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Endemico è l’aggettivo che meglio descrive il Madagascar.
Essendosi separato dall’Africa circa 150 milioni di anni fa, il Madagascar vanta una delle maggiori biodiversità del pianeta: delle circa 200mila specie conosciute scoperte, circa 150 mila sono endemiche.
Per la stessa ragione, in Madagascar non ci sono scimmie, elefanti, zebre, giraffe, leoni, antilopi, che invece ci si può aspettare di trovare in Africa. Essendo un’isola, molti gruppi di mammiferi non sono mai riusciti a raggiungerla.
Il 75% circa delle specie animali, e gran parte della flora del Madagascar sono endemiche, non esistono cioè in nessun’altra parte del pianeta.
I lemuri sono un gruppo di primati presenti solo in Madagascar. Ne esistono circa 60 tipi di lemuri che vivono praticamente in ogni habitat dell’isola.
In Madagascar esistono otto specie di mammiferi carnivori. Sette di queste sono endemiche, o comunque introvabili in nessun altro luogo del pianeta. Il più conosciutodel Madagascar è il fossa… che ha fatto la parte del cattivo nel film d’animazione Madagascar.
Sull’isola vivono anche la metà delle circa 150 specie di camaleonti del mondo. Sono rettili di piccola o media taglia, famosi per la loro abilità di cambiare colore in maniera spettacolare.
Si pensa che in Madagascar esistano più di 300 specie di rane (il 6% di tutte le rane del mondo), il 99% delle quali sono endemiche, come la rana pomodoro, la rana mantella. Le rane sono gli unici anfibi presenti sull’isola: non esistono rospi, salamandre o tritoni.
Esistono più di 210 specie di lucertole in Madagascar. Tra le più conosciute ci sono camaleonti, gechi, scincidi ed iguanidi. Sono curiosamente assenti dall’isola le lucertole agama e i varani, presenti invece in Asia e Africa.
Contrariamente a quanto si crede, il camaleonte non cambia colore per adattarsi all’ambiente che lo circonda, bensì per esprimere emozioni, difendere il territorio e comunicare con i compagni.
Qui vivono anche molte altre specie uniche di mammiferi, come il Tenrec, che qui conta oltre 30 specie: nelle altre parti del mondo, i suoi progenitori si sono evoluti in porcospini, topi, toporagni, opossum e persino lontre.
Il Madagascar ospita 258 specie di uccelli, 115 delle quali non esistono in nessun altro luogo del pianeta. Sull’isola un tempo esistevano uccelli terricoli enormi. Il più grosso pesava oltre 500 kg ed era alto 3 metri. L’estinzione degli uccelli elefante (Aepyornis) risale a non molti secoli fa. Essa fu causata dalla caccia, dall’introduzione di altre specie e dalla perdita dell’habitat.
Le uova degli uccelli elefante pesavano intorno ai 10 kg e con esse si poteva cucinare un’omelette sufficiente a sfamare 150 persone.
Il Madagascar ospita più di 80 specie di serpenti, nessuna delle quali è davvero pericolosa per l’uomo, e un numero sconosciuto di specie di invertebrati
Le specie native del Madagascar sono state oggetto di una caccia spietata e del fenomeno del collezionismo da parte della popolazione in disperato bisogno di provvedere alle proprie famiglie. Se fino al 1964 era illegale cacciare o catturare i lemuri, oggigiorno questi ultimi vengono cacciati come selvaggina in aree non protette da tabù e divieti locali, conosciuti come fady. Anche i tenrec e gli animali carnivori, eccellenti fonti proteiche, vengono cacciati in larga misura.
I rettili e gli anfibi vengono catturati per il commercio internazionale di animali domestici. Camaleonti, gechi, serpenti e tartarughe sono gli animali più presi di mira.
Le acque che circondano il Madagascar servono da ricco vivaio e costituiscono un’importante fonte di guadagno per gli abitanti dei villaggi. Sfortunatamente, la pesca è soggetta a scarsi controlli ed è poco regolata. I pescherecci stranieri invadono le zone di pesca, lasciando a bocca asciutta i locali e creando danni alla fauna marina. Squali, trepang e aragoste vengono pescati in quantità e a ritmi sempre più insostenibili.
La flora del Madagascar costituisce una delle più varie del pianeta: ci sono infatti 12 mila specie vegetali, il 70-80% delle quali è endemico.
Una delle piante più conosciute è il baobab, che sembra un albero che cresce al contrario e si trova di solito nelle zone più secche del Madagascar. Si è adattato all’ambiente serbando grandi quantità d’acqua nel tronco bulbo. Le popolazioni malgasce sfruttano questi alberi come riserva d’acqua
Il Madagascar ospita un ecosistema unico, che non è presente in nessun’altra parte del pianeta: la foresta spinosa è conosciuta perché quasi tutte le specie di piante sono ricoperte di spine appuntite. Queste piante assomigliano a dei cactus, ma in realtà non hanno niente a che vedere le une con gli altri. Circa il 95% delle specie scoperte nel deserto spinoso sono endemiche.
Ci sono inoltre circa 1000 specie di orchidee, 85% delle quali sono endemiche.
Una delle piante del Madagascar viene utilizzata nella cura contro il cancro. La pervinca rosa è stata utilizzata per curare il linfoma di Hodgkin e la leucemia infantile.
Molte persone stanno lavorando per preservare le foreste e le specie native. Gli ecoturisti sono viaggiatori interessati alla natura e alla cultura locali che vogliono minimizzare l’impatto del proprio passaggio sull’ambiente. L’ecotourismo sta aiutando l’economia del Madagascar creando opportunità di lavoro per la popolazione locale come guide, cuochi e facchini, portando allo stesso tempo denaro da impiegare nella tutela dell’ambiente.
tratto da http://www.wanderello.it/africa/madagascar/
Le città e luoghi d’interesse
- La capitale Antananarivo è anche la città maggiore, con 1.3 milioni di abitanti; seguono Antsirabe (con circa 500mila abitanti), Mahajanga (400mila) e Toamasina (450mila).
- Le Foreste Secche dell’Andrefana, con elevati livelli di biodiversità con una vasta gamma di tipi di flora endemica tra cui il baobab di Grandidier, che è diventato un simbolo del paese, e la metà dei lemuri del Madagascar.
- Antongona, nella regione di Imamo 36 km a ovest di Antananariyo e 6 km a nord della città di Imerintsiatosika, include due siti archeologici del sedicesimo e diciottesimo secolo d.C., situati rispettivamente a 1406 e 1515 m slm, su bastioni rocciosi naturali, edificati a secco con numerosi portali in pietra.
- La Falesia e le Grotte dell’Isandra, situate nel centro-sud del Madagascar in territorio Betsileo, 30 km a nord-ovest di Fianarantsoa, un sito archeologico fortificato e integrato nel paesaggio naturale di rocce della valle del fiume Isandra; l’erosione e varie frane successive diedero origine a enormi blocchi di granito e cavità, utilizzati come rifugio dagli antichi abitanti nei secoli XVII e XVIII.
- Il Villaggio di Betafo con tipico paesaggio risicolo terrazzato, fornito di una complessa rete idraulica risultato di capacità secolare tramandata di generazione in generazione. nella regione centrale di Vakinankaratra, 25 km ad ovest della città di Antsirabe.
- La Rova di Tsinjoarivo, arroccata su un picco di 1675 metri, domina il vasto orizzonte della grande foresta orientale, che si estende per oltre 100 km fino al mare, e si affaccia sulla grande cascata del fiume Oniva; nel 1834 la regina Ranavalona I (1828-1861) fece costruire sul sito un Rova (residenza reale), con vasti ambienti per la corte e la servitù, che oggi è Museo Nazionale .
Siti UNESCO
- Le Foreste Pluviali di Atsinanana, sei parchi nazionali (Marojejy, Masoala, Zahamena, Ranomafana, Andringitra, Andohahela) nella parte orientale dell’isola, di fondamentale importanza per mantenere i processi ecologici di sopravvivenza della biodiversità dell’isola, sviluppatasi in isolamento per 60 milioni di anni; molte specie, tra cui primati e lemuri, sono rare e minacciate.
- La Collina Reale di Ambohimanga, 24 km a est di Antananarivo; il sito comprende l’antica città reale, il sito di sepoltura, e un insieme di luoghi sacri; associato a forti sentimenti di identità nazionale, ha mantenuto il suo carattere sacro e spirituale per 500 anni, ed è luogo di culto per i pellegrini provenienti da tutto il Madagascar.
- La Riserva Naturale Integrale di Tsingy de Bemaraha, con paesaggi carsici e altopiani calcarei dominati da impressionanti picchi chiamati ‘Tsingy, una foresta aghiforme di pietra calcarea, lo spettacolare canyon del fiume Manambolo; le foreste assieme ai laghi e paludi di mangrovie della Riserva sono l’habitat di lemuri e uccelli rari e minacciati