Morondava

  

File:Strada di Morondava.jpg
 Morondava è un comune urbano (firaisana) situato sulla costa occidentale del Madagascar, presso la foce del fiume omonimo.

 La città è sempre stata in guerra con il mare ed ha perso 2 km della ricca pianura agricola (Mahamasy e Betsipangnato) in un luogo chiamato “La password Bethania”, nello spazio di un secolo e mezzo.

È il capoluogo della regione di Menabe, nella provincia di Toliara. La popolazione è principalmente di origine Sakalava, ma nel tempo la città ha accolto numerosi immigrati di origine indiana, yemenita, somala e delle Comore.

Morondava fu un importante centro dell’antico Regno di Menabe ed è tuttora il maggior centro della etnia Sakalava. 

Il canale del Mozambico resta il regno del traffico a vela. Dal Nord e dal Sud le golette sono efficienti mezzi di trasporto nelle vaste aree costiere isolate e inaccessibili via terra. Noce di cocco, rafia, legno, miele selvatico, lastre di cera, secchi prodotti ittici sono tutti raccolti localmente e lasciano per le grandi città occidentali, in attesa di essere trasformati, venduti o esportati.
In cambio, i villaggi della costa sono riforniti con altri beni (sale, zucchero, cherosene, olio, sapone, tessuti, ecc.)che saranno venduti al dettaglio nel “Dokan” (nome del negozio di origine araba ) alle persone del “bush”.

L’influenza arabo-islamica, che si sviluppa per secoli lungo le coste dell’Africa e delle Comore, è presente lungo tutta la costa. Così, alcuni operatori economici hanno antenati venuti dallo Yemen, Somalia e l’arcipelago delle Comore. Anche se integrati nei villaggi Sakalava, hanno conservato una parte del loro stile di vita e la loro religione, l’Islam.

L’economia della città è basata principalmente sulla pesca, in particolare di gamberetti. Nei dintorni della città si coltivano riso, mais, manioca, e cotone, e si allevano zebù. Recentemente Morondova sta iniziando a essere inclusa in alcuni itinerari turistici, soprattutto grazie al particolare panorama della savana circostante.

 

 

La città è sede di un aeroporto civile , di un porto fluviale e di un porto marittimo.

La RN 8 la collega a Belo Sur Tsiribihina.

Morondava si trova in una zona di savana nota soprattutto per i grandi baobab, appartenenti alla specie endemica Adansonia grandidieri (renala in malgascio), che raggiungono i 15 metri di altezza e sono quasi del tutto sprovvisti di fogliame. La Rue des Baobabs (Avenue of Baobabs), lunga 19 km, costellata da queste piante, è tra i luoghi più fotografati del Madagascar. Spettacolare panorama di baobab (Adansonia grandidieri), localmente chiamato “Reniala” all’inizio della strada verso Belo Tsirihibina. (Periodo di fioritura tra febbraio e marzo – fiori gialli)

Molte delle abitazioni di Morondava sono costruite con il legno dei baobab.

Da Morondava si possono facilmente raggiungere il Parco nazionale di Kirindy-Mitea (Kirindy Forest), circa 60 km a sud, e la Riserva naturale integrale Tsingy di Bemaraha (Tsingy di Bemaraha), situata 150 km a nord. 

Tombe Reali Mahabo (42 Km)
Mahabo significa “alto”. Questo nome deriva dalle tombe dei re Sakalava Menabe. Nota vicino Mahabo, l’esistenza di maestosi baobab.

Luoghi di sepoltura Sakalava Vezo
La visita di questi luoghi di sepoltura è soggetta ad autorizzazione preventiva da parte del governo locale. E ‘assolutamente necessario essere accompagnati da una guida per l’ulteriore difficoltà di accesso, molti tabù ( “Fady”) proteggono questi siti.

Tombe Mangily
Disponibile solo nella stagione secca a causa della zona paludosa.
Tombe di Ambato sul mare e Kiváló
Accesso possibile solo in barca. Kiváló è il villaggio dell famoso scultore Rasidany.

Tombe Lovobe
(A sud di Morondava) accessibili solo in canoa.

Tombe Maneva

 

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Fianarantsoa

File:Fianarantsoa città bassa.JPG

Fianarantsoa (pronunciato Fianarantsua), detta anche Fianar, è un comune urbano (firaisana) del Madagascar centrale. È il capoluogo della provincia omonima, e della regione di Haute Matsiatra. Il nome, in lingua malgascia, significa “là dove si apprende il bene”. Oggi è nota, tra l’altro, come capitale della produzione vinicola malgascia.

La fondazione di Fianarantsoa, del 1830, viene attribuita alla regina dei Merina Ranavalona. Nelle intenzioni di Ranavalona, Fianarantsoa sarebbe stata una “seconda capitale” (dopo Antananarivo) e un avamposto militare a protezione della parte meridionale degli altopiani centrali. In effetti, l’urbanistica della città è evidentemente ispirata a quella di Antananarivo.

Con l’arrivo dei missionari europei, Fianarantsoa divenne un importante centro di diffusione della regione cattolica, contrapposto ad Antananarivo, principalmente controllata da chiese protestanti.

Gran parte della struttura moderna della città si è sviluppata negli anni venti, ancora ricalcando la struttura di Antananarivo.
  
La città può essere suddivisa in tre zone.
Nella la città alta, che è anche la parte più antica, nel quartiere omonimo, si trova la cattedrale di Ambozontanycostruita nel 1871. Il quartiere di Anatirova  è il centro storico della città, precedentemente occupato dal Rova chiamato Ivœnava (dove i morti sono nascosti). Da qui si gode del panorama sulla città e sul Lago di Anosy.

Tra la città alta e la città nuova nel quartiere di “Ambatolahikisoa”, si trova una città media sede di uffici e banche  dove si può vedere un menhir che significava ai tempi che la carne di maiale non poteva oltrepassare questo limite.
 
La città bassa è polo commerciale e del

la zona della stazione che si estende lungo la linea ferroviaria verso il nord. La città è infatti capolinea della linea Fianarantsoa-Côte Est (FCE)..

La città è sede di un aeroporto civile La Route nationale 7 la collega con Ambositra a nord e Ambalavao a sud.

La sede della Tiko a Fianarantsoa saccheggiata nel marzo 2009

Nel marzo 2009 nel corso delle manifestazioni di piazza contro il governo di Marc Ravalomanana numerosi edifici di proprietà del presidente (tra cui il complesso della Tiko) furono saccheggiati e dati alle fiamme dai manifestanti: il mandato di Ravalomanana si è concluso il 17 marzo 2009 con la sua rinuncia alla presidenza, avvenuta al termine di un lungo conflitto con i vertici militari che è stato descritto dalla stampa internazionale come un vero e proprio golpe.Ma l’insediamento di Andry Rajoelina, rimasto alla guida della cosiddetta “Autorità di transizione” fino alleelezioni deldicembre 2013, non ha portato alla pace, poiché gli scontri nel paese tra le opposte fazioni sono continuati ancora a lungo.

 

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Tulear

File:City Centre Toliara 2007.jpg

Tulear è una città situata sulla costa sudoccidentale del Madagascar, capoluogo della provincia di Toliara e della regione di Atsimo-Andrefana. Ha una popolazione di 113.014 persone. Il porto commerciale della città è un importante snodo per l’import/export di beni come sisal, sapone, cotone, riso e arachidi.

Tulear è una città bianca e luminosa, dove la pioggia è rara e il sole splende ogni giorno. Il suo charme, con i suoi grandi viali e i coloratissimi pousse pousse saprà sedurvi da che arriverete. Passeggiando lungo le strade del centro scoprirete le antiche ville coloniali con le loro verande coperte di fiori e i grandissimi giardini. Ma scoprirete anche i giovani che corrono in bicilette, le grandi donne che preparano gli spiedini a ogni angolo, i piccoli artigiani chiusi nella loro piccola baracca, i mercati pieni di vita e di colori. O ancora il porto con il via vai di piroghe e golette che portano il pesce pescato il giorno stesso nell immensa barriera corallina che circonda Tulear. Una città ancora autentica ancorata al suo porto e che vive ancora i simbiosi col mare.

Toliara si trova in un’oasi nel mezzo di una vasta regione desertica. È dotata di un aeroporto e viene talvolta adottata come base dai turisti diretti al Parco Nazionale dell’Isalo, a Ifaty, alla Baia di Saint-Augustin e a Betioki. Nel XVII° secolo, i pirati francesi sbarcarono nella baia di Saint-Augustin presso il tropico del Capricorno e installarono una sede commerciale per intrattenere delle relazioni commerciali con le popolazioni Masikoro (Sakalava) della costa. Ma si dovrà attendere la colonizzazione francese incominciata nel 1895 per vedere un reale sviluppo di Toliara, soprattutto in seguito alla decisione del Governatore generale del Madagascar Joseph Simon Gallieni (1896-1905) di trasferire in un piccolo villaggio di pescatori Vezo tutti gli uffici amministrativi che prima si trovavano sull’antistante isoletta di Nosy Ve.

Toliara (Tulèar, come si chiamava in epoca coloniale) ha subito quindi significative trasformazioni urbanistiche e la creazione di una efficiente rete urbana di strade alternate da viali di tamarindi, il più importante dei quali è il boulevard Gallieni che taglia in due la città separando i quartieri commerciali dal porto. Dopo l’indipendenza nel 1960 il ritmo di crescita è continuato ad aumentare e numerosi sono stati i cittadini francesi che hanno mantenuto in vita le proprie attività commerciali. Inoltre le spiagge incontaminate di Ifaty e di Anakao e il clima secco hanno attirato molti turisti europei, principalmente francesi, incrementando la vocazione turistica della città a discapito di quella industriale. Hanno quindi aperto numerosi ristoranti ed alberghi nelle vecchie villette coloniali, spesso gestiti dalla minoranza “Karana”.

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Toamasina

TamataveFile:Port Toamasina Madagascar.jpg

Toamasina, precedentemente nota come Tamatave, è una città del Madagascar orientale. È il capoluogo della provincia omonima e il più importante porto del paese. Ha una popolazione di 200.568 persone (stima del 2005 [1]).

In lingua malgascia, il nome della città, Tamatavy, significa “è salato”.

La città sorge su una penisola sabbiosa perpendicolare alla costa e affacciata su una laguna delimitata dalla barriera corallina, praticamente sul livello del mare (a 6 m s.l.m.). Sulla penisola sono ammassate un incredibile numero di case e negozi; Bazary Be è uno dei più importanti mercati locali.

Nel periodo della dominazione francese, Toamasina era sede di diversi consolati stranieri e uffici di pubblici ufficiali francesi. Da Toamasina si commerciava con l’Europa ma anche con lo Sri Lanka e Mauritius.

La città è sede della Università degli studi di Toamasina.

La città è il capolinea della linea ferroviaria Tananarive-Côte Est (TCE) che la collega alla capitale.

La RN 5 la collega a Mananara Nord e Maroantsetra, a nord.

Il porto di Toamasina è il maggiore porto marittimo del Madagascar. La città possiede anche una stazione fluviale sul Canal des Pangalanes, una via d’acqua artificiale situata a ridosso della costa orientale del Madagascar, lunga circa 600 km, che consente la navigazione fluviale tra Toamasina e Farafangana.

È sede di un aeroporto civilePersone legate a Toamasina[modifica | modifica sorgente]

Toamasina è la città natale del cantante francese Antoine.

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Tolagnaro

Fort-Dauphin 

Tolagnaro, nota anche come Tôlanaro, Taolanaro, Taolagnaro, Tôlagnaro, Tôla, Faradofay, o col vecchio nome coloniale di Fort-Dauphin, è una piccola città della provincia di Toliara, all’estremo sudorientale del Madagascar. È il capoluogo della regione di Anosy. Ha una popolazione di circa 25.000 abitanti.

Tolagnaro viene talvolta definita la “costa azzurra” del Madagascar, e rappresenta un polo turistico opposto a Nosy Be (all’estremo nord). Oltre alle spiagge, Tolagnaro è nota per le rovine portoghesi, le pittoresche tombe dell’etnia Mahafaly, la vegetazione (nella zona sono comuni tra l’altro le piante carnivore e i baobab) e la vicinanza con la celebre riserva naturale di Berenty.

Oggi gran parte della città è nelle mani di Jean de Heaulme, proprietario di diversi alberghi di lusso, della riserva di Berenty e di gran parte del terreno.

La città di Tolagnaro nacque come insediamento europeo. I primi ad accamparsi qui furono un gruppo di naufraghi portoghesi, poi cacciati dalla popolazione locale Antanosy. Nel 1642 giunsero i francesi della Compagnia Francese delle Indie Orientali, con una spedizione guidata da un certo Sieur Pronis, passato alla storia come persona non proprio integerrima. I coloni costruirono nel 1643 l’insediamento che battezzarono “Fort Dauphin” in onore del “Delfino”, il principe di Francia, ovvero il futuro Luigi XIV. I coloni (circa un centinaio) non trovarono granché da produrre o commerciare, e soffrirono le malattie tropicali e i rapporti non semplici con gli Antanosy. Nonostante una buona convivenza iniziale (caratterizzata anche da matrimoni fra francesi ed esponenti della nobiltà malgascia), alla fine si giunse al conflitto; dopo uno scontro particolarmente cruento, i francesi sopravvissuti evacuarono, abbandonando definitivamente il forte nel 1674. Uno di questi coloni rimpatriati era Étienne de Flacourt, governatore francese del Madagascar per un breve periodo, a cui si deve l’omonimo Fort Flacourt, di cui restano le rovine. Flacourt è ricordato anche per aver scritto la Storia della grande isola del Madagascar, un libro che rimase fino al XIX secolo una delle principali fonti di informazioni sul Madagascar. Qualche tempo dopo la fuga dei coloni di Pronis, i francesi tornarono a Fort Dauphin per istituirvi un porto per il commercio degli schiavi. Il porto si sviluppò e nel XIX secolo divenne parte della colonia francese in Madagascar.

Diego Suarez 

Antsiranana (nota fino al 1975 come Diego Suarez e talvolta chiamata “La Perla del Nord”) è la più grande città del nord del Madagascar, e capitale della provincia omonima. Il suo porto è il terzo più importante del paese (il nome Antsiranana significa proprio “porto”). È situata all’estremità settentrionale dell’isola, in una baia naturale (la seconda più grande del mondo) chiamata Baia di Antsiranana.

L’esploratore portoghese Diego Suárez approdò nella Baia di Antsiranana nel 1543. Nel 1506 vi giunse un altro portoghese, Hernan Suarez, che vi fondò un insediamento, battezzandolo col nome dell’esploratore che lo aveva preceduto.

Riguarda la zona di Antsiranana anche l’ipotetica nazione di Libertalia, una comunità utopico-anarchica che sarebbe stata fondata alla fine del XVII secolo da un prete italiano di nome Angelo Caraccioli e da un pirata francese di nome Misson fondarono ad Antsiranana la comunità di Libertalia. Libertalia avrebbe anticipato di un secolo e mezzo gli stati europei nell’abolizione della schiavitù, per essere poi distrutta dalle popolazioni malgasce limitrofe. Gli studiosi moderni tendono a mettere in dubbio l’esistenza di questa insolita repubblica, citata in Una storia generale dei più noti pirati di Charles Johnson.

Negli anni 1880, i francesi iniziarono a fare pressioni per ottenere il controllo della Baia, allo scopo di costruirvi una stazione di rifornimento di carbone per le navi a vapore. Il 17 settembre del 1885 la regina Ranavalona III concesse ai francesi di prendere la baia e il territorio circostante come protettorato (lo stesso trattato concesse ai francesi anche il controllo di Nosy Be e l’isola di St. Marie). Questa cessione fu di fatto il primo passo verso l’annessione dell’intero Madagascar da parte della Francia.

Nel 1942, quando gli inglesi invasero il Madagascar per prevenire l’occupazione giapponese (in seguito alla caduta della Francia), Antsiranana fu uno dei principali punti d’accesso utilizzati dalle forze britanniche.

A causa della sua posizione e della sua importanza come punto d’ingresso in Madagascar dall’Oceano Indiano, Antsiranana ha una popolazione di origine etnica e culturale estremamente varia. La città conta circa 80.000 abitanti, divisi fra Sakalava, Antakarana, francesi, arabi, cinesi e comoriani. L’architettura della città è coloniale; spiccano in particolare il vecchio mercato coperto e l’Hotel de la Marine. Antsiranana è sede di una Università.

L’economia della città ruota in gran parte attorno all’attività di export che avviene attraverso il porto. Di qui merci come caffè, mais, arachidi, bestiame o sale, provenienti dall’entroterra, vengono imbarcate verso varie destinazioni (la Spagna è una delle principali).

Antsiranana ospita anche molti turisti che fanno tappa in città per visitare i parchi naturali circostanti. La presenza di turisti ha dato un nuovo rilievo a un’altra attività tradizionale di Antsiranana, ovvero la produzione di articoli di artigianato fatti con corna di zebù o con i carapaci di tartaruga.

Nella città si trova anche un aeroporto con voli giornalieri verso la capitale Antananarivo e Nosy Be.

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Mahajanga

Mahajanga (o Majunga) è un comune urbano (firaisana) e porto della costa nordoccidentale del Madagascar, capitale della provincia omonima. Si trova alla foce del fiume Betsiboka, nella baia di Bombetoka. Ha una popolazione di 149.863 (stima del 2005 ). Il nome “Mahajanga”, nella lingua della popolazione locale Antalaotra, significa “città dei fiori”.

File:Mahajanga Corniche.jpg

Nel XVIII secolo, Mahajanga (allora Majunga) fu capitale del Regno di Boina. In seguito, il porto di Mahajanga divenne una delle basi da cui partivano le scorrerie dei pirati Sakalava che assaltavano le isole vicine e la costa africana a caccia di schiavi.

Base commerciale americana (1828-1845)

Nel XIX secolo, numerosi documenti attestano l’esistenza di una base commerciale americana nel porto di Mahajanga. Un testo conservato a Salem negli Stati Uniti annuncia la presenza della goletta “Spy” nel porto di Mahajanga in data 18 giugno 1828. Gli interessi commerciali americani si rivolgono soprattutto verso la costa orientale dell’Africa, essendo già il Madagascar disputato tra la Francia e la Gran Bretagna. Un ufficiale di marina francese di nome Guillain riporta circa gli avvenimenti sulla costa ovest che “Il commercio verso l’esterno ha luogo soprattutto con gli americani e Mahajanga è divenuta un importante scalo per navi americane che annualmente commerciano con Zanzibar. Per un certo periodo la regina Ranavalona I aprì al commercio americano, che inoltre non aveva pretese territoriali, soprattutto dopo i fatti avvenuti a Toamasina nel giugno 1845. Alla fine del 1845, nonostante tutto, la regina vietò il commercio anche agli americani fino al maggio 1846. La situazione si normalizzò in seguito agli accordi Ranavalona-Lambert, ma per una vera ripresa si dovrà attendere l’ascensione al trono di Radama II nel 1861

Nel 1895 i francesi usarono Mahajanga come punto di partenza per la spedizione che avrebbe detronizzato la regina Ranavalona III e trasformato il Madagascar in un protettorato.

Popolazione

Nella zona della città crescono i baobab, e il loro legno è uno dei materiali principali con cui sono costruite le case. Lo stile architettonico generale è arabeggiante, e ci sono anche una ventina di moschee, frequentate dalla numerosa comunità locale di musulmani comoriani. All’interno dell’area cittadina si trova un particolare baobab divenuto un simbolo di Mahajanga per la sua eccezionale circonferenza (quasi 22 m).

Economia

La popolazione locale vive soprattutto di pesca e agricoltura. Negli ultimi anni, la città sta diventando anche una meta turistica di una certa importanza, inclusa in molti degli itinerari che attraversano il nordovest del paese; ciò si deve soprattutto alle sue spiagge, di un caratteristico colore rosso rubino, e caratterizzate da onde alte adatte al surf e al windsurf.

Mahajanga è sede di una Università.

Trasporti

La città e sede di un aeroporto civile (codice IATA: MJN). La Route nationale 4 (RN4), lunga 590 km, la collega alla capitale Antananarivo.

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Anbalavao

File:Ambalavao - rue principale01.JPGAmbalavao (o Anbalavao) è un comune urbano (firaisana) del Madagascar centrale, situato a sud di Fianarantsoa, in una zona semi-desertica nei pressi del massiccio di Andringitra.

La zona è abitata da una popolazione principalmente di etnia Bara.

La città è piuttosto nota e rappresenta una tappa comune a molti itinerari turistici.

Le case sono esempi tipici dell’architettura dei Betsileo.

In città si trova una cartiera che produce la celebre carta antaimoro; introdotta in Madagascar dal popolo Antemoro e un tempo usata come pergamena per la scrittura dei testi sacri malgasci, oggi questa carta viene decorata con fiori e foglie essiccati e utilizzata soprattutto per la realizzazione di souvenir.

Dista 47 km dal Parco nazionale di Andringitra.

Nei pressi di Ambalavao si trova anche la piccola riserva di Anja, dove è facilissimo avvistare i lemuri catta.

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Tra i bambini schiavi del Madagascar

http://www.iodonna.it/attualita/primo-piano/2013/madagascar-bambini-lavorano-no-scuola-401743118645.shtml

Reggono l’economia dell’isola africana. Fanno i mandriani, i contadini, gli spaccapietre. Cercano lo zaffiro in cunicoli trappola. Diventano carne da macello nei mercati del sesso. La gallery

di Michele Focarete5 novembre 2013

Antananarivo ha circa 3 milioni di abitanti.Antananarivo ha circa 3 milioni di abitanti.
foto di Jean-Luc Bertini

Alle 18 in punto il sole crolla di botto e nella capitale Antananarivo si respira aria di coprifuoco. I malgasci abbandonano le strade e i turisti non si muovono più dagli alberghi. Fuori c’è il rischio di essere aggrediti e rapinati. Girano bande strane. Qualcuno dice che sono organizzate dall’opposizione per creare disordine. Per giustificare un eventuale cambio di rotta alle elezioni, mentre si attende l’imminente secondo turno delle presidenziali. Alle 6 del mattino il sole è già alto e tutto torna nella norma.

La route circulaire, oltre tre chilometri di auto e mezzi obsoleti d’ogni tipo perennemente incolonnati, è già nel caos. È l’unica via importante che attraversa la città e sfiora il palazzo de la Reine. Su e giù, a 1.400 metri di altitudine. Tutt’intorno sconfinate risaie, già piene di uomini e donne con la schiena piegata. Ma anche smilzi zebù e bambini. Tanti bambini che non piangono mai e ne avrebbero di lacrime da versare. L’impatto è forte. Odori, colori, persone sempre affaccendate per la strada, e occhi puntati sui vasah bianchi. Un agglomerato di tre milioni di abitanti. Palazzi e catapecchie. Hotel e stamberghe. E volti segnati dal tempo. Con bambini ovunque. In Madagascar la scuola fino a 14 anni è d’obbligo, ma sono pochi quelli che la frequentano.

Il 32 per cento della popolazione (23 milioni di abitanti) sono giovani che hanno da 10 a 24 anni. I bambini che hanno meno di 10 anni rappresentano il 20 per cento.
«L’educazione è la via per il futuro della nazione» spiega Hanitra Rakotonavalona, presidente dell’associazione Fiara che si occupa di sviluppare socialmente, economicamente e culturalmente i malgasci. «In questa epoca dove la tecnologia è dominante, nessuno può negare l’importanza dell’educazione. La scuola, tra l’altro, offre al bambino l’opportunità di socializzare, emancipandolo da certi contesti famigliari». Da una parte c’è l’obbligo della scuola, ma dall’altra le aule sono deserte. Fulanha ha 11 anni, sa dire come si chiama e sa fare i conti. Giusto per muoversi sulla spiaggia di Foulpointe, sull’oceano Indiano, a 60 km a nord di Tamatav, dove arrivano i villeggianti. Fulanha vende collier fatti di semi e vive con la madre contadina. È la più grande di quattro fratelli. A casa non ci sono soldi e si mangia quando si può. «Se mia figlia si mettesse a studiare, poi potrebbe andare a lavorare in città e abbandonare la terra. Lei mi serve qui, anche per accudire lo zebù».

In Madagascar i bambini fanno di tutto: i mandriani, i contadini, curano i polli, fabbricano i mattoni che poi consegnano in panieri portati sulla testa. Rompono le pietre per un euro ogni metro e mezzo cubo, raccolgono la sabbia nei fiumi, scavano e molti muoiono per recuperare, in cunicoli grandi come tane di volpi, zaffiri per le multinazionali thailandesi. Tutti i soldi che guadagnano, fino all’ultimo aryar (poco più di 2.500 arya sono l’equivalente di un euro), finiscono nelle tasche dei genitori. E sono sempre i bambini che vedi nelle città a vendere giornali, a chiedere l’elemosina, a raccogliere i rifiuti nei cassonetti.

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Incontro del 16 luglio 2014

Buona sera a tutti
Per chi non è in vacanza, sarebbe opportuno incontrarci il 16 luglio 2014, alle ore 20.30 presso la sede dell’associazione a Seriate per  definire le indicazioni rispetto al viaggio: partiamo il 19 luglio!!
Sarà presente anche Padre Colombi che arriva dall’Albania il pomeriggio del giorno 16 luglio.
Grazie a chi ci sarà.
Un caro saluto
Elide

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Le città del Madagascar

In Madagascar ci sono 45 comuni urbani detti firaisana.
Cliccando sui nomi linkati potrete visitare le città come ve le presenta Wikipedia.
Le celle in azzurro indicano i luoghi dove passa il viaggio di UnicoSole.
 
CittàProvinciaPopolazione 
Antananarivo RenivohitraAntananarivo1.613.375
ToamasinaToamasina200.568
AntsirabeAntananarivo176.933

Fianarantsoa

sede delle nostre associazioni partner

Fianarantsoa160.550
MahajangaMahajanga149.863
ToliaraToliara113.014
AntsirananaAntsiranana80.001
TolagnaroToliara42.944
AmbatondrazakaToamasina39.762
ManakaraFianarantsoa35.905
MorondavaToliara33.372
AntalahaAntsiranana32.496
SambavaAntsiranana31.069
AmbalavaoFianarantsoa30.559
AmbositraFianarantsoa30.434
AmbanjaAntsiranana29.980
MarovoayMahajanga28.674
MananjaryFianarantsoa28.498
MoramangaToamasina26.726
AmbatolampyAntananarivo26.549
TsiroanomandidyAntananarivo25.391
FarafanganaFianarantsoa25.046
VangaindranoFianarantsoa24.956
Nosy BeAntsiranana23.050
MaroantsetraToamasina22.503
AndapaAntsiranana20.460
Fenerive EstToamasina20.439
AntsohihyMahajanga19.878
ArivonimamoAntananarivo19.874

Ihosy

sede dell'allevamento Tsara Atody

Fianarantsoa18.205
MaintiranoMahajanga16.092
VohemarAntsiranana15.202
AmbilobeAntsiranana14.425
MiarinarivoAntananarivo13.568
BorizinyMahajanga12.000
VatomandryToamasina10.259
AmbohimahasoaFianarantsoa7.986
Befandriana-AvaratraMahajanga 
BetrokaToliara 
MaevatananaMahajanga 
MahaboToliara 
MampikonyMahajanga 
MandritsaraMahajanga 
MorombeToliara 
Sainte-MarieToamasina 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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