grazie per la vostra stupenda lettera di auguri che ho visto questa mattina e vi ringrazio di cuore per tanto amore che dedicate alla nostra associazione. Fra tre settimane potrò incontrarmi con Elide, Domenico, Graziella e le altre persone che verranno con loro in Madagascar.
Natale è qui in mezzo a noi e ci interpella ad una forte condivisione in questo periodo in cui le nostre tavole sono imbandite di ogni ben di Dio.
Qualche giorno fa nel porto più grande del Madagascar, Tamatave, 60 tonnellate di riso scaduto e marcio, non prelevato a suo tempo da un commerciante, sono state bruciate con legna e gasolio. Il combustibile versato sui sacchi di riso non è stato sufficiente per incenerirli e la gente di notte è andata a prelevare i sacchi di riso non bruciati e l’hanno messo in pentola per sfamarsi. La fame è grande da queste parti, il prezzo del riso, alimento base qui in Madagascar, è alle stelle per la siccità dello scorso anno e per le scarse piogge di questa nuova stagione ormai avanzata.
Nella nostra scuola due ore del venerdì sono dedicate al lavoro manuale: si piantano gli alberi nel bosco, i fiori nelle aiole, si fanno le pulizie di tutti i cortili e gli ambienti intorno alla scuola. A mezzogiorno viene distribuito il pranzo ai 1.450 alunni della scuola materna, elementare e media. E’ un’impresa donare da mangiare a tutti con i pochi mezzi che abbiamo. Ogni bambino porta il suo piatto e cucchiaio da casa e si organizza un lavoro a catena fra gli insegnanti e gli alunni più grandi per poter servire tutti, dai più piccoli ai più grandi.
Ieri domenica, nel pomeriggio ho portato in ospedale una giovane mamma che era svenuta. Il primo medico l’ho trovato dopo 25 km di strada. Il dottore terminata la visita, l’unica medicina che le ha dato è di mangiare un pezzo di carne, la pressione era molto bassa ed era svenuta per la fame.
Questa mattina, dopo la S. Messa, incontro una mamma con in braccio una bella bimba di 4 mesi, le metto il mio dito nella sua manina e lei me lo stringe forte. E’ molto robusta la sua bimba e come si chiama, chiedo alla mamma? “Fisaorana” Ringraziamento o meglio Grazia in italiano, perché ho voluto ringraziare Gesù per avermi donato il mio nono figlio, ho 35 anni e tutti i miei figli stanno bene, grazie a Dio, anche se faccio fatica a trovare il cibo per tutti in famiglia. Il marito lavora da noi come muratore.
Il giorno di Natale pranzeremo tutti insieme come un’unica famiglia e la festa continuerà con i canti organizzati da ogni quartiere dopo la S. Messa che sarà stracolma di canti e danze che i ragazzi e giovani stanno preparando da tempo.
Grazie di cuore e Gesù nato come ogni bimbo porti serenità e pace a tutti gli uomini di buona volontà, con affetto vi abbraccio
Anche quest’anno, nel periodo che precede il Natale, come ormai succede da qualche stagione, un nutrito gruppo di fanatici del pedale si è ritrovato per una serata di sport, divertimento è generosità.
Con null’altro in premio che la promessa di una gran fatica e di un vasetto del piccantissimo peperoncino del Madagascar, la squadra si spesa per 100 minuti di sudore e divertimento a cavallo delle bike messe a disposizione da theGymGame di Zogno.
Tutta questa fatica ha permesso di raccogliere una cifra che ha superato ampiamente quelle raggiunte nelle edizioni precedenti di questa manifestazione.
Un sentito ringraziamento a tutti i partecipanti per la loro generosità.
La prossima riunione del consiglio direttivo, aperta come si consueto a soci e sostenitori, è fissato per il 14 dicembre 2017, alle 20.30, a Seriate, in Via Roccolo 39, con il seguente ordine del giorno:
National Geographic ExplorerDr. Christopher Golden and his team of Harvard Planetary Health Scholars spent six weeks in Madagascar to better understand the human health impacts of environmental change. This series of stories will document this journey across Madagascar through the personal experiences of these students.
By Zachary Strecker, Harvard University undergraduate and Planetary Health Undergraduate Scholar
Antaravato’s children are acrobats. No older than the age of ten, every day they would perform their backflips and corkscrews off a short slope into an irrigation ditch for our research team. The children loved to show off their stunts while we watched in awe. They would play there for hours on end, and every day our team would stop by to take a look.
Impressive as it was I was genuinely concerned by their antics. In a community as remote as Antaravato, sprains and fractures could lead to potentially life long morbidity without proper treatment. The greater hazard, however, lay just upstream from the children’s favorite playground. Hidden in the shadow of a footbridge, a kitten found its final resting place, decomposing in what looked like an otherwise pristine mountain stream.
I was struck by this image. Such a strong representation of childhood lost to illness and the more tangible threat of waterborne disease mere feet away from the children playing resonated with me.
The grim reality of contaminated water in Madagascar’s rural communities spells danger for children like those in Antaravato. Their joy suddenly seemed so fragile. A child could succumb to diarrheal disease quickly where nutrition is poor and access to treatment is severely limited. Contact with contaminated water is one of the leading causes of diarrheal illness, which takes the lives of over 800,000 children under the age of five each year around the world.
Waste water from latrines, agriculture, and livestock runoff leaches into rural watersheds. Children frequently come into contact through play, adults while tending their crops and gathering water.
The Benefit of Intact Forests
Antaravato is fortunate. Their drinking water comes from deep wells installed by MedAir just a year ago. If all else fails, the only thing that lies between them and the source of their river is sparsely inhabited rainforest. Intact forests upstream of the watershed has been shown to decrease the risk of childhood diarrheal disease. Therefore, forest conservation can deliver immense health benefits. Despite these benefits the community and its most vulnerable members remain at risk.
Travel downstream and the rain forest’s cleansing effect diminishes. Only a kilometer or so from Antaravato the crystal clear waters fade to a murky stew as waste from each passing community flows into the river, ushering in pathogens along the way. Protozoa, helminth parasites, and bacterial infections can rapidly sweep through a community. There they multiply and find their way back into the water supply.
Unfortunately, Antaravato is the exception in Madagascar. Deforestation has decimated Malagasy rainforests, which often serve as a rural community’s primary line of defense against waterborne pathogens through water filtration. In most rural Malagasy communities, open sources of water are the only option for cooking, bathing, and drinking.
Changing Climate, Changing Threats
To make matters worse climate change is expected to alter rainfall patterns nationwide. These changes and the intensification of severe weather events may put people in close contact with contaminated water. Flooding from cyclones can inundate latrines and open sewers, which in turn flow into safe water supplies. Droughts force people to turn to suboptimal sources of drinking water that may harbor pathogens. The result is an improved breeding ground for diseases that place a tremendous burden on already vulnerable populations.
Madagascar faces a formidable challenge with climate change and deforestation. Waterborne disease remains one of the greatest threats to Malagasy people, especially children. At the moment the government lacks the resources to improve the quality of water sources in its communities and NGO interventions happen at an insufficient rate to solve the country’s clean water problem.
Tracking the Problem to Its Source
Among other planetary health projects, our team is launching a disease surveillance platform that has the potential to track these life-threatening diseases. By surveying which households use certain water sources and cross referencing that data with incidence of waterborne disease in those households we can infer possible sources of outbreaks. Furthermore, by monitoring multiple communities in the same watershed we can track the movement of outbreaks between communities and nail down the original source of contamination.
Innovative solutions like disease surveillance have immense potential to help communities afflicted with waterborne disease. In the face of a changing environment it is more important now than ever to prioritize clean water initiatives targeting the source of contamination. Such projects can improve access to safe drinking water while conserving resources.
Through comprehensive surveillance and protection of the remaining Malagasy rainforest we strive to create innovative solutions that will provide clean and safe drinking water to children from Antaravato and beyond.
buon inizio nella preparazione alla venuta del Figlio di Dio, il Signore nostro Gesù Cristo. Vi desidero in ottima salute del cuore e dello spirito come lo è pure per me. Dopo giorni di interruzione della connessione internet vi racconto alcuni momenti della vita quotidiana in Madagascar.
Siete pronti per un viaggio con i mezzi pubblici? Ci si deve trovare alla stazione delle autolinee ad Antananarivo, alle ore 14,00 per ritirare il biglietto col posto già prenotato precedentemente e trascorrere due ore e mezzo di tempo nell’osservare il brulichio di passeggeri, venditori di qualsiasi oggetto e mercanzia, caricatori e scaricatori di bagagli dai portapacchi dei pulmini, persone che cercano un angolo recondito lungo il muro di cinta per i propri bisogni. Alle 16,30 dopo varie strombettate e sotto un acquazzone si parte con la pioggia che entra da tutte le fessure delle porte, dai finestrini e dal tetto perché l’antenna della radio non c’è più. Non racconto tutto ciò che succede durante il tragitto ed i vari ostacoli da superare durante la notte ma finalmente si arriva a Ihosy il mattino dopo alle ore 8,30 dopo aver percorso 600 km. di strada.
L’autista del trattore una sera di settimana scorsa mentre stava arrivando a destinazione in campagna con i fari illumina sei giovanotti col fucile a tracolla. Si ferma per salutarli e si scusa per averli rischiarati. Di notte lavorano le opere delle tenebre ed i ladri di buoi. Il giorno dopo incontro due uomini, mi fermo a salutarli e mi chiedono qualcosa da mangiare. Stanno seguendo le tracce dei 6 buoi che gli hanno rubato durante la notte. Sono gli unici buoi che rimanevano nel villaggio, buoi utilizzati per arare le risaie e per tirare la carretta, buoi per la vita. Dopo aver tolto l’unico pane che avevo nello zaino mi congedo augurandogli che Dio li aiuti a ritrovare i loro buoi.
Una mamma di 5 figli che è in carcere ha partorito con taglio cesareo il sesto figlio in ospedale a Ihosy. Pochi giorni dopo è rientrata in carcere e sono andato a visitarla nella grande camerata del reparto femminile dove c’è l’unico tavolato su cui dormono tutte le donne. Sono tavolati in legno simili a quelli che si vedono nelle foto dei campi di concentramento della seconda guerra mondiale. Le chiedo come mai i suoi primi 5 figli sono nati senza cesareo e a quest’ultimo hanno dovuto praticarle il cesareo. La sua spiegazione è molto semplice. Quando l’hanno arrestata cinque mesi fa con suo padre e due altri suoi fratelli in carcere con lei, il bambino si è spaventato e non voleva uscire. Le chiedo come si chiama il bimbo. “Tsy Resy”, cioè “colui che non è vinto” che non è vinto dal male e che Gesù Cristo lo aiuti, mi risponde.
Prima domenica d’Avvento, Messa in carcere nel pomeriggio. Gesù ci invita a vigilare e domando a loro in che cosa dobbiamo vigilare. Subito un giovanotto mi risponde che dobbiamo vigilare affinché non siamo vinti dalle opere del maligno.
Se si desidera andare in bagno si usa l’espressione molto concreta: “gli uomini non sono galline”. Qualche giorno fa chiedo di poter usufruire dei così detti bagni malgasci a fossa perduta. Subito mi avvisano che nel primo bagno si è appollaiato un serpente in caccia di topi, per cui mi consegnano la chiave del secondo bagno. Essendo unica la fossa perduta tutte le necessità fisiologiche svaniscono in un lampo ed è opportuno evitare anche il secondo bagno.
Dal prossimo 7 dicembre sarò a Tolojanahary, un paese a 60 km. dalla capitale dell’associazione umanitaria Akamasoa fondata da P. Pedro, nostro confratello, che parecchi di voi conoscono, vedi in internet.
Un caro saluto ed augurio a tutti voi affinché Gesù nasca ogni giorno nei nostri cammini di vita ed amore, con affetto