Padre Gianluigi, in Madagascar ormai da tre mesi, ci aggiorna sulla situazione.
In Madagascar si parla raramente del coronavirus. La settimana scorsa ci sono stati 4 i morti e circa 100 positivi. Questo perché il Madagascar oltre ad essere protetto naturalmente essendo un’isola, ha chiuso le sue frontiere da marzo fino ad agosto e poi nuovamente dal 1° novembre.
Dopo un anno di siccità c’era una grande attesa delle piogge dell’autunno. Invece è piovuto pochissimo, e la zona dove persiste la siccità si è allargata. Rimane solo il mese di gennaio per poter coltivare la terra, se ci sarà la pioggia. La grave ricaduta di questa siccità causata dal cambiamento climatico persistente è la crisi alimentare, sempre più acuta, che condanna alla fame oltre un milione di persone.
E soprattutto manca l’acqua sia per bere, sia per irrigare. Ogni giorno file interminabili di persone con secchi e bidoni si accordano alle poche fontane o pozzi.
Padre Gianluigi trascorrerà il Natale nel carcere di Ihosy che adesso accoglie oltre 400 persone. Celebrerà la messa con i detenuti e porterà abiti nuovi e cibo.
” A tutti voi e e alle vostre famiglie gli auguri e saluti miei e da parte di molte persone e famiglie qui in Madagascar.
Con affetto
Giangi”