Fort-Dauphin
Tolagnaro, nota anche come Tôlanaro, Taolanaro, Taolagnaro, Tôlagnaro, Tôla, Faradofay, o col vecchio nome coloniale di Fort-Dauphin, è una piccola città della provincia di Toliara, all’estremo sudorientale del Madagascar. È il capoluogo della regione di Anosy. Ha una popolazione di circa 25.000 abitanti.
Tolagnaro viene talvolta definita la “costa azzurra” del Madagascar, e rappresenta un polo turistico opposto a Nosy Be (all’estremo nord). Oltre alle spiagge, Tolagnaro è nota per le rovine portoghesi, le pittoresche tombe dell’etnia Mahafaly, la vegetazione (nella zona sono comuni tra l’altro le piante carnivore e i baobab) e la vicinanza con la celebre riserva naturale di Berenty.
Oggi gran parte della città è nelle mani di Jean de Heaulme, proprietario di diversi alberghi di lusso, della riserva di Berenty e di gran parte del terreno.
La città di Tolagnaro nacque come insediamento europeo. I primi ad accamparsi qui furono un gruppo di naufraghi portoghesi, poi cacciati dalla popolazione locale Antanosy. Nel 1642 giunsero i francesi della Compagnia Francese delle Indie Orientali, con una spedizione guidata da un certo Sieur Pronis, passato alla storia come persona non proprio integerrima. I coloni costruirono nel 1643 l’insediamento che battezzarono “Fort Dauphin” in onore del “Delfino”, il principe di Francia, ovvero il futuro Luigi XIV. I coloni (circa un centinaio) non trovarono granché da produrre o commerciare, e soffrirono le malattie tropicali e i rapporti non semplici con gli Antanosy. Nonostante una buona convivenza iniziale (caratterizzata anche da matrimoni fra francesi ed esponenti della nobiltà malgascia), alla fine si giunse al conflitto; dopo uno scontro particolarmente cruento, i francesi sopravvissuti evacuarono, abbandonando definitivamente il forte nel 1674. Uno di questi coloni rimpatriati era Étienne de Flacourt, governatore francese del Madagascar per un breve periodo, a cui si deve l’omonimo Fort Flacourt, di cui restano le rovine. Flacourt è ricordato anche per aver scritto la Storia della grande isola del Madagascar, un libro che rimase fino al XIX secolo una delle principali fonti di informazioni sul Madagascar. Qualche tempo dopo la fuga dei coloni di Pronis, i francesi tornarono a Fort Dauphin per istituirvi un porto per il commercio degli schiavi. Il porto si sviluppò e nel XIX secolo divenne parte della colonia francese in Madagascar.
Diego Suarez
Antsiranana (nota fino al 1975 come Diego Suarez e talvolta chiamata “La Perla del Nord”) è la più grande città del nord del Madagascar, e capitale della provincia omonima. Il suo porto è il terzo più importante del paese (il nome Antsiranana significa proprio “porto”). È situata all’estremità settentrionale dell’isola, in una baia naturale (la seconda più grande del mondo) chiamata Baia di Antsiranana.
L’esploratore portoghese Diego Suárez approdò nella Baia di Antsiranana nel 1543. Nel 1506 vi giunse un altro portoghese, Hernan Suarez, che vi fondò un insediamento, battezzandolo col nome dell’esploratore che lo aveva preceduto.
Riguarda la zona di Antsiranana anche l’ipotetica nazione di Libertalia, una comunità utopico-anarchica che sarebbe stata fondata alla fine del XVII secolo da un prete italiano di nome Angelo Caraccioli e da un pirata francese di nome Misson fondarono ad Antsiranana la comunità di Libertalia. Libertalia avrebbe anticipato di un secolo e mezzo gli stati europei nell’abolizione della schiavitù, per essere poi distrutta dalle popolazioni malgasce limitrofe. Gli studiosi moderni tendono a mettere in dubbio l’esistenza di questa insolita repubblica, citata in Una storia generale dei più noti pirati di Charles Johnson.
Negli anni 1880, i francesi iniziarono a fare pressioni per ottenere il controllo della Baia, allo scopo di costruirvi una stazione di rifornimento di carbone per le navi a vapore. Il 17 settembre del 1885 la regina Ranavalona III concesse ai francesi di prendere la baia e il territorio circostante come protettorato (lo stesso trattato concesse ai francesi anche il controllo di Nosy Be e l’isola di St. Marie). Questa cessione fu di fatto il primo passo verso l’annessione dell’intero Madagascar da parte della Francia.
Nel 1942, quando gli inglesi invasero il Madagascar per prevenire l’occupazione giapponese (in seguito alla caduta della Francia), Antsiranana fu uno dei principali punti d’accesso utilizzati dalle forze britanniche.
A causa della sua posizione e della sua importanza come punto d’ingresso in Madagascar dall’Oceano Indiano, Antsiranana ha una popolazione di origine etnica e culturale estremamente varia. La città conta circa 80.000 abitanti, divisi fra Sakalava, Antakarana, francesi, arabi, cinesi e comoriani. L’architettura della città è coloniale; spiccano in particolare il vecchio mercato coperto e l’Hotel de la Marine. Antsiranana è sede di una Università.
L’economia della città ruota in gran parte attorno all’attività di export che avviene attraverso il porto. Di qui merci come caffè, mais, arachidi, bestiame o sale, provenienti dall’entroterra, vengono imbarcate verso varie destinazioni (la Spagna è una delle principali).
Antsiranana ospita anche molti turisti che fanno tappa in città per visitare i parchi naturali circostanti. La presenza di turisti ha dato un nuovo rilievo a un’altra attività tradizionale di Antsiranana, ovvero la produzione di articoli di artigianato fatti con corna di zebù o con i carapaci di tartaruga.
Nella città si trova anche un aeroporto con voli giornalieri verso la capitale Antananarivo e Nosy Be.