20 dicembre 2013
© LaPresse
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Diffusa in cinque distretti su 112. Contagiate 86 persone
12 dicembre 2013
ANTANANARIVO –
23 novembre 2012 –
“In Madagascar finora abbiamo avuto quattro costituzioni. In generale i capi di Stato sono arrivati al potere in seguito a sollevazioni popolari ma ciascuno ha fatto votare una costituzione di sua convenienza per conservare il potere e farne approfittare amici e parenti. Per lo più hanno tenuto conto di interessi personali e degli interessi di nazioni amiche piuttosto che di quelli del nostro paese. La storia andrà avanti così fin quando non verrà creato un sistema adeguato che protegga l’interesse del popolo e promuova il bene comune”: è senza appello il verdetto dei vescovi del Madagascar, contenuto in una lettera intitolata “La verità vi renderà liberi (Jn 8,32). Che la pace di Cristo sia con voi”, pubblicata dalla stampa locale a pochi giorni da un incontro nazionale tenutosi ad Antananarivo, la capitale. Dicendosi “preoccupati per la situazione che prevale nel paese”, 26 arcivescovi e vescovi, hanno deplorato “la mancata indipendenza del Madagasikara” nonostante siano passati 54 anni dalla fine dell’occupazione francese.
Dalla destituzione dell’ex presidente Marc Ravalomanana nel marzo 2009, a cui è succeduto il giovane Andry Rajoelina sostenuto da una parte della popolazione e dall’esercito, la grande isola africana dell’Oceano Indiano sta vivendo una transizione politica infinita con ripercussioni negative sulla vita socio-economica di cittadini già poveri.
“Ogni giorno constatiamo la mancata indipendenza del nostro paese. Le prove sono tante: spoliazione delle risorse nazionali – ferro, pietre preziose, legname pregiato, petrolio – tramite contratti di sfruttamento non equi e confisca di terreni. Poi ci sono gli agenti di sicurezza al servizio dello Stato che approfittano del loro potere per massacrare povera gente” aggiungono i firmatari della lettera, sottolineando che “è tutt’ora il regno della corruzione, di una giustizia a due velocità e della cultura dell’impunità che ostacolano il raggiungimento di un clima di pace”.
Sulla carta, dopo la firma di un accordo di transizione tra le principali correnti politiche, elezioni presidenziali sono in agenda a maggio del prossimo anno.
Guardando al futuro i vescovi esortano i dirigenti malgasci a “preservare l’unità della nazione”, “a difendere unicamente l’interesse del popolo (…) investendo su istruzione e sanità”, “a conquistare indipendenza nei rapporti con altri paesi” ma soprattutto a “far prevalere la verità e la giustizia”.
Nelle ultime ore a finire al centro di pesanti accuse – esecuzioni sommarie di civili, violenze indiscriminate, distruzione di villaggi – sono state le forze di sicurezza impegnate da settembre nell’operazione ‘Tandroka’ per lottare contro il furto di zebù nella regione meridionale di Anosy. Secondo un rapporto pubblicato dall’organizzazione Amnesty International le ‘forze di intervento speciale’ si sarebbero rese responsabili dell’uccisione di 11 civili e della distruzione di 95 abitazioni nel comune Elonty mentre nella zona di Fort-Dauphin dall’inizio dell’anno 250 persone hanno perso la vita in circostanze oscure. Richard Ravalomanana, comandante della gendarmeria, ha respinto le conclusioni di un “rapporto poco credibile, frutto di un’inchiesta svolta in fretta e senza andare sul terreno”.
Carissimi,
23 novembre 2012 – 18:57MADAGASCAR
“In Madagascar finora abbiamo avuto quattro costituzioni. In generale i capi di Stato sono arrivati al potere in seguito a sollevazioni popolari ma ciascuno ha fatto votare una costituzione di sua convenienza per conservare il potere e farne approfittare amici e parenti. Per lo più hanno tenuto conto di interessi personali e degli interessi di nazioni amiche piuttosto che di quelli del nostro paese. La storia andrà avanti così fin quando non verrà creato un sistema adeguato che protegga l’interesse del popolo e promuova il bene comune”: è senza appello il verdetto dei vescovi del Madagascar, contenuto in una lettera intitolata “La verità vi renderà liberi (Jn 8,32). Che la pace di Cristo sia con voi”, pubblicata dalla stampa locale a pochi giorni da un incontro nazionale tenutosi ad Antananarivo, la capitale. Dicendosi “preoccupati per la situazione che prevale nel paese”, 26 arcivescovi e vescovi, hanno deplorato “la mancata indipendenza del Madagasikara” nonostante siano passati 54 anni dalla fine dell’occupazione francese.
Dalla destituzione dell’ex presidente Marc Ravalomanana nel marzo 2009, a cui è succeduto il giovane Andry Rajoelina sostenuto da una parte della popolazione e dall’esercito, la grande isola africana dell’Oceano Indiano sta vivendo una transizione politica infinita con ripercussioni negative sulla vita socio-economica di cittadini già poveri.
“Ogni giorno constatiamo la mancata indipendenza del nostro paese. Le prove sono tante: spoliazione delle risorse nazionali – ferro, pietre preziose, legname pregiato, petrolio – tramite contratti di sfruttamento non equi e confisca di terreni. Poi ci sono gli agenti di sicurezza al servizio dello Stato che approfittano del loro potere per massacrare povera gente” aggiungono i firmatari della lettera, sottolineando che “è tutt’ora il regno della corruzione, di una giustizia a due velocità e della cultura dell’impunità che ostacolano il raggiungimento di un clima di pace”.
Sulla carta, dopo la firma di un accordo di transizione tra le principali correnti politiche, elezioni presidenziali sono in agenda a maggio del prossimo anno.
Guardando al futuro i vescovi esortano i dirigenti malgasci a “preservare l’unità della nazione”, “a difendere unicamente l’interesse del popolo (…) investendo su istruzione e sanità”, “a conquistare indipendenza nei rapporti con altri paesi” ma soprattutto a “far prevalere la verità e la giustizia”.
Nelle ultime ore a finire al centro di pesanti accuse – esecuzioni sommarie di civili, violenze indiscriminate, distruzione di villaggi – sono state le forze di sicurezza impegnate da settembre nell’operazione ‘Tandroka’ per lottare contro il furto di zebù nella regione meridionale di Anosy. Secondo un rapporto pubblicato dall’organizzazione Amnesty International le ‘forze di intervento speciale’ si sarebbero rese responsabili dell’uccisione di 11 civili e della distruzione di 95 abitazioni nel comune Elonty mentre nella zona di Fort-Dauphin dall’inizio dell’anno 250 persone hanno perso la vita in circostanze oscure. Richard Ravalomanana, comandante della gendarmeria, ha respinto le conclusioni di un “rapporto poco credibile, frutto di un’inchiesta svolta in fretta e senza andare sul terreno”.
From: emilemaurice70@yahoo.fr
Date: Wed, 25 Dec 2013 08:37:33+0000
Subject: Buon natale e felice anno nuovo 2014
To: elide.longa@hotmail.it
Carissima Elide,
P.Maurice e tutti i membre del association MIARAKAMINY vi auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore deo modi: di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di dare, di correre il rischio d’amare, di correre il rischio d’essere insieme con noi, natale e anno nuovo dei ragazzi malaschio piena di rischio. Natale senza pace rischio di guerra, natale senza medicina rischio di malatie, natale senza cibo rischia di fame, natale senza istruzione di base rischia il dirrito del uomo. natale senza regalo rischia la goia. Ma correre tutti il rischi con UNICOSOLE ogni uno a il suo sole che riscalde ancore la vita.
grazie Elide.
Con tanto affetto
P.Randrianandrasana Emile Maurice
La storia dell’Africa, pur essendo molto ricca, risulta spesso scarsamente documentata [it].
Per ovviare a questa carenza, in Madagascar è stato avviato un progetto di archiviazione digitale [en] degli eventi storici interni.
Con lo stesso desiderio di onorare e conservare la storia del Paese, sono nate due pagine Facebook per archiviare foto d’epoca di città e popolazioni locali: Madagascar Hier [fr] (“Il Madagascar di ieri”) e Il était une fois Madagascar [fr] (“C’era una volta il Madagascar”).
Di seguito, alcune delle foto pubblicate in queste pagine. Le immagini, oltre a raffigurare un passato meno distante di quanto possa sembrare, fanno emergere anche un senso di nostalgia per un periodo più semplice, quando la povertà e le difficoltà della vita quotidiana sembravano meno evidenti. Per ulteriori foto, visitare l’archivio delle pagine Facebook.
Vi proponiamo alcune delle foto che potete trovare sul sito web
http://it.globalvoicesonline.org/2013/03/madagascar-archivio-fotografico-sulla-storia-del-paese/
E’ Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l’altro.
E’ Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi ai margini della società.
E’ Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri.
Madre Teresa di Calcutta
Si è svolto senza grandi problemi il secondo turno delle elezioni presidenziali e legislative in Madagascar. Alta l’affluenza, secondo gli osservatori dell’Unione europea in missione nel paese. Anche perché queste sono le prime votazioni democratiche tenutesi dopo il colpo di stato del 2009 che destituì il presidente Ravalomanana.
“Le persone incaricate di sorvegliare i seggi, spiega un osservatore locale, hanno fatto un buon lavoro, si sono prese cura della sicurezza degli elettori. Nel complesso è andato tutto bene”.
La sfida era tra i due candidati scelti rispettivamente da Ravalomanana, e il suo nemico numero uno Rajoelina: nessuno dei due è sceso in campo in prima persona per i timori, manifestati dalla comunità internazionale, di possibili disordini. I risultati definitivi sono attesi entro la fine dell’anno.
Il Madagascar spera con queste elezioni di poter uscire dalla grave crisi economica in cui versa. Secondo la Banca mondiale nel Paese dal 2009 al 2013 la crescita è stata praticamente nulla.
Guarda il video: http://it.euronews.com/2013/12/21/entro-fine-anno-il-madagascar-forse-avra-un-nuovo-presidente/
21/12 00:48 CET
Copyright © 2013 euronews
Natale 2013
Carissimi soci e amici dell’Associazione UnicoSole-Onlus,
nel calendario del prossimo anno, dedicato al lavoro in Madagascar, abbiamo ricordato che i malagasci, come tutti gli africani, non progettano il futuro: sono sereni se hanno da mangiare per la giornata, e domani è un nuovo giorno. L’espressione “mora mora”, che significa piano piano, rappresenta il ritmo di questo Paese: la fretta non esiste!
Per noi tutti sta per concludersi un anno difficile, pieno di incertezze che ci rendono insicuri e talvolta infelici, incapaci di godere del momento presente.
La diversità sta nella nostra radice culturale: noi, a differenza di loro, siamo abituati a preoccuparci non solo per l’oggi ma anche per il domani.
Eppure, la nostra situazione non è certamente peggiore di quella dei nostri amici malgasci: chi ha avuto l’opportunità di incontrarli è rimasto affascinato dal loro sorriso sincero e costante, e dalla generosa accoglienza che ci conquista e misura la vera distanza fra noi e loro.
Pensando al Natale che si avvicina, desideriamo augurarci reciprocamente che UnicoSole rappresenti, per ciascuno, l’opportunità di porsi domande e di cercare, insieme, noi e i nostri amici malgasci, le risposte per diventare, tutti, migliori di quello che siamo.
Vi ricordiamo che tutto quello che deciderete di donare per i progetti di UnicoSole viene certificato per essere utilizzato il prossimo anno, nella dichiarazione dei redditi.
Nell’augurare a voi tutti e ai vostri cari un sereno Natale e un buon 2014, dividiamo con voi, come spunto di riflessione, queste parole di don Luigi Ciotti.
“ Noi siamo quello che facciamo. Se avvertiamo oggi più di ieri il rischio di una società rinchiusa nell’individualismo, ostile alle regole della convivenza civile e della legalità, sempre più povera di valori, è anche responsabilità nostra.
Dobbiamo sentire davvero il “morso del più” nella nostra vita quotidiana, quello che ci fa essere consapevoli del dei nostri imiti, delle nostre inadeguatezze e ci spinge a cercare insieme risposte migliori, energie nuove. Cercare insieme: lo diciamo da sempre.
E’ il “noi” il soggetto della lotta all’ingiustizia, “noi” il soggetto del cambiamento.
Costruire insieme: per interrogarci e interrogare, nel rispetto reciproco.
Oggi ci vuole un nuovo impegno, ci vuole più forza, più coraggio. La forza per costruire un futuro diverso, capace di trasformare la paura, la fatica e la rabbia in speranza”.
Il presidente Elide Longa, il presidente onorario Padre Gianluigi Colombi e il Consiglio direttivo (Domenico Albanese, Marzia Albani, Giovanni Bonetti, Angelo Colombi, Cinzia Cortinovis, Fabio Forcella, GianMario Fornoni, Flavio Ghidelli).
Progetti realizzati nel 2013 e da realizzare nel 2014
Case famiglia, una con 52 e l’altra con 12 ragazzi per i quali garantiamo oltre alla frequenza alla scuola, il vitto e alloggio per tutto l’anno scolastico. Lavori di manutenzione della casa famiglia.
Aiuto scolastico a studenti del liceo e universitari che rimangono presso le famiglie.
Mense scolastiche per i periodi di crisi alimentare.
Costruzione di scuole: nel 2013 è stato costruito l’edificio per il Liceo a Tsarasotra, per il 2014 abbiamo la richiesta per la costruzione di altre 2 scuole.
Ampliamento dell’allevamento delle galline ovaiole a Ihosy, costruzione di un pozzo per garantire l’acqua all’allevamento.
Creazione di un polo informatico con computer collegati in rete per studenti universitari.
Aiuti ai detenuti del carcere di Ihosy
Tutte le attività in Madagascar sono svolte in collaborazione con le Associazioni Rainay, Miaraka Aminy, e Fahendrena, con le autorità pubbliche locali, con i Comuni, con i comitati dei genitori.
Via Roccolo 39 – 24068 Seriate (BG)- C.F. 95160790168–
Banca IBAN IT 53 Y 05428 53510 000000077355
Posta IBAN IT 22 O 07601 11100 001002826483
www.unicosole.it –info@unicosole.it
I distretti coinvolti sono Mandritsara (nel Nord), Soanierana Ivongo (Nord-est), Ikongo (Sud-est), Tsiroanomandidy (Centro-Ovest), Ikalamavony (Centro-sud).
(Reuters/Siphiwe Sibeko)
Gli esperti avvertono: se non rallenta la diffusione di peste, il Madagascar rischia una vera e propria epidemia.
L’anno scorso, è stato registrato il numero più alto a livello mondiale di persone contagiate, ben 256 casi tra cui 60 morti.
La peste bubbonica, detta anche peste nera, in Europa scomparve nel XVII secolo ma resta tuttora un grave problema di salute pubblica in molte parti del mondo.
In Madagascar, la peste è endemica nella popolazione animale e si diffonde molto facilmente nelle carceri a causa delle pulci di peste che si attaccano ai ratti contagiando i prigionieri.
Ci sono 3.000 detenuti della prigione principale di Antanimora , nel cuore della capitale Antananarivo, che vivono in condizioni durissime, circondati da una popolazione enorme di ratti che diffonde pulci infette attraverso scorte di cibo, coperte e vestiti.
Con il mese di ottobre la situazione non migliorerà, visto che il clima caldo umido favorisce il diffondersi della malattia.
Il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR ) di Ginevra e dell’Istituto Pasteur si dichiarano preoccupati perché il contagio può uscire dalle carceri e diffondersi in tutto il Paese.
http://www.thepostinternazionale.it/mondo/madagascar/peste-bubbonica