Discorso del Santo Padre Francesco ai Presuli della Conferenza Episcopale del Madagascar in visita ” ad limina apostolorum”

Venerdì, 28 marzo 2014

Cari Fratelli nell’Episcopato

È per me una gioia incontrarvi in occasione della vostra visita ad limina. Ringrazio Monsignor Désiré Tsarahazana, Presidente della vostra Conferenza episcopale, per le cordiali parole che mi ha rivolto a nome vostro. Per suo tramite porgo il mio più cordiale saluto ai sacerdoti, alle persone consacrate, ai catechisti e a tutti i fedeli laici delle vostre diocesi. Auspico che il vostro pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli sia per voi e per le vostre Chiese locali l’occasione di un rinnovamento spirituale e missionario, e anche un segno della vostra comunione con il Successore di Pietro e la Chiesa universale.

Desidero innanzitutto rendere grazie con voi per la vitalità della Chiesa in Madagascar, e ringraziarvi per il vostro coraggioso e perseverante lavoro di evangelizzazione. Sapere che in questa opera, che realizzate in condizioni difficili, Dio ha sempre l’iniziativa, «ci permette di conservare la gioia in mezzo a un compito tanto esigente» (Evangelii Gaudium,n.12). Questa gioia ha la sua origine nell’incontro personale con Cristo e nell’accoglienza del suo messaggio di misericordia. È un’esigenza primaria per gli evangelizzatori che hanno la missione di favorire questo incontro del Signore con gli uomini e le donne presso i quali sono inviati.

Cari Fratelli, il vostro Paese da molti anni attraversa un periodo difficile e vive gravi difficoltà socio-economiche. Voi avete esortato tutta la società a riprendersi al fine di costruire un futuro nuovo. Non posso che incoraggiarvi a occupare tutto il vostro spazio in questo lavoro di ricostruzione, nel rispetto dei diritti e dei doveri di ognuno. È importante che manteniate relazioni costruttive con le Autorità del vostro Paese. Spetta a voi ricercare l’unità, la giustizia e la pace per servire meglio il vostro popolo, rifiutando qualsiasi coinvolgimento in dispute politiche a detrimento del bene comune. Che la vostra parola e i vostri atti manifestino sempre la vostra comunione profonda!

In questa prospettiva, desidero salutare l’impegno insostituibile delle vostre diocesi nelle opere sociali. Di fatto, c’è una connessione intima tra evangelizzazione e promozione umana. Questa si deve esprimere e sviluppare in tutta l’azione evangelizzatrice (cfr.Evangelii Gaudium, n.178). Vi incoraggio dunque a perseverare nell’attenzione che rivolgete ai poveri, sostenendo, materialmente e spiritualmente, tutti coloro che si dedicano ad essi, in particolare le Congregazioni religiose che ringrazio di tutto cuore per la loro abnegazione e per la testimonianza autentica che rendono all’amore di Cristo per tutti gli uomini. Vi invito anche a interpellare senza timore tutta la società malgascia, e in particolare i suoi responsabili, sulla questione della povertà, dovuta in gran parte alla corruzione e a una mancanza di attenzione per il bene comune.

Anche l’educazione è per voi un campo che richiede considerevoli sforzi; conosco tutto il bene che la scuola cattolica fa ai giovani e alle loro famiglie, attraverso la sua azione evangelizzatrice.

L’apporto intellettuale, culturale e morale che l’intera società malgascia ne riceve è considerevole.

Occorre quindi cercare di fare in modo che il maggior numero possibile di bambini, compresi quelli delle famiglie più modeste, possa essere scolarizzato, mentre, per difficoltà economiche, molti genitori non possono più permetterselo. Allo stesso modo, vi invito a operare affinché negli istituti pubblici possa essere garantita una presenza cristiana. Possano i cristiani impegnati nel mondo dell’educazione contribuire a formare ai valori evangelici e umani le giovani generazioni che saranno anche i dirigenti della società futura!

Nel vostro messaggio di chiusura dell’Anno della Fede, vi siete rammaricati per la perdita della vera fihavanana, quel modo di vivere proprio della vostra cultura, che favorisce l’armonia e la solidarietà tra Malgasci. I valori che il Creatore ha infuso nella vostra cultura devono continuare a essere trasmessi illuminandoli dall’interno attraverso il messaggio evangelico. Così la dignità della persona umana, la cultura della pace, del dialogo e della riconciliazione potranno ritrovare il loro posto nella società in vista di un futuro migliore.

Voi avete messo in atto, nelle vostre diocesi, un programma di formazione alla vita e all’amore, ambizioso e molto dinamico. Non posso che incoraggiarvi a perseverare su questa via, anche se ciò sembra andare contro corrente rispetto alla mentalità attuale. La preparazione al matrimonio deve, per quanto possibile, essere approfondita. Mentre numerose minacce pesano sulla famiglia, cellula vitale della società e della Chiesa, questa «ha bisogno di essere protetta e difesa, per poter rendere  alla società il servizio che essa si aspetta da lei, cioè quello di darle uomini e donne capaci di edificare un tessuto sociale di pace e di armonia» (Africae munus, n.43). Inoltre, le famiglie hanno più che mai bisogno di essere sostenute nel loro cammino di fede. Possano esse trovare perseveranza e forza nella preghiera, nell’ascolto della Sacra Scrittura e nei sacramenti!

Di fronte alle nuove sfide nel campo interreligioso, mi sembra urgente sviluppare, e persino a volte avviare, un dialogo lucido e costruttivo, al fine di mantenere la pace tra le comunità e di favorire il bene comune. Ma soprattutto, vi invito a non dubitare mai del dinamismo del Vangelo e neppure della sua capacità di convertire i cuori a Cristo risorto, e di condurre le persone lungo il cammino della salvezza che attendono nel più profondo di se stesse.

Pertanto è necessario che la fede, di cui i cristiani rendono testimonianza, sia vissuta nel quotidiano. La vita deve essere coerente con la fede affinché la testimonianza sia credibile; vi invito anche a suscitare nelle vostre comunità, a tutti i livelli, un lavoro di approfondimento della fede per viverla in modo sempre più vigoroso. Questo invito è diretto innanzitutto al clero e alle persone consacrate. Il sacerdozio e la vita consacrata non sono strumenti di ascesa sociale, ma un servizio a Dio e agli uomini. Un’attenzione particolare deve essere quindi rivolta al discernimento delle vocazioni sacerdotali e religiose, sia nelle diocesi sia nei diversi istituti di vita consacrata. La castità e l’obbedienza vanno considerate con grandissima stima, e spetta a voi ricordarlo costantemente; queste virtù devono essere presentate e vissute senza ambiguità dai formatori nei seminari e nei noviziati. Lo stesso vale per il rapporto con i beni temporali e la prudenza nella loro gestione. La contro testimonianza in tale ambito è particolarmente disastrosa per lo scandalo che provoca, soprattutto di fronte a una popolazione che vive nell’indigenza.

Voi avete anche il dovere di stare vicino e di rivolgere grande attenzione alla vita e alla situazione di ognuno dei vostri sacerdoti, le cui condizioni di vita sono talvolta molto dure, a causa della solitudine, della mancanza di mezzi, della vastità del compito, e che si trovano particolarmente esposti. Li assicuro della mia stima e del mio incoraggiamento nella loro missione, affinché siano pastori secondo il cuore di Dio, vicini ai fedeli e desiderosi di annunciare loro la Parola di vita. Cari Fratelli Vescovi, amate i vostri sacerdoti, aiutateli a vivere in unione intima con Cristo! La comunione tra voi e con il vostro presbyterium è fonte di gioia e di fecondità nell’annuncio del Vangelo.

Che il Signore continui a riversare su di voi le sue grazie di luce, di coraggio e di forza! Da parte mia vi esorto a vivere sempre nella speranza che ci viene dalla presenza del Risorto e vi ripeto il mio affetto fraterno. Affido ognuno di voi, come pure tutti i vostri diocesani, alla protezione e all’intercessione materna della Vergine Maria e vi imparto di tutto cuore la Benedizione apostolica.

*L’Osservatore Romano, ed. quotidiana, Anno CLIV, n.072, Sab. 29/03/2014

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Incontro del 10 agosto 2014

 Sono tornata dal viaggio in Madagascar, come sempre stanca ma soddisfatta per quello che abbiamo fatto, per le persone che abbiamo incontrato, per i progetti che abbiamo portato…
Prima di partire vi avevo scritto che domenica 10 avremmo potuto vederci da me per una cena semplice e una chiacchierata di informazioni sul viaggio. Padre Colombi rientra venerdì 8 e ci sarà anche lui anche con le novità dell’ultima settimana. Dovrebbe esserci anche Cinzia che arriva domenica pomeriggio dal Madagascar.
L’incontro è previsto per le 19.30 alla mia casa nel bosco, a Casazza, in Via Prati Cambia, loc. Colognola. Qualcuno c’è già stato.
Vi chiedo cortesemente di comunicare a me  (3284657549 o elide.longa@hotmail.it) o ad Angelo (3282120525)  la vostra partecipazione, per consentirmi di preparare in modo adeguato.
A presto e grazie
Elide

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Viaggio in Madagascar estate 2014

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 Carissimi
quando abbiamo comprato i biglietti sembrava tanto lontano e invece…eccoci pronti per partire.

Porteremo il vostro saluto e il vostro affetto a tutti quelli che avremo modo di incontrare che ricambieranno con tanti sorrisi e riconoscenza.

Abbiamo pensato che sarebbe bello incontrarci al ritorno, prima che Padre Colombi riparta per l’Albania.

Ci vediamo domenica 10 agosto alle 19.30, alla mia casa nel bosco, a Casazza, in Via Prati Cambia, vi preparo qualcosa da mangiare e ci raccontiamo l’esperienza del viaggio.
Prima del 10 agosto fatemi cortesemente sapere chi ci sarà.
Grazie
Un caro saluto e un abbraccio a tutti.
Elide

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da Padre Maurice, mail del 15 luglio 2014

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Date: Tue, 15 Jul 2014 08:14:51 +0100
From: emilemauri

ce70@yahoo.fr
Subject: Maurice ass;MIARAKAMINY
To: elide.longa@hotmail.it

Ciao carissima vi aspetiamo con tanta piacere; i ragazzi sono in periode del exame ; gli stacogliendo li folio del canfora a mahaditra;  Ti mando acluni foto  grazie  a presto ti abraccio

P.Randrianandrasana Emile Maurice

 

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da Padre Giangi, mail del 14 luglio 2014

Carissimi, 

come va? 

Sabato 19 luglio con Elide e la famiglia di Graziella, che gestisce il sito dell’associazione, saremo in viaggio per il Madagascar e dopo una settimana ci raggiungeranno Cinzia ed una sua amica. Sono previste tante visite, incontri, testimonianze, riunioni ma soprattutto vivremo insieme ai ragazzi della casa d’accoglienza, alle famiglie ed associazioni con uno scambio di esperienze, energie e valori di vita.

Domenica saremo da Padre Pedro in quello stadio dove scoppia la speranza, la gioia di vivere e si percepisce visibilmente la comunione con Dio.

Oggi ci sono gli esami di quinta elementare in Madagascar, l’anno scolastico termina a fine luglio.

Grazie ai molti segni d’amore e solidarietà concreta che avete inviato alle nostre comunità in Madagascar, Sonja e Massimo dalla Svizzera verranno a salutarci all’aeroporto di Linate sabato alle ore 5:00 del mattino. 

Ben tre boccioli di vita stanno fiorendo nella nostra associazione: Valentina e Roberto da Roma sono in grande attesa del loro primogenito/a. Maria e Stefano di Milano del loro primogenito ed Hannah e Tiziano dall’Inghilterra del loro secondogenito/a: auguroni per questi dolci, nuovi e felici mesi d’attesa. e un grandissimo grazie a Dio per il dono della vita.

Mercoledì alle ore 20,30 a Seriate ci sarà la riunione della nostra associazione: siete attesi a braccia aperte.

Buonissima giornata nella pace e serenità del cuore con affetto vi ricordo tutti nella mia preghiera

Giangi  

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Ihosy

Ihosy è un comune urbano (firaisana) del Madagascar centro-meridionale (Provincia di Fianarantsoa), che sorge sulle rive dell’omonimo fiume. A sud di Ihosy si estende l’altopiano dell’Orombe. È capoluogo della regione di Ihorombe e del distretto di Ihosy e dista 616 km dalla capitale Antananarivo.File:Ihosy.JPG

Ha una popolazione di 18.205 abitanti (stima 2005 ), e dal 1967 è sede vescovile.

La città è stata fondata nel 1848 dai Merina anche se attualmente è diventato il principale centro dei Bara.

La strada statale RN 13 è una pista sterrata che collega Ihosy a Tolagnaro.

La città è sede di un aeroporto dal quale partono collegamenti con le città di Fianarantsoa e Toliara.

Da Ihosy si possono raggiungere il Parco nazionale dell’Isalo e il Parco nazionale di Andringitra.

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Antsirana

Antsiranana (nota fino al 1975 come Diego Suarez e talvolta chiamata “La Perla del Nord”) è la più grande città del nord del Madagascar, e capitale della provincia omonima. Il suo porto è il terzo più importante del paese (il nome Antsiranana significa proprio “porto”). È situata all’estremità settentrionale dell’isola, in una baia naturale (la seconda più grande del mondo) chiamata Baia di Antsiranana.

L’esploratore portoghese Diego Suárez approdò nella Baia di Antsiranana nel 1543. Nel 1506 vi giunse un altro portoghese, Hernan Suarez, che vi fondò un insediamento, battezzandolo col nome dell’esploratore che lo aveva preceduto.

Riguarda la zona di Antsiranana anche l’ipotetica nazione di Libertalia, una comunità utopicoanarchica che sarebbe stata fondata alla fine del XVII secolo da un prete italiano di nome Angelo Caraccioli e da un pirata francese di nome Misson fondarono ad Antsiranana la comunità di Libertalia. Libertalia avrebbe anticipato di un secolo e mezzo gli stati europei nell’abolizione della schiavitù, per essere poi distrutta dalle popolazioni malgasce limitrofe. Gli studiosi moderni tendono a mettere in dubbio l’esistenza di questa insolita repubblica, citata in Una storia generale dei più noti pirati di Charles Johnson.

Negli anni 1880, i francesi iniziarono a fare pressioni per ottenere il controllo della Baia, allo scopo di costruirvi una stazione di rifornimento di carbone per le navi a vapore. Il 17 settembre del 1885 la regina Ranavalona III concesse ai francesi di prendere la baia e il territorio circostante come protettorato (lo stesso trattato concesse ai francesi anche il controllo di Nosy Be e l’isola di St. Marie). Questa cessione fu di fatto il primo passo verso l’annessione dell’intero Madagascar da parte della Francia.

Nel 1942, quando gli inglesi invasero il Madagascar per prevenire l’occupazione giapponese (in seguito alla caduta della Francia), Antsiranana fu uno dei principali punti d’accesso utilizzati dalle forze britanniche.

A causa della sua posizione e della sua importanza come punto d’ingresso in Madagascar dall’Oceano Indiano, Antsiranana ha una popolazione di origine etnica e culturale estremamente varia. La città conta circa 80.000 abitanti, divisi fra Sakalava, Antakarana, francesi, arabi, cinesi e comoriani. L’architettura della città è coloniale; spiccano in particolare il vecchio mercato coperto e l’Hotel de la Marine. Antsiranana è sede di una Università.

L’economia della città ruota in gran parte attorno all’attività di export che avviene attraverso il porto. Di qui merci come caffè, mais, arachidi, bestiame o sale, provenienti dall’entroterra, vengono imbarcate verso varie destinazioni (la Spagna è una delle principali).

Antsiranana ospita anche molti turisti che fanno tappa in città per visitare i parchi naturali circostanti. La presenza di turisti ha dato un nuovo rilievo a un’altra attività tradizionale di Antsiranana, ovvero la produzione di articoli di artigianato fatti con corna di zebù o con i carapaci di tartaruga.

La città è servita da un aeroporto (Aeroporto di Antsiranana-Arrachart codice IATA: DIE), con voli giornalieri verso la capitale Antananarivo e Nosy Be.

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Ambositra

File:Ambositra.JPGAmbositra

Ambositra (pronunciato Ambustra) è un comune urbano (firaisana) del Madagascar, capoluogo della regione di Amoron’i Mania, nella provincia di Fianarantsoa.

Il nome letteralmente significa “là dove ci sono molti castrati”: secondo alcune fonti, esso ricorderebbe una castrazione in massa dei Betsileo da parte dei conquistatori Merina (di cui sopravvivono le fondamenta di una cittadella); secondo altri, si riferirebbe alla pratica della castrazione dei buoi.

Ambositra, è una graziosa città immersa tra verdeggianti colline. Si trova infatti nella zona degli altopiani centrali del Madagascar, a 20 km da Antsirabe, ad una altitudine di 1345 m s.l.m.. La Route nationale 7 la collega a Antsirabe a nord, e a Fianarantsoa a sud.

 

Le risaie che si estendono nei dintorni della città

Ambositra è un importante centro di lavorazione del legno; vi si realizzano, tra l’altro, i più rinomati tavolieri in palissandro per il fanorona, il gioco nazionale malgascio. Inoltre, si distilla il toaka gasy, un liquore locale a base di riso e canna da zucchero.

L’urbanistica della città si sviluppa attorno a una strada ad anello.

Girando tra i viottoli di questa città caratterizzata dalla tipica architettura zafimaniry, potrete vedere centinaia di negozietti che espongono sopratutto oggetti in legno prezioso, sculture, intarsi, bastoni e anche dei vestiti ( sopratutto sciarpe) fatti con una seta selvatica raccolta nella foresta che fa da contorno alla città.

A una quarantina di kilometri all’Est di Ambositra si trova Antoetra, un tipico villaggio del popolo Zafimaniry che ha la peculiarità di essere costruito quasi esclusivamente con del legno scolpito con dei motivi tipicamente locali.

Interessanti sono anche i fienili e i depositi di riso riccamenti decorati che si posano su delle travi in legno come se fossero delle piccole palafitte.

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Antananarivo

Antananarivo (precedentemente nota come Tananarive, oggi chiamata in genere Tana) è la capitale, nonché la più grande città del Madagascar. È anche capoluogo della provincia di Antananarivo e della regione di Analamanga.

File:Lake Anosy, Central Antananarivo, Capital of Madagascar, Photo by Sascha Grabow.jpg

La città è adagiata sul fianco di una lunga e stretta cresta rocciosa che si estende a nord e a sud per circa 4 km. Antananarivo è posta a circa 1275 m sopra il livello del mare e domina su una pianura molto fertile.
È situata a 145 km dalla costa orientale e 215 km a ovest-sud-ovest di
Toamasina, il principale porto dell’isola. La città è attraversata dai fiumi Ikopa e Betsiboka ed ospita il palazzo che fu la residenza della regina Ranavalona II.

Fu fondata intorno al 1625 dal re Andrianjaka e nel XIX divenne prima capitale del Regno Merina (in seguito Regno del Madagascar) e poi della colonia francese. A differenza della maggior parte delle capitali Africane, Antananarivo era già una grande città, prima dell’epoca coloniale.

Antananarivo significa ”la Città dei Mille”, e prende il nome dal numero di soldati assegnati a guardia del re Andrianjaka. Per molti anni è stata la principale città dei capi di Hova. Nel 1793 è stata dichiarata capitale del Regno Merina. Con le conquiste del re Radama, Antananarivo divenne la capitale di quasi tutto il Madagascar.

Antananarivo nel 1905.

Fino al 1869 tutti gli edifici della città erano costruiti prevalentemente con legno o giunchi, ma anche allora in città erano presenti vari palazzi di notevoli dimensioni. La costruzione più grande era alta 37 metri. Queste costruzioni coronavano la sommità della parte centrale del crinale roccioso, e il più grande palazzo, con il suo tetto alto e le sue torri, è visibile da ogni punto della città.
Dopo l’introduzione della pietra e dei mattoni, l’intera città è stata ricostruita e ora contiene numerose strutture in stile europeo, compresi i palazzi reali, le case appartenenti all’ex Primo Ministro, la residenza francese, la cattedrale anglicana e quella cattolica romana, e diverse chiese di pietra.

Antananarivo è stata conquistata dai francesi nel 1895 ed incorporata nel loro protettorato di Madagascar. A seguito della conquista francese la città, che contava una popolazione di circa 100.000 abitanti, si è ampliata arrivando a toccare le 175.000 unità dal 1950. Antananarivo ha subito grandi trasformazioni urbanistiche. Sono state realizzate strade in tutta la città.

Nonostante i problemi della sua geografia, la città moderna è cresciuta notevolmente dopo gli anni ’30.
L’installazione dei ministeri e la costruzione dell ‘Hotel Hilton a Anosy, e successivamente il grande stadio Mahamasina , risalente agli anni 70, hanno rafforzato la base dei quartieri della capitale. Il commercio continua  a predominare a Tsaralalana, Analakely e Antanimena, mentre il quartiere Antaninarenina, con i suoi negozi, banche, alberghi, il suo governo e la sua grande animazione è un po ‘come il centro della città reale.
Ma qualcosa di straordinario è che la città  ha conservato in alcuni quartieri il suo fascino storico, con le sue costruzioni in mattoni tradizionali, i suoi vicoli ombrosi, strade acciottolate sulle alture delle colline e sui suoi molti angoli, che si riflettono più una città di provincia che una metropoli moderna.

Dopo l’indipendenza nel 1960 il ritmo di crescita è aumentato rapidamente. La popolazione della città ha raggiunto 1,4 milioni.

La città è custodita da due fortezze costruite rispettivamente una sulle colline ad est e una a sud-ovest. Oltre alle già citate cattedrali, ospita circa cinquanta chiese, così come una moschea musulmana. Antananarivo è sede del campus dell’Università del Madagascar e del Collège rural d’Ambatobe.

Antananarivo, già organizzatrice della terza edizione dei Jeux de la Francophonie, è stata scelta come sede del XIII Sommet dell’Organizzazione Internazionale della Francofonia, nel 2010.

È il più importante nodo di comunicazione della nazione a livello stradale, ferroviario e aeroportuale.

È collegata al resto del paese da alcune delle più importanti strade nazionali quali la RN 1, che la collega a Analavory a ovest, la RN 2, che la collega a Toamasina a est, la RN 3, che arriva sino al Lago Alaotra a nord-est, la RN 4, che la collega a Mahajanga a nord-ovest e la RN 7, lunga 980 km, che la collega a Toliara a sud-ovest.

È il capolinea della linea ferroviaria Tananarive-Côte Est (TCE) e della Tananarive-Antsirabe (TA).

L’aeroporto di Antananarivo-Ivato è il maggiore aeroporto dell’isola, e funge da hub per la compagnia di bandiera Air Madagascar.

La vecchia città, che ha stradine fiancheggiate da belle case tradizionali arroccate sulle colline, le cui origini risalgono intorno al XVII secolo, domina la vasta pianura del Betsimitatatra e del Laniera coperte in gran parte dai campi di riso il cui sviluppo e  sistemi di irrigazione sono stati creati da Andrianampoinimerina che governo’ l’ Imerina dal 1787 al 1810.

La sua caratteristica è che il terreno caotico, dove ogni collina è un vero rompicapo per gli autisti e gli urbanisti. Ma la vera sorpresa arriva per contro quando uno si inerpica sulle scalinate e i percorsi che si insinuano tra piccole case decorate con piccoli giardini. Dei gradini sui quali sono installati tutti i tipi di commerci e di mendicanti intenti a fare l elemosina. E sorpresa, proprio vicino al centro una risaia ! Forse non ci resterà ancora per molto, in quanto si trova ad affrontare l’inesorabile sviluppo urbano. Eppure questi piccoli quadrati di colore verde brillante portano con sé ancora il gusto di un piccolo paese e sottolineano che il riso è una tradizione antica in Madagascar.

La Città Alta

Anatirova o Palazzo della Regina. L’incendio di novembre 6, 1995 distrusse quasi tutto il palazzo costruito sul sito del Rova di Antananarivo. Di questo patrimonio culturale, restano solo poche mura annerite dal fuoco. Il palazzo è attualmente in fase di riabilitazione. Possiamo tradurre Rova (pronunciato Rouve ‘) come accampamento fortificato o fortezza, che era un tempo circondato da una recinzione fatta di pali di legno. E ‘stata anche la residenza di un principe o di un re. Situato in cima a una collina o una roccia, la sua posizione ha garantito una posizione di difesa  e di osservazione ideali e  ha permesso di ritirarsi in caso di attacco. Fino alla fine della monarchia, le tombe dei governanti sono state costruite all’interno del Rova.

Guardiola del custode di Rova

La porta di accesso alla Rova è sormontata dallo stemma di “Voromahery” (l’aquila, che è un uccello potente), simbolo del potere reale.

La casa di Jean Laborde

Situato nel quartiere Andohalo, che oggi ospita gli studi di Radio Alliance française e delle mostre culturali. Al suo ritorno dall’esilio, nel 1861, Jean Laborde, che è stato nominato Console di Francia, ha costruito questa casa, completata nel 1862. La concessione di Jean Laborde si affaccia sul quartiere Mahamasina che era allora un terreno per parate militari. Costruita interamente in legno e circondata da una veranda, Jean Laborde amava intrattenere qui i suoi amici.Ha anche costruito nel 1870 un’altra casa vicina, chiamata “Maromiditra” (con un sacco di visitatori), a causa dei suoi innumerevoli ospiti.

Il tempio Ambohipotsy

Costruito nel 1863, questo tempio è stato eretto nel luogo in cui i cristiani malgasci sono stati torturati durante il regno di Ranavalona 1. Questo è opera dell’architetto Poole inglese William, che è stato il primo progettista. L’inaugurazione ha avuto luogo il 17 Novembre 1868 in presenza della regina Ranavalona II e del primo ministro.

Il tempio Ampahamarinana

A ovest del Rova. Si affaccia su Mahamasina

Cattedrale Andohalo

A metà strada per raggiungere il Rova

Cattedrale di Saint Laurent

A Ambohimanoro,sulla strada per andare al Rova

La tomba del Primo Ministro

Si trova nel distretto di Isotry, costruita nel 1835 da Jean Laborde è di ispirazione indù. Si tratta di un monumento al potere del premier che ha governato il paese nel tardo Ottocento (1835-1852 Rainiharo a Rainilaiarivony 1864-1895).

Il palazzo Ambohitsorohitra

In pieno distretto amministrativo vicino Antaninarenina. E’ l’ex residenza del governatore. Ora occupata dalla Presidenza della repubblica.

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Antsirabe

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La città d Antsirabe, il cui nome deriva dalla contrazione malgascia di Any sira be, cioè dove c è molto sale ( a causa della presenza di molti sali nelle sue acque termali) è la terza città più grande del Madagascar con una popolazione di oltre 175.000 persone (stima del 2005).

È il capoluogo della regione di Vakinankaratra, nella provincia di Antananarivo.

Si trova sugli altopiani centrali, a un’altitudine di 1.500 m.

Questa città riflette maggiormnente il gusto architettonico e urbanistico europeo.

Nata intorno a un monastero norvegese costruito alla fine del XIX secolo, Antsirabe deve la sua espansione nel periodo coloniale e post coloniale alla presenza di acque termali e al suo clima molto mite e veramente differente da quello che ci si potrebbe aspettare su un isola tropicale come il Madagascar.
Non per altro è conosciuta nell’ oceano indiano come la vichy malgascia, in onore alla grande stazione termale francese.

Numerose sono le terme già nel pieno centro di Antsirabe: Ranomafana, dove sorge un centro di cura termale molto conosciuto localmente, Ranovisy, dove è possibile trovare una fontana con dell’ acqua frizzante e delle belle piscine, Antsirakely…….

L’ altra nota che rende famosa Antsirabe  hanno sede alcune delle più importanti aziende malgasce, fra cui Tiko (alimentari), Kobama (cereali), Star Brasseries che produce la birra THB per tutto il madagascar, Cotona (tessile) , a tutte le industrie tessili che lavorano il cotone sopratutto per l’esportazione, e l’ industria dell’ex-presidente che lavora nel settore dei  latticini e degli olii alimentari. 

Ma la nota più caratteristica è certamente l’onnipresenza nelle strade di Antsirabe dei pousse-pousse, che più che in ogni altra città del Madagascar riempiono le strade e le piazze. I pousse-pousse sono  un mezzo di trasporto urbano a trazione umana, introdotto nell’isola all’inizio del XX secolo dai cinesi, che lo usavano per il trasporto di materiale nella costruzione di ferrovie.

La città è collegata alla capitale Antananarivo dalla Ferrovia Tananarive-Antsirabe (TA), su cui viaggiano solo treni merci.

La Route nationale 7 la collega ad Antanarivo (a nord) e Fianarantsoa e Toliara (a sud).

È sede di un aeroporto civile (codice IATA: ATJ).

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