Il mondo è un libro
e quelli che non viaggiano
ne leggono solo una pagina
Sant’Agostino
..per non dimenticare nulla, ho ritenuto utile tenere un “diario del viaggio”
annotando il più possibile di quanto abbiamo visto
Elide
18 agosto, mercoledi
Partiamo da Seriate Padre Gianluigi ed io alle 4.15 (del mattino) con Angelo, che ci accompagna a Malpensa. Nessun problema di bagagli, anche se padre Gianluigi non riesce a trovare nessun altro che voli da Parigi a Tanà per “caricargli” un bagaglio in più, così Angelo è costretto a riportarlo indietro. A Parigi si atterra in un clima da autunno inoltrato: pioggia e 16°. Chilometri a piedi dentro l’aeroporto per andare dal terminal 2F, dove è atterrato il nostro aereo da Milano, al terminal 2C, dal quale parte il volo intercontinentale.
L’aereo è pieno, e ci assegnano 2 posti centrali, ma Gianluigi riesce a trovare 2 finestrini in coda e così traslochiamo per goderci il panorama: raramente si fanno voli così lunghi di giorno. Si vola bene, ma il viaggio è tanto lungo: 10 ore e 15 minuti.
Per fortuna mi ero svegliata talmente presto il mattino che riesco ogni tanto ad appisolarmi.
Durante il viaggio discutiamo della situazione delle due associazioni malgasce con le quali cooperiamo, in particolare di Rainay: Gianluigi mi informa che ha rinnovato il direttivo. Proprio da Rainay facciamo fatica ad ottenere la documentazione dell’utilizzo dei fondi che inviamo, e riflettiamo sull’opportunità di assumere una persona part-time che si occupi di questa attività, e magari di acquistare allo scopo anche un piccolo PC portatile.
Abbiamo portato con noi 20.000 euro in contanti per pagare la seconda parte della scuola di 3 aule (circa 12.500 euro). Abbiamo preferito non includere la cifra nei bonifici inviati prima della partenza, e arrivati 5 giorni dopo, perché non avevamo la conferma della completa realizzazione dei lavori.
Decidiamo inoltre di cambiare gli euro in modo “ufficiale”.
Discutiamo anche del progetto di Ihosy: il terreno è stato acquistato con soldi di Gianluigi lasciati lo scorso anno. Personalmente, ritengo indispensabile avere informazioni più complete: utilizzare i fondi in questo progetto comporta il rischio di non avere più disponibilità per il sostegno delle attività scolastiche.
L’aereo arriva abbastanza puntuale. Lunghe le formalità, ma scopro con piacere che ora il visto per un periodo inferiore ai 30 giorni è gratuito (risparmio di 60 euro!).
All’aeroporto c’erano ad attenderci Haja e il fratello di Hanitra, Mamy. Alle 23.50 (ora malgascia, 1 ora in più dell’Italia) siamo all’hotel Anjara, senza ascensore: ci assegnano una camera al quarto piano e quindi dobbiamo portare su a mano tutti i bagagli.
19 agosto, giovedi
Sveglia presto: la colazione è prevista per le 7 che poi, mora mora, diventano le 7.30.
Alle 8 si esce. Il cognato di Renè, che vive a Tanà ed è poliziotto, si occupa della trascrizione del visto di Gianluigi sul nuovo passaporto. Per gli altri problemi di carattere burocratico preferiamo andare direttamente al Ministero dell’Interno dove ci aspetta una cugina di Hanitra che ci aiuta a sistemare tutto. Sembra di essere in Italia: lo stile degli uffici è molto “ministeriale”, ci sono però PC a schermo piatto su tutte le scrivanie.
Per il cambio degli euro, dopo aver girato alcuni uffici che ci avrebbero cambiato 1.000 euro al giorno, ne troviamo uno disponibile a cambiare tutto in una volta a 2740 ariary per 1 euro.
In giro per Tanà, considero che c’è sempre tantissima gente: tutti commerciano in qualcosa, il traffico è sempre più caotico e l’inquinamento fa lacrimare gli occhi e pizzicare la gola.
Per il resto, anche a distanza di 14 anni dal primo viaggio e di 6 dall’ultimo, poco è cambiato. Si, qualche palazzo ipertecnologico, qualche centro commerciale, ahimè..
ma le fogne a cielo aperto ci sono sempre, la gente ammucchiata in pochi metri quadrati, le infinite bancarelle, quelli che pescano nell’acqua sporca del lago, quelli che fanno i mattoni, quelli che spaccano le pietre, quelli che frugano nella spazzatura.
La novità sono centinaia di ombrelloni che riparano tavolini che funzionano da call center. Non ci sono manifestazioni, non c’è agitazione, la crisi politica non si vede, ma sempre più persone perdono il lavoro.
Il cognato di Renè ci invita a pranzo a casa sua: ha cinque figli, gli ultimi 2 sono gemelli di poco più di 1 anno (erano 3, ma uno è morto a 40 giorni). Vivono in una casa dignitosa ma piccolissima per la quale pagano 25 euro di affitto al mese. Può sembrare poco ma non con uno stipendio di 70-80 euro! Ci offre un pranzo malgascio, a base di pollo e riso.
Nel pomeriggio si va alla Digue per comprare un po’ di oggetti di artigianato per i mercatini dell’Associazione: anche qui nulla di nuovo, le solite cose, che si contrattano fino allo stremo!!
Alle 19 abbiamo appuntamento al ristorante con monsieur Bruno,che si presenta con tutta la famiglia, moglie e 3 figli. Il più grande (e gigantesco fisicamente) vuole fare il dentista e vorrebbe una borsa di studio per venire a studiare in Italia. Devo ricordare di mandargli qualche informazione e qualche indirizzo internet dove trovare qualcosa di utile.
Con Bruno parliamo della situazione del paese: fortunatamente parla in francese e senza la doppia traduzione riusciamo a discutere meglio. Esordisce dicendo che il Madagascar sta andando a scatafascio perchè gli interessi economici sono messi al primo posto: non essendoci alcun controllo, ognuno fa quello che vuole, soprattutto i capitali stranieri. Ci sono porti non controllati, o meglio divenuti tali con la connivenza della polizia, dai quali parte di tutto, persino navi piene di tronchi di bois de rose.
Continua: è un momento di incertezza. Nonostante le casse dello Stato siano piene non si fa nulla. E’ stato messo in piedi un sistema puntuale di controlli per evitare che chi è al potere rubi, ma bisognerà vedere se funzionerà.
L’ informazione è manipolata: una società americana gestisce la diffusione delle notizie, che vengono selezionate per essere nascoste o amplificate (sembra di essere in Italia!!). Il rapporto sul Madagascar pubblicato ad aprile 2010 dalla UE rappresenta una situazione non veritiera; ne ha parlato anche con l’ambasciatore francese e con altri politici ma non ha ottenuto nulla.
Le notizie divulgate all’estero sulla guerriglia in terra malgascia non corrispondono al vero, ma hanno disincentivato il turismo e aggravato i problemi economici.
La gente non ha soldi e soprattutto non ha prospettive. Questa situazione che doveva essere transitoria si sta trascinando da mesi: mentre tutti aspettano, le attività economiche muoiono. Non sono stati rinnovati neppure i contratti per la zona franca di Tanà e le società straniere se ne sono andate, lasciando centinaia di capannoni vuoti e migliaia di persone senza lavoro. Le interferenze esterne sono pesanti: la conferenza degli stati africani, la UE, la Francia, gli States, il Madagascar è in bilico tra francofonia e anglofonia.
Insomma, pare che le sorti del paese debbano essere decise da altri anziché dal popolo malgascio.
Abbiamo parlato anche della tragedia della deforestazione, e della moda chic di mangiare la carne di lemuri che così rischiano l’estinzione. A proposito dell’estrazione delle pietre preziose, ha sostenuto durante le riunioni che è meglio mantenerle nel loro scrigno sotto terra, altrimenti rischiano di diventar una miccia per la guerra.
In tutto il paese esistono solo 5 università pubbliche, tutte affollatissime, perchè il Governo non ha avuto la lungimiranza di crearne almeno una per ognuna delle 20 regioni esistenti.
Lui si occupa ormai a tempo pieno della Commissione per il controllo del referendum sulla nuova costituzione, che è previsto per il 17 novembre 2010, dopo il quale si passerà alle elezioni e alla nomina del nuovo Governo e del nuovo Presidente.
A breve ci sarà un incontro dei “saggi” (1500-2000 persone), provenienti da tutti i Comuni del paese, che si riuniranno a Tanà. Saranno create finalmente le liste elettorali e ognuno potrà votare solo se presente nelle liste e nel luogo in cui è inserito (era pratica diffusa caricare la gente sui camion e portarla a votare “altrove”). Dobbiamo seguire con attenzione quello che accadrà anche cercando informazioni alternative a quelle ufficiali.
Bruno è sicuro che vincerà il SI alla Costituzione (ho chiesto cosa sarebbe accaduto se avesse vinto il NO), perché i malgasci dicono sempre SI. Ognuno, però, voterà senza sapere cosa è scritto nella nuova Costituzione!!
La Chiesa non ha preso alcuna posizione.
Venerdi 20 agosto
Stamattina viene a salutare Padre Gianluigi una suora che è stata a Torino, poi arriva anche la sorella di Hanitra che ora lavora a Tamatavo e che ha viaggiato in taxi brousse tutta la notte. Facciamo una colazione comunitaria che invade tutta la sala dell’Hotel!
Poi andiamo da Padre Pedro che ci onora del suo tempo.
E’ sempre una persona eccezionale, con un fascino immenso, e fisicamente l’ho trovato meglio che nel 2004.
Esordisce dicendo anche lui che il Madagascar sta andando a rotoli ma lui non può mollare perché ha 3.000 operai da pagare ogni settimana: non è un imprenditore, ma un prete. Deve andare avanti perché ci sono i poveri e gli ammalati dei quali nessuno si occupa.
Invita Padre Gianluigi a portare avanti le sue proteste sul fatto che la liturgia deve cambiare: la Messa deve essere un momento di preghiera comunitario. Non ci devono essere tante messe ma una sola che riunisca tutta la comunità.
Racconta che in Canada c’era una messa ogni ora, ma gli era stato detto di non far durare la Messa più di 40 minuti perché gli altri 20 minuti servivano a smistare il traffico in entrata e in uscita dal parcheggio fra una messa e l’altra.
La Messa è diventata solo un “rito” e anche i paramenti dei sacerdoti, vescovi seguono una propria “moda” e sono considerati importanti!!
Ritorna alla situazione della sua comunità: ci sono ancora persone che retribuisce giornalmente perché in altro modo non sono in grado di gestirsi; i più, però, li paga settimanalmente per costringerli ad imparare a programmare, a far durare i soldi da lunedì a domenica. Aggiunge “ far durare 6-7 euro 1 settimana è davvero un’arte…ma ci riescono!”.
Stamattina avevo chiesto a Gianluigi come sarebbe continuata l’attività della comunità dopo di lui. Padre Pedro parla della scuola: ha già formato oltre 200 istruttori (professori e maestri) e questo consente alla scuola autonomia e capacità di continuare nel tempo..
Questa è già un’ottima risposta. Per il resto, quello che c’è, rimane: le case, le attività, le scuole, le palestre, i campi sportivi, e l’Associazione sicuramente farà continuare tutto.
Racconta che ogni pomeriggio gira per il villaggio per incontrare la gente: se non lo facesse, finirebbe con il parlare di cose che non conosce!
A proposito della Cattedrale nella cava, dice che vi celebra le Messe delle feste infrasettimanali, ma al mattino presto, per consentire alla gente di andare poi lavorare, perché al lavoro è legato il salario e la possibilità di sfamarsi.
Le feste infrasettimanali le hanno inventate gli europei, che sono ricchi e programmati.
Continua: tante autorità mi cercano per chiedere aiuto, ma ricevo sostegno anche da persone che non ho mai conosciuto. Ci racconta che un signore francese, che viveva in Madagascar dopo aver lasciato la famiglia, alla sua morte ha lasciato tutto a lui. Il figlio è venuto dalla Francia per incontrarlo e gli ha detto che apprezzava la buona scelta di suo padre, e si è impegnato personalmente a dare ogni anno un contributo.
Gianluigi gli consegna, per conto di UnicoSole, 500 euro che lui definisce “un bric” (un mattone).
Partiamo per Ambositra con a bordo anche i due bimbi di Hanitra che erano in vacanza a Tana.
Il viaggio è lungo e faticoso, approfittiamo per mandare un po’ di sms ai soci, alcuni dei quali rispondono subito.
Lungo la strada, che percorro per la terza volta, le stesse casupole di fango e mattoni crudi, le bancarelle con gli oggetti di paglia e quelle con i camion di legno sono al solito posto così come quelle delle carote…concludo amaramente che in 14 anni quasi nulla è cambiato.
Questo paese paga i costi della globalizzazione senza averne alcun beneficio.
Stasera a cena primo incontro con il Presidente di Rainay, Michel e con Hanitra, il tesoriere.
Con il Presidente iniziano i primi confronti. Anche lui dice che il paese è in difficoltà, ma la crisi non è sociale bensì politica. Ci ringrazia del coraggio che abbiamo avuto a venire perché ci sono bande armate che percorrono la RN7!
Conveniamo sulla necessità di rendere più frequenti i nostri rapporti, di predisporre relazioni, di scambiarci notizie.
Sabato 21 agosto
Sveglia alle solite 6.00.
Oggi primo impegno ufficiale come presidente: l’inaugurazione della scuola secondaria (2 aule) di Vohimalaza. Ho un po’ di preoccupazione perché non capisco il malgascio e se non c’è Gianluigi che mi traduce o qualcuno che parla in francese, mi sento isolata.
Poi si va nella brousse; partecipano alla cerimonia il sindaco di Ambositra II (la periferia e la brousse), il Provveditore agli studi provinciale e regionale (che ci raggiungono con la macchina ufficiale del CISCO), oltre ai saggi del villaggio e al comitato dei genitori. Sono presenti pochi alunni tra quelli che frequentano la scuola (che è già stata utilizzata per le lezioni degli ultimi mesi dell’anno scolastico 2009-2010), perché, ci viene detto, sono andati in vacanza!!!??? (vista la situazione economica ci sembra assai improbabile: forse lavorano..).
La direttrice ci ha dato i dati del numero degli alunni iscritti, frequentanti e promossi.
La cerimonia inizia con l’alzabandiera; il sindaco del villaggio (vispo 74nne) ringrazia l’associazione, saluta tutti secondo il rito malgascio ringrazia Dio (la cosa mi stupisce, dato che è nella sua veste ufficiale), e sottolinea l’importanza della nostra collaborazione, e dell’istruzione. Conclude dicendo che la scuola è stata costruita secondo le regole e dovrà durare anche per i loro nipoti.
Anche i due provveditori ringraziano e si impegnano a trovare i soldi per i banchi, che ancora non sono riusciti a fornire. L’altra scuola che i genitori hanno cominciato a costruire da tempo non è ancora terminata. Ci regalano danze e, come sempre, un’accoglienza calorosa.
Gianluigi non sta bene, è stato colpito da vomito e dissenteria.
Dopo il pranzo andiamo a vedere l’altra scuola, a Andrainarivo, ancora in costruzione.
La sera, dopo cena chiediamo a Michel informazioni sulla modalità con cui sono scelti i ragazzi di Ambositra ai quali diamo il contributo scolastico di 100 euro all’anno.
La segnalazione viene dai direttori delle scuole medie e lui sceglie, dopo aver incontrato i genitori. Non ha però nulla di scritto. Gli chiediamo di impegnarsi a compilare una fiche per ogni ragazzo, e lui accetta. Ne concordiamo il contenuto. Ci informa che, al termine dell’anno scolastico, un ragazzo si è diplomato, mentre per 3 studenti non meritevoli viene sospeso l’aiuto.
Michel ci aveva chiesto il contributo per altri 25 ragazzi: dato che l’ attività di sostegno scolastico è iniziata due anni fa e per ora ci sono due “classi”da 25, con l’anno scolastico 2010-2011 dovremmo andare a regime, visto che si tratta di ragazzi che frequentano il liceo triennale. Mi impegno a portare all’associazione la proposta.
Parliamo anche della mensa scolastica del villaggio di Manarinony. Qui Unicosole ha ripristinato il canale di irrigazione e ha assunto l’impegno temporaneo di sostenere la mensa, in attesa del ritorno alla redditività della terra.
Nel villaggio è stata inoltre portata l’acqua potabile: la popolazione si era impegnata a provvedere autonomamente. Proponiamo per il prossimo anno scolastico il finanziamento della mensa per il 50% al massimo, e cercheremo qualche altra scuola di villaggi in difficoltà per finanziare la mensa scolastica.
Si discute del contributo che gli abitanti devono versare per l’utilizzo dell’acqua: Michel dice che la gente non vuole pagare. Gianluigi ribadisce che le quote da raccogliere dovranno essere utilizzate per finanziare il 50% del costo della mensa. Vedremo domani.
Domenica 22 agosto
Messa a Manarinony e benedizione della statua della Madonna Immacolata (comprata da Gianluigi nel viaggio) che viene messa nell’edicola al posto di quella rubata, per ricordare i 5 anni di attività dell’Associazione e nella speranza di proseguire almeno per altrettanti.
La cerimonia dura dalle 9 alle 12, con la Chiesa pienissima, con tantissimi bambini molto disciplinati. Vengono chieste 3 offerte e per 3 volte la gente esce dai banchi e si mette in fila per deporre il proprio soldino: il tutto dura oltre mezz’ora!
Finita la messa, incontriamo i genitori della mensa scolastica e i responsabili delle fontane.
Dopo i rituali saluti, il direttore della scuola primaria ci da alcune informazioni.
La scuola è nata nel 1986, ci sono 215 alunni e 6 insegnanti di cui 2 pagati dalla FRAM (Comitato dei genitori). I ragazzi vengono anche da 5 frazioni limitrofe. C’è poco abbandono scolastico, e i ragazzi bocciati ripetono le classi. I due supplenti vengono pagati in natura, con il riso.
Ognuno dei 98 genitori contribuisce con una scatola e mezza di riso non pilato (6 kg ciascuna); in tutto 588 kg di riso da pilare per ciascun supplente, che pulito si riduce a poco più della metà. Una scatola di riso da pilare di 4 Kg vale 11.000 Fmg, cioè 2.200 ariary. Tutto il riso costa 323.400 ariary che, al cambio di 2.700 ariary per 1 euro, sono circa 120 euro. Questa è la retribuzione in natura per un anno scolastico per 2 maestri supplenti. Ci racconta poi che la popolazione si dedica alle coltivazioni e all’allevamento e quando non piove non c’è lavoro; l’unica attività di lavoro è rappresentata dal fare carbone (ma ormai non c’è più legna); il guadagno di una giornata di lavoro e di circa 7.500 Fmg al giorno, cioè 1.500 ariary, quindi meno di 1 euro.
La mensa scolastica è pertanto indispensabile nei periodi di crisi alimentare. Inoltre, grazie alla mensa la percentuale dei promossi è molto migliorata.
I genitori hanno deciso, nonostante i loro problemi economici, di contribuire con 6000 ariary (poco più di 2 euro) a testa per l’anno scolastico 2010-2011.
Il presidente di Rainay chiede notizie sui contributi per l’acqua.
Il Presidente del Comitato conferma di non aver ancora incassato nulla, ma si impegna a seguire le famiglie con più attenzione per sostenere la mensa.
Discutiamo per un’ora buona della preziosità dell’acqua, del fatto che l’acqua potabile ha eliminato le malattie intestinali e concludiamo con il nostro impegno a finanziare il 50% della mensa scolastica e quello della comunità per l’altro 50%, pagando il consumo dell’acqua.
Il direttore ci spiega l’organizzazione della mensa: il tesoriere acquista quanto serve ogni due settimane, alcuni genitori, a turno, cucinano nel cortile antistante la scuola e i ragazzi mangiano in classe. Questo il menù: ogni giorno riso e mezza baguette per ragazzo con il latte condensato, e due volte alla settimana pasta con carne macinata.
Una mamma viene con la figlia a ringraziare l’Associazione che l’aveva aiutata quando ha perso il marito. La ragazza ora si è laureata.
Consegniamo al Presidente dell’acquedotto la documentazione sulle api preparata da Fornoni, e lui ci fa vedere alcuni alveari aggrediti da una farfallina che ha rovinato le cellette.
Alle 14 si parte per la casa natale di Michel dove si pranza seduti a terra sulle stuoie.
Durante il pranzo parliamo con la direttrice della scuola media di Tsarasaotra, dalla quale provengono alcuni dei ragazzi che Unicosole sostiene ad Ambositra per la frequenza al liceo.
La scuola ha circa 400 alunni, ripartiti nelle classi dalla 6me alla 3me, i risultati sono scarsi, in particolare la 5me è una classe problematica perché di transizione per la riforma del sistema scolastico. 43 ragazzi su 54 hanno superato l’esame di terza media.
Le chiediamo i criteri coi i quali nel 2009 ha presentato i ragazzi all’Associazione Rainay: ha segnalato ragazzi bravi con difficoltà economiche e per i quali i genitori si sono a farli studiare per i 3 anni del liceo, e l’Associazione ha deciso. Nel 2009, su 36 promossi ne ha segnalati 20, e ne sono stati accolti 16 perché 4 hanno smesso di studiare.
Noi chiediamo che i posti vengano ripartiti in proporzione agli alunni di ciascuna delle tre scuole di provenienza, dopo un’attenta valutazione delle situazioni singole.
Chiediamo a Michel le fiches dei ragazzi sostenuti lo scorso anno scolastico e di quelli nuovi che sceglieranno per il prossimo, ribadendo che la scelta deve tenere conto del merito e del reddito familiare. Invieremo la somma residua, necessaria per gli ulteriori 25 ragazzi, solo dopo aver ricevuto tutta la documentazione.
Chiediamo al Presidente di Rainay di descriverci come vengono utilizzati 100 euro annui di contributo. I ragazzi che hanno le famiglie nella brousse vivono a pensione ad Ambositra e frequentano le scuole lì; il nostro contributo serve per pagare la retta mensile della scuola (mediamente 11.000 ariary al mese per 10 mesi), il materiale di cancelleria, la divisa scolastica e le tasse di iscrizione e, in alcuni casi anche per un contributo alimentare quando la famiglia non ha le possibilità. I fondi sono gestiti da Rainay: il presidente ogni mese viene ad Ambositra e paga quanto previsto per quel mese.
Definiamo insieme il contenuto della scheda ed alcuni criteri di gestione.
L’impegno di UnicoSole sarà per 7.500 euro l’anno: finora ne abbiamo inviati 5.000.
Lunedi 23 agosto
Alle 8 si parte per andare a vedere il bacino dell’acquedotto di Manarinony e la situazione delle fontane (ieri non ce n’è stato il tempo). Ci accompagna il presidente – apicoltore. Ci dice che ieri un signore un po’ squilibrato e molto affamato ha rotto con un bastone la porta di casa sua.
Racconta che la gente è molto impegnata nei funerali dei “morti secchi”, ai quali tutto il villaggio contribuisce, per cui ha pochi soldi e poco tempo per coltivare, infatti non sono ancora state vangate le risaie e questo impedisce alle radici vecchie di farsi concime; vangheranno a ridosso della stagione delle piogge, il terreno sarà poco fertile e la produzione sarà scarsa.
Vediamo il canale finanziato da UnicoSole nel 2007 che è ancora in buone condizioni.
Lui dice che l’acqua è calata e un ramo del canale ne sottrae all’altro. Il villaggio pare davvero molto povero.
Mentre andiamo verso il bacino faccio un po’ di foto ai bimbi che si divertono a vederle sulla macchina fotografica.
Il bacino non è pieno, la portata del tubo che arriva dalla sorgente è al 50%, ci confermano di non aver mai pulito i filtri alla sorgente!! Qualche bimbo ha ancora la bandana di UnicoSole dello scorso anno e la mostra orgoglioso.
Quello che facciamo è davvero una goccia nel mare, speriamo che ce la facciano a finanziare il 50% della mensa.
Ci spostiamo ad Andrianarivo per l’inaugurazione della scuola media di 3 aule non ancora finita. Ci hanno preparato lo striscione di Tonga soa (benvenuti) e applaudono calorosamente al nostro arrivo.
Il direttore della scuola, dopo i ringraziamenti, ci informa che la scuola è iniziata nel 2004-2005 a spese dei genitori con 32 alunni e 2 maestri. Attualmente gli alunni sono 330 in 8 classi, con 15 maestri di cui 7 pagati dai genitori.
La scuola è statale dal 2007 ed è organizzata in 4 plessi diversi e distanti: ora con la costruzione della nostra scuola almeno due sono vicini.
I risultati non sono buoni: nella classe finale lo scorso anno ci sono stati 29 promossi su 55, quest’anno 41 su 87.
Viene poi data la parola “alla testa del paese”, il sindaco, che come tutti ringrazia Dio che fa realizzare i progetti. L’arredamento, per un valore di 5 milioni di ariary (circa 1.850 euro), sarà fornito dal Comune, che ha come proprie entrate le tasse che tutti quindi devono pagare. Informa che dal 2006 hanno chiesto il liceo; nell’anno scolastico 2009-2010, 120 ragazzi hanno finito la terza media e dovranno trovarsi una scuola da frequentare.
Prende poi la parola il vice provveditore che sottolinea come tutti chiedano aiuto. Fa presente che deve essere sistemata la pratica per la cessione allo Stato del terreno sul quale è stata costruita la scuola, cosa ancora non avvenuta.
Rappresenta la situazione delle scuole nella provincia: ci sono 32 scuole medie e 105 scuole elementari, mancano gli insegnanti, mancano 80 titolari nelle scuole elementari e 180 nelle scuole medie; ci sono 150 maestri in formazioni che dovranno servire per 8 province!! Prosegue: nelle scuole avvengono molti furti, sono state rubate addirittura le porte in ferro per poterle fondere e fare vanghe.
Le necessità del paese sono molte: non solo scuole ma anche ospedali.
Il provveditore regionale ci ringrazia per le due scuole che abbiamo finanziato nella provincia, ammonisce che le scuole vanno tenute bene, invita tutti a chiedere ai propri figli istruiti ed emigrati di ritornare ad insegnare nella propria terra d’origine. I licei sono cresciuti del 200% negli ultimi anni. Illustra la nuova politica del Governo sulla scuola: dove ci sono scuole elementari e medie ci sarà anche il liceo, ma per le nuove costruzioni viene messo a disposizone un budget annuo di 40 milioni di ariary; la scuola da noi costruita è costata 69 milioni di ariary.
Dopo il pranzo andiamo a fare la spesa di oggetti di artigianato in legno e corno, da Jean ad Ambositra e solo verso le 5 riusciamo a partire per Fianarantsoa. Arriviamo dopo le 9, viaggiando per oltre 3 ore al buio, l’Africa di notte è sempre nera!!!
Siamo a casa di Hanitra.
Martedi 24 agosto
In mattinata visitiamo alla casa famiglia Rainay, che trovo molto sporca e sciatta, nonostante siano presenti gli educatori e tre ragazzi della scuola per aiutare nelle pulizie. Domani pomeriggio ci incontreremo per la riunione ufficiale.
Poi andiamo da Padre Maurice, all’associazione Miaraka Aminy.
Visitiamo la casa famiglia e ci spostiamo all’altra casa a Soanierama, dove ha iniziato l’attività di allevamento dei pulcini per l’autofinanziamento. Mi spiega come coinvolge i lavoratori e le loro famiglie nel suo progetto. Chiariamo alcune cose in merito alle informazioni e alle relazioni che ci deve fornire. Vediamo i lavori per la sistemazione della cucina e del muro di cinta, per i quali ci aveva chiesto 3.200 euro, che gli abbiamo mandato.
Mi dà una copia della fiche che utilizza per scegliere i ragazzi da ammettere agli aiuti. Ha 12 ragazzi nella casa famiglia ed altri 20 che invece rimangono nei villaggi e che sostiene con un contributo alla famiglia.
Aiuta le famiglie a piantare e coltivare i terreni, con i fagioli e con la ravitsara, pianta medicinale utile per le malattie polmonari. Ogni famiglia ha ricevuto 5 piante di ravitsara; il prima raccolto ha dato 500 Kg di foglie e con il ricavato della vendita hanno acquistato 2 piante nuove per ogni Kg di foglie, complessivamente 1.000 piante, ed ora dispongono di 3.200 piante in tutto. Vorrebbe mettere in piedi una distilleria per l’olio essenziale, ma lo sconsiglio, data la delicatezza delle operazioni di distillazione e considerato che c’è chi compra le foglie. Dice che genitori dimostrano interesse alla coltivazione.
Mi spiega che occorrono 250 kg di foglie per ottenere 1 litro di olio essenziale, che viene pagato 100.000 ariary: in pratica, al momento, con i 500 kg di foglie raccolte, hanno realizzato 200.000 ariary (euro 73); le piante acquistate sono costate 200 euro, e possono produrre per molti anni (circa 50), anche con 2 raccolti all’anno. E’ anche un modo per dare una prospettiva per il futuro ai ragazzi.
Alla casa di Soanierama c’è l’allevamento dei polli da ingrasso. Il primo gruppo era di 50 pulcini, sono stati venduti 45 polli ricavando 252.000 ariary, a fronte di una spesa totale di 232.080 ariary. La differenza ha consentito di comprare altri i 100 pulcini e di sostenere le spese della casa e del cibo.
Sempre con lo stesso ricavato, inoltre, Padre Maurice ha messo in piedi un piccolo negozio di tutto (molto ben tenuto) per il quale ha avuto l’autorizzazione sperimentale fino al 31 dicembre 2010, grazie alla quale per ora non paga nessuna tassa. Se andrà bene, dal 1 gennaio 2011 dovrà essere tutto registrato: lavorano bene.
Al momento ci sono 100 pulcini (è il terzo gruppo perché il secondo è andato arrosto a causa dell’incendio della segatura utilizzata per far funzionare la stufa che li scalda).
I pulcini sono curati da 2 persone che per ora non ricevono uno stipendio, ma solo vitto e alloggio, ed inoltre si occupano dell’orto, di fare mattoni, ecc.
Gli diciamo di predisporre un progetto per il finanziamento del pollaio che ci ha richiesto accompagnato da una relazione con le motivazioni; serviranno circa 50 milioni di ariary per la costruzione dei pollai e 4.500.000 per l’acquisto dei pulcini e del mangime (circa 20.000 euro). Preparerà il tutto prima della mia partenza.
Nel pomeriggio Padre Maurice ci accompagna da una coppia di svizzeri dell’Associazione Il FOYER che vivono ormai da alcun anni a Fianarantsoa e che hanno creato una Cooperativa per la produzione di indumenti, assumendo ragazzi e ragazze che vengono dall’Orfanatrofio o ex bambine prostitute o figli di famiglie poverissime. Hanno creato un complesso molto bello e ben curato, quasi un angolo di Svizzera in Madagascar: oltre al laboratorio, hanno una casa famiglia per 7 ex bambine prostitute, la nursey per i bambini delle dipendenti, un bel giardino.
Ci danno una copia del loro statuto: ci interessa per le attività di autofinanziamento che stiamo progettando. Nonostante facciano lavorare circa 60 persone, abbiano 3 rappresentanti in giro per il paese, al momento non riescono ad avere utili, e l’Associazione deve coprire circa 20.000 euro di perdite all’anno.
Vicino alla loro, c’è la struttura di don Mazzi, della quale ci rappresentano alcuni problemi: la discontinuità dei collaboratori stranieri e il fatto che si occupa solo di formazione senza poi cercare un’attività per i ragazzi formati.
Nel tardo pomeriggio riunione con una parte del direttivo dell’Associazione Rainay, sono presenti solo il presidente e il vicepresidente, che hanno predisposto l’ordine del giorno:
- Rendiconto
- Acquisto terreno ad Ihosy
- Risultati degli esami.
Il presidente ci informa che i soci attualmente iscritti all’Associazione sono 10, il direttivo è composto da 6 persone.
A proposito dell’acquisto del terreno, Michel riferisce che il direttivo ha deciso di dedicarsi ad attività di autofinanziamento. L’acquisto per ora è stato effettuato utilizzando i soldi personali che Padre Gianluigi aveva lasciato lo scorso anno. Ci riassume poi i numeri relativi all’attività scolastica dei ragazzi della casa famiglia e stabiliamo che i ragazzi che non vengono promossi non possono rimanere nella casa per l’anno successivo. Si potrà fare eccezione per i ragazzi che frequentano il primo anno all’arrivo dal villaggio.
Domani ci incontreremo alla casa famiglia, anche con gli educatori.
Mercoledi 25 agosto
Come sempre sveglia all’alba: andiamo ad inaugurare l’acquedotto di Sahamena- Andrianjato. E’ un progetto al quale nel 2010 abbiamo contribuito solo con un finanziamento aggiuntivo di 2.500 euro per 3 ulteriori fontane: i lavori erano ad un punto morto per diverbi tra i diversi villaggi. L’acquedotto serve, con 16 fontane, 1.500 persone che abitano in 12 piccoli villaggi. Il bacino ha una capienza di 45 mc ed è stato previsto considerando la crescita della popolazione per i prossimi 15 anni.
Alla cerimonia sono presenti, oltre alle autorità locali, l’ingegnere del Ministero delle Acque e il Prefetto (donna!!). L’acquedotto è costato complessivamente 65 milioni di ariary (circa 24.000 euro), il contributo della popolazione è stato circa del 10 %. Viene specificato che il costo sostenuto per l’acquedotto è pari a quello di una mandria di 120 zebù.
Il rappresentante del Ministero dice che l’impegno del Governo è di garantire, per il 2015, acqua potabile per il 50% della popolazione: qui siamo al 35%. Riconosce al sindaco il merito di aver cercato aiuto all’Italia e di aver lavorato in collaborazione con tutti gli enti interessati e ribadisce che per la gestione comunitaria dell’acquedotto è fondamentale che ognuno paghi la propria quota per l’utilizzo dell’acqua e che tutti siano responsabilizzati: chi rompe dovrà pagare le riparazioni. Certo.. i rubinetti già gocciolano!! Andiamo a vedere anche la captazione alla sorgente. La Tv di Fianarantsoa riprende l’evento. Abbiamo chiesto la cassetta con la registrazione.
Poi pranzo con i consueti rituali.
Nel tardo pomeriggio torniamo alla casa famiglia per la riunione: Michel non è presente perché accompagna Haja all’assicurazione (ieri sera mentre andava a prendere la balla di vestiti usati da portare al carcere di Ihosy, una macchina gli è andata addosso ad un incrocio sfondando la portiera di sinistra).
Ci sono Bruno e la moglie (ex membro del direttivo di Rainay, ora non più socia), e madame Joel (mamma di Haja) e la cuoca.
Analizziamo la situazione di ognuno dei 52 ragazzi, prendendo visione di tutte le pagelle, raggruppandoli per scuola frequentata. 6 ragazzi sono stati bocciati e la media dei voti in pagella è per quasi tutti bassa.
Gli educatori confermano che trattandosi di ragazzi che sono partiti svantaggiati, dopo 4 anni, avendo a disposizione tutto il tempo che vogliono per studiare, dovrebbero fare meglio ci sono ragazzi non motivati, che studiano poco.
Riferiamo della decisione riguardo i bocciati e gli educatori concordano sulla necessità di non riammettere alla casa anche i due nuovi bocciati perché assolutamente non interessati allo studio.
Pertanto per il prossimo anno scolastico nella casa si liberano 7 posti: 6 bocciati e 1 diplomato. Puntualizziamo insieme con gli educatori alcune regole che riferiremo al Presidente Michel:
Gli allievi bocciati non vengono riammessi per l’anno successivo; unica eccezione, da valutare in base alle situazioni concrete, per il primo anno di permanenza nella casa famiglia, visto lo svantaggio da cui partono i ragazzi avendo frequentato scuole della brousse; devono essere ammessi studenti con voti buoni e un buon curriculum scolastico; è meglio scegliere alunni delle scuole elementari e medie ed eventualmente del primo anno del liceo, se a pari con l’età; evitare di ammettere ragazzi nell’anno in cui devono sostenere esami; della stessa famiglia, non più di due figli.
Esaminiamo la situazione della cucina: la cuoca (nuova) inizia il suo lavoro alle 4.30, alle 8 va al mercato a fare le provviste, prepara tre pasti al giorno. Ogni settimana, il sabato, Hanitra consegna i soldi per il cibo della settimana (1.500.000 di ariary) più 75.000 ariary per i biglietti degli autobus per i ragazzi che vanno a scuola molto lontano dalla casa.
I prodotti per la pulizia vengono acquistati e forniti direttamente dal tesoriere, che provvede anche al pagamento di quanto dovuto per le altre spese scolastiche, rette comprese. La legna e il carbone vengono acquistati ogni 3 mesi.
Il riso per i ragazzi è fornito dai genitori, quello per gli educatori dall’associazione.
C’è però un problema: i ragazzi che vengono da lontano non portano il riso, forse i genitori contribuiscono con i soldi, ma il riso acquistato dall’Associazione non è di buona qualità; gli educatori e la cuoca chiedono pertanto di potere essere loro ad acquistarlo. Di fatto, il riso disponibile dura soltanto fino ad aprile.
Bruno chiede che le riunioni con il presidente dell’Associazione Rainay siano più frequenti, così da condividere e risolvere i problemi. Dice poi che il loro stipendio non è aumentato dal 2006: il suo stipendio è di 90.000 ariary al mese quello di, madame Jouel 100.000, e quello della cuoca 40.000. A questo vanno aggiunti i benefit che Rainay non ha mai quantificato: alloggio con tutte le spese conseguenti e vitto per 12 mesi.
In alcune ore della giornata l’acqua non arriva: li invitiamo ad utilizzare contenitori di riserva; loro vorrebbero realizzare un pozzo, ma occorrerebbe scavare almeno 60-70 metri, e si deve valutare bene.
Nelle camere avevamo visto molti materassi malridotti: mancano anche le lenzuola perché si sarebbero rotte. Chiedono inoltre che i ragazzi facciano le vacanze presso le famiglie a Natale, piuttosto che quelle di Pasqua, periodo in cui hanno più bisogno di studiare perché si avvicina la fine dell’anno scolastico.
Giovedi 26 agosto
La giornata inizia molto presto: sveglia alle 5.45 in vista della partenza per Ihosy, ma mora mora si riesce a partire solo alle 8.30 ! Ecco le montagne lungo la strada per Ihoshy.
Durante il viaggio informiamo Michel sulla riunione di ieri sera alla casa e condividiamo le regole che abbiamo definito.
Arriviamo ad Ihosy che sono già passate le 11.
Fuori dal carcere ci aspetta Renè con i sacchi di carne (50 kg) e di riso (100 kg): abbiamo portato una balla di vestiti usati comprata a Fianarantsoa, che l’altra sera avevo provveduto a smistare tra abiti per uomo, donna e bambino (circa 100 pezzi tra pantaloni, t-shirt e camicie per uomo).
Incontriamo il direttore ed entriamo: nel carcere ero già stata nel 2004 uscendone con uno stato d’animo angosciatissimo, ed ora trovo una situazione un po’ diversa. E’ sempre un mondo di disperati, ma con la dignità umana: cantano AFAKA (libertà).
Con i finanziamenti della UE sono stati costruiti i gabinetti e le docce, la cucina e una sala comune, che viene utilizzata anche come cappella nella quale ci sono 4 chitarre e 1 organo elettronico.
Ci ringraziano per la visita, ci chiedono pentole nuove perché quelle dello scorso anno si sono già bucate: le hanno anche riparate fondendo dei cucchiai. Ci chiedono anche le stuoie, perché dormono sul pavimento, e due palloni.
Gianluigi ed io distribuiamo i vestiti: ogni capo camera ha scelto i più poveri.
Renè distribuisce il riso ad ognuno e la carne viene preparata per essere cotta e divisa tra tutti.
Ormai manca poco alle 14, quindi di corsa a pranzo; Renè ha radunato i suoi parenti e ci offre il pranzo allo Zahama Hotel, dove dormiremo questa notte.
Durante il pranzo si parla di volontariato, di solidarietà sociale: uno dei vecchi saggi afferma che nei paesi sottosviluppati far parte di un’associazione significa aspettarsi qualcosa in cambio per sé!
Appena finito il pranzo andiamo a casa di Renè, dove ci aspettano tutti i confinanti del terreno acquistato con i soldi di Gianluigi.
Iniziano così le lunghe, eterne discussioni malgasce, perché è necessario fare, a lato del terreno, una strada che raggiunga anche la fornace di mattoni che è più giù, e sarebbe inoltre opportuno “raddrizzare” i confini del terreno, con uno scambio su un lato e con l’acquisto di una piccola parte dall’altro. Tutti sono d’accordo, tranne un signore anziano che non vuole proprio saperne; si discute per un bel po’ e poi improvvisamente tutto si appiana e si risolve.
L’intero pomeriggio passa a tracciare la strada.
Finalmente alle 19, quando è già buio da un po’, ci si siede con Renè che ci fornisce gli studi che ha preparato per il progetto di autofinanziamento. I calcoli fatti non tengono conto dell’ammortamento e degli interessi sul capitale investito. Renè però si è già molto esposto: ha fatto fare il pozzo, ha comperato il materiale (sul terreno ci sono mucchi di blocchi di granito per le fondamenta e di mattoni cotti, di sabbia..), ha inoltre assunto muratori e manovali!! Dopo lunghissima discussione, che prosegue anche durante e dopo cena, decido, salvo ratifica del direttivo, che UnicoSole finanzia l’acquisto del terreno e la costruzione del muro di cinta. Renè offre la disponibilità dell’utilizzo delle sue attrezzature e della sua professionalità, noi dovremmo costruire i pollai e il magazzino di stoccaggio. Per questo è però indispensabile la riunione del nostro direttivo.
Il terreno è sicuramente un buon investimento, in ottima posizione, attaccato a quello di Renè e quindi eventualmente anche recintato ha sicuramente mercato. Penso però che con la soluzione prospettata possa valere la pena anche il progetto di autofinanziamento che con 1.500 galline, nell’anno e mezzo del ciclo di vita delle galline ovaiole, potrebbe rendere circa 8.000-10.000 euro.
Venerdi 27 agosto
Stamattina di nuovo sveglia alle 5.45: per le 7 bisogna essere da Renè per redigere tutti gli atti relativi alla sistemazione dei confini del terreno. Quando arriviamo, il capo del villaggio, delegato dal sindaco per redigere gli atti, è già sul posto; si tratta di 3 atti, due di compravendita e uno di scambio. Paghiamo rispettivamente 1.500.000 e 400.000 ariary le due parti acquistate.
Sto soffrendo molto questo progetto, combattuta tra il voler credere che le cose possano funzionare e, oltre a dare circa 10.000 euro a Rainay, possano dare lavoro ad altre 5-6 famiglie e uova fresche da mangiare a tanta gente (l’utilità sociale potrebbe non far considerare i costi di ammortamento, tenuto conto anche che il terreno si rivaluta e le costruzioni almeno conservano il loro valore) o fare l’aziendalista e tenendo conto di tutti i costi da computare, dire non vale la pena!!
Il compromesso che abbiamo raggiunto ieri sera mi pare la soluzione meno brutta anche se molto sofferta. Renè ieri sera ci ha detto che, come buon augurio, per il nostro arrivo le galline hanno fatto le prime 3 uova!!
Stamattina ho visto le nostre galline (ed anche le altre): sono in buona salute e ben tenute. Speriamo che alla fine del periodo, nel 2011, rendano i 5000 euro investiti aumentati del 15-20%, cioè circa 6.000 euro, che dovremo scalare dai finanziamenti a Rainay, così come i circa 10.000 euro che dovrebbe rendere il nuovo pollaio. Certo, prima bisogna investire e costruire, e quindi abbiamo bisogno di fondi.
La mattina prosegue con i lavori sul cantiere: si devono scavare i canali per le fondamenta del muro di cinta; una squadra di muratori e manovali si mette all’opera, si comprano anche nuove pale!
Prima di pranzo si benedice la posa della prima pietra. Il vecchio zio di Renè bagna le pietre prima con grappa, poi con acqua: invoca la benedizione di Dio, invoca la benedizione degli antenati e chiede che assistano affinchè tutto vada bene, il lavoro possa terminare senza incidenti e possa essere utile per lo sviluppo, anche se i proprietari (Rainay e noi) vengono dal nord.
Durante la mattinata ho fatto anche un giro al mercato con un vicino di Renè, maestro in pensione che parla francese. Stesso solito caos dei mercati africani, peggiorato dall’invasione dei prodotti cinesi, cosicchè non si vende quasi più nulla di produzione artigianale locale.
Poi vado alla Mairie con Renè e Michel per far validare gli atti, ma il sindaco aggiunto ci dice che, essendo il 27, tutti gli impiegati sono in tesoreria per incassare lo stipendio e lui non ha i timbri. Dobbiamo tornare nel pomeriggio dopo le 15.30.
Poi andiamo all’ufficio dei topografi per chiedere che vengano a fare un rilievo puntuale Vengono subito fanno il rilievo: il tutto dura alcune ore.
Si pranza e dopo le 16 si parte per tornare a Fianarantsoa, ma prima consegnamo 12.000.000 di ariary a Renè come acconto per i lavori di recinzione. Manderemo il resto dopo la riunione del consiglio direttivo.
Durante il viaggio mettiamo a fuoco con il presidente di Rainay ancora alcuni problemi e la necessità di avere relazioni e informazioni puntuali, che tutto sia registrato, ecc. Ci facciamo anche raccontare da Haja come è andato lo stoccaggio del riso: ci dice che quest’anno hanno voluto acquistarlo direttamente e perciò sono andati lui e Hanitra sul posto, con molta difficoltà perché i grandi compratori hanno una rete capillare. Hanno comunque acquistato una buon quantità di riso che ora è stoccata nel magazzino della casa famiglia: da ottobre dovrebbero iniziare la vendita. Ci viene detto che quest’anno il raccolto del riso è stato scarso e quindi il ricavo della vendita potrebbe essere buono.
Ci sono dei momenti nei quali mi sento davvero scoraggiata e stanca.
Oggi Renè ha detto: “voi che potreste bere il latte (cioè stare a riposo, in pensione!) invece state lavorando per noi”.
Gianluigi mi ha aiutato a far capire che le cose devono essere più ordinate e puntuali.
Stasera, piacevole e graditissima sorpresa: sono arrivati Domenico, Cinzia, Gisella e Giovanni: sono davvero contenta, così posso confrontarmi con loro su tutti i problemi e sicuramente ci faremo compagnia… e poi hanno programmato in modo da tornare a Tanà quando riparto (loro partono il giorno dopo), così faremo il viaggio insieme.
Sabato 28 agosto
Tutti insieme si va all’inaugurazione della scuola elementare di Vohibola. Noleggiamo un 4×4 perché secondo Michel il pullmino non ce la fa: invece poi, pur essendo molto brutta la strada, arriva quasi a destinazione. Per il 4×4 ci chiedono 120.000 ariary e il pieno di gasolio per 70.000 ariary…..
Approfitto del viaggio per relazionare Domenico (vicepresidente di UnicoSole) di quanto abbiamo fatto nei giorni scorsi, della situazione che ho trovato, delle informazioni raccolte, delle scelte fatte, delle cose inaugurate, delle due Associazioni.
La scuola è veramente in capo al mondo! Solita festosa accoglienza, soliti discorsi, solito pranzo. Di particolare, va detto che al villaggio hanno ucciso in nostro onore uno zebù dalla testa chiara (i più preziosi) e ci danno poi un po’ di carne da portare via!!
La cosa positiva è che oggi si torna a casa presto e finalmente posso avere un paio d’ore di riposo. Stasera si cena tutti insieme, sperando di poter affrontare anche qualche problema.
Stavamo per uscire per raggiungere gli altri per la cene e ci bloccano due sindaci venuti dalla brousse: uno è il sindaco con il quale abbiamo inaugurato l’acquedotto di Sahamena, l’altro è quello del comune limitrofo. Il sindaco di Sahamena, dopo l’inaugurazione dell’acquedotto ci aveva portato a vedere un ponte caduto a causa di un ciclone del 1992 e mai ricostruito. Non ne avevamo visto la particolare necessità e gli avevamo proposto di fare un terrapieno e un lavoro a basso costo per consentire il solo passaggio a piedi, visto che la strada che lo raggiunge non è percorribile da automezzi. Gli avevamo detto di valutare eventuali altri problemi. Questa sera invece lui torna sulla decisione: i saggi del villaggio si sono riuniti e vogliono il ponte!! Ne propone uno di 32 metri; gli ribadiamo il nostro no.
L’altro sindaco invece chiede un aiuto per la costruzione di una scuola e porta già il progetto e il capitolato. Gli chiediamo ulteriori informazioni e comunque ci proponiamo di andare a vedere in loco.
Domenica 29 agosto
Alle 6.15 suonano il campanello: sono venuti a portarci le 2 pentole da 150 litri da portare al carcere di Ihosy.
Molto presto si parte per portare i nuovi arrivati a vedere l’acquedotto inaugurato. Durante il viaggio i due sindaci rinnovano le loro richieste. Ci dicono che nei loro comuni (insieme con un’altra decina) opera in concessione per il taglio delle foreste uno svizzero, ma che il contributo che loro ricevono è veramente pochissimo.
Con grande stizza e delusione vediamo che i rubinetti delle fontane già gocciolano (anche il giorno dell’inaugurazione avevamo fatto presente all’impresario il problema che aveva pensato bene di risolvere prendendo una chiave inglese e stringendo il bullone!!) Al ritorno a Fianarantsoa passiamo dall’impresario, che si impegna a sostituirli tutti.
A Fianarantsoa partecipiamo alla Messa all’Abbazia dei frati trappisti, con padre Maurice. Partecipa alla messa l’elite cattolica di Fianara: sembra veramente di essere in un altro mondo!!
Dopo la Messa si va a Soanierama, alla casa dell’associazione Miaraka Aminy di Padre Maurice del quale siamo ospiti a pranzo. Ci sono anche alcuni dei ragazzi che l’associazione aiuta. Riparliamo dei lavori da fare e Padre Maurice mi conferma che ha quasi tutti i preventivi pronti.
Passiamo anche alla casa famiglia di Rainay, dove finalmente hanno preparato i lavori di ricamo fatti nel corso dell’anno dai ragazzi: non è molta roba, ma durante l’anno non hanno però venduto nulla: siamo i soli clienti!!! Anche se una ragazza ci aveva detto che lavoravano su ordinazione!!???
Si ritorna ancora sul problema della pulizia e della manutenzione.
Lunedi 30 agosto
Oggi si va ad Andoharanomaitso, villaggio natale di Padre Maurice, dove lui ha scelto di aiutare i ragazzi che vanno a scuola, con il coinvolgimento delle famiglie.
Per ricevere un aiuto, ogni famiglia che ha figli che vanno a scuola deve impegnarsi a destinare una porzione di terreno alla coltivazione di fagioli che servono ad integrare l’alimentazione, così che i ragazzi e la famiglia mangino riso e fagioli (e quindi proteine), e a piantare gli alberi di ravitzara che per circa 50 anni continueranno a produrre foglie da vendere per la distillazione.
Lungo il percorso ci aspetta il gruppo delle biciclette che ci precede al villaggio.
Quando arriviamo, ci sono tutti i gruppi schierati: genitori e ragazzi, tutti con una divisa e tutti con la scritta TUTTI A SCUOLA. Veramente un’ottima impressione: sembrano tutti molto coinvolti.
Ci regalano poi una gara con le trottole (kitandrino): si tratta di un vecchio gioco recuperato che coinvolge tutti i bimbi, una trottolina di legno tagliata a mano e un frustino fatto con le fibre di agave e tanta agilità.
Durante il viaggio ci siamo fermati a vedere la miniera da cui si estrae tormalina e altre pietre semipreziose: tutto è gestito in modo molto rudimentale e con alti rischi.
Padre Maurice e Padre Gianluigi celebrano la Messa, si pranza, ci riuniamo con i membri dell’Associazione Miaraka Aminy e si puntualizza anche con loro che l’impegno dei ragazzi è indispensabile. I membri del direttivo ci fanno presente che le scuole nei villaggi sono di qualità scarsa e propongono di scegliere i ragazzi più volenterosi e meritevoli e collocarli presso una casa famiglia dove possano frequentare scuole migliori. E’ necessario approfondire l’argomento.
Giochiamo un po’ con i bambini e poi andiamo a fare la “pesca miracolosa“. Tra le attività che Padre Maurice ha cercato di portare avanti c’è infatti anche quella di mettere i piccoli pesci nelle risaie nei mesi in cui non si coltiva riso per fornire un alimento proteico alternativo.
I ragazzi si buttano nel fango e si divertono moltissimo a pescare con le mani!! Pescano un paio di secchi di pesci che purtroppo non sono molto grossi perché non trovano granchè da mangiare all’interno delle piccole vasche delle risaie.
Padre Maurice ha una visone a 360 gradi dei problemi e cerca di fare di tutto per risolverli. Avrebbe bisogno di avere vicino qualcuno che lo aiuti a concretizzare meglio. La sua capacità di sognare e volare alto è invidiabile!
Si torna a Fianara e alle 19 l’ultima riunione con il consiglio di Rainay.
All’ordine del giorno: rapporto finanziario, relazione sulla riunione del 24 agosto, relazione sulla riunione presso la casa famiglia, progetto di autofinanziamento
Ribadiamo nuovamente la necessità che ci pervengano relazioni quindicinali.
Analizziamo le spese di gestione della casa famiglia: i risparmi non possano derivare dalla riduzione delle spese alimentari; i costi dei viaggi di andata e ritorno dalle famiglie devono essere posti a carico delle famiglie e non dell’Associazione.
Inoltre, i lavoratori dovranno essere regolarmente assicurati e devono essere versate le contribuzioni dovute: al momento educatori e alunni sono iscritti solo alla Cassa malattia diocesana.
Il vicepresidente è d’accordo con noi su tutte le richieste che facciamo affinchè si operi il più possibile nell’ambito della legalità. La legislazione malgascia sulle onlus è simile a quella italiana: concede benefici fiscali se tutto è regolarmente registrato.
Inizio a preparare i bagagli per vedere cosa riesco a portare con me e cosa devo affidare agli altri.
Martedi 31 agosto
Oggi torniamo tutti insieme a Ihosy per portare al carcere quanto ci hanno chiesto, pentole e stuoie, e per vedere il terreno e l’andamento dei lavori di costruzione del muro di cinta.
Viaggiamo con le mega pentole legate sopra il pulmino e a tutti i posti di controllo la polizia ci ferma: la nostra risposta ufficiale è “Stiamo andando alla celebrazione di una grande festa”. Ci sorridono e ci salutano. Al ritorno diremo che siamo di ritorno dalla festa, perché riportiamo le pentole vecchie bucate per vedere se si riescono a riparare.
Il viaggio è molto pesante: la distanza è di circa 200 KM di strada asfaltata ma si viaggia per oltre 6 ore e, tenuto conto che ci aspettano per domani oltre 500 KM, è veramente un massacro per le nostre povere schiene!! Tutti concordano sulla validità delle scelte fatte. I lavori continuano con buoni risultati.
La sera si cena tutti a casa di Hanitra, ci sono i saluti, le promesse, gli impegni.
Mercoledi 1 settembre
Alle 8.30 si parte per Tanà: faremo un po’ di tappe.
Arriviamo alle 19.30: si cena vicino all’aeroporto, poi tutti mi accompagnano all’aereoporto, io parto e loro tornano in albergo: partiranno domani alle 15.
Gianluigi rimane un’altra settimana per raccogliere i progetti delle richieste che ci stanno preparando per il prossimo anno.
Partire è anzitutto uscire da sé.
Rompere quella crosta di egoismo che tenta di imprigionarci nel nostro “io”.
Partire è smetterla di girare in tondo intorno a noi, come se fossimo al centro del mondo e della vita.
Partire è non lasciarsi chiudere negli angusti problemi del piccolo mondo cui apparteniamo: qualunque sia l’importanza di questo nostro mondo l’umanità è più grande ed è essa che dobbiamo servire.
Partire non è divorare chilometri, attraversare i mari, volare a velocità supersoniche.
Partire è anzitutto aprirci agli altri, scoprirli, farci loro incontro. Aprirci alle idee, comprese quelle contrarie alle nostre, significa avere il fiato di un buon camminatore.
E’ possibile viaggiare da soli. Ma un buon camminatore sa che il grande viaggio è quello della vita ed esso esige dei compagni.
Beato chi si sente eternamente in viaggio e in ogni prossimo vede un compagno desiderato. Un buon camminatore si preoccupa dei compagni scoraggiati e stanchi. Intuisce il momento in cui cominciano a disperare. Li prende dove li trova. Li ascolta, con intelligenza e delicatezza,soprattutto con amore, ridà coraggio e gusto per il cammino.
Camminare è andare verso qualche cosa; è prevedere l’arrivo, lo sbarco. Ma c’è cammino e cammino: partire è mettersi in marcia e aiutare gli altri a cominciare la stessa marcia per costruire un mondo più giusto e umano.”
(Helder Camara, Camminiamo la speranza)