Per illustrare meglio la situazione della carestia nel Sud, per chi in Madagascar non c’è mai stato, Madagascar utilizziamo le parole di Padre Tonino, missionario vincenziano che opera a Jangany (https://jangany.tumblr.com/post/640023410784829440/la-carestia-nel-sud-del-madagascar-e-la-situazione)
“Per “sud-Madagascar”, intendiamo la zona a sud del Tropico del Capricorno, che passa esattamente su Betroka. Jangany e il suo territorio sono nella “parte nord” di questo “sud”.Qui a Jangany, i fenomeni della siccità sono meno accentuati e drammatici che nella zona che si estende da Betroka a Fort-Dauphin (più di 600 km). Tra Isoanala e Fort-Dauphin, si trova la cosiddetta “Foresta Spinosa”, abitata dai “Tandroy” (Gente delle spine). Il clima arso e desertico di questa zona consente di sopravvivere solo a quegli alberi le cui foglie di riducono a spine per sfuggire al calore bruciante del sole. La vegetazione è quindi costituita da tanti generi di alberi spinosi: dalle agavi, ai fichi d’india, ai cactus ecc. Gli insediamenti umani sono ubicati nei posti in cui si è sicuri di poter fare riferimento a qualche pozzo o a qualche sorgente per non morire di sete. La situazione non è proprio quella del Sahara, ma le rassomiglia da vicino. Quando va bene, la gente vede un po’ di pioggia 3-4 volte all’anno, tra novembre e marzo. Un anno su tre, vedono la pioggia solo 1-2 volte all’anno. Ogni 5 anni circa, capita che non vedano nessuna pioggia in tutto l’anno. Allora arriva la carestia (niente raccolti-fame). La gente dice: “Siamo keré (carestiati)”. Se poi capita di non vedere nessuna pioggia per 2 anni consecutivi, siamo al “S.O.S – sud”, com’è capitato nei primi anni ‘90, quando risiedevo ancora a Betroka. Per fortuna, in 33 anni di vita malgascia, ho visto solo quella volta i fenomeni terribili del “SOS”: cercavamo acqua per bere nelle pozzanghere rimaste nel letto di qualche fiume e la gente cominciava a fuggire dai villaggi, diventati invivibili. La carestia che stiamo attraversando quest’anno non è da “SOS-sud”, ma ha degli aspetti gravi: non c’è cibo e scarseggia l’acqua da bere, perché molti pozzi si sono prosciugati. Per fortuna noi abbiamo il “forage” che attinge a 60 metri di profondità. In questi ultimi 5 anni, notiamo chiaramente un cambiamento di clima. La pioggia non arriva più come prima: è poca e spesso arriva in modo violento e causa distruzione. Anche qui a Jangany, siamo continuamente nell’incertezza per la sussistenza. In questi ultimi 2 anni, non troviamo più granoturco neppure a Fianarantsoa e siamo in grande difficoltà per l’allevamento degli animali. Più a sud di noi, specialmente nel “profondo sud” (Ambovombé, Tsihombé, Beloha, Bekily), sono senza cibo e senz’acqua, quindi in grave rischio di vita. Se non riceveranno aiuti straordinari, la malaria, la bilargiosi, la tubercolosi, il tifo e altre malattie mieteranno molte vittime tra la gente denutrita, specialmente i bambini. I raccolti del 2020 non sono stati buoni neppure nel nord del Madagascar, quindi il governo dovrebbe importare molto riso. Gli aiuti arrivano scarsi, anche perché decimati dalla corruzione, che si inserisce nei trasporti e persino nella distribuzione del poco che arriva”.
Nella cartina abbiamo evidenziato i luoghi in cui UnicoSole opera: la città di Fianarantsoa, dove si trova la casa famiglia degli studenti; la città di Ihosy, dove si trova l’allevamento delle galline ovaiole, il carcere.
Intorno a questi centri urbani ci sono i moltissimi villaggi in cui abbiamo ristrutturato le scuole, donato il materiale scolastico ai bambini, distribuito cibo. La zona del sud, da Betroka a Bekily, e ancora più a sud, è quella della carestia, dove stiamo portando la manioca.
I camion partono dalla zona di Ihosy e percorrono qualche centinaia di chilometri di strade dissestate, fino ad arrivare ai villaggi. Anche stavolta la nostra collaboratrice Aina ci ha relazionato dettagliatamente su quanto è stato fatto. La manioca per la seconda distribuzione è stata acquistata nel villaggio di Andonaka; per riempire il camion ci è voluto un giorno intero. Il viaggio è inziato alle 4 del mattino di lunedi 18 ottobre, e alla sera del martedì è stata raggiunta la destinazione, Befangitsy, che si trova 70 chilometri a sud di Bekily. I capovillaggi avevano organizzato la distribuzione, che è cominciata il mercoledi mattina. Le persone hanno dovuto fare fino a 5 ore di cammino per arrivare ai punti di raccolta, partendo all’alba e tornando a casa alla sera.
Sono state servite 838 case di 9 quartieri il primo giorno, e 943 di 12 quartieri il giorno successivo.
Solo le Nazioni Unite distribuiscono cibo qui, una sola volta al mese, 15 chili di sorgo o riso, un litro di olio e una tazza di zucchero. La fame è tanta, e la malnutrizione è più evidente nei bambini a cui si gonfia la pancia. Si mangia solo una volta al giorno, la sera, per risparmiare le scorte. Presto sarà la stagione del mango, ma già ora che sono acerbi la gente li cucina ancora acerbi. Questa seconda distribuzione è stata per tutti una sorpresa, un dono insperato: ci ringraziano dal profondo del cuore, e sperano ancora nel nostro aiuto.
Il consiglio direttivo di UnicoSole ha verificato le disponibilità dei fondi e ha deciso di effettuare un nuovo bonifico per una terza distribuzione. Bisogna fare in fretta, perché fra poco la manioca non sarà più disponibile.
In questi giorni nelle zone martoriate dalla siccità sta arrivando un po’ di pioggia. Sarebbe un grande dono, e la prospettiva di un miglioramento della situazione, e la gente riprende speranza.