Reportage – tra i ragazzi poveri del Madagascar

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08/12/2013  Rosario Volpi è il Volontario dell’anno per il 2013. Ha 34 anni, sei dei quali passati della grande isola africana a lavorare come cooperante di Educatori senza Frontiere. Siamo andati a Fianarantsoa, per vedere e raccontare la realtà del “Villaggio dei Ragazzi”, dove Volpi opera come psico-pedagogista. Nel numero di questa settimana di Famiglia Cristiana c’è il reportage di Alessandro Rocca.

Rosario Volpi al Villaggio dei Ragazzi - Tutte le foto sono di Alessandro Rocca. .Ambalakilonga, Madagascar
“Essere uomo significa essere fedeli a se stessi”. È una frase di Romano Guardini, teologo e scrittore italiano naturalizzato tedesco, che si legge sul profilo Skype di Rosario Volpi. «Se mi chiedete di descriverlo con un solo aggettivo, ecco sì, non ho dubbi, Rosario è un uomo fedele». Sono invece le parole di Monica, una delle tante volontarie che ha lavorato al suo fianco.

Ci vogliono dieci ore di macchina dalla capitale del Madagascar, Antananarivo, per raggiungere Ambalakilonga, la cittadina, nel Sud del Paese, dove Rosario è psico-pedagogista ormai da 6 anni per l’Ong Educatori senza Frontiere (ESF).

È lui il Volontario internazionale dell’anno indicato da Focsiv, la federazione delle Ong di matrice cristiana. Sabato 7 dicembre è stato insignito della medaglia di rappresentanza della Presidenza della Repubblica Italiana.L’autista che ci accompagna è un omone di 130 chili dal nome impronunciabile, come quasi tutto ciò che ha un nome in Madagascar. Perciò si fa chiamare Mami Vola, che in malgascio significa “soldi dolci”. Chiacchierando lungo la statale dice che i cinesi sono arrivati anche qui, come in molti Paesi africani, ed è un bene per tutti, secondo lui. La differenza sta nel fatto che loro non sono africani ma malgasci, così almeno la pensa la maggior parte degli abitanti della grande isola dell’oceano Indiano, e le cose quindi andranno diversamente, sempre secondo lui.

Il Madagascar è in effetti un piccolo continente, tanto da avere una flora e soprattutto una fauna unici. Lungo una pista fatta solo di curve e posti di blocco (ne incontreremo almeno 12), Mani Vola parla del ballottaggio elettorale. Dice che è tutto tranquillo, nonostante l’isola da 4 anni versi in una grave crisi politica.

Nel 2009, il sindaco della capitale, Andry Rajoelina, attraverso numerose proteste di massa pilotate, fece destituire con un vero colpo di mano il Capo di Stato in carica, Marc Ravalomanana. In seguito Rajoelina, ex dj di 34 anni, ha di fatto impedito a tutti gli oppositori di candidarsi e ha rimandato per ben 7 volte la tornata elettorale, fino al 25 ottobre 2013, quando si sono effettivamente svolte. I due più votati – Jean-Louis Robinson (21,10%) e Hery Rajaonarimampianina (15,93%) – il 20 dicembre andranno al ballottaggio per la Presidenza. È anche con questi problemi e tensioni che si misura chi fa cooperazione nel Sud del mondo.

Da cristiano nelle periferie del mondo

«Disponibilità è una parola a cui mi sono affezionato in questo periodo. Disponibili mi piace più che volontari. Mi domando cosa spinga tanti a lasciare casa, lavoro, affetti, per andare oltre, attraversare le frontiere. Mi chiedo perché si accetti di raggiungerci qui negli avamposti, dove le certezze sono poche, gli interrogativi tanti, le sorprese quotidiane. Come mai le persone sono disponibili a dire di sì?», scrive Rosario Volpi su un sito web.

La testimonianza cristiana nelle periferie del mondo è stato il primo criterio per le candidature del 2013, sia per la coincidenza del 50° anniversario dell’Enciclica Pacem in Terris sia in risposta al costante richiamo di Papa Francesco a uno stile di relazione agli altri come persone e non come “portatori di bisogni”.

In un villaggio a dieci minuti a piedi dal Villaggio dei Ragazzi, il centro dove opera Rosario, vive la piccola Julienne, che ha sei mesi. Arrivata al dispensario di Ambalakilonga quando ne aveva 3, dopo alcune crisi ha iniziato a crescerle la testa: idrocefalia, il responso medico. Con l’aiuto di una dottoressa che collabora con ESF, Monica Cimbro, sono state reperite le valvole per eseguire l’intervento di aspirazione del liquido che si stava formando nel cervello della piccola. Tutti questi costi sono a carico dei pazienti, perché negli ospedali malgasci si paga tutto, dal bisturi ai cerotti. Rosario non si è limitato a fare visita alla bambina, ma come un papà ha voluto prenderla in braccio e cullarsela un po’.

In un piccolo agglomerato di case vicine Rosario e i suoi educatori controllano i quaderni di un gruppo di bambini. Le famiglie non riescono a pagare la scuola e così ci pensa il Centro a versare la retta per 20 bambini, che hanno in parte già seguito negli anni precedenti i corsi di educazione di base a Ambalakilonga.

TESTIMONE SUL CAMPO

Rosario Volpi è stato scelto per la qualità della testimonianza cristiana che emerge dalla sua esperienza e le caratteristiche dei progetti che porta avanti. Insieme agli altri deve nascere il desiderio di “decentrarsi”, di raggiungere l’uomo nelle “periferie dell’esistenza”, come sottolinea, con una bella espressione, papa Francesco. Parole che Rosario ripete spesso.

È stato selezionato da una giuria composta da rappresentanti della Focsiv e dai partner dell’iniziativa (Fondazione Missio, Forum del Terzo settore, TV2000 e noi di Famiglia Cristiana), in una rosa di 4 volontari che sono stati i più votati dal pubblico della Rete tra le candidature pervenute. Candidature che sono espressione del volontariato e della solidarietà internazionale.

Ancora Monica: «Guardando questo piccolo siciliano con gli occhi scuri che “parlano”, ho intuito cosa vuol dire stare vicino ai poveri, senza la pretesa di salvarli ma con la tenacia e la fedeltà di un uomo che crede nell’umanità».

Sono passati 6 anni da quando Rosario ha messo piede a Ambalakilonga. Il Centro ha una scuola professionale che offre a 105 ragazzi, tra i più poveri della zona, la possibilità di imparare un mestiere: falegname, carpentiere, saldatore, elettricista, tecnico informatico.

Oltre a Rosario, ci sono due educatori malgasci e lo staff di volontari di ESF che si fermano per alcuni mesi. Durante l’anno vengono poi accolti universitari, tesisti, italiani e stranieri, e nel periodo estivo gruppi di ESF per viaggi di animazione e conoscenza.

Ad Ambalakilonga è in funzione anche un dispensario-infermeria e la scuola. Ogni mese vengono assistite oltre 300 persone, in collaborazione col Ministero della salute malgascio. Si fanno le vaccinazioni, la distribuzione della vitamina A di cui i malgasci sono carenti, le settimane mamma-bambino. Ma anche campagne di informazione sulle malattie sessuali, e corsi di igiene di base. Ambalakilonga è soprattutto il “posto dei ragazzi”, una comunità che accoglie minori orfani, ragazzi di strada e giovani in difficoltà. Tutti adolescenti, con le loro esigenze e i loro problemi.

Il motore della comunità, come sottolinea Rosario è «la passione per l’educazione: aspettare, ascoltare, accogliere, accompagnare, valorizzare, perchè ognuno possa tirare fuori il meglio di sè e impari a progettare il proprio futuro come protagonista delle proprie scelte».

DAL DIARIO DI ROSARIO (2008)

“Raccontare un evento straordinario, un avvenimento insolito, eccezionale, può essere talvolta molto semplice ed elementare, può diventare arduo invece, condividere la singolarità sorprendente della quotidianità e la strabiliante ricchezza degli incontri che si fanno, riuscendo a stento a balbettare la propria esperienza.

Qualche volta poi, le parole sono insufficienti a tradurre ciò che ci ha spinti ad andare, a mettersi in viaggio, in cammino verso “mete” lontane. Inquietudine e insicurezza hanno accompagnato la mia partenza per il Madagascar ormai sette mesi fa, una sola garanzia, unico antidoto alle mie paure era l’essere parte di una comunità in viaggio, in esodo (leggi Exodus), una comunità che nel suo andare “senza frontiere” avrebbe accolto le mie ansie e sostenuto in questa nuova vita.

Le ragioni del viaggio molte, ma ciò che ha guidato, sollecitato e sostenuto la mia scelta è la consapevolezza di aver ricevuto tanto e la voglia di dare, di condividere con gli altri questa “ricchezza”. Nessuna presunzione, nessuna pretesa di salvare il mondo “il donare, l’andare, lo stare accanto è una dimensione che può essere alla portata di tutti, il fare il bene non è prerogativa di alcuni”(Vico) ma ognuno può trovare il modo di condividere con gli altri, nella comune umanità, pensieri, idee, riflessioni, risorse e talenti.

L’amore – mi disse un missionario carmelitano durante la mia prima esperienza nella grande isola – non è solo una questione di sentimenti ma è una decisione”. 

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