Jean-Joseph Rabèarivelo(1901-1937) è considerato il padre della letteratura del Madagascar.
I cactus, di cui parla in questa poesia, abbondano nei suoi terreni come tante mani rivolte al cielo.
I cactus
con fiori rivolti al cielo ciano
inondato di mani senza dita
fisse nel vento
alcune sorgenti cave
scorrono nelle palme scintillanti
che irrigano il fitto bestiame
i trafficati mutevoli sentieri
degli uomini del confine meridionale.
Mani senza dita, affusolate;
impronte di mani, corone del cielo.
Quando i fianchi della Città erano verdi,
verdi come le foglie illuminate dai raggi della luna,
quando le colline di Iarive erano spoglie,
spoglie come i fianchi di un toro,
si nascondevano su rocce troppo scoscese per le capre
trattenendo le sorgenti,
lebbrosi ricoperti di fiori.
Sradica la fonte della loro deformità
nelle cave dalle quali provenivano –
una fonte più scura della sera
e più inoltrata del mattino –
e tu troverai quello che so:
il sangue della terra, sudore delle rocce
e sperma del vento,
fermentando nelle loro palme,
hanno corrotto le dita
e indossato invece fiori dorati.