Tulear è una città situata sulla costa sudoccidentale del Madagascar, capoluogo della provincia di Toliara e della regione di Atsimo-Andrefana. Ha una popolazione di 113.014 persone. Il porto commerciale della città è un importante snodo per l’import/export di beni come sisal, sapone, cotone, riso e arachidi.
Tulear è una città bianca e luminosa, dove la pioggia è rara e il sole splende ogni giorno. Il suo charme, con i suoi grandi viali e i coloratissimi pousse pousse saprà sedurvi da che arriverete. Passeggiando lungo le strade del centro scoprirete le antiche ville coloniali con le loro verande coperte di fiori e i grandissimi giardini. Ma scoprirete anche i giovani che corrono in bicilette, le grandi donne che preparano gli spiedini a ogni angolo, i piccoli artigiani chiusi nella loro piccola baracca, i mercati pieni di vita e di colori. O ancora il porto con il via vai di piroghe e golette che portano il pesce pescato il giorno stesso nell immensa barriera corallina che circonda Tulear. Una città ancora autentica ancorata al suo porto e che vive ancora i simbiosi col mare.
Toliara si trova in un’oasi nel mezzo di una vasta regione desertica. È dotata di un aeroporto e viene talvolta adottata come base dai turisti diretti al Parco Nazionale dell’Isalo, a Ifaty, alla Baia di Saint-Augustin e a Betioki. Nel XVII° secolo, i pirati francesi sbarcarono nella baia di Saint-Augustin presso il tropico del Capricorno e installarono una sede commerciale per intrattenere delle relazioni commerciali con le popolazioni Masikoro (Sakalava) della costa. Ma si dovrà attendere la colonizzazione francese incominciata nel 1895 per vedere un reale sviluppo di Toliara, soprattutto in seguito alla decisione del Governatore generale del Madagascar Joseph Simon Gallieni (1896-1905) di trasferire in un piccolo villaggio di pescatori Vezo tutti gli uffici amministrativi che prima si trovavano sull’antistante isoletta di Nosy Ve.
Toliara (Tulèar, come si chiamava in epoca coloniale) ha subito quindi significative trasformazioni urbanistiche e la creazione di una efficiente rete urbana di strade alternate da viali di tamarindi, il più importante dei quali è il boulevard Gallieni che taglia in due la città separando i quartieri commerciali dal porto. Dopo l’indipendenza nel 1960 il ritmo di crescita è continuato ad aumentare e numerosi sono stati i cittadini francesi che hanno mantenuto in vita le proprie attività commerciali. Inoltre le spiagge incontaminate di Ifaty e di Anakao e il clima secco hanno attirato molti turisti europei, principalmente francesi, incrementando la vocazione turistica della città a discapito di quella industriale. Hanno quindi aperto numerosi ristoranti ed alberghi nelle vecchie villette coloniali, spesso gestiti dalla minoranza “Karana”.