
13
|
4 Maneva |
66
|
30
|
Mentre noi discutiamo per il barrage e le fontane, nell’aula a fianco il direttore di Manarinony sta spegando ai direttori delle altre due scuole il funzionamento della mensa. Ne sottolinea l’utilità e inizia dicendo che “non si possono cuocere i soldi” ed è quindi fondamentale il coinvolgimento e la collaborazione dei genitori.
Spiega anche i menù: “non basta riempire le pance”, ma bisogna cercare di fornire le giuste calorie; dice (cosa che noi fino ad ora non avevamo mai considerato) che la mensa è utile anche per insegnare ai bambini il corretto comportamento a tavola.
Ribadisco come sia molto importante la capacità di collaborare, di essere solidali, di organizzare.
Sono molto soddisfatta del risultato ottenuto per la realizzazione delle 2 nuove mense e per come funziona la vecchia. Chiedo notizie al direttore per l’utilizzo delle aspirine che avevo portato lo scorso anno e mi dice che, da quando nel villaggio è arrivata l’acqua potabile, i ragazzi stanno molto meglio e sono state utilizzate meno della metà delle pastiglie che avevamo lasciato.
Poi (sono ormai le 14.30) andiamo alla casa natale di Michel, dove è riunito il mondo: tutta la famiglia per festeggiare il battesimo, i 75 ragazzi di Ambositra, una parte dei ragazzi della casa famiglia di Fianarantsoa, gli universitari, i genitori, per festeggiare anche le promozioni.
Ai ragazzi che hanno riportato le votazioni migliori, consegnamo i 3 orologi che ho portato io e i 3 libri che ha comprato Padre Gianluigi all’aeroporto di Parigi.
Facciamo un po’ di foto. Abbiamo l’impressione che quest’anno Rainay abbia seguito un po’ di più la scuola.
Michel ci racconta di aver chiesto, a ciascuno dei genitori dei ragazzi che sosteniamo, di piantare 10 alberi da frutto per ogni figlio aiutato.
Un’assistente sociale che lavora ad Antananarivo mi descrive la realtà molto pesante degli immigrati interni che vivono per strada.
Anche stasera si è fatto buio e bisogna percorrere quel sentiero pieno di buche giganti e passare sul ponte di tronchi, con la torcia!!!
Domani si parte per Fianarantsoa, e lungo il percorso vedremo i due acquedotti per i quali a marzo hanno richiesto il finanziamento.
22 agosto (lunedì)
Una persona speciale
Esiste una gran differenza tra una persona normale ed una speciale. E’ da questa che ne deriva il calore che si sente a stare vicino ad una persona speciale, lo stare bene che c’infonde la sua sola vicinanza.
La persona speciale è una persona normalissima, solo che crede veramente e sempre, in quello che fa, in quello che dice e nel modo in cui si comporta. Crede in se stessa e sa che per amare gli altri prima di tutto bisogna amare se stessi.
La persona speciale non è perfetta, anche se ha la soluzione ad ogni problema, anche se è un punto fisso in un mare in tempesta. Però ha sempre fiducia anche quando ha paura.
La persona speciale ha i problemi di chiunque, forse ne ha di più, ma riesce sempre a vedere la luce anche se il tunnel è lungo e buio. Fa le cose credendo che ciò che deciderà sarà sempre la cosa più utile per sé e di conseguenza per gli altri.
La persona speciale è la più normale che ci sia, solo che ti dà la possibilità di essere, la possibilità che tutte le persone aspettano di sentirsi dare.
E’ un aiuto a scoprire la felicità che hai dentro, che tante volte quando sei triste non riesci a trovare da sola.
La persona speciale è un grande amico cui bisogna dimostrare tutto il nostro affetto ed inondarlo delle nostre attenzioni. Ogni giorno, ogni volta che si pensa a lui si scopre qualcosa d’ammirevole, d’adorabile, di commovente. E non ci si stanca mai di stargli vicino, di abbracciarlo, di stringerlo. Se prima si poteva restare lontano per più tempo, ora sembra tanto un giorno ed anche un’ora. Ma se non si è in sua compagnia il suo pensiero t’accompagna.
La persona speciale ti fa desiderare. I desideri sono illimitati e quando si concentrano in una sola persona si moltiplicano ed esplodono in lei.
La persona speciale è uno scuotimento del corpo, dell’anima, una crescita, un ampliamento della vita. Ti aiuta a capire qual è la cosa giusta da fare quando nel cuore ti batte forte un’emozione. Ti aiuta a dire sempre quello che pensi, a metterti in gioco ogni volta, ad essere sempre te stesso anche quando la situazione non vorrebbe. Non è giusto negare agli altri i propri pensieri, le proprie gioie e dolori. Noi siamo in ogni azione, in ogni gesto, anche se non sempre sono i migliori. In ogni caso si cerca di migliorare.
La persona speciale sa quando è il momento d’abbassare la luce, porgerti la sua manina ed avvolgerti in un silenzio che può essere più forte di mille parole. Si può esprimere la gioia, la felicità, la tristezza, l’intesa o qualsiasi altro sentimento anche stando in silenzio. Ci sono momenti in cui si vorrebbe essere in un immenso prato lontano da tutti e da tutto, in mezzo ad una pace assoluta e godere del rumore del silenzio. Ma forse non si vorrebbe essere proprio soli…
La persona speciale, anche se non lo manifesta platealmente, ti vuole bene, ti sta sempre vicina ed è sempre pronta ad offrirti il suo sorriso. Ogni gesto che compie, ogni piccola attenzione che ti rivolge ha un significato speciale per chi guarda con gli occhi di chi sa apprezzare.
La persona speciale, anche quando non può esserti vicino, cerca di farlo in qualunque modo. Si ricorda di te in ogni momento anche con un piccolo segno od un piccolo pensiero che però rivela un grande affetto.
La persona speciale sa giocare e scherzare ma quando è il momento, senza chiederglielo, sa offrirsi completamente con tutta la sua esperienza di vita.
La persona speciale riesce a trasformare qualsiasi momento in un momento unico. Ogni attimo, ogni comportamento diventa grande e cambia forma per diventare un bel ricordo al quale poter sempre attingere. La persona speciale è molto educata, sensibile e rispettosa delle tue idee, del tuo modo di fare. Non vuole cambiare nulla di te, ti accetta come sei, con le tue poche qualità e i molti limiti. Non ti chiede mai nulla eppure tu vuoi darle sempre di più. Vuoi che sia felice e cerchi, nei tuoi limiti, di essere un po’ speciale anche per lei. Hai un continuo bisogno di dimostrarle qualcosa, di farle sapere che ci sei, di renderti utile magari solo con piccoli gesti.
La persona speciale sembra non avere difetti e la sua vita è così completa che i problemi quasi non esistono. E’ forse per questo suo modo di vivere che anche la tua vita pare migliore. La serenità e la tranquillità che emana ti contagia.
La persona speciale non ha fretta, ogni tessera del suo mosaico ha un significato preciso, costruisce giorno per giorno il suo futuro, assapora tutti i momenti della giornata e non lascia nulla al caso.
La persona speciale è il miglior confessore. Puoi parlare di qualsiasi argomento, raccontare qualsiasi cosa con la certezza che mai proverà a giudicarti. Le parole fluiscono naturali e spontanee e qualsiasi spunto è sempre un ottimo motivo di conversazione. Grazie alla sua sensibilità e gentilezza anche i discorsi seri ed importanti scivolano con minor pesantezza.
La persona speciale ama i bambini ,la natura e le piccole cose. Sa divertirsi con poco,e chi gli sta accanto si diverte insieme a lei. Il suo viso è gioioso…ma la sua bellezza più grande è la purezza del cuore.
Non tutti sanno riconoscerla …ma la persona speciale fa parte della nostra vita è lì davanti a noi. Dobbiamo meritarci quello che ci offre e donargli il meglio di noi.
Sveglia alle 6 (come sempre)!!! E dalla finestra vedo Ambositra avvolta nella nebbia. Non ho mai detto come sia il tempo: al mattino e alla sera, dopo il calar del sole, fa freddo, spesso non basta la felpa, serve anche il giubbotto; durante le ore con il sole fa invece caldo. Durante le due settimane è piovuto pochissimo.
Dovremmo partire alle 7.30 ma alle 8 ancora nessuno è arrivato. Ne approfittiamo per andare a vedere i negozi di artigianato vicini all’albergo e facciamo qualche altra spesa. Padre Gianluigi compra un quadro in legno, un solo pezzo rotondo gigantesco sul quale sono intagliate tantissime figure relative a scene di vita quotidiana, pagandolo, dopo molta contrattazione, solo 600.000 ariary! C’è però il problema del trasporto: si può portare in Italia solo mettendolo in un container. Nello stesso negozio ci sono degli splendidi contenitori ricavati in un unico pezzo di legno; anche per quelli c’è il problema trasporto, e quindi rinuncio… ma ci lascio un pezzo di cuore!
Finalmente, verso le 10 si parte, avvisando il sindaco del nostro ritardo, dal momento che ci aspettava ad Ambohimanoro più o meno per quest’ora per visitare i due acquedotti per i quali ha chiesto il nostro aiuto.
Ci fermiamo con Michel che deve salutare una sua parente davanti al Tribunale di Ambositra e approfitto per leggere le motivazioni per le udienze di oggi: c’è di tutto, dal furto di telefonini all’omicidio.
Dopo un viaggio con diverse tappe, arriviamo all’appuntamento col sindaco verso le tre e gli chiediamo di poter vedere la gente dove ora prende l’acqua.
Per quanto riguarda il primo progetto, proponiamo di sistemare il pozzo vicino alla strada, profondo al massimo 1 metro, nel quale c’è sempre acqua, e il sindaco non è contrario.
Per il secondo acquedotto visioniamo l’unica fontana presente, azionata da una pompa a mano rotta dal 2005 e a secco da allora. Andiamo a vedere la sorgente che utilizzano per prendere l’acqua: nelle risaie che attraversiamo c’è un gruppo di operai che sta scavando argilla per fare i mattoni.
Chiediamo al sindaco dati, serie statistiche anche sanitarie. Gli spieghiamo come dovrà funzionare il comitato di gestione, che dovrà incassare il contributo anticipato mensile da ogni abitante maggiorenne.
Il sindaco è molto sprovveduto, e sembra impaurito dalle nostre domande. Amministra un paese di 18.000 abitanti costituito da diversi villaggi suddivisi a loro volta in villaggi più piccoli, ma non conosce nulla del suo mestiere. Ci porta nel suo ufficio: un disastro!!
L’acquedotto deve servire il villaggio di Ambohimanoro, nel quale c’è l’unica scuola media di tutto il Comune con 800 alunni, 21 insegnanti (9 dei quali pagati dalla comunità) il liceo, con circa 180 alunni, l’ospedale e un convento di suore.
Oltre a chiedere i dati, proponiamo al sindaco di rivedere il progetto valutando attentamente il numero delle fontane considerando che anche il Comune dovrà dare il proprio contributo, pari al 40% circa.
Il sindaco si impegna a darci la risposta e le informazioni tecniche nei prossimi giorni. A proposito del pagamento dell’acqua, ci dice che in un comune limitrofo la gente paga 200 ariary per un secchio d’acqua: la nostra proposta è invece di 200 ariary al mese per ogni ultra 18nne, indipendentemente dal consumo!!
In macchina abbiamo parlato nuovamente del problema degli universitari, soprattutto delle due ragazze iscritte a Scienza della comunicazione, che abbiamo conosciuto ieri.
E’ necessario che sia gli studenti, sia i corsi di studio siano scelti in maniera più mirata: l’obiettivo che ci prefiggiamo è quello di contribuire alla formazione di giovani che costruiscano il loro Paese.
Michel ci racconta anche della festa che i ragazzi hanno organizzato per il diploma di 8 di loro: Bruno ha regalato loro le magliette con la scritta dell’associazione, mentre i ragazzi hanno composto 2 canzoni e hanno ricordato la moglie di Michel, che è stata la prima presidente dell’Associazione.
Arriviamo a Fianarantsoa che è buio; andiamo subito a prendere una balla di vestiti per il carcere di Ihosy e a fare la spesa, perché ci installeremo nella casa famiglia di Rainay, che è libera dato che i ragazzi sono ancora in vacanza.
Scarichiamo la nostra montagna di bagagli. Vado nella cucina “riservata”, apro il frigorifero e ci trovo una folla di abitanti di diverse dimensioni: scarafaggi !! La bombola del gas c’è, ma è rigorosamente vuota! Ceniamo con pane e formaggio!! Certo non era questa l’accoglienza che ci aspettavamo. Lo faccio presente anche a Michel!
La casa sembra molto più pulita e ordinata dello scorso anno: verificheremo domani, con la luce del sole.Domani la riunione con l’Associazione Rainay che era in programma non ci sarà, perché Hanitra non ha preparato i documenti.
Siamo qui da quasi una settimana e ancora non siamo riusciti a fare una riunione con Rainay. Almeno abbiamo parlato durante i viaggi in macchina.
23 agosto (martedì)
Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi.
Marcel Proust
Finalmente oggi mi ricordo di fare il punto con Michel sul progetto “Mille orti per l’Africa” finanziato da Slow Food e scopro con piacere che è stato coinvolto il direttore della scuola di Manarinony.
Se arriverà il benestare dall’Italia, sarà avviata la coltivazione della manioca in un campo vicino alla scuola elementare.
L’Ok è arrivato nei giorni successivi e il direttore ed altri sono stati invitati ad una riunione a Fianarantsoa.
Si parte con la solita ora di ritardo per andare a vedere la scuola di Maneva (anche questo è uno dei progetti di marzo 2011).
Fa freddo, pioviggina, veramente un tempo incredibile.
Prima di uscire riesco a fare anche il bucato perché da ieri sera ho anche l’incarico di femme menagère (lavori di casa, cucina, ecc).
Raccogliamo in macchina un insegnante del Liceo francese di Fianarantsoa il cui padre è il direttore scolastico di quel distretto. Ne approfitto per chiedere un po’ di notizie sulla scuola francese. La scuola francese di Fianara ha 78 studenti al liceo, 250 ragazzi alle medie e circa 200 alle elementari.
Si tratta quasi esclusivamente di figli di stranieri che lavorano in Madagascar per organismi o aziende internazionali, prevalentemente cinesi e francesi, pochissimi ragazzi malgasci. Il costo è elevato, non accessibile per molti: per le scuole medie si paga da 260.000 a 300.000 ariary al mese, per il liceo 380.000; la scuola francese di Tana invece costa oltre 500.000 ariary al mese. Il vantaggio è che i programmi sono uguali a quelli francesi, i titoli di studio equiparati a quelli francesi e quindi sono riconosciuti nella UE. Quando si fanno le prove d’esame, le correzioni sono tutte centralizzate a Tana.
Lo stipendio medio di un insegnante malgascio della scuola francese va da 600.000 a 1.200.000 ariary, mentre per gli insegnanti stranieri, che hanno anche il rimborso spese, si arriva anche a 50 milioni di ariary al mese.
Arriviamo al villaggio, visitiamo le scuole e incontriamo le autorità: è presente anche il sindaco.
Attualmente 3 edifici sono utilizzabili mentre uno è caduto per mancanza di manutenzione. Alla riunione sono presenti genitori rappresentanti di ogni frazione. Il sindaco dice che è la terza riunione che si fa per questa scuola e vorrebbe concludere. Il comune conta 9.600 abitanti, divisi in 6 villaggi, 1.400 dei quali del villaggio in cui ci troviamo.
Nel comune ci sono 7 scuole primarie pubbliche, 3 scuole primarie private cattoliche, 1 scuola media. Quest’anno andranno in prima elementare 70 bambini.
Il comune, dice il sindaco, sostiene la richiesta dei genitori ed è disponibile a collaborare. Il presidente del distretto (che a breve andrà in pensione) ci fornisce alcuni dati:
Classe |
Iscritti |
Promossi |
1a
|
74
|
50
|
2a
|
67
|
42
|
3a
|
72
|
47
|
4a
|
49
|
40
|
5a
|
42
|
33
|
Per l’anno scolastico 2011-2012, compresi i ripetenti, ci saranno in prima elementare circa 100 bambini, perché alcuni arrivano anche dai comuni limitrofi.
I bambini iniziano la scuola a ottobre, ma molti si assentano da gennaio a marzo, nel periodo delle piogge, perché l’alimentazione è insufficiente. Quando rientrano non riescono più a seguire il programma e non possono poi essere promossi. La maestra racconta che quest’anno scolastico in prima elementare 8 bambini hanno abbandonato la scuola.
I genitori sono 110 per 304 alunni; ci sono 5 maestri, tutti pagati dai genitori per 12 mesi. Solo la direttrice è pagata dallo Stato. Ci sono solo 2 terze classi parallele, e sarebbe necessario avere anche due classi per la prima. Ogni famiglia versa 16.000 ariary all’anno per pagare i maestri, che percepiscono 25.000 ariary di stipendio al mese ciascuno. Anche alla scuola media 9 insegnanti su 14 sono pagati dal FRAM, e solo 5 dallo Stato. Gli alunni delle scuole medie sono 482.
Chiediamo perché nel preventivo hanno indicato per i mattoni un prezzo così alto, 100 ariary. Ci dicono che nel paese c’è poca gente che fa i mattoni e quando la richiesta aumenta il prezzo sale. Il prezzo del mattone compreso il trasporto è di 90 ariary.
Domando perché il comune non interviene e lo Stato non versa maggiori contributi.
Proponiamo di utilizzare le strutture esistenti, ristrutturando l’edificio caduto, per il quale garantiamo il nostro contributo. Possiamo inoltre sostenere una mensa scolastica, così che nei mesi di crisi alimentare i ragazzi potrebbero venire a scuola. Durante tutta la riunione c’è un via vai di gente che esce a confabulare. La riunione si chiude senza alcuna decisione: ci faranno sapere. La questione è questa: non c’è interesse a riparare quello vecchio, si vuole solo l’edificio nuovo!!
Il sindaco ci spiega da cosa sono costituite le entrate del Comune: lo Stato dà un contributo di 12 milioni di ariary, in 2 trance; quest’anno ha pagato solo la prima metà; da due anni lo Stato ha sospeso l’aiuto per la manutenzione e il funzionamento delle scuole. Il Comune inoltre incassa le tasse sulle proprietà costruite sui terreni (una specie della nostra ICI), 60% dei quali deve essere utilizzato per investimenti (infrastrutture, edifici pubblici, ecc), il 34% è utilizzato per pagare le spese di funzionamento (stipendi, ecc), il 5% è l’aggio di riscossione che va a chi incassa materialmente, l’1% va allo Stato. Altre entrate sono i diritti sui mercati e quelli per il taglio dei boschi.
Dopo la riunione visitiamo alcuni campi di patate, piantate nelle risaie per sfruttare il periodo di riposo. Ci spiegano che i proprietari concedono volentieri l’uso del terreno perché chi lo utilizza è tenuto a concimare e quindi la terra, quando si pianterà il riso, sarà più fertile.
In macchina discutiamo con Haja, il professore e Michel sulle ipotesi per la scuola. Tutti e tre sono del parere che è meglio costruire il nuovo edificio, non interessa a nessuno la manutenzione e il recupero del vecchio: è assurdo!
Maurice non è ancora tornato e quindi salta l’incontro in agenda con il bureau.
In compenso nel pomeriggio in cui rimaniamo in casa:
– Incontriamo l’impresario che normalmente cura la manutenzione, che viene con un francese con il pendolino per cercare la falda acquifera per poter scavare un pozzo ed ovviare al la carenza cronica di acqua;
– una signora con 3 figli, alla quale padre Gianluigi normalmente dava quanto richiedeva per la scuola, arriva con la nota spese e vorrebbe tutto quanto riportato; le spiego che è impossibile e alla fine le dò 50.000 ariary per ognuno dei 3 figli, quasi sufficienti per pagare l’iscrizione alla scuola;
– Hanitra viene per scusarsi per ieri sera e a chiedere se non abbiamo più fiducia in lei perché le chiediamo notizie sulle spese. Ci chiariamo: non si tratta di fiducia ma è necessario avere notizia di come si spendono i soldi. Mi consegna il file con le schede dei ragazzi di Fianara e mi darà le fotocopie della sua prima nota. Si impegna inoltre a registrare tutti i dati richiesti dal prossimo anno scolastico.
Le chiedo inoltre che dei progetti ci vengano sempre inviati anche i file, e di avere una mail mensile sulla situazione.
Parliamo anche del problema relativo all’assicurazione previdenziale di Bruno: Hanitra dice che ha fatto un corso alla CNAPS (Previdenza malgascia) con tutti quelli che utilizzano personale, ed è stato chiarito che se non si stipula un contratto di lavoro, l’attività si considera volontariato e quanto si corrisponde viene equiparato ad una donazione. Si sono messi d’accordo con Bruno che faranno un accordo scritto in termini di volontariato.
– Mi porta il PC portatile.
– Finisco finalmente di scrivere e francobollare tutte le cartoline.
Domani partenza per Ihosy alle 5.30, quindi sveglia alle 4.45.
Dopo cena, faccio un riepilogo dei costi sostenuti dall’inizio ad oggi per l’allevamento di galline ovaiole che visiteremo domani, a Ihosy .
Anno |
Motivazione |
Spesa |
2010 |
Acquisto terreno |
17.810.000 |
|
Costruzione muro di recinzione |
41.986.000 |
|
Costruzione due pollai |
93.376.000 |
|
Acquisto 2.000 pulcini |
16.000.000 |
|
Costruzione magazzino di stoccaggio |
32.332.000 |
|
Acquisto attrezzatura e mangime |
3.370.000 |
|
Totale |
204.884.000 (circa 74.800 euro) |
|
|
|
2011 |
Costruzione alloggio operai |
32.880.000 |
|
Costruzione altri 2 pollai |
84.000.000 |
|
Acquisto mais |
19.180.000 |
|
Acquisto arachidi |
10.960.000 |
|
Totale |
147.020.000 (circa 53.250 euro) |
|
Totale complessivo |
351.904.000 ariary (circa 128.000 euro) |
24 agosto (mercoledì)
A volte quando si perde, si vince.
Dal film “Al di là dei sogni”
Partiamo con solo mezz’ora di ritardo. Con noi viene anche Hanitra con la piccola Fifalina. Arriviamo prima delle 10 al carcere di Ihosy. Hanitra aveva diviso la balla di vestiti, scegliendo quelli da uomo e dividendoli tra pantaloni e magliette-camicie (lo scorso anno lo avevo fatto io, ma mi ero spaccata la schiena non avendo un posto dove appoggiarmi, e quindi quest’anno ho chiesto che lo facessero loro). Portiamo circa 80 pezzi. I detenuti sono 182, tra cui 6 minori e 9 donne. Ce ne sono poi altri 70 circa che sono “liberi vigilati”. Portiamo inoltre 200 kg di riso e 50 kg di carne.
Il nuovo direttore, molto più giovane dell’altro, mi chiede di non fare fotografie. L’atmosfera è comunque abbastanza buona. Ammonisce i carcerati dicendo che quello che abbiamo portato non deve uscire dal carcere e non deve essere venduto.
Delle 4 pentole (2 nuove del 2010 e 2 riparate), 2 sono ancora bucate: ce le preparano per domani, perché possiamo farle riparare o comprarne di nuove.
Il direttore ci chiede le stuoie (già l’anno scorso le avevamo portate ma utilizzandole ogni notte per dormirci – dormono a terra – si rovinano) mentre gli impiegati ci chiedono le sedie: sono in 3 e ne hanno 1 sola!!
Lasciato il carcere, andiamo da René che ci aspetta con una folla di parenti per iniziare la festa del ringraziamento; quando entriamo nel cortile c’è lo zebù a terra con le quattro zampe legate, con gli occhi molto tristi.
Inizia la cerimonia: la prima parte è simile alle “solite” cerimonie malgasce: il più anziano della famiglia ringrazia Dio, ringrazia gli antenati, dà la benedizione a tutti, bagna il bue prima con acqua poi con la grappa; un tizio illustra urlando le fasi della cerimonia. C’è tantissima gente: solo dal villaggio natale di René sono arrivati in 70.
La cerimonia è tipica dell’etnia betsileo (alla quale appartiene René e famiglia) e si chiede che il tutto sia bene accetto anche lì dove vivono, che è zona dove vive l’etnia bara. La cerimonia prosegue con l’uccisione dello zebù: René prende il sangue in un corno strappato allo zebù e benedice gli angoli della sua casa. Poi la povera bestia viene pelata, squartata e distribuita. Viene poi cotto il sangue e servito e più tardi viene cucinato il fegato con il riso. Non mangio nulla!! Si siede a tavola con noi anche padre Etienne, uno dei missionari della casa di Ihosy dove stava anche Padre Gianluigi.
Visitiamo l’allevamento delle galline ovaiole e tutte le strutture: è di un’estensione notevole e tutto ben fatto. E’ già pronto il materiale per la costruzione dei nuovi capannoni, che consentiranno di ricominciare il “giro” con pulcini nuovi per evitare il blocco della produzione di uova con la conseguente perdita dei clienti a fatica conquistati. All’inizio di agosto ho fatto il bonifico dei 30.000 euro della donazione ricevuta proprio per questo progetto. I soldi sono arrivati da tempo ma non sono ancora stati incassati, perché per farlo servono sia la firma di Michel che quella del vecchio vice presidente, bloccato perché infortunato ad un piede (incasseranno comunque prima della mia partenza).
Con Jean Paul, che è il responsabile della gestione delle nostre galline, guardiamo il quaderno su cui è segnato per ogni giorno il numero delle uova prodotte, suddiviso per ogni raccolta (4 volte al giorno), per numero di pollaio, e ripartito tra quelle dell’associazione e quelle di René. Le galline depongono mediamente 1.800 uova al giorno. Jean Paul dice che si vendono a 360 ariary le grosse e a 300 le piccole.
Provo a fare 2 conti.
Con una media di 330 ariary, e di 1800 uova, ogni giorno si incassano circa 600.000 ariary, ogni mese circa 18.000.000, in un anno circa 216.000.000. Al lordo delle spese, trasformando in euro, in un anno incassiamo circa 77.000 euro. Vanno calcolati i costi per il mangime e gli stipendi degli operai, oltre alla quota di ammortamento dell’investimento o, più semplicemente, al mancato interesse sul capitale investito. La presenza di René e della sua equipe è sicuramente una grande garanzia e l’attività è molto ben avviata. Considerate le dimensioni della struttura bisogna cercare di allargare la produzione anche con altro per aumentare gli utili e riuscire a finanziare direttamente almeno uno dei progetti. Con i soldi incassati, René ha comprato del riso da rivendere, con un guadagno, nei prossimi mesi (come si fa a Fianarantsoa).
La carne dello zebù viene divisa tra tutti gli invitati (noi compresi): è la seconda parte del rito, che ha il senso di conservare l’unione e l’amore tra le persone. E’ uso anche fare un ringraziamento, dando dei soldi a René, per dimostrare che si condivide la festa.
Verso le 16.30 ci “appartiamo” con Jean Paul perché René è ancora troppo occupato con gli ospiti.
A forza di vedermi prendere appunti, anche Michel e Hanitra oggi sono arrivati con quadernino e penna!!
Jean Paul ci espone le difficoltà che hanno incontrato e come hanno provato a risolverle.
- come gestire congiuntamente i due allevamenti e dividere i costi e i ricavi: lui, René e Claire (moglie di René) si riuniscono una volta alla settimana per affinare man mano il modo;
- avendo molte più uova, era necessario allargare il mercato, soprattutto verso sud: hanno clienti ormai stabili a Sakara, Tulear, Ranoira, Betrouka e Ilalaka;
- per il trasporto giornaliero, utilizzano i taxi brousse che in 5 -6 ore raggiungono Tulear: preparano le casse e le portano alla stazione dei taxi. Si sono accordati con la Cooperativa TRANSTAR che tiene aperto l’ufficio per ricevere la merce fino alle 4 del mattino e riescono a mandare uova tutti i giorni; segnano il numero della macchina e telefonano ai destinatari che vanno alla stazione dei taxi brousse della loro città a ritirare la cassa di uova. Ci dice che, ad esempio, negli ultimi due giorni sono partite ogni giorno 3 casse di uova. C’è qualche problema quando i taxi brousse sono troppo pieni e non hanno posto per collocare le casse piene ed anche per riportare quelle vuote, che caricano solo se hanno posto. Chiedo se non esistono aziende che fanno trasporto merci: sì, esistono, ma percorrono la tratta Ihosy Tulear non più di 2 volte la settimana e per le uova fresche non va bene. Il costo di trasporto per la tratta più lunga è di circa 20 ariary per uovo. Vendono inoltre circa 1.000 uova al giorno a Ihosy: due dei ragazzi che lavorano nell’allevamento, escono con la bicicletta e fanno il giro di tutti i clienti locali, consegnano e incassano.
Per le uova inviate con i taxi brousse c’è il problema dell’incasso: in passato l’autista prendeva i soldi, ora non più perché gli assalti e i furti sono troppo frequenti. Perciò René ogni settimana parte con il taxi brousse e fa il giro dei clienti correndo notevoli rischi se qualcuno capisce che viaggia con i soldi. Il problema per Tulear si è risolto perché, vista la presenza di banche e la stabilità dei clienti, il pagamento viene effettuato con un bonifico. Nelle altre cittadine non ci sono banche. Chiedo se le poste malgasce fanno un servizio di incasso: ci mettono tantissimo e non è sempre garantito che i soldi arrivino. E’ un problema che dovrà essere affrontato e trovata una soluzione che non faccia perdere una giornata ogni settimana a René e soprattutto che non gli faccia correre rischi!
- Anche se le galline stanno bene, con l’andare del tempo il numero delle uova diminuisce e diventano più piccole. Nel nostro allevamento fortunatamente sono diminuite di poco.
- Nell’allevamento lavorano, oltre a René e moglie e Jean Paul e moglie, 10 persone, 6 per René e 4 per noi.
- Oggi c’è ancora mercato al sud, ma tutte le uova sono già impegnate: con i nuovi capannoni si potrà ampliare la produzione.
- Le galline mangiano ogni giorno 140 gr. di mangime ciascuna. Le nostre 2.000 mangiano 280 kg al giorno che, tenuto conto che il mangime viene preparato da loro (e non acquistato già pronto), costa 1.200 ariary al kg e quindi il prezzo è di 336.000 ariary, ai quali vanno aggiunti i costi dei medicinali, dell’acqua, della luce, del lavoro.
- Si raccolgono le uova 4 volte al giorno. In passato le prendevano soltanto 2 volte al giorno, e si riempivano i nidi, così le galline, che non trovavano posto per sè, si mangiavano le uova già deposte per farsi spazio
Questi sono gli orari delle attività:
- Alle 6 si dà da il mangiare e l’acqua e si raccolgono le uova.
- Alle 8.30 si raccolgono le uova.
- Alle 10.30 si raccolgono le uova.
- Alle 13.30 si dà da il mangiare e l’acqua e si raccolgono le uova.
- Le galline sono allevate a terra. Di notte la luce rimane spenta e quindi possono riposare.
Ci raggiunge René per dirci che c’è ancora molta gente che non se ne andrà a casa e quindi deve allestire un posto per dormire: ha pensato che dove stiamo facendo la riunione noi farà dormire gli uomini.
Noi alloggiamo nel migliore albergo di Ihosy: è proprio maltenuto.
Bisogna fare la domanda per l’acqua e verificare la situazione della proprietà. Ho avuto notizie anche del motivo per cui non c’è la strada: uno dei proprietari non ha mantenuto l’impegno, si è preso il nostro terreno e quello del vicino ma non ha consentito il passaggio.
Prima di andarcene, Padre Gianluigi, Michel, Renè e Jean Paul escono a vedere dove sarebbe meglio collocare i 2 nuovi pollai.
Hanitra ed io rimaniamo da sole. Parliamo del forum (VIM) delle associazioni italiane che lavorano per il Madagascar, riparliamo dei problemi della comunicazione tra noi e loro, tra loro e René. Discutiamo della possibilità di utilizzare la casa famiglia, durante l’estate, per il progetto del turismo responsabile, dei soldi per i 500 polli della sperimentazione, che a febbraio dovrebbero rientrare e che serviranno per coprire i costi della casa. Ci chiediamo infine la validità economica di questo “castello” che abbiamo costruito: invito Hanitra a pensare a cosa d’altro si può fare.
A cena incontriamo in albergo un signore italiano, valtellinese, che vive da 26 anni a Tana, ha sposato una donna malgascia, ha 3 figli. Ha un’azienda con circa 50 dipendenti e lavora con le pietre (non preziose): produce oggetti d’arredamento che esporta principalmente in Italia, negli USA, in Giappone. Racconta che non ha sofferto per la crisi economica mondiale, che la sua attività continua ad andare bene, e che lavora soprattutto su ordinazione via internet. La moglie ha 3 negozi di abbigliamento a Tana e viene regolarmente in Europa (Italia e Parigi) a fare acquisti. Le sue clienti sono tutte dell’elite ricca di Tana.
Ci dice che manda due dei suoi tre figli alla scuola francese e spende per l’iscrizione e le rette mensili circa 10.000 euro l’anno. I figli hanno la doppia cittadinanza. Fa parte dell’Associazione italiani in Madagascar.
25 agosto (giovedì)
Il viaggio non soltanto allarga la mente: le dà forma.
Bruce Chatwin
Passiamo alla casa della missione e troviamo Padre Visca che vive da 23 anni a Ranoira (dove c’è la miniera di zaffiri). Ci racconta di un costoso progetto iniziato in un terreno della missione a Ihosy dall’associazione internazionale LOC, che finanziava solo progetti mega, raccoglieva il 10% di contributi per la partecipazione ai costi, ha tirato su un mucchio di pilastri e poi è sparita!!!
Poi, incontro con René, Claire, Jean Paul e Rainay.
Alle 8 e 30 assistiamo alla raccolta delle uova (le galline NON devono essere disturbate quindi niente foto con flash e chiacchiere all’interno dei pollai); le galline stanno bene, sono a terra, pulite e non sono spaventate. Dall’89% al 96% delle galline depone l’uovo mediamente una volta al giorno. Le galline più tranquille, quelle più lontane dai rumori, fanno più uova; siamo alla 41ma settimana di deposizione sulle 90 previste.
Ci portano tutti i quaderni sui quali registrano spese ed entrate.
René riassume la situazione delle 500 galline dell’intervento sperimentale: sono stati investiti 15.000.000 di ariary che sono tutti rientrati. Il prossimo incasso sarà tutto guadagno. Al 20 agosto ci sono in cassa 2.522.210 ariary. Chiedo a René se darà a Rainay solo il 15% di guadagno, come pattuito oppure tutto: ci conferma che darà tutto.
Gli viene inoltre chiesto perché in cassa ci sono solo quei soldi e lui ne documenta l’utilizzo:
- 7.688.000 per completare la casa degli operai (il bonifico che abbiamo effettuato era inferiore al preventivo);
- 1.457.210 per l’attrezzatura dei nuovi pollai;
- 4.214.000 per acquistare mais;
In tutto 13.359410.
Al 31 maggio c’erano in cassa 1.854.000, al 20 agosto ce ne sono 2.522.000.
Hanitra e Michel intervengono per ribadire che i soldi devono tornare per intero all’Associazione; Michel sottolinea inoltre che sono state prese decisioni senza informarli.
Cerco di spiegare che bisogna dividere i dati contabili (costi e ricavi, incassi e spese) dai soldi che girano nell’azienda, cosa non facile per loro che non hanno conoscenze di contabilità. Propongo di assumere qualcuno che aiuti a tenere la contabilità, ma René dice che è troppo rischioso perché così le informazioni uscirebbero dall’azienda e si correrebbe il rischio di rapine e violenze. Ci dice che vuole comprare un computer ed imparare a tenere le registrazioni. E’ veramente da ammirare per questa sua capacità di non tirarsi indietro di fronte a nessun tipo di problema.
Propongo di rilevare i costi dividendoli almeno tra:
- Mangime
- Salari
- Acqua e luce
- Varie e gestione infrastrutture.
Nei loro quaderni leggo che le registrazioni degli incassi per la vendita delle uova iniziano il 30 marzo 2011, e sono aggiornate al 23 agosto (il resto è registrato sul quaderno che viene tenuto dove si vendono le uova).
Tengono in pratica tre quaderni:
Cassa totale; quota René e quota Rainay.
Jean Paul ci invita a dare tutti i consigli che riteniamo utili perché ci hanno messo tanta buona volontà ma non sanno se hanno fatto abbastanza bene.
René invita Rainay ad essere più presente a Ihosy e a collaborare anche nella contabilità. Ribadisco che devono avere stretti rapporti per conoscere tutte le notizie, ma che le scelte aziendali devono essere esclusivamente di René, e non si può interferire da fuori.
Chiediamo di avere tutti i dati contabili mensilmente.
Renè presenta altri conti
A febbraio 2011 abbiamo inviato un bonifico di 26.500 euro (pari a 72.610.000 ariary) da utilizzare:
- 19.180.000, per l’acquisto del mais;
- 10.960.000 per l’acquisto di arachidi;
Abbiamo inoltre versato 12.000 euro per costruire la casa degli operai e 3.500 euro per le attrezzature.
Rainay ha versato sul conto dell’allevamento 72.000.000 comunicando questa ripartizione:
- 20 milioni per il mais
- 20 milioni per le attrezzature dei pollai
- 32 milioni per la casa degli operai.
Nel frattempo però René ha cambiato la dieta dei polli (il mais prima rappresentava il 49% del mangime, ora è stato portato al 55%) e anziché le 40 tonnellate previste ne ha dovute comprare 55 e, poichè i soldi ricevuti non erano sufficienti, ha utilizzato quelli delle 500 galline.
Insisto sul fatto che le rimesse motivate devono essere rispettate. René ha inoltre comprato 15 tonnellate di riso (di sua volontà, senza confrontarsi con Rainay) spendendo 8.505.000 e pensa che il guadagno potrà essere riutilizzato nella costruzione degli altri pollai.
Chiedo quanto verseranno a Rainay per l’anno scolastico 2011-2012 e René dice che al momento potrebbe versare 10.000.000 come utili delle 2.000 galline e 2.500.000 delle 500 galline.
Riporto il discorso sull’alimentazione delle galline e in particolare sulla macchina per la spremitura delle arachidi. René dice che quando hanno fatto la prova a marzo, oltre a non ottenere un buon risultato in olio, le galline non mangiavano il residuo della spremitura perché era troppo carico di sostanze oleose!!
In Italia è stata fatta una prova con le arachidi portate a marzo e il risultato è stato che, spremendo 3,850 kg di arachidi si è ottenuto 1 litro di olio, oltre lo scarto che viene utilizzato come alimento per i polli.
Quando Padre Gianluigi tornerà a Ihosy, la prossima settimana si attrezzeranno per riprovare.
Michel ha preparato e presentato la domanda per l’allacciamento per l’acqua.
René dice che si è convinto a collaborare con l’Associazione quando era in Italia, perché ha visto come operiamo e quanto crediamo in quello che facciamo.
Si impegna pertanto molto e continuerà ad impegnarsi.
Viene anche definito il posizionamento dei nuovi pollai, cercando di rispettare alcune regole: che i polli siano il più possibile lontani dai rumori; ci sia una buona aereazione, ci sia lo scolo delle acque per evitare che si allaghino i pollai, non si utilizzi troppo spazio del magnifico terreno centrale dove è prevista la messa a dimora di alberi da frutta. Si cerca anche di risparmiare appoggiando i capannoni al muro di recinzione, che è fatto molto bene.
Ripartiamo, tardi, da Ihosy per tornare a Fianarantsoa dove arriviamo alle 21.30; abbiamo viaggiato molte ore al buio su queste strade tutt’altro che sicure! C’era però uno splendido cielo stellato!
Durante il viaggio abbiamo visto un accampamento dove riposano di notte gli zebù partiti dal sud per arrivare a Tanà e farsi macellare. C’erano i falò accesi: sembrava un’immagine fiabesca.
Dobbiamo definire per l’allevamento un obiettivo annuale concreto da finanziare e dobbiamo soprattutto trovare altre attività collaterali per sfruttare al meglio la mega struttura costruita.
Tra le cose fatte nella giornata va ricordato l’incontro, nel primo pomeriggio, con il Presidente del Tribunale di Ihosy, donna sveglia e disponibile, che parla un buon francese, e dimostra di aver preso sul serio il suo lavoro e sta cercando di migliorare la situazione come può. Ci ringrazia per l’aiuto che diamo alle carceri. Ci chiede di non far mancare il nostro sostegno e anche un aiuto per la colonia penale: la sistemazione del pozzo e un aratro. Con padre Gianluigi decidiamo che l’aratro si può dare subito per consentire ai carcerati di coltivare una porzione più grande del terreno a loro disposizione, mentre per il pozzo incarichiamo uno dei muratori che lavora da René di vedere cosa si può fare e quantificare il costo. Considero questo aiuto importante perché consentirà a questi carcerati di lavorare la terra e recuperare la dignità di persone.
Hanno anche chiamato da Ambositra per l’acquedotto del quale abbiamo fatto la riabilitazione: il tecnico ha completato tutte le verifiche ed è risultato tutto corretto.
26 agosto (venerdì)
Il sesso dei computer
Sembra che in una scuola francese sia successo quanto segue.
L’insegnante, davanti ai suoi alunni, un giorno spiegava come in francese, al contrario della lingua inglese, i sostantivi sono grammaticalmente divisi in maschile e femminile.
Cose quali “gesso” o “matita”, disse, vengono associati ad un genere, sebbene in inglese siano sostantivi neutri. Stupito, uno studente alzò l amano e chiese: “Di che genere è un computer?”
L’insegnante non era certo della risposta, e così divise la classe in due gruppi, chiedendo loro di decidere se il termine computer debba essere maschile o femminile.
Un gruppo era composto dalle donne della classe, e quattro motivazioni alle loro conclusioni.
“Decisione delle donne”
Il gruppo di donne concluse che ai computer bisognerebbe assegnare il genere maschile perché:
- 1. per poter avere la loro attenzione, devi accenderli;
- 2. contengono molti dati, ma sono privi di intelligenza propria;
- 3. dovrebbero essere lì per risolvere i tuoi problemi, ma per metà del tempo sono loro il problema;
- 4. non appena te ne procuri uno, ti accorgi che, se avessi aspettato un po’, avresti potuto averne uno migliore.
“Decisione degli uomini”
Gli uomini, d’altro canto, decisero i computer dovrebbero decisamente appartenere al genere femminile perché:
- 1. nessun altro al di fuori del loro creatore capisce la loro logica interna;
- 2. il linguaggio di cui si servono per comunicare con gli altri computer è incomprensibile a chiunque;
- 3. i tuoi errori, anche minimi, sono immagazzinati nella memoria a lungo termine per essere usati più avanti;
- 4. appena ne acquisti uno, ti ritrovi a spendere metà del tuo conto in banca per gli accessori.
Meno male che la partenza si avvicina. Oggi era il compleanno del mio papà e a Bergamo c’è la festa di S. Alessandro.
Stamattina non si riesce a telefonare in Italia, almeno gli sms partono e arrivano.
Di mattina presto arriva l’impresario con il progetto del pozzo per la casa famiglia: il costo del solo pozzo è poco più di 7,5 milioni di ariary (meno di 3.000 euro) e Padre Gianluigi gli dice di incominciare subito: manderà da domattina due operai a scavare.
Bisogna cercare in Italia una pompa alimentata con un pannello solare: per ora il pozzo avrà la carrucola per il secchio e non si farà alcun deposito di acqua. La prenderanno quando serve.
L’impresario ci espone anche i costi per mq delle scuole da costruire: 300.000 ariary con il tetto non in cemento armato, 330.000 ariary con il tetto in cemento armato, che è più resistente quando ci sono i cicloni.
Il progetto della scuola di Maneva prevede un costo al mq di 475.000 ariary (il 50% in più dello standard). E’ fondamentale raccogliere queste informazioni, e disporre di tecnici esperti e di fiducia per far valutare i progetti che ci vengono presentati.
Partiamo per l’acquedotto che abbiamo inaugurato l’anno scorso a Sahamena, Andrianjato centre, per vedere come è mantenuto e come funziona il comitato di gestione.
Vediamo le prime 3 fontane e la responsabile di una di queste ci dice che da ieri non arriva l’acqua e che anche nei mesi di ottobre, novembre e dicembre qualche volta hanno avuto problemi. Ci mostra l’alternativa alle fontane: una sorgente sotto un macigno dove raccolgono l’acqua utilizzando un corno di zebù.
Incontriamo poi il sindaco, il tecnico e i responsabili e ci spiegano che ieri è stato rotto un tubo e quindi hanno chiuso l’acquedotto. Ci fanno presente che, a volte, sull’altro versante della collina non arriva acqua alle fontane e stanno studiando una soluzione. Vediamo poi i quaderni della contabilità di tutte le 16 fontane. L’accordo raggiunto prevede il pagamento di 300 ariary al mese per ogni famiglia. Ci accolgono in una casa. dove per il nostro arrivo, hanno reimbiancato la stanza!
Riepilogo la situazione delle fontane
Fontane |
Famiglie |
Persone che utilizzano |
3
|
7
|
33
|
15
|
14
|
72
|
16
|
5
|
36
|
14
|
10
|
53
|
4
|
4
|
20
|
11
|
10
|
70
|
5
|
20
|
80
|
2
|
22
|
100
|
12
|
12
|
46
|
7
|
11
|
56
|
1
|
14
|
62
|
8
|
9
|
39
|
10
|
5
|
20
|
13
|
9
|
50
|
9
|
7
|
30
|
6
|
5
|
25
|
Totale
|
164
|
792
|
Michel ribadisce che il contributo per l’acqua va pagato in anticipo. La registrazione dei pagamenti non è stata effettuata in maniera puntuale. Il tesoriere ci dice che ha incassato 165.300 ariary, ne ha spesi per la manutenzione 125.600, e ha raccolto oggi 40.000 ariary. Il sindaco ci ringrazia e noi raccomandiamo una manutenzione puntuale e l’attenzione a che tutte le famiglie paghino.
Quando ce ne andiamo è quasi mezzogiorno: alle 11 ci aspettavano a Andrainjato est e ci sono ancora parecchi km di pista da fare! Appena arrivati mangiamo velocemente con il sindaco e poi andiamo a vedere le scuole medie per le quali ci hanno chiesto la costruzione di un edificio con 3 classi.
Ci sono 2 edifici, uno inaugurato nel 2004 e l’altro nel 2009, in mattoni crudi con la copertura con le “tolle”, e un altro edificio non terminato, con la paglia sul tetto, due aule da finire, una già utilizzata ma tutte con il pavimento in terra battuta.
Un’associazione francese ha installato un pannello solare e così viene illuminato uno stanzino utilizzato come segreteria. Chiediamo perché non illuminano tutta la scuola. Quasi tutte le scuole che abbiamo visto ed anche quelle che abbiamo costruito noi sono senza illuminazione e spesso senza vetri, hanno solo gli antoni che quando sono chiusi rendono le classi buie. Bisogna riflettere anche su questo: le scuole, oltre ad avere le latrine e possibilmente una fontana vicina, dovrebbero avere almeno 1-2 pannelli solari per poter avere l’illuminazione (e quindi nel progetto ci deve essere l’impianto) e i vetri, per consentire soprattutto nel periodo delle piogge e dei cicloni, di chiudere le finestre senza rimanere al buio. Il passo successivo dovrà essere quello di portare all’interno delle scuole l’acqua per fare lavandini, docce, bagni con lo sciacquone, per incominciare ad insegnare un po’ di educazione anche all’igiene personale.
Per ora i ragazzi sono divisi in 5 aule, ma ad ottobre quelli di prima saranno oltre 160 e quindi avrebbero classi di 80 ragazzi!
Alla riunione, dove ci hanno pazientemente atteso, ci sono i Presidenti di 5 fokontany che si sono associati per poter costruire la scuola, 2 consiglieri comunali e i rappresentanti dei genitori
Il progetto delle 3 aule presentato a marzo ha un costo di 62 milioni di ariary, più 6 milioni per le latrine e, tolto il loro contributo del 10%, ci chiedono 62 milioni che corrispondono a 120 buoi, che hanno un valore di circa 500.000 ariary l’uno: questo è sempre il modo migliore per far capire a chi possiede poche decine di ariary il significato dei milioni.
Padre Gianluigi fa presente che il contributo del 10% non è adeguato, e che la loro partecipazione deve essere più alta; ci dicono che già hanno stabilito il contributo di 3.000 ariary per 2.500 persone maggiorenne.
Il sindaco dice che con grande sacrificio potrebbero arrivare ad un contributo del 20%. Vista la necessità di spazi per il prossimo 3 ottobre (inizio delle scuole statali), proponiamo il nostro aiuto per la sistemazione della struttura con il tetto in paglia. Un genitore parla per tutti: dice che sono come i pulcini che mangiano il riso ma sono timorosi, hanno paura di non farcela a contribuire con il 40% del costo, devono pensarci bene; considera però molto apprezzabile la proposta di sistemare l’edificio esistente. Anche altri intervengono su questa linea. Un signore chiede di quantificare i costi per la sistemazione del vecchio edificio. Sono molto contenta di come sta andando la riunione perché stiamo insegnando che esiste anche la possibilità di fare manutenzione!
Si quantifica il costo della sistemazione in una somma inferiore ai 4.000 euro. La proposta concreta è: noi paghiamo il cemento per fare i pavimenti, le perline da mettere sotto le “tolle” e le “tolle” per il tetto, loro ci mettono la sabbia, i blocchi di granito e il legname per le travi. Chiediamo che sistemino anche le latrine, che hanno i tetti in parte crollati, e le entrate delle altre aule, che sono semi distrutte.
Decidono che si incontreranno con il sindaco martedì prossimo e ci daranno risposta, ma l’impressione che ho è che questa linea passerà. Considero veramente una grande conquista trovare accordo, in Africa, su un progetto di manutenzione che è la cosa che proprio non riescono a fare.
Al ritorno a Fianarantsoa ci fermiamo da Padre Maurice per accordarci per domani e per visitare la casa-fattoria.
Ci sono sempre lavori in corso: sta costruendo piccole stanzette che ancora non sa se utilizzerà come pollai o come stanze da affittare agli universitari.
Alleva conigli (ce ne sono due piccoli con le orecchie mangiate dai topi), ha messo alveari e comprato degli sciami a 50.000 ariary l’uno, coltiva l’orto, ha ancora il negozietto, che ora è gestito da una signora con due figli e un marito disoccupato.
E’ indaffaratissimo per la preparazione della festa per i suoi 50 anni; ha fatto fare 500 magliette, ha invitato 350 persone, che il giorno prima della festa dovranno lavorare nei campi per piantare alberi di ravitzara.
Dice di essere molto soddisfatto perché vede i risultati del suo lavoro. Ci comunica che la scuola elementare costruita con l’aiuto di UnicoSole nel suo villaggio, di fatto già utilizzata dai ragazzi delle scuole medie, diventa ufficialmente CEG (sede di scuola media) e sarà dedicata alla memoria di suo padre.
Quest’anno a febbraio ha raccolto e venduto 1000 kg di foglie di ravitzara; ora che tutti vogliono coltivarla le piantine che prima costavano 500 ariary, ne costano 1.500. Racconta che i genitori sono molto responsabilizzati.
Il cugino di Maurice ci racconta un episodio incredibile: al suo villaggio hanno rubato 6 buoi; sono riusciti a recuperarli, tutti i ladri sono scappati ma sono riusciti a prenderne uno che è stato bruciato in piazza dalla gente, alla presenza del sindaco e dei poliziotti!! Sembra una storia del medioevo!!
Dopo cena inizio a preparare le schede con le informazioni sui progetti per inserirli nel calendario 2012.
Faccio un riepilogo dei progetti, che riporto perché ci aiuta a sperare nel futuro, visto cosa siamo riusciti a realizzare fino ad ora.
Edifici scolastici già costruiti: Mahazoarivo, Vohimolaza, Andrainarivo, Iavinomby-Vohibola, Andrianjato est (Mitongoa).
Impianti di Irrigazione realizzati: Manarinony, Maneva.
Acquedotti: Manarinony, Ivondrona, Tambikandre fana sy Sahamena, Andrainarivo, Maneva, Ambohipia.
Mense scolastiche: Manarinony, Ambohipia, Tsinjony.
Case famiglia: Fianarantsoa, con Rainay per 52 ragazzi, con Miaraka Aminy con 12.
Ragazzi che studiano rimanendo con la famiglia: 75 a Ambositra e 30 a Mahaditra.
Universitari : 6 ad Ambositra e a Mahianga.
Prigione : vestiti, alimenti, pentole al carcere di Ihosy
Progetti di autofinanziamento : raccolta del riso, piantagione di ravitzara, allevamento di galline ovaiole.
27 agosto (sabato)
La rosa
Quando piantiamo una rosa, notiamo che rimane assopita per lungo tempo nel seno della terra, ma nessuno osa criticarla, dicendo “Non ha radici profonde”, “Manca di entusiasmo nel suo rapporto con la campagna”. Al contrario, la curiamo pazientemente, con acqua e concime.
Quando germoglia la nuova piantina, nessuno pensa di condannarla perché fragile, immatura, incapace di rallegrarci immediatamente con le rose che stiamo aspettando. Al contrario: ci meravigliamo per il processo della nascita delle foglie, seguito dai boccioli e, il giorno in cui spuntano i fiori, il nostro cuore si riempie di gioia.
Eppure, la rosa è rosa dal momento in cui mettiamo la talea nel terreno fino all’istante in cui, trascorso il suo periodo di splendore, finisce per appassire e muore. A ogni stadio che attraversa – talea, germoglio, bocciolo, fiore – esprime il meglio di sé.
Anche noi, nella nostra crescita e nel nostro continuo mutamento, passiamo per vari stadi: dovremmo imparare a riconoscerli, prima di criticare la lentezza dei nostri cambiamenti.
W. Timoty Gallway
Stamattina alla casa famiglia iniziano il lavori per il pozzo. I due operai sono dotati di vanghetta, secchio, carrucola e carriola, null’altro, e sarà interessante vedere nei prossimi giorni cosa riescono a fare. Quando parto (il 31) hanno già scavato un buco profondo quasi 10 metri perfettamente circolare!
Intera giornata passata con Padre Maurice. Andiamo al villaggio di Isorana, dove da febbraio hanno iniziato a piantare altra ravitzara. Nella casa famiglia ci sono 5 ragazzi originari di qui (ora però abitano a Fianarantsoa), oggi non sono presenti all’incontro perché in vacanza da parenti a Tana. I nonni hanno del terreno qui e Padre Maurice ha dato loro 300 piantine di ravitzara che sono state messe a dimora a febbraio. Purtroppo ne sono morte 50, e le foglie delle altre sono in parte mangiate dalle cavallette. Stamattina hanno tagliato un po’ di erba.
Da Padre Maurice cerchiamo di chiarire bene come funziona la coltivazione della ravitzara e lui ci spiega che il ricavato del raccolto (che quest’anno è stato di 1.000 kg, venduti a 1.500 ariary al kg) va tutto a Miaraka Aminy perché rappresenta una forma di autofinanziamento e anche quando il ragazzo avrà finito la scuola, dovrà continuare la coltivazione. Tutti avevamo prima capito una cosa diversa, che si trattasse di un aiuto per la famiglia e per il ragazzo, una volta terminata la scuola.
Chiediamo anche a uno dei signori che ha piantato la ravitzara cosa pensa di fare e rivolgiamo la stessa domanda alla ragazza che sta alla casa di Maurice. Il coltivatore è convinto che il ricavato sarà suo ma è perplesso; la ragazza dice che anche quelli che hanno cominciato a coltivare 4 anni fa non sono motivati e bisogna continuamente a pungolarli.
Rileviamo posizioni ben differenti tra loro.
Con Padre Maurice e alcuni genitori e ragazzi facciamo un picnic vicino alla piantagione, che raggiungiamo con una camminata sotto il sole arrampicandoci sulla cima verso un enorme masso erratico sul quale troviamo scritto un saluto e un augurio.
Ci raccontano che il villaggio di Isorana era stato molto aiutato da un missionario francese, che aveva aperto un liceo verde, nel quale si insegnava agricoltura, artigianato, cucito, aveva oltre 500 alveari, aveva fatto molte piantagioni di eucalipti e di alberi da frutta. Ora è stato trasferito a Fianarantsoa e sostituito da un giovane padre malgascio. La scuola è stata chiusa, le api hanno sciamato, insomma, non è rimasto più nulla. Speriamo non taglino anche gli alberi.
Rientrando ci fermiamo a vedere una grande struttura che avrebbe dovuto essere utilizzata come mercato, ma troppo distante da qualunque centro abitato. E’ stata finanziata dalla UE e sarà inaugurata il 5 settembre. Speriamo possa servire!!
Al ritorno facciamo una riunione con una parte dei membri del consiglio direttivo di Miaraka Aminy.
Padre Maurice ribadisce che lo scopo dell’associazione è quello di mandare a scuola e difendere i bambini. Ha ormai 5 anni di esperienza ed è soddisfatto, seppure con qualche problema. Gli chiedo un po’ di dati: elenco bambini, lavoro fatto, spese, ecc.: me li prepara per domani.
Ci informa che ha costituito tre gruppi: quello dei genitori per la ravitzara, quello dei bambini che giocano con il kitandrino e quello dei ragazzi con le biciclette, tutto finalizzato alla scolarizzazione.
Il ricavato della ravitzara va all’associazione; i pesci allevati nelle risaie vanno alle famiglie. Aiuta 63 ragazzi, di cui 12 nella casa famiglia e 51 in famiglia.
Per l’anno scolastico 2011-2012 ha avuto richieste per 93 bambini. I requisiti che richiede sono:
- la famiglia deve coltivare la ravitzara
- deve trattarsi di una situazione familiare di difficoltà
- la votazione del ragazzo deve essere buona.
Ribadisce che considera molto importante la formazione pratica. Dei ragazzi della casa famiglia, 3 frequentano la scuola per muratori, gli altri 9 scuola media o liceo. Ad oggi ha mandato all’università 10 ragazzi usciti dalla casa famiglia.
Per la casa di Soanerama che sta ampliando con le nuove stanzette ha fatto costruire i mattoni ai genitori dei ragazzi che aiuta.
Domani, finalmente, riunione con i membri del consiglio direttivo di Rainay (quelli presenti).
28 agosto (domenica)
Che stupidi che siamo, quanti inviti respinti, quanti…
Quante frase non dette, quanti sguardi non ricambiati…
Tante volte la vita ci passa accanto e noi non ci accorgiamo nemmeno.
Dal film “Le fate ignoranti”
Prima di uscire, facciamo alcune domande alla cuoca.
Questo è quanto ci dice.
Cucina da sola, raramente ha l’aiuto di M.me Jouet. Al mattino e alla sera prepara 20 capoke di riso (una capoka – unità di misura molto usata anche sui mercati – è il contenuto di una scatoletta di riciclo di circa 300 gr.), a pranzo 36 capoke.
Al mercato vanno ogni mattina, in due. Oltre all’onnipresente riso, questo è il menù settimanale:
Lunedì: verdura e arachidi
Martedì: fagioli o ceci secchi
Mercoledì: fagiolini o fagioli freschi con foglie di patata dolce
Giovedì: carne di bue e verdura
Venerdì:fagioli o ceci secchi
Sabato: patate, carote e fagiolini
Domenica: carne di maiale.
Al mattino vengono distribuiti ai ragazzi anche 10 litri di latte.
Per quanto riguarda le pulizie:
- la cuoca aiuta i ragazzi a pulire la cucina;
- al sabato ogni ragazzo fa il suo bucato;
- al mattino, prima di uscire per la scuola, ogni ragazzo pulisce e riordina la camera;
- per le parti comuni provvedono i ragazzi più grandi;
- per i gabinetti, ci sono 5 gruppi a turno.
Oggi giornata quasi tranquilla: è prevista la Messa e il pranzo da Padre Maurice.
Ieri sera Mamy ci ha portato la macchina dell’associazione (la vecchia Renault), con la quale usciamo per andare a Soanerama. Fatti un centinaio di metri…si ferma: è senza benzina!!!
Aspettiamo i soccorsi di una bottiglia di benzina per poter arrivare al distributore! Con sorpresa, dobbiamo girare 4 distributori per trovare benzina: sono tutti vuoti perché non arrivano i rifornimenti.
Messa per pochi intimi nel cortile di padre Maurice, seguita dal pranzo comunitario, poi giro verso le piantagioni di tè che sono sulle colline di Fianarantsoa. Attraversiamo un ponte abbastanza alto sotto il quale passa la ferrovia: non esiste il benché minimo tentativo di protezione, né ringhiera, né muretto.
Alle 6 iniziamo la riunione con Rainay. Sono presenti il presidente, Michel, il vice presidente, Hania (il giudice), il tesoriere, Hanitra e noi.
A Fianarantsoa, alla casa famiglia, nel pimo trimestre c’erano 49 ragazzi, nel secondo 48, perché una ragazza, dopo le vacanze di Natale, era incinta.
Questi i risultati
Hanno fatto l’esame per il diploma (BAC) in 8, i risultati non si sanno ancora (si sono saputi prima che tornasse Padre Gianluigi: 4 promossi e 4 bocciati).
In classe première (penultimo anno delle superiori) 3 ragazzi, tutti promossi
In classe deuxième 8 ragazzi, tutti promossi
In classe troisième 3 ragazzi, 1 promosso, 2 bocciate
In classe quatrième 9 ragazzi, tutti promossi
In classe cinquième 5 ragazzi, 4 promossi, 1 bocciato
In classe sixième 3 ragazzi, tutti promossi
In classe septième 8 ragazzi, tutti promossi
In classe huitème 5 ragazzi, tutti promossi
In classe onzième 1 ragazzo, promosso
Centre professionale 1 ragazza, promossa.
Per l’anno scolastico 2011-2012 alla casa famiglia abbiamo 15 posti, ma Rainay è ancora abbastanza indietro per trovare i nuovi studenti.
Complessivamente sono stati promossi 37 ragazzi su 40 (escludendo quelli del BAC).
Ad Ambositra 22 ragazzi hanno fatto il BAC
In classe première (penultimo anno delle superiori) 24 ragazzi, 3 hanno abbandonato, quelli rimasti sono stati tutti promossi.
In classe deuxième 29 ragazzi, 28 promossi, 1 bocciato
Per quanto riguarda la situazione finanziaria:
raccolta del riso:
investiti 8.250 euro (22.432.500 ariary), comprando 35.239 kg di riso a 600 ariary al kilo; spese di trasporto 54.500.
Sono rimasti in cassa 1.225.600 ariary).
Universitari
sono 4, 3 al secondo anno, 1 al primo anno.
I calcoli sono sui prospetti fatti dall’associazione Rainay.
Maria e Stefano dovevano arrivare stasera ma il pullmino si è rotto e sono ancora a Tana.
29 agosto (lunedì)
Chi muore (Ode alla vita)
Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia, chi non rischia
e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Lentamente muore chi fa della televisione il suo guru.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce
il nero su bianco e i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all’errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza,
per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova la grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare.
Muore lentamente chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce .
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivi
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.
Soltanto l’ardente pazienza porterà
al raggiungimento di una splendida felicità.
Pablo Neruda
Stamattina verso le 7 finalmente arrivano Maria e Stefano. Hanno viaggiato tutta la notte perché il pullmino, che aveva problemi al cambio, è stato riparato solo per le 8 di ieri sera! Sono distrutti ma pronti a proseguire.
Preparo un po’ di colazioni calde e per le 8 si riparte verso il villaggio di Andoharanomaintso, dove vivono i genitori e i parenti di René. Ci sono 16 ragazzi della casa famiglia che vengono da questa zona, due ragazze sono state bocciate e non saranno più ospiti della casa.
Facciamo una visita al mercato e, tra lo stupore generale, compriamo prodotti locali: riso integrale, ceci, fagioli, peperoncino. C’è come sempre tantissima gente ma, a differenza di quanto accade nelle località turistiche, nessuno ci vuole vendere niente e nessuno quindi ci assilla.
Notiamo una cosa curiosa: una sala televisione all’aperto, con l’indicazione del costo per la visione per 1 ora, per 2 ore e per 3 ore. E’ affollatissima: ci fanno entrare per sbirciare, ci sono le sedie sotto un pergolato e la gente attentissima sta vedendo un film.
Pranziamo a casa della mamma di Renè: ci sono anche i genitori di alcuni dei ragazzi che sono ospiti della casa famiglia. Quando diciamo che le due ragazze bocciate non saranno riammesse ci rimangono male, ma le regole devono valere per tutti.
Ripartiamo e, come sempre, arriviamo a Fianarantsoa che è già buio.
A cena chiediamo alla cuoca di raccontarci di lei: è vedova, ha 11 figli, alcuni già sposati e gli ultimi, ancora studenti, accuditi da quelli più grandi, dal momento che lei è lontana da casa. E’ molto contenta del suo lavoro perché le consente di aiutare i figli a studiare; la sua retribuzione è di 50.000 ariary (meno di 20 euro al mese) e ci dice che se avesse continuato a lavorare nei campi, neppure lavorando 24 ore al giorno avrebbe potuto realizzare questo obiettivo!! E’ veramente tutto relativo nella vita e nel mondo: a me sembrava che le dessimo pochissimo e per lei invece è molto!
30 agosto (martedì)
Un viaggiatore senza osservazione è un uccello senza ali.
Moslih Eddin Saadi
Per il viaggio di oggi a Ivondrona, dove è stato realizzato l’acquedotto inaugurato 2 anni fa con il ricavato della vendita del libro su Samuele, è necessario noleggiare un fuoristrada “vero” perché con il pullmino non ci si può arrivare.
Arriva puntuale, con un fuoristrada Nissan, Dominique, il primo malgascio che vedo con i capelli lunghi, che lascia fluire sulle spalle da un cappello modello Borsalino: un personaggio. Parla un po’ di francese e quindi è più facile capirsi. Di mestiere fa l’autista – guida per gli stranieri, e ci dice di essere sempre occupato, e che è stata una fortuna per noi averlo trovato libero per oggi.
Ad un certo punto del percorso, dopo km di pista, alcuni che neppure lui aveva mai fatto, ci avvertono che la strada che normalmente si percorreva è interrotta e bisogna trovare un percorso alternativo. E’ un viaggio da ricordare: gli ultimi 7 km (dei 40 km di pista che facciamo) sono su piste sulle quali non passano mai veicoli, tranne quello di un missionario, una volta ogni due mesi. Piste sulle quali è cresciuta l’erba alta, con buche profondissime, ponti di legno barcollanti, strettoie terribili, pendenze da incubo….per fortuna Dominique è proprio bravo. In molti tratti scendiamo e andiamo a piedi per alleggerire il fuoristrada che già di suo è molto pesante. Arriviamo incredibilmente sani e salvi, e se penso che dobbiamo rifare la stessa strada per tornare indietro, mi vengono i brividi nella schiena!!
Visitiamo la sorgente ed il bacino di raccolta. Le fontane sono ben tenute. Al pranzo e alla successiva riunione è presente anche l’anziano del villaggio, un signore di 84 anni che ha studiato alla scuola francese quando il paese era ancora una colonia e che ha aiutato a trovare la sorgente da utilizzare per l’acquedotto.
La situazione delle fontane è questa
Fontana |
Famiglie |
1
|
12
|
2
|
13
|
3
|
18
|
4
|
13
|
5
|
19
|
6
|
6
|
7
|
7 + 132 bambini della scuola
|
8
|
24
|
9
|
8
|
10
|
4
|
E’ molto evidente che si tratta di una realtà più povera di quelle che abbiamo visto nei giorni scorsi; i ragazzi che vogliono frequentare le scuole medie percorrono 10 km a piedi al giorno (5 ad andare e 5 a tornare).
Il comitato di gestione delle fontane non è efficace, i beneficiari della fontana n. 4 e n. 9 non hanno mai pagato e Michel annuncia che si chiuderanno le fontane. Il tesoriere non è presente, ma ci dicono che in cassa ci dovrebbero essere 161.300 ariary. Si discute: Michel obietta: quando andate al mercato, trovate i soldi per bere, trovate i soldi per le feste e non riuscite a pagare 200 ariary al mese per l’acqua. Avvisa che tornerà tra un mese e se la situazione non sarà cambiata, l’acquedotto passerà in gestione allo Stato. Un signore invita il Comitato dell’acqua a trovare la soluzione, dice che non si può cambiare la faccia se è brutta (non conosce la chirurgia plastica del mondo che si definisce evoluto), si può invece cambiare lo spirito cattivo. Anche Padre Gianluigi interviene in modo deciso.
Rifacciamo il percorso di ritorno e ci fermiamo dal sindaco di Andrainjato est per conoscere l’esito della riunione per la sistemazione della scuola: ci dice che sono tutti d’accordo e hanno già iniziato a lavorare. Nei giorni successivi alla mia partenza, Padre Gianluigi tornerà e acquisterà l’occorrente.
E’ stato veramente un grosso successo.
E’ l’ultima mia sera a Fianarantsoa e Padre Gianluigi ha invitato a cena Michel, Hanitra, Haina, i ragazzi che sono alla casa famiglia in questi giorni, e la cuoca,. A tavola siamo in 12, e cerchiamo di fare del nostro meglio con le poche risorse disponibili per offrire un pasto decente. Per fortuna Maria e Stefano hanno portato un po’ di provviste dall’Italia. Mi fanno anche una sorpresa: la torta per festeggiare i miei 40 anni di matrimonio, che ricorreranno il 2 settembre. Mi fa piacere!!
Saluti, baci e abbracci, ribadisco ancora una volta la necessità che ci arrivino puntualmente le informazioni su quanto succede e sul modo in cui si spendono i soldi. Poi..valige!! Domani sveglia per le 6 e tutto il giorno in viaggio.
31 agosto (mercoledì) e 1° settembre (giovedì)
Quando viaggio mi piace avere qualcosa di interessante da leggere, per questo porto sempre con me il mio diario.
Oscar Wilde
Oggi Padre Gianluigi con Maria e Stefano ritornano a Ihosy, per tentare di far partire la macchina per spremere le arachidi e vedere i lavori iniziati per i nuovi pollai.
Prima delle 8 parto anch’io da Fianarantsoa con il pullmino e con Nirina come autista. Viaggiamo tutto il giorno, poche soste; mangiamo ad Antsirabè e siamo sommersi dai venditori. Si arriva a Tanà dopo le 6; recupero la mia valigia, la sistemo, e andiamo a cena al ristorante dell’albergo Ivato vicino all’aereoporto. Ci sono, oltre Nirina, anche la sua compagna, la figlia di lei e un nipote di Nirina.
Poi all’aeroporto, mi metto infila per il check in, mi aspetta una lunga notte di viaggio! Per fortuna sono talmente sfinita che dormo.
Arriviamo puntuali a Parigi; solito giro da un terminal all’altro, stavolta più corto perché siamo arrivati al Terminal E, appena riaperto.
Arrivo a Linate alle 16.50, i bagagli arrivano puntuali, Guido mi sta aspettando e, anche per quest’anno, si chiude il viaggio, con la testa piena dei loro problemi, dei nostri, delle speranze, delle cose da fare!
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